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Considerazioni storico sociali sui germani

del Prof. Giovanni Pellegrino


In questo articolo ci interesseremo dei popoli germanici, formulando delle considerazioni storico-sociali su di essi.
I popoli germanici rivestirono una grande importanza nelle ultime fasi della storia romana, prima nella loro qualità di nemici dell’impero, nei cui confini penetrarono a più riprese, poi come dominatori dei nuovi regni nati dopo la caduta dell’impero romano.
Cercheremo pertanto di esaminare più da vicino le caratteristiche di queste popolazioni.
Per prima cosa dobbiamo dire che si trattava in realtà di popoli diversi, che la storiografia moderna ha riunito sotto la definizione di germani, sulla base di considerazioni di carattere linguistico
. Tuttavia, tali popoli erano dotati di storie e tradizione diverse. Aldilà delle differenze che li dividevano, popoli come i vandali, i franchi o i burgundi, parlavano lingue simili derivate da una radice comune.
Nel corso dei secoli, le culture di questi gruppi si erano differenziate in base alle vicende storiche che ciascuno di essi aveva attraversato. Inoltre, tali popoli si erano differenziati anche perché avevano vissuto in diversi contesti ambientali.
Per queste ragioni, gli storici sanno che è difficile individuare caratteristiche che valgono indistintamente per tutte le popolazioni che vengono definite germaniche.
Ma le difficoltà non finiscono qui. Infatti, oltre alle difficoltà che abbiamo ora descritto, se ne aggiunge un’altra legata alla disponibilità delle fonti scritte.
Dei germani parlavano già gli autori latini, ai quali si deve il termine che li definisce.
Giulio Cesare, nel I secolo a.C. aveva delineato una sommaria descrizione della loro società, o almeno di quella dei gruppi con i quali egli era venuto a contatto nel corso delle campagne militari.
Altre informazioni sui “barbari” si ricavano dalle opere di storici successivi come Tacito ( I-II d.C.), che scrisse il trattato dal titolo “Le origini e la geografia dei germani”.
Ulteriori informazioni ci provengono dagli storici tardo antichi, che avevano direttamente a che fare con le popolazioni germaniche che in quei decenni stavano mettendo a dura prova, o addirittura travolgendo, le sempre più fragili difese nell’impero romano.
Queste fonti sono preziose per gli storici moderni, ma non va dimenticato che esse offrono pur sempre il punto di vista dei romani, per i quali la Germania costituiva una terra di conquista e i suoi abitanti erano nemici da sconfiggere.
Per quel che riguarda questo periodo storico, mancano invece testimonianze provenienti dagli stessi germani. Tali fonti iniziano a essere disponibili solo più tardi, ovvero in pieno Medioevo.
Pertanto, esse ci presentano il quadro di una civiltà già trasformata profondamente dal contatto con la civiltà romana dei territori conquistati.
In linea di massima, i germani si trovavano sotto il dominio di un re, anche se esistevano società nelle quali la monarchia era assente. Il re esercita essenzialmente funzioni di comando militare, oppure si poneva alla guida della comunità nel corso delle sue migrazioni.
La presenza di un re non escludeva tuttavia quella di leader militari di gruppi minori, che agivano autonomamente, ma riconoscevano comunque l’autorità del sovrano.
I guerrieri si riunivano inoltre periodicamente, in una assemblea guidata dal re o da capi militari, da anziani, da figure a vario titolo importanti della comunità.
L’assemblea deliberava sulla pace e sulla guerra e poteva anche svolgere funzioni di tribunale, nel caso di questioni particolarmente importanti, le cui ricadute potessero interessare il gruppo nel suo insieme.
Pur nelle differenze che le caratterizzavano, le diverse società germaniche erano articolate in tre strati: oltre ai liberi e agli schiavi, era presente in posizione intermedia una categoria di semi liberi, le cui caratteristiche non sono particolarmente chiare agli storici.
I liberi costituivano naturalmente un gruppo molto diversificato, comprendente tanto i grandi proprietari terrieri e i comandanti militari, quanto i semplici soldati.
Dobbiamo dire che le parole che designavano i componenti di questa categoria sociale, cambiavano da una lingua all’altra.
Nel contesto italiano si affermò in particolare la terminologia utilizzata dai longobardi.
