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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Trentaquattresima puntata

di Alberto Sigona


La nascita degli Stati Uniti d'America (alias Rivoluzione Americana)

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti (https://www.tuttostoria.net/storia-moderna.aspx?code=1684), fra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento gli europei (soprattutto spagnoli e portoghesi(1)) avevano iniziato la lenta ma progressiva colonizzazione dei territori dell’America centrale e meridionale (gli insediamenti spagnoli si sarebbero spinti sino al Nord America, occupando parte degli attuali Stati Uniti), sfruttando le terre dei luoghi e sottomettendo duramente le popolazioni autoctone, dando vita col tempo a delle vere entità statali.

Nel Seicento inglesi e francesi (e in maniera marginale anche gli olandesi, che ad esempio nel 1626 fondarono Nuova Amsterdam, ovvero l'odierna New York, che nel 1664 cadrà in mano inglese) iniziarono invece a stabilirsi in massa esclusivamente nel Nord America(2), alla ricerca, non solo di scopi economici, ma con l’obiettivo dichiarato di costituire una società civile, libera da ogni forma di diseguaglianza sociale. Col tempo i francesi si sarebbero ben stabiliti in zone corrispondenti più o meno a parti dei territori dell'odierno Canada e degli attuali USA, mentre lungo la costa orientale si formarono 13 colonie inglesi(3). Quest'ultime, collocate sul versante atlantico, nel Settecento godevano ormai di grande prosperità economica e per questo costituivano il fiore all’occhiello dell’Impero britannico nonché meta di un costante flusso di immigranti europei in cerca di migliori condizioni di vita. I coloni, che si avvalevano di proprie assemblee rappresentative (pur sottoposte al controllo della Corona), di notevoli libertà e di una classe dirigente di prim’ordine, sopportavano sempre meno il loro status di sudditi e aspiravano finalmente a una condizione di parità con i cittadini inglesi e ad avere una propria rappresentanza nel Parlamento di Londra. Col trascorrere degli anni, a causa soprattutto della continua imposizione di dazi, tasse e delle gravose limitazioni commerciali a cui erano costantemente sottoposti, il desiderio d'indipendenza dalla Madre Patria crebbe sempre più, e nella seconda metà del secolo l'insofferenza nei confronti delle ingerenze dell'Impero britannico avrebbe raggiunto l'apice. Nel 1764 ad acutizzare ulteriormente l'inquietudine dei coloni vi fu la decisione del Parlamento britannico di approvare una nuova tassa (bollo) che avrebbe riguardato documenti legali, giornali ed almanacchi. I coloni non erano rappresentati nel Parlamento e perciò ritennero illegale il balzello. Nel 1766 il governo britannico, dopo numerose proteste, ritirò la tassa sul bollo, ma ne impose altre, fra cui quella sul tè importato (Tea act). Il vero punto di non ritorno che avrebbe fatto precipitare gli eventi fu però determinato da quelle che gli americani giudicarono “Leggi intollerabili” ovvero i “Coercitive acts”, con i quali nel 1774 il Parlamento inglese, tra l'altro, aboliva le libertà locali e accentrava tutto il potere nelle mani delle autorità politiche e militari inglesi. La reazione dei coloni fu la convocazione a Filadelfia nel settembre 1774 del primo Congresso continentale (l'organo deliberativo delle 13 colonie), formato da 56 delegati, che proclamò nulli i “Coercitive acts”, impose il boicottaggio generalizzato contro le merci inglesi e formulò una dichiarazione dei diritti dei coloni.

La guerra sembrava ormai inevitabile e difatti scoppiò il 19 aprile 1775, quando i soldati britannici giunti nelle Americhe per appropriarsi dei rifornimenti militari in un deposito di armi ebbero un violento scontro con la milizia patriota di Lexington e Concord. Il 17 giugno 1775 le truppe americane e inglesi si scontrarono nella Battaglia di Bunker Hill (persa dai coloni), e in dicembre il Re inglese Giorgio III fece proclamare ribelli gli Americani. Ma ben presto la ribellione sarebbe divenuta un'autentica rivoluzione e guerra di liberazione nazionale. Quindi il 4 luglio 1776, mentre il conflitto era in corso, venne approvata dal Congresso (presieduto da Thomas Jefferson) la Dichiarazione d’indipendenza, in cui si esprimeva il rifiuto di sottomettersi alla monarchia inglese, si proclamava il principio che i governi dovevano poggiare sul consenso dei governati e, secondo una concezione liberale e borghese della politica e dei rapporti sociali, si cancellava la nobiltà di sangue. Inoltre si affermavano il diritto alla vita, alla libertà, alla felicità ed altri principi fondamentali per l’uomo (come l'uguaglianza), che un giorno sarebbero stati presi ad esempio da tutte le moderne costituzioni.(4) Successivamente il Congresso ordinò la formazione di un nuovo esercito il cui comando fu affidato a George Washington, un ricco proprietario terriero, che aveva già combattuto contro i francesi la “Guerra dei 7 anni”(5) - la cui vittoria nel 1763 aveva garantito agli inglesi l'acquisizione di tutti i possedimenti francesi, ovvero in primis parte dell'odierno Canada e circa un terzo di quelli che oggi sono gli Stati Uniti - dedicandosi poi alla politica in Virginia. Il conflitto - che vide nelle Battaglie di Saratoga e Yorktown (dove vi fu l'episodio militare finale) gli snodi cruciali - venne vinto dai neonati Stati americani (che “strada facendo” avevano trovato degli alleati validi nella Francia e nella Spagna; determinante fu in particolare l’aiuto dei francesi, desiderosi di vendicarsi della sconfitta subita nel 1763), ed il 3 settembre 1783, con la Pace di Parigi (che fu favorita nell’aprile 1782 da un voto del Parlamento britannico contrario al proseguimento della guerra), la Gran Bretagna riconobbe finalmente l’indipendenza delle 13 colonie: nascevano ufficialmente gli Stati Uniti d'America, una Repubblica Federale (fra le prime Nazioni ad adottare questo sistema di governo) composta da più Stati (che con il tempo sarebbero aumentati sino a diventare 50)(6).

Passata alla storia come “Rivoluzione Americana”, quella conclusa nel 1783 avrebbe ispirato in futuro altre rivoluzioni politiche basate sull’idea di libertà, sia nel continente Americano che in quello Europeo (basti pensare alla Rivoluzione francese). Pur fra tante contraddizioni (come l'aggressivo colonialismo culminato in un vero e proprio genocidio dei nativi, i cui pochi sopravvissuti furono costretti ad una vita di emarginazione e povertà; la cruente guerra civile, meglio nota come Guerra di Secessione, combattuta fra il 1861 ed il '65; la schiavitù imperante; l'accentuato razzismo; la criminalità dilagante, specie nel Far West, ovvero il “lontano ovest” degli Stati Uniti, che per decenni attirò un gran numero di pionieri - compresa tanta gente senza scrupoli - come agricoltori, allevatori e cercatori d'oro, in cerca di fortuna...), gli USA diverranno in un tempo relativamente breve fra le Nazioni più avanzate al Mondo, economicamente, giuridicamente, socialmente e politicamente (il suo sistema liberal-democratico basato sull'eguaglianza divenne presto un modello di civiltà progredita), ergendosi ad emblema positivo dell'epoca tardo moderna.


Nell'immagine, la battaglia di Yorktown, 19 ottobre 1781: la resa di Lord Cornwallis. Yorktown fu l'episodio militare finale della rivoluzione americana.


Note:

(1) Gli imperi spagnoli e portoghesi furono i primi imperi coloniali mondiali della storia. Limitandoci al continente americano, se quello portoghese era limitato sostanzialmente al Brasile, quello spagnolo fu molto più esteso, ed arrivò a comprendere buona parte del Sud America (compresi Uruguay, Argentina, Perù e Colombia), del Centro (oggi Messico, Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica) e del Nord America (occupando tutta la metà centro-occidentale degli attuali Stati Uniti d'America, ovvero Texas, Arizona, California, Colorado, Nevada, Nuovo Messico, Wyoming e Utah). Gran parte della parte centro-settentrionale sarà progressivamente perduta in cruente guerre, sino ad essere incorporata negli attuali USA.

(2) I primi tentativi di colonizzare l'America Settentrionale non ebbero un grande successo, dato che i nativi americani non si adattavano minimamente ad essere assoggettati come manodopera e il clima e la conformazione geografica non favorivano gli insediamenti. Dopo alcuni tentativi falliti, il primo insediamento inglese stabile fu costruito nell'odierna Virginia e prese il nome di Jamestown, nel 1607, respingendo progressivamente le popolazioni indigene verso ovest (nel 1823 la Corte Suprema decreterà che gli indigeni non erano proprietari delle terre).

(3) Esse, oggi rappresentate in bandiera da 13 strisce orizzontali, erano: New Hampshire, Massachusetts Bay, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia (quest'ultimo da non confondere con lo Stato dell'ex URSS). Col tempo sarebbero state fondate ulteriori 37 colonie: Kentucky, Vermont, Indiana, Louisiana, Mississippi, Ohio, Tennessee, Illinois, Alabama, Maine, Missouri, Arkansas, Michigan, Florida, Texas, Iowa, Wisconsin, California, Minnesota, Oregon, Kansas, Virginia Ovest, Nevada, Nebraska, Colorado, Idaho, Montana, Dakota del Nord, Dakota del Sud, Washington, Wyoming, Utah, Oklahoma, Arizona, Nuovo Messico, Alaska ed Hawaii.

(4)In termini più concreti la costituzione americana presupponeva l'intenzione di creare una comunità politica di tipo nuovo, basata sull'affermazione della sovranità popolare e sull'uguaglianza, in radicale opposizione al regime britannico visto come elitario e dispotico. Il nuovo Stato americano sarebbe apparso dunque come una democrazia, un tipo di regime politico che fino ad allora molti credevano quasi impossibile d'attuare.

(5) La Guerra dei 7 anni si svolse tra il 1756 e il 1763, e con essa l'Inghilterra riuscì a estromettere completamente la Francia dall'America settentrionale, segnando il definitivo tramonto del colonialismo francese nel continente (e l'avvio del declino dell'influenza della Francia in India), sancendo all'opposto l'affermarsi della Gran Bretagna come principale potenza marittima e coloniale. Precisiamo che il Canada era di fatto divenuto possedimento della Francia sin dal 1534, quando l'esploratore francese Jacques Cartier aveva preso possesso della zona circostante il fiume San Lorenzo in nome del Re Francesco I. Incoraggiato da Enrico IV di Francia, nel 1608 Samuel de Champlain avrebbe fondato la città di Québec con sei famiglie (in totale 28 persone), e ciò rappresentò il primo vero insediamento nel territorio canadese.

(6) Gli Stati Uniti intraprenderanno una vigorosa espansione per tutto il XIX secolo. L'acquisizione di nuovi territori e l'ammissione di nuovi Stati membri causarono anche numerose guerre con i popoli nativi.

Documento inserito il: 07/03/2025
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