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L'America prima e dopo la conquista europea

Gli indigeni del continente americano vennero soprannominati dai conquistatori spagnoli Indios, poichè essi credevano di trovarsi in India. Queste popolazioni discendevano da popoli che in tempi remotissimi erano giunti dall'Asia, probabilmente attraverso lo Stretto di Bering. Queste popolazioni non poterono avere uno sviluppo paragonabile a quello che si ebbe negli altri continenti a causa della mancanza dal continente americano di animali addommesticabili, fatta eccezione per il tacchino ed il lama, quest'ultimo adatto solo ai territori d'alta montagna. Mancando quindi gli animali adatti al lavoro e al trasporto, presso le popolazioni indigene non si svilupparono nè forme di allevamento e neppure la grande agricoltura: pur avendo disposizione piante utili come il mais, il cotone, il tabacco, il cacao, i fagioli e nel Sud anche la patata, l'agricoltura non poteva ancora disporre in loco dell'uso dell'aratro per la lavorazione dei campi. La terra veniva infatti ancora lavorata con dei primitivi rastrelli in rame. In questo contesto, la conquista spagnola fu facile. Le isole dei caraibi vennero occupate fin dai primi viaggi, e da li i conquistadores avnzarono verso l'interno del continente conquistando il Messico ed il Perù, attratti dalle voci che volevano quei due Paesi estremamente ricchi di oro.
Nel Messico si era già sviluppata la splendida civiltà Maya, le cui grandiose rovine si possono osservare ancora oggi nelle foreste dell'America Centrale e del Messico meridionale e orientale. Per cause ignote questa civiltà si esaurì verso il 1250 e ad essa seguì la civiltà dei Toltechi, che a sua volta scomparve circa cento anni prima dell'arrivo degli Spagnoli, sconfitta da tribù provenienti dal Messico meridionale e a capo delle quali erano gli Atzechi. Essi imposero il proprio dominio a tutte le tribù del Messico che vennero costrette a pagare tributi in cereali e a fornire altri prodotti e ad effettuare prestