Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia moderna: Sviluppo scientifico e conseguenze delle scoperte geografiche nel '500
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Sviluppo scientifico e conseguenze delle scoperte geografiche nel '500

Le grandi navigazioni e le nuove scoperte geografiche ebbero enormi conseguenze sullo sviluppo del pensiero e della tecnica in Europa. Infatti gli europei ampliarono il proprio orizzonte intellettuale ed iniziarono a considerare le cose da un punto di vista generale umano, venendo a contatto con nuove civiltà. La filosofia europea ne uscì rinnovata, abbandonando le obsolete formule medievali. Vi fu un forte aumento di fiducia nelle capacità dell'uomo di conoscere la realtà con le propri forze, ossia una maggiore fiducia nella scienza. E' per questo motivo che gli anni che vanno dalla fine del XV secolo al XVII secolo sono quelli nei quali si fonda la scienza moderna, basata sull'esperienza e sull'osservazione.L'esperienza accumulata con le navigazioni e con le nuove scoperte fece progredire l'etnografia e la filologia, ma soprattutto le scienze astronomiche e geografiche oltre alle tecniche di navigazione.
Nel 1543, l'astronomo polacco Niccolò Copernico (1473-1543) pubblico il libro che divenne la base dell'astronomia moderna De revolutionibus orbium coelestium (Sui movimenti delle orbite celesti). In questa opera egli smentì la teoria geocentrica sostenuta dall'antico greco Tolomeo che considerava la Terra come il centro dell'universo, teoria fino ad allora ad allora accettata, affermando che non la Terra, ma bensì il sole era il centro attorno al quale giravano tutti i pianeti.
Notevoli furono in Europa le ripercussioni economiche dovute alle nuove scoperte e alla costituzione dei grandi imperi coloniali.
La prima conseguenza fu la nascita del mercato mondiale: il commercio non si svolgeva più esclusivamente nella ristretta area europea e mediterranea, ma si estese a tutto il mondo che veniva di volta in volta scoperto.
dall'America giungevano nuove merci fino ad allora sconosciute: cacao, tabacco, patate, fagioli e mais, mentre dall'Asia veniva aumentata l'importazione di prodotti già conosciuti quali caffè, zucchero di canna, cotone, seta, spezie. I porti atlantici surclassarono quelli mediterranei: Lisbona, Siviglia, Anversa e Rotterdam presero il posto di Genova e Venezia nell'importazione e nello smistamento di questi prodotti sul continente. Lo sfruttamento delle miniere di metalli preziosi in America, effettuato sfruttando la manodopera gratuita fornita dagli Indios, fece si che giungessero in Europa enormi quantità di oro e argento a buon mercato. Questo afflusso massiccio di metalli preziosi comportò una doppia quantità di moneta in circolazione che causò un aumento incontrollato dei prezzi.
Questo aumento si riscontrò prima in Spagna, il Paese nel quale affluivano oro e argento d'oltremare: nell'arco di un secolo i prezzi delle merci aumentarono di quattro volte. Dalla Spagna l'aumento dei prezzi si estese agli altri Paesi europei: a Parigi un ettolitro di grano tra il 1520 ed il 1529 poteva essere acquistato con 50 grammi d'argento, mentre tra il 1580 ed il 1585 occorrevano 125 grammi d'argento. In Francia e in Inghilterra i prezzi lievitarono di due volte e mezzo nel corso di un secolo, in alcune zone della Germania di due volte. Come si evince da questi esempi, gli aumenti furono diversi a seconda dei Paesi.
Questo vertiginoso aumento dei prezzi noto come rivoluzione dei prezzi, era un fenomeno nuovo che andava a contrapporsi alla stabilità relativa della vita economica di tipo medievale. Esso ebbe notevoli ripercussioni, in particolare dal punto di vista sociale.
Dall'aumento dei prezzi, trassro particolari vantaggi i venditori di merci, mentre a subire i maggiori disagi furono i lavoratori a reddito fisso. I maggiori beneficiari furono in primo luogo i proprietari di terre, che gestivano una loro azienda agricola, che ottenevano migliori condizioni di vendita dei loro prodotti sui mercati, riuscendo in tal modo a a mantenere pressochè invariato il compenso del lavoro. Guadaganrono da questa situazione anche i proprietari terrieri che concedevano le proprie terre in affitto, avendo la possibilità di elevare la rendita grazie al maggior profitto derivante dalla vendita dei prodotti agricoli. Le perdite maggiori le subirono invece i grandi proprietari feudali che percepivano rendite in denaro, regolate da contratti o da lunghe scadenze: tra questi grandi feudatari in primo piano le chiese e i conventi che avevano le scadenze più lunghe.
In conseguenza di ciò, nel XVI secolo si assistette ad una grave decadenza economica della feudalità sia laica che ecclesiastica.
Nele città l'aumento dei prezzi non fu compensato da un aumento dei salari. In Inghilterra essi aumentarono nell'arco di un secolo di circa il 30%, in Francia del 25%, mentre i prezzi, come si è visto aumentarono di due volte e mezzo. Ne conseguì un forte abbassamento del potere d'acquisto dei salari. Chi si avvantaggiò maggiormente furono i grossi mercanti, che iniziarono a trasformarsi in imprenditori capitalisti. Essi si trovarono nella condizione di disporre di merci il cui prezzo aumentava continuamente, consentendo loro di moltiplicare il proprio guadagno.
La rivoluzione dei prezzi, se da un lato conduceva all'impoverimento progressivo degli strati più disagiati della popolazione e alla diminuzione dei redditi della nobiltà feudale, dall'altro aumentava la ricchezza e di conseguenza anche il peso sociale e politico della borghesia delle città e delle campagne.


Nell'immagine, ritratto dell'astronomo polacco Niccolò Copernico
, la cui opera Sui movimenti delle orbite celesti, costituì il punto di partenza dell'astronomia moderna.
Documento inserito il: 23/12/2014
  • TAG: scoperte geografiche, conseguenze scoperte XVI XVII secolo, tecniche navigazione, niccolò copernico, metalli preziosi, nuovo mondo, rivoluzione prezzi

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