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I ragazzi della RSI [ di Gianluca Padovan ]

I Ragazzi della R.S.I., ovvero della Repubblica Sociale Italiana, erano Repubblicani, non repubblichini: «repubblichini» è la dizione propalata da un vincitore vinto da chi ha servito, da un partigiano venduto al miglior offerente, da persone apolidi e coatte, prive di orgoglio e pure di onore. Questi individui che hanno servito, volenti o nolenti, l’invasore mandato dalla massoneria internazionale, non erano e non sono degni nemmeno di essere chiamati «nemici».
Innanzitutto il Bushidō recita: «Non ho nemici: l’imprudenza è i miei nemici» (Nitobe Inazô, Bushidō, Massi R. (a cura di), Edizioni Sannô-kai, Padova 1976, p. 29).
E questi non erano nemmeno imprudenti, ma solo prezzolati al soldo di tanti: al soldo della Chiesa, che mai si fa gli affari suoi; al soldo della Mafia, che vuole solo lucrare sulle spalle degli altri perché è un parassita della Società; al soldo degli USA, servi armati della massoneria internazionale; dei comunisti, allora servi di una nazione non europea e di una ideologia tutt’altro che europea, oggi servi e basta.
E così scrive ancora Nitobe: «E Nietzsche potè parlare per il cuore del Samurai quando scrisse: “Voi dovete provare orgoglio per il vostro nemico perché il suo successo è anche il vostro”. L’onore e il valore infatti impongono che debbano esserci nemici in guerra solo coloro che noi abbiamo ritenuti degni di esserci amici in pace» (Ibidem, p. 67).
I Ragazzi della R.S.I. furono battuti da una produzione industriale abnorme, non da un nemico propriamente detto, furono sommersi da una moltitudine inesauribile di schiavi costretti su spiagge straniere dalla pressione di una finta crisi economica, architettata ad arte (nella loro patria) dai maghetti della finanza.
Gennaio 1944: sbarco americano sulle spiagge del Lazio di Anzio e Nettuno. Anche qui, da parte italiana e tedesca, mancò tutto tranne che il valore: «Il battaglione Barbarigo, insieme ai volontari delle SS italiane, aveva tenuto valorosamente il fronte tra Borgo Piave e il lago Fogliano. Di mille ne rimasero meno di 400. Ad Ardea e Pratica di Mare i giovanissimi della Folgore compirono prodigi di valore. Anch’essi si fecero uccidere fino all’ultimo uomo muovendo all’assalto dei carri nemici col moschetto e, all’occorrenza, anche col pugnale. Di 980 andati in linea il 31 maggio, il 3 giugno non ne rimanevano vivi che 30» (Romualdi Adriano, Le ultime ore dell’Europa, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2004, p. 31).
Un pugno di persone inchiodò sulla costa l’esercito d’invasione americano per decine di giorni. Bastarono un pugno di giovani fermi nei loro intenti e nei loro ideali. L’Italia non impedì l’invasione perché era ed è una terra disunita e pure confusa. Oggi individuiamo serenamente il perché di tale confusione e poniamone rimedio. Il resto verrà da sé.
Documento inserito il: 30/12/2014
  • TAG: repubblica sociale italiana, repubblichini, massoneria internazionale, sbarco anzio, nettuno, battaglione barbarigo, decima mas

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