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Religione e culto dei morti presso gli antichi Egizi

Nei tempi precedenti l’avvento delle dinastie, presso gli Egizi esisteva un culto teso alla venerazione di animali, oggetti e anche piante, ed ogni tribù aveva il suo. Quando vennero formati i nomi, i distretti dell’antico Egitto, il culto degli animali prese il sopravvento ed essi divennero le divinità protettrici della città capitale del nomo. In questa città ogni dio aveva il suo tempio, che all’inizio era ancora piuttosto semplice e misero. Quando una città-capitale aumentava la propria importanza, anche gli dei adorati in quella città vedevano aumentare il loro culto nel resto dell’Egitto. Essendo un Paese essenzialmente agricolo, gli animali che venivano adorati erano quelli che avevano a che fare con il mondo contadino: il gatto, che liberava il campo di grano dai danni arrecati dai topi; il coccodrillo, che quando iniziava la piena del Nilo, scendeva verso la regione del delta, avvertendo in questo modo dell’arrivo dell’inondazione attesa con gioia e allo stesso tempo con timore dagli agricoltori; l’Ibis, che liberava il fango fertile del fiume dai serpenti appena nati. In epoca successiva, l’animale non venne più adorato quanto tale, ma perchè rappresentava una divinità. Apparvero quindi delle raffigurazioni di nuovi dei Egizi con corpo umano e testa animale: Horus, dio celeste con la testa del falco; Anubis, il dio con la testa di sciacallo legato al culto dei morti; Seth, dio della distruzione, della tempesta e delle piogge, aveva la testa dell’okapia, un quadrupede simile all’asino, con muso sottile e zampe zebrate, ancora esistente nelle foreste del Congo; Toth, il dio lunare, con la testa dell’Ibis, rappresentava la luna ed era considerato il protettore delle scienze e anche il dio della giustizia; Ra, il dio Sole, aveva la testa di un falco sormontata dal disco solare, il cui culto era importantissimo e molto diffuso. Oltre a questi dei semi-umani, esistevano altre divinità dall&Rsquo;aspetto completamente umano: Ptah, venerato nella città di Menfi; Ammone, dio della città di Tebe; Osiride, al quale veniva attribuita la fondazione della civiltà Egizia. Secondo la leggenda, Osiride dopo aver creato la civiltà egiziana, lasciò il Paese per andare a civilizzare il resto del mondo, lasciando il governo del paese alla moglie Iside. Al suo ritorno venne ucciso dal proprio fratello che aspirava ad impadronirsi del governo del regno. Da allora Osiride regnò sul mondo dei morti. A questi nuovi culti, sopravisse anche qualche dio del periodo pre- dinastico.L’esempio più importante è quello del dio Apis, il toro sacro venerato a Menfi; dimorava nel proprio tempio ed era accudito dai sacerdoti; alla sua morte, veniva imbalsamato e sepolto con un rito solenne. Il culto di tutte queste divinità era affidato ai sacerdoti, i quali dovevano seguire delle regole ben precise nello svolgere questa mansione: dovevano indossare una tunica bianca come simbolo di purezza, portare il capo ben rasato e purificarsi con quattro bagni giornalieri. Queste cerimonie consistevano in processioni che si tenevano in modo particolare sulle acque del Nilo, cui partecipavano lunghi cortei di barche. I fedeli offrivano in dono profumi e frutti. I templi del periodo dinastico erano molto grandi e sfarzosi ed in genere si componevano di tre elementi: un grande cortile circondato da un portico nel quale avevano libero accesso i fedeli; una spaziosa sala con il tetto sostenuto da colonne e nella quale, in alcune occasioni, ai fedeli veniva mostrata la statua del dio; infine una piccola stanza lontana dall’ingresso del tempio, dove veniva custodita la statua della divinità e nella quale potevano accedere solo i sacerdoti ed il faraone. Presso gli Egizi, come presso la maggior parte dei popoli dell’antichità, la morte costituiva la continuazione della vita terrena nell’aldilà. La vita nel mondo di Osiride era uguale in tutto e per tutto a quella che il defunto conduceva sulla terra. Secondo gli antichi Egizi l’anima esisteva finchè il corpo non si decomponeva e da questo derivava la necessità di conservare il corpo. Il processo di imbalsamazione, in origine riservato esclusivamente al faraone e ai membri della famiglia reale, si estese successivamente a vasti strati della popolazione. Secondo la credenza Egizia l’anima, staccatasi dal corpo, si presentava davanti ad Osiride per essere giudicata. Se era ritenuta colpevole veniva divorata dal mostro Amenti; in caso contrario entrava a far parte dei giusti. Dopo la mummificazione, il corpo veniva deposto in un sarcofago e quindi deposto nella tomba, nella quale venivano posti anche il corredo funebre del defunto e dei viveri che dovevano servire all’anima nella sua nuova vita. Gli antichi egiziani davano più importanza alle tombe che alle case di abitazione perchè, sempre secondo la credenza, avrebbero vissuto più a lungo nella tomba. Per questo motivo le tombe erano particolarmente curate e costruite con materiali più resistenti. Nel tempo vennero usati diversi tipi di sepolcri: mentre i poveri venivano sepolti in tombe modeste o addirittura sotto la sabbia del deserto, ai ricchi era riservato il privilegio di una tomba maestosa. Inizialmente i nobili venivano seppelliti nelle mastabe, sepolcri in muratura a forma di piramide tronca; successivamente per i faraoni accanto a queste tombe ne vennero edificate altre ancora più imponenti: le piramidi, giganteschi monumenti funebri che testimoniavano la grandezza della persona sepolta al loro interno. La costruzione di questi sepolcri richiedeva molto tempo e molta fatica. Alla loro costruzione partecipavano, oltre agli schiavi, anche i contadini. Questi ultimi collaboravano ai lavori solo nel periodo di piena del Nilo, quando era impossibile il lavoro nei campi. Poichè in questi sepolcri venivano posti assieme al corpo tesori di grande valore,essi erano spesso violati dai ladri. Quindi, gli architetti iniziarono a costruire tombe di tipo ipogeo, scavandole in profondità nelle rocce e mascherandone all’esterno ogni elemento che potesse indicarne l’esistenza. I maggiori esempi di queste particolari tombe si possono ammirare nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine, non lontano da Luxor.


Nell'immagine, una statua di Hanubis, il dio con le sembianze di sciacallo legato al culto dei defunti.
Documento inserito il: 19/12/2014
  • TAG: antico egitto religione, antico egitto culto dei morti, dei egizi, mummificazione

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