Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, medio evo: L’Italia nel XV secolo
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L’Italia nel XV secolo

Umanesimo e Rinascimento, le nuove culture dell'età moderna.

La fioritura dell’Umanesimo, era strettamente connessa all’epoca medievale, poichèbtrasse le proprie origini dalla forma più compiuta della civiltà medievale, la civiltà dei Comuni. L’organizzazione comunale, pose infatti l’uomo al centro della vita cittadina, attribuendo al suo lavoro la massima importanza, creando le premesse per l’Umanesimo. Quest’ultimo, nacque come affermazione del diritto dell’uomo a realizzare nel mondo la propria personalità, in pieno contrasto con la religione medievale che indicava come l’unico scopo della vita umana, il raggiungimento della felicità ultraterrena.Il vagheggiamento dell’antichità ebbe come immediata conseguenza il culto per l’arte e la letteratura, già presente in precedenza nelle opere di Dante Alighieri. Furono le opere di Francesco Petrarca, ad annunciare la concezione della vita come una gioiosa manifestazione della bellezza, propria del mondo umanistico e rinascimentale. Con il Boccaccio, fa la sua comparsa nella letteratura l’uomo vivo e vero, grazie alla prima rappresentazione della vita e del costume dei vari strati sociali nell’epoca compresa tra il declino della civiltà comunale e l’avvento delle Signorie. L’Umanesimo trovò i propri riflessi nei nuovi programmi pedagogici, che miravano ad impartire un tipo di educazione intesa alla valorizzazione delle qualità di ciascun individuo, al di fuori di ogni forzatura; esso si espresse nella filosofia, innalzando l’uomo al livello di intermediario tra la Terra ed il cielo. Venne in tal modo a formarsi una nuova ideologia che trovò un’ anche nelle classi popolari. Uno sviluppo diretto del movimento umanista, fu nel XVI secolo il Rinascimento, titolo coniato da Giorgio Vasari che esprimeva la certezza di essere vicini ad una nuova era di rigenerazione dell’umanità. L’uomo veniva ormai concepito come una entità individuale completa e autonoma, contrapposta all’infinità dell’universo. A lui spettava il compito di dominare ed asservire le forze della natura, creando un mondo a propria misura. In due opere filosofiche questi ideali assunsero forme utopistiche: La città del sole dell’Italiano Tommaso Campanella e L’Utopia dell'Inglese Tommaso Moro, che auspicavano una società fondata su di un principio comunitario, nella quale gli ideali dell’Umanesimo prima e del Rinascimento in seguito, trovarono una diretta espressione.Quando però dagli ideali si doveva passare alle applicazioni pratiche, il modello al quale si ispirarono i condottieri dell’epoca, fu Il Principe di Niccolò Macchiavelli, l’iniziatore del pensiero politico moderno. Libero da preoccupazioni moralistiche e soprattutto consapevole dell’impossibilità di realizzare ideali che trovassero la propria base nella realtà effettuale, ossia quella realtà che affondava le sue radici nell’organizzazione economica, il Macchiavelli propugnò uno Stato forte, del tutto indipendente dalla Chiesa e capace di compiere l’unificazione nazionale. Proprio per il fatto che la nuova cultura trasse origine dall’organizzazione politica dell’etàcomunale, essa conobbe una certa diffusione nella maggior parte dei paesi europei, anche se l’Italia ne fu il centro propulsore ed anche il Paese nel quale essa si sviluppò per la prima volta. L’Umanesimo fu quindi un movimento europeo che annoverò in quasi ogni Paese europeo i propri più insigni rappresentanti: dall’Italia alla Francia, dall’Inghilterra alle Fiandre. Questi uomini, legati da comuni interessi culturali e da rapporti di fraterna amicizia, confrontarono le loro conoscenze al di là delle differenze nazionali e dei contrasti politici.


Nell’immagine, un ritratto pittorico di Niccolò Macchiavelli, autore de Il Principe.
Documento inserito il: 21/12/2014
  • TAG: italia nel xv secolo, umanesimo, rinascimento, le signorie

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