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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Ventottesima puntata

Carlo V e la decadenza italiana

di Alberto Sigona


Attorno al XVI secolo per l’Italia si aprì un periodo di grave decadenza politica. I piccoli Stati italiani risultavano sempre più indeboliti dalle continue ed ancestrali congiure fra i Principati, con francesi e spagnoli in primis che se ne giovarono per spartirsi a suon di guerre (le cosiddette “Guerre d'Italia”(1)) i vari territori. Nel 1527 l’Italia fu teatro di un susseguirsi di eventi la cui pagina più clamorosa e drammatica fu senz’altro la presa della città di Roma da parte dei mercenari lanzichenecchi: il cosiddetto “Sacco di Roma”. Esso fu ideato da Carlo V d'Asburgo(2) - dal '19 Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico(3) - per vincere la resistenza dei micro regni italiani (che, assieme al Papa Clemente VII, avevano costituito la Lega di Cognac, che comprendeva fra l'altro Firenze, Venezia, Milano e Genova). Il Saccheggio fu di proporzioni apocalittiche: le milizie tedesche inviate da Carlo, infatti, in maggioranza luterani (ovvero seguaci della neo Riforma Protestante, di cui ci occuperemo ampiamente nelle prossime puntate), furono spinte nella loro feroce azione non solo dal loro odio verso Roma, che consideravano corrotta e papista, ma anche dal fatto che non ricevevano da mesi la paga: così per una decina di giorni vi furono saccheggi, devastazioni delle immense ricchezze accumulate nei grandi palazzi privati e nelle chiese della Città Santa, omicidi e violenze di ogni genere, senza risparmiare donne e bambini, causando anche numerose epidemie che nei mesi a seguire avrebbero falcidiato la popolazione inerme. Alla luce di cotanta drammaticità, Papa Clemente VII (che per salvarsi la vita si era rifugiato a Castel Sant'Angelo) dovette arrendersi e pagare 400.000 ducati per porre fine all'apocalisse. Questi fatti suscitarono moti di sdegno talmente aspri in tutto il mondo civile, da indurre Carlo V a prendere le distanze dai suoi mercenari e a condannarne fermamente l'operato, giustificandosi con il fatto che essi avevano agito senza il controllo del loro comandante che era dovuto rientrare in Germania per motivi di salute. L'evento segnò un momento importante delle lunghe guerre per il predominio in Europa tra il Sacro Romano Impero e il Regno di Francia, alleato con lo Stato della Chiesa. La devastazione e l'occupazione della città di Roma sembrarono confermare simbolicamente il declino dell'Italia in balia degli eserciti stranieri e l'umiliazione della Chiesa cattolica impegnata a contrastare anche il movimento della Riforma luterana sviluppatosi in Germania.
Nel 1530 Carlo V d’Asburgo, a seguito della pace stipulata col Pontefice, diverrà Re d'Italia. Il sovrano abbandonerà il trono imperiale nel 1556, spartendo i territori dell'Impero tra i suoi eredi: al figlio Filippo lasciò la Spagna, Milano, Napoli, i Paesi Bassi, la Franca Contea e le colonie americane; al fratello Ferdinando lasciò invece i domini austriaci degli Asburgo (Austria, Croazia, Boemia, Ungheria) e il Titolo imperiale. Ricordato dagli storici come una delle più importanti figure della storia d'Europa, fu padrone di un impero talmente vasto ed esteso (che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il sud Italia aragonese, i territori austriaci, la Germania e il nord Italia Imperiale, nonché le colonie castigliane e tedesche nelle Americhe), che gli viene tradizionalmente attribuita l'affermazione secondo cui sul suo regno non tramontava mai il sole (gran parte dei suoi possedimenti però li aveva ereditati, sia da parte di padre, Filippo d'Asburgo, che da parte di madre, Giovanna La Pazza). Durante la sua vita imperiale si era prefisso la costruzione di una unità politica-religiosa in Europa, che avrebbe dovuto prendere il nome di monarchia universale cristiana, ma il suo sogno si era dovuto scontrare con l'espansione di un pluralismo religioso inedito (in un periodo in cui la religione protestante dilagava) e con una marcata frammentazione politica (che sfocerà in un lungo conflitto politico-religioso che verrà concluso con la Pace di Augusta del 1555, che concedeva ai principi protestanti ampia libertà di fede e una notevole autonomia territoriale).


Nell'immagine, Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero.


Note:

(1) Iniziate nel 1494, le Guerre d'Italia da locali divennero in breve tempo di scala europea, coinvolgendo, oltre alla maggior parte degli Stati italiani e alla Francia, anche il Sacro Romano Impero, la Spagna, l'Inghilterra e l'Impero turco. Si conclusero nel 1559 con la stipula della "Pace di Cateau-Cambrésis" che definì gli accordi tra la Francia e gli Asburgo di Spagna e Austria. Circa metà Italia finì sotto dominazione spagnola, mentre l'altra metà rimase indipendente (anche se in larga parte composta da feudi imperiali, dipendenti formalmente dagli Asburgo d'Austria).

(2) Sino alla nomina ad Imperatore era Carlo I di Spagna.

(3) L'imperatore del Sacro Romano Impero dal 1356 (anno in cui fu emanata la Bolla d'Oro di Norimberga, un editto approvato dalla dieta di Norimberga e Metz ed emanato dall'Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV) veniva eletto da un collegio di elettori (4 laici e 3 ecclesiastici: il Re di Boemia, il Conte del Palatinato, il Duca di Sassonia, il Marchese di Brandeburgo e gli Arcivescovi di Treviri, Magonza e Colonia), per una tradizione che sarebbe durata sino all'estinzione dell'Impero (1806). A differenza della maggior parte degli Stati vicini, infatti, l'Impero fu sempre formalmente una monarchia elettiva, anche se nei fatti alcune dinastie riuscirono a monopolizzare la carica imperiale per lunghi periodi di tempo (in particolare gli Asburgo, poi Asburgo-Lorena, la detennero quasi ininterrottamente dal 1438 in poi). L'incoronazione imperiale fino al 1508 doveva essere celebrata dal Papa.
Documento inserito il: 22/01/2025
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