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Il Paleolitico Superiore

Il Paleolitico Superiore, vale a dire il periodo compreso tra i 40.000 e i 16.000 anni fa, ebbe inizio in maniera indipendente in Asia ed in Africa. In Europa comparve addirittura 90.000 anni fa. In questi millenni, si assistette ad un proliferare di forme degli strumenti, dei materiali utilizzati nella fabbricazione e nelle diverse tecniche di lavorazione della materia. Si differenziarono in maniera piuttosto rapida gli stili regionali differenti, alcuni dei quali comparsi sequenzialmente ed altri coincidenti ma comunque riconoscibili, derivati dalle variazioni di stile che riassumevano l’adattamento dei vari strumenti e materiali ai requisiti della caccia, dell’ecologia e delle economie sociali del territorio. Nel medio e recente periodo della glaciazione del Wurm, epoca di massima espansione dei ghiacciai, in un ambiente caratterizzato da un freddo molto intenso, si affermò in tutti i continenti un uomo anatomicamente evoluto che portò con se durante la sua espansione, delle tecniche di lavorazione innovative. Si trattava delle culture sviluppatesi in Europa tra i 45.000 ed i 35.000 anni fa durante il Paleolitico Superiore. Queste popolazioni si caratterizzavano per lo sviluppo tecnologico apportato nella lavorazione della selce, dell’osso e, per la prima volta da opere artistiche rupestri e mobiliari. L’uomo viveva in piccoli gruppi utilizzando come abitazione grotte o ripari sotto la roccia. Era altresì praticato il nomadismo ed il seminomadismo con l’allestimento di campi base e campi mobili per i cacciatori. Rispetto alle altre specie di Homo, l’area di diffusione e di caccia era meno legata alle località, dove era più facile reperire la selce, poichè gli strumenti litici erano più affinati, di dimensioni minori e quindi di più facile trasporto. La tecnica di lavorazione della pietra veniva attuata tramite il distacco di lame e lamelle per mezzo della confezione di nuclei carenoidi, prismatici e piramidali, riuscendo in tal modo ad ottenere utensili piccoli e sottili quali, per esempio, punte, coltelli e lame. Un’altra grande novità consistette nella lavorazione dell’osso, dell’avorio, del corno, della costruzione dei primi strumenti con manico in legno e parte superiore in pietra, la realizzazione di monili costituiti da conchiglie, denti, placchette ossee oppure statuette. Per agevolare i cacciatori, venivano utilizzati nuovi strumenti quali zagaglie, arpioni e trappole che permettevano di catturare oltre alle prede di grossa taglia, anche lepri, uccelli ed altri animali di piccola taglia che comunque entrarono a far parte della dieta di questi uomini. Si continuarono a praticare i riti funerari già in uso presso l’Uomo di Neanderthal con riti anche più complessi che comprendevano il posizionamento del morto ed il corredo funebre. Vennero inoltre realizzati bellissimi affreschi all’interno delle grotte ad indicare l’elevato sviluppo raggiunto dal punto di vista psico-sociale. Il Paleolitico Superiore può essere suddiviso in alcune fasi culturali dedotte sulla base dell’evoluzione delle tipologie litiche. Le datazioni sono diverse per ciascuna regione europea dove comunque sono stati riconosciuti i seguenti livelli: - Castelperroniano: viene ritenuto la fase arcaica del Paleolitico Superiore e copre il periodo che va dai 40.000 ai 35.000 anni fa ed è collegato agli ultimi rappresentanti della specie Neanderthal. Il termine Castelperroniano è in uso presso le culture dell’Europa Occidentale e trova il suo corrispondente italiano nell’Uluzziano, mentre nell’Europa Centrale prende il nome di Szeliano. Secondo altre ipotesi il Castelperroniano viene considerato come affinamento in loco di tecnologie appartenenti al Paleolitico Medio , caratterizzato dalla produzione di punte denominate di Chatelperron ricavate da lame a dorso ricurvo, coltelli e raschiatoi. - Aurignaziano: questo periodo viene completamente associato all’uomo moderno e le sue espressioni più antiche provengono dall’ Europa dell’Est da dove si svilupparono in seguito a tutto il Continente europeo fino al Portogallo e risalgono a 40.000 anni fa. Questo periodo prende il nome dalla grotta di Aurignac ed i caratteri dell’industria appaiono omogenei in tutte le regioni. Fanno infatti la loro comparsa nuove catene operative miranti alla realizzazione di supporti laminari e microlamellari tramite lo sfruttamento di nuclei prismatici ma soprattutto carenoidi. L’Aurignaziano viene cronologicamente suddiviso in tre fasi che si basano sulla tipologia degli strumenti sia in osso che in pietra: Il Protoaurignaziano che viene datato in un periodo anteriore