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L’evoluzione umana

Secondo una scoperta di Yves Coppens la divisione tra scimmie e ominidi avvenne 7,5 milioni di anni fa, quando si produsse la spaccatura della Rift Valley, cioè il distaccamento dell’America del Sud dall’Africa. Qui, già 10 milioni di anni fa viveva il Kenyapiteco, che viveva nelle foreste dell’Africa equatoriale. Quando avvenne la spaccatura, le scimmie rimaste nell’America del Sud continuarono a vivere nelle foreste, quelle in Africa invece si dovettero adattare a vivere nelle savane. I primi ominidi, 6 milioni di anni fa, provarono a stare in posizione eretta. Ciò è possibile anche nelle scimmie, ma al contrario l’uomo cercò di mantenere tale posizione, perchè capì che mantenendola poteva liberare le mani dall’atto di locomozione e usarle per altre cose. Fisiologicamente, però le ossa non erano state modificate secondo questa volontà e l’ominide insisteva in un tempo troppo breve perchè la sue ossa si adattassero a stare nella posizione desiderata. Questo è causa oggi di schiacciamenti delle vertebre, a dislocazione o degenerazione dei dischi intervetebrali, alle cosiddette infiammazioni, alle sciatiche, alle ernie, ai dolori nella regione sacrale, alle scogliosi, alle discopatie. Inoltre il 40% della popolazione mondiale soffre di mal di schiena. L’Ardiphithecus ramidus kababba e l’Ardipithecus ramidus sono i primi ominidi di cui si hanno notizie certe. I canini erano la loro particolarità: avevano assunto un dimensione minore rispetto a quelle della tre scimmie. Si nutrivano soprattutto di frutti, fusti teneri e foglie fresche. Compare così il genere Austrolopiteco. L’Austrolopitechus anamensis ’ vissuto attorno ai 4 milioni di anni fa. Viveva nei corsi d’acqua di foreste e savane. Le poche testimonianze provano che quest’ominide stava già in posizione eretta. I tratti fisici di questa specie lo fanno assomigliare sia una scimmie che a un uomo. Per esempio il cranio e la mascella, molto grande è rassomigliante a quelle di altri resti fossili di scimmie. Le mascelle inoltre risultano usurate da una masticazione prolungata, prova che l’alimentazione si era estesa a semi e frutta secca. Si suppone che usassero le fosse per conservare bulbi, tuberi e radici. L’Austrolopitechus afarensis, vissuto tra i 4 e i 3 milioni di anni fa. In questa specie è possibile trovare delle somiglianze con lo scimpanzè: naso piatto, mascella superiore sporgente e una mandibola voluminosa con grandi denti posteriori. Il peso dei maschi si aggirava sui 45 chili e l’altezza arrivava a 1,5 m; le femmine invece erano molto più piccole: 30 chili per 1 metro. L’Austrolopitechus afarensis iniziò a utilizzare le mani per maneggiare, trasportare e lanciare oggetti. Altri vantaggi della posizione eretta, tra i quali la possibilità di guardare più avanti. Più tardi iniziò a utilizzare le pietre per spezzare o tagliare altri oggetti. Sull’Austrolopithecus bahrelghazali si hanno ancora dubbi nel considerarlo una specie a sè oppure una variante dell’afarensis. Grandezza e dentizione risultano molti simili a quelle dell’afarensis. Gli è stato dato il nome di bahrelghazali perchè trovato alla luce nel letto del fiume di Bahr el Ghazal, in italiano tradotto fiume delle gazzelle. Quindi il suo nome completo significa uomo del fiume delle gazzelle. 2 milioni di anni fa inizia il periodo paleolitico. Fu l’epoca delle grandi glaciazioni, che alternandosi ai periodi più caldi impose nuove forme di adattamento. Dalle prime pietre scheggiate si passa a lavorazioni più raffinate: arpioni, lance, asce, frecce, coltelli, trapani. L’economia di quest’epoca è quella di prelievo: caccia, pesca e raccolta. Avvenne una prima divisione dei compiti: alle donne spettava il raccolto e all’uomo la caccia e la pesca. Gli animali carnivori, però erano esclusi. I metodi di caccia erano basati sia sulla forza fisica che sull’astuzia, come per esempio la preparazione di alcune trappole, scavando fosse dove venivano fatte cadere le prede. Il nomadismo è la caratteristica principale di quest’epoca. Uno dei primi problemi dell’alimentazione consisteva nel come conservare le riserve di cibo: già nel Mesolitico i popoli nordici usano conservare il cibo con il freddo, mentre al sud il sole garantiva l’essicamento. Circa 3 milioni di anni fa dall’Austrolopitechus afarensis sorgono due linee evolutive: da una parte ne discende l’Austrolopitechus Africanus, e dall’altra austrolopiteci che si estingueranno. Tra gli austrolopiteci che non lasceranno discendenti ricordiamo l’Austrolopitechus robustus, che visse attorno a 2-1 milioni di anni fa. Il peso si aggirava sui 40 chili per il maschi, 35 chili per le femmine. L’Austrolopitechus boisei visse tra i 2,6-1,2 milioni di anni fa. I maschi raggiungevano i 49 chili e l’1,4 metri di altezza, le femmine si aggiravano ai 34 chili per 1 metro dRsquo;altezza. Aveva dei molari enormi, in quanto la sua dieta era basata su vegetali duri che necessitavano di un elaborato apparato masticatore. Le femmine dell’Austrolopitechus africanus erano alta circa 1,20 metri e pesavano 30 chili. Il cranio inizia ad arrodontarsi. È presente il dimorfismo sessuale, ma meno rispetto all’amensis. Questa specie era onnivora, infatti i molari e i premolari erano destinati a durare per tutta la vita. L’età media era di 35 anni. Attorno ai 2 milioni di anni fa appare l’homo habilis. Aveva ancora delle caratteristiche primitive, in quanto aveva la faccia ancora proiettata in avanti, ma i molari iniziarono a diminuire di volume e aveva un cranio più sottile. I maschi misuravano 1,3 metri e pesavano 37 chili, mentre le femmine erano alte 1,3 metri e pesavano 32 chili. Una flessione del basicranio, l’allungamento del tratto respiratorio superiore, lo scivolamento verso il basso della laringe portano alla supposizione della capacità di articolare parole molto semplici. Esso abitava sia la savana che la foresta. L’habilis iniziò a costruire propri oggetti per difendersi, cacciare, rompere, tritare, come offesa per i propri simili oppure per difendere un territorio. La carne procurerà al suo cervello proteine e grassi per svilupparsi. Ma la nostra intelligenza non aumenterà con lo sviluppo della materia grigia, ma anche con l’esperienza,l’apprendimento e l’istruzione. Apparentemente dall’homo habilis sembrano che i peli diminuiscono. Invece, attualmente, il numero dei nostri peli è uguale al numero dei peli dello scimpanzè, ma i nostri sono per lo più peli folletto, molto corti e sottili. Arriviamo così a 1,6 milioni di anni fa, con la comparsa dell’homo ergaster. Esso era alto 1,6 metri e pesava 65 chili. I piedi molto lunghi fanno di questo una specie adatta all’espansione: esso per la prima volta uscirà dall’Africa, per espandersi in Asia e in Europa. Le ossa delle sue gambe fanno ritenere che sapesse già camminare e correre come l’uomo attuale. In esso iniziano a comparire delle caratteristiche delle popolazioni umane attuali: infatti, una lunga procedura nella lavorazione della pietra potrebbe implicare lo sviluppo del linguaggio umano. Sicuramente è con questa specie che si sviluppa il sentimento, la sofferenza e l’emozione. Un milioni di anni fa compare l’homo erectus, che inizia a produrre oggetti sempre più complessi. In essi notiamo che tali costruzione sono stati prima pensati e solo dopo costruiti secondo il proprio pensiero. Grazie alle lavorazioni delle pietra abbiamo scoperto che esisteva già il commercio: infatti sono stati trovati materiali lontani dal loro territorio d’origine. Lancia, punte di freccia, perforatori, raschiatoi per lavorare le pelli, asce forate per inanellare un bastone di legno, asce doppie o bipenne, mazze, accette, macine per macinare le granaglie e falci in legno con denti in selce per la mietitura di granaglie sono solo alcuni degli oggetti che si costruivano già. L’homo erectus inizia ad alternare periodi di sedentarietà, durante i quali si stabiliva in territori che riteneva vantaggiosi. E fece così una grande ed utile scoperta: 600.000 mila anni fa scoprì il fuoco. Esso lo usò per difendersi dai predatori oppure per riscaldare i cibi. Probabilmente conosceva già il fuoco. Sapeva conservarlo o trasportalo. Inoltre lo nutriva con la legna. Ma poi con il freddo il fuoco si estingueva e bisognava aspettare un altro incendio. Forse, per caso, con lo sfregamento di due pezzi di legno scoprì come produrlo. Grazie a questo scoperta iniziò a cuocere i cibi. Allora sembrava che cuocere i cibi renderesse le carni più morbide e saporite. Quello che non sapevano era che cuocendoli, i cibi divengono più digeribili, in quanto se ne scompongono le fibre liberando proteine e carboidraiti. Grazie al fuoco l’uomo iniziò pure a emigrare nei posti più freddi.Tra i 300.000 e i 200.000 anni fa apparve l’homo sapiens arcaico. Le arcate sopraccigliari cominciarono a essere meno evidenti e il mento più sporgente. Egli viveva in gruppi di almeno 20 individui. 166.000 anni fa, fra le erbe scoprì gli oppiacei, una sostanza che serviva da antidoto alla stanchezza, eliminando il dolore o comunque dando l’illusione che ciò avvenisse. Nel frattempo scoprì anche l’alcool che utilizzò per anestetizzare oppure per curare, ma che si rivelò anche essere dannoso perchè questa sostanza se non utilizzata correttamente poteva procurare la morte. 152.000 anni fa iniziarono a usare gesti ibridi, cioè più gesti che insieme significavano una cosa, ma che mantenevano un significato usati separatamente. Si arrivò così a 151.000 anni fa quando i gesti iniziano ad assomigliare a un discorso. 150.000 anni fa fecero la loro comparsa i primi messaggi simbolici o codificati. In questo modo l’uomo potè ottenere qualcosa dai suoi simili attraverso dei gesti. 148.000 anni fa si sviluppò nel cervello la zona della prosopagnosia (riconoscimento della faccia), importantissimo per riconoscere i vari membri del gruppo che allargava sempre più. 144.000 anni fa sempre attorno a questa zona si sviluppò la coprolalia: qui vengono immagazzinate tutte le esperienze negative. 136.000 anni fa, i gesti iniziarono a distinguersi a seconda della zona. 133.000 anni fa, l’uomo comincia a trasmettere i propri sentimenti attraverso il contatto, con la carezza, il bacio o l’abbraccio. 125.000 anni fa, l’uomo non si accontenta di copiarsi e mettere al mondo una prole, ma vuole essere sicuro che la copia che sta costruendo sia stabile. 100.000 anni fa apparve l’homo sapiens di Neanderthal, sempre più simile alla nostra specie. L’altezza media era di 1.70 metri. Sembra aver preso parte a delle cerimonie come per esempio, la sepoltura dei morti e si prendeva cura degli individui mutilati. 40-35.000 anni fa, comparve l’homo sapiens sapiens. E’ la specie che arrivò a popolare l’America e l’Australia. Molti sostengono che la specie umana abbia raggiunto l’America attraverso lo stretto di Bering, che si trova tra l’America del Nord e l’Asia, che allora in alcuni periodi rimaneva completamente ghiacciato. Altri invece sostengono che prima sia stata popolata l’Australia alcuni di essi si spostarono della parte più meridionale dell’America del sud. Ciò è provato perchè si nota l’affinità tra le lingue indigene dell’America del sud con quella degli aborigeni. In questo periodo si abbassa pure la laringe, cosi che non possiamo più bere e respirare nello stesso tempo, come avevamo fatto fino ad allora. Inoltre le parole iniziano a essere più articolate. 26.600 anni fa, l’uomo cerca di crescere secondo le proprie riflessioni, le sue attenzioni, le sue comparazioni. Nasce insomma il carattere. 26.525 anni fa, il rapporto gerarchico inizia a complicarsi: quando serve non ottiene quello che vuole attraverso la forza ma attraverso il compromesso. 26.400 anni fa, l’uomo inizia a capire i suoi simili e a mettersi nei loro panni: nasce l’empatia. Distingue così cosa provoca le gioie e i dolori, quindi si prodiga per le prime e si astiene a provocare i secondi. Nasce così l’uomo etico, cioè l’uomo che si da delle regole per vivere con gli altri componenti del gruppo. 26.100 anni fa, si vede la luce delle religioni e delle filosofie di vita, caratterizzati di riti, ma non di dogmi, essi infatti sono posteriori. Con la religione nasce l’idea dell’esistenza di più dei o di un dio e una vita ultraterrena dopo la morte. 25.200 anni fa, si sviluppa l’egoista, il quale secondo le sue idee il mondo è suo. 25.148 anni fa, l’uomo etico si sviluppa mettendo anche a freno alcuni suoi desideri: il sesso o il possesso di beni per esempio. Nel frattempo nasce la musica e la danza. 24.800 anni fa, si sviluppa l’amore fra un uomo e una donna, elemento fondamentale che deve accompagnare l’accoppiamento e che garantirà un futuro più stabile per la coppia. 24.180 anni fa, il vecchio inizia a essere considerata una persona utile, e non inutile come fino ad allora, infatti egli può trasmettere ai più giovani le vicende passate. 24.000 anni fa, compaiono le prime manifestazioni artistiche, costituite soprattutto da incisioni. Queste incisioni rappresentano soprattutto momenti di caccia, ed esse sicuramente venivano fatte per motivi spirituali: infatti disegnando questi momenti di caccia si sperava ciò avvenisse. 18.000 anni fa, l’uomo inizia a costruire le proprie abitazioni, costituite principalmente da semplici capanne. 9.000 anni fa, in Siria troviamo forni per il pane. 8.500 anni fa, a Gerico, le capanne iniziano a essere sostituite da case in murature. 8.300 anni fa appare la ceramica modellata: si costruiscono vasi o contenitori per esempio. Da 10.000 a 3.000 mila anni fa inizia il periodo neolitico, periodo nel quale si perfeziona la lavorazione della pietra e si addomesticano animali e piante, quindi la nascita dell’allevamento. Inoltre l’uomo iniziò ad abbandonare il nomadismo per costruire villaggi stabili. Tuttavia l’uomo non diventò sedentario perch` nasce l’allevamento, in realtà nel neolitico, ma anche dopo, l’allevamento non veniva praticata all’interno di recinti, ma nei prati liberi. Poteva quindi succedere che dopo un periodo quella terra non fosse fertile quindi bisognava spostarsi. I primi animali addomesticabili furono la pecora (8.000 a.C.), la capra (7500 a.C.), il maiale (7000 a.C.), i bovini nel 6000 a.C. Tra i prodotti agricoli ci sono zucchine, pomodori, avocadi, fagioli in America centrale (3500 a.C.) o la patata in Perù. Noci di cocco e banane fanno la loro comparsa nell’alimentazione asiatica, l’olivo nel Mediterraneo orientale. 3500 a.C. anni fa, si sviluppa la scrittura, termina in questo modo la preistoria e inizia la storia. Nel frattempo, in Mesopotamia, in Egitto e in Cina, i villaggi iniziano a trasformarsi in città dove nasce l’amministrazione politica.


Nell’immagine, disegno dell’Australopiteco
Documento inserito il: 19/12/2014
  • TAG: evoluzione umana, ardiphithecus ramidus kababba, ardipithecus ramidus, gli austrolopitechus, homo sapiens

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