Tale popolazione germanica occupò parzialmente la penisola italiana, a partire dalla II metà del VI secolo d.C.
Vogliamo mettere in evidenza che tra i longobardi si distinguevano: gli arimanni, guerrieri del re addetti alla difesa del territorio, ed i gasindi, posti al comando d’unità militari ausiliarie o di confine.
I gasindi erano anche figure della corte, particolarmente vicine al sovrano. Il re poteva anche affidare loro incarichi di governo o giudiziari.
Se abbiamo molte informazioni sul gruppo sociale dei liberi e sulla posizione che occupavano nelle società germaniche, abbiamo molto meno informazioni sui semi liberi e sul ruolo da loro occupato nelle società germaniche.
Essi erano chiamati aldi secondo la terminologia longobarda, ed in linea di massima coincidevano con gli schiavi liberati.
Gli aldi non erano considerati giuratamente autonomi, cosa che limitava molto la loro capacità di azione nella società longobarda. In estrema sintesi, possiamo dire che essi dovevano agire sotto la tutela di un patrono di condizione libera.
Per fare degli esempi concreti, gli aldi avevano bisogno di un patrono di condizione libera per compiere atti giuratamente importanti, come la vendita o l’acquisto di terre.
Come si evince da quanto abbiamo detto, molto pesanti erano le limitazioni che dovevano subire gli aldi nel mondo longobardo.
Diremo ora qualche cosa intorno alla condizione degli schiavi.
Per prima cosa dobbiamo mettere in evidenza che, anche se le società germaniche conoscevano il fenomeno della schiavitù, esso molto probabilmente era assai meno diffuso rispetto al mondo romano, soprattutto se consideriamo alcuni periodi della storia romana (vedasi l’età tardo repubblicana e quella imperiale).
Tra i germani, lo schiavo non aveva personalità giuridica e non poteva stipulare contratti né testimoniare in tribunale.
Assoluto era il potere esercitato dal padrone sullo schiavo, tanto che le menomazioni a lui eventualmente inflitte e persino la sua uccisione, non comportavano nessun risarcimento.
Nel caso che un uomo libero uccidesse lo schiavo di un altro uomo libero, doveva risarcire il danno patrimoniale derivante al padrone dalla perdita subita a causa dell’uccisione dello schiavo.
Concludiamo tale articolo, dicendo qualcosa sulla condizione della donna nelle società germaniche.
i codici redatti nel corso del tempo dai diversi popoli germanici e le fonti storiografiche in nostro possesso, consentono di farci una idea abbastanza chiara anche sul ruolo e sulla posizione della donna nel mondo germanico. In generale, non esiste nessun dubbio che quelle germaniche erano società fortemente patriarcali, in cui il potere nella vita familiare e sociale era interamente e completamente in mano agli uomini.
Di conseguenza le donne, dotate di pochi diritti e di limitata libertà, erano assoggettate al controllo e alla tutela maschile.
Tuttavia, dobbiamo mettere in evidenza che, nonostante la subordinazione al marito, la donna restava saldamente legata alla sua famiglia di provenienza che la assisteva in caso di divorzio, la proteggeva da accuse ritenute infondate e qualora fosse necessario, ne fissava le nuove nozze.
Infine le informazioni in nostro possesso, lasciano intendere che la donna potesse godere anche di diritti ereditari.
Risulta anche che, l’eventuale violazione di tali diritti, fosse un comportamento, se non vietato, quanto meno socialmente biasimato.
Appare evidente che tale aspetto, nelle società germaniche, aveva un'importanza notevole, soprattutto per le donne appartenenti ai gruppi aristocratici.
Questa, in sintesi era la struttura e l’articolazione delle società germaniche, argomento di studio sempre più importante della storia sociale.


Nell'immagine, La Germania Magna e la sua suddivisione per popolazioni sulla base degli scritti di Plinio il Vecchio (77/78) e Tacito (98).


Bibliografia

I Germani. Genesi di una cultura europea, Marco Battaglia, Carocci Ed., 25 marzo 2021;
Celti e germani. La nazione e i suoi antenati, Vittorio H. Beonio Brocchieri, Encyclomedia Publishers, 2 maggio 2013;
Germania (De origine et situ Germanorum), Tacito, Edizioni Aurora Boreale.
Documento inserito il: 22/10/2024
  • TAG: Germani, Longobardi, aldi, arimanni, gasindi

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