ai 35.000 anni nel quale compaiono le prime punte in osso a base fenduta. In una seconda fase possono essere inseriti i ritrovamenti dell’Aurignaziano classico e dell’Aurignaziano evoluto, databili tra i 35.000 ed i 27.000 anni che vedono il moltiplicarsi di tipologie dell’industria ossea. Alla terza fase, vale a dire in un periodo compreso tra i 27.000 ed i 20.000 anni corrisponde l’inizio della produzione di statuette in avorio, osso o pietra raffiguranti figure umane o animali e le pitture su roccia all’interno delle grotte che dimostrano una notevole conoscenza della prospettiva e una grande perizia nella raffigurazione naturalistica. - Gravettiano: è una cultura che si sviluppa nell’Europa continentale e peninsulare tra i 28.000 ed i 20.000 anni. Si caratterizza per la presenza di punte a dorso profondo di dimensioni laminari o microlamellari, frutto di nuove tecniche di caccia che trovano sviluppo e diffusione in maniera quasi contemporanea. Sempre in questo periodo vede un’intensificazione della produzione di statuette. In particolare quelle raffiguranti personaggi femminili si arrichiscono di ulteriori particolari quali il seno, i glutei, i fianchi ed il ventre.Molti gli oggetti ornamentali presenti nel corredo funebre di questo periodo. Nella fase più antica che può essere collocata tra i 28.000 ed i 25.000 anni si riscontra la presenza di punte a forma di foglia; nella fase successiva compresa tra i 25.000 ed i 22.000 anni, si nota una grande differenziazione tra le regioni occidentali e quelle orientali: mentre in occidente il sostentamento era basato principalmente sulla caccia alla renna , nelle regioni orientali erano i mammuth la preda principale dei cacciatori e ciò comportava di conseguenza una diversificazione nella tipologia degli strumenti venatori. Tra i 22.000 e i 20.000 sopraggiunge lo stadio finale del Gravettiano nel corso del quale la massima espansione dei ghiacciai del Wurm, costringe le popolazioni europee all’isolamento. L’impossibilità di comunicare e di scambiarsi esperienze, porta alla definitiva differenziazione tra le regioni atlantiche nelle quali si svilupperanno il Solutreano, il Maddaleniano e l’Alziano, e le regioni mediterranee ed orientali dove si assisterà alla nascita dei complessi dell’Epigravettiano mediterraneo ed orientale. - Complessi post-Gravettiani: nella regione atlantica occidentale il Solutreano fa seguito al Gravettiano. Questo periodo è databile tra i 21.000 ed i 18.000 anni fa; è suddiviso in tre fasi successive: Inferiore, Medio e Superiore. si caratterizza per la comparsa delle punte a forma di foglia di lauro e salice, si intensifica inoltre la produzione artistica sia a parete che mobiliare. Nella stessa area, al Solutreano fa seguito il Maddaleniano che copre un periodo compreso tra i 18.000 e gli 11.000 anni, distinto in più fasi successive calcolate in base all’evoluzione della lavorazione su osso che in quel momento raggiunge la sua massima espressione. Vengono infatti prodotti arpioni, zagaglie, bastoni di comando stupendamente decorati, perle lavorate e strumenti in pietra di piccole dimensioni. La pittura parietale raggiunge in questo periodo il suo apogeo. Al Maddaleniano risalgono le famose grotte di Lascaux e di Niaux. Nelle regioni atlantiche il Paleolitico Superiore termina con l’Azialiano tra gli 11.000 e 10.000 che diversi autori inseriscono nel Mesolitico ove compaiono punte a dorso curvo dette aziliane, grattatoi unguiformi. Nelle regioni mediterranee al gravettiano fanno seguito i complessi epigravettiani. L’Epigravettiano antico va dai 20.000 ai 16.000 caratterizzati dalla comparsa di strumenti a ritocco piatto, punte e lame a dorso con intaccatura basale; l’Epigravettiano evoluto di durata compresa tra i 16.000 ed i 14.000 è rappresentato da elementi di transizione proiettati verso l’Epigravettiano finale, compreso tra i 14.000 ed i 10.000 che è contraddistinto da un generalizzato microlitismo che anticipa le tecniche tipiche del Mesolitico. La grande evoluzione culturale che ha portato ad un miglioramente delle condizioni di vita e all’espansione dell’uomo su tutti i continenti, ha generato l’estinzione di molte specie animali a causa delle sempre più raffinate tecniche di caccia attuate da un numero sempre più crescente di uomini. Proprio la carenza di risorse alimentari di genere animale favorirà la nascita dell’agricoltura segnando l’inizio del Neolitico.


Nell’immagine, graffiti all’interno della grotta marina di Niscemi, risalenti al Paleolitico Superiore.
Documento inserito il: 19/12/2014
  • TAG: paleolitico superiore, preistoria, glaciazione di wurm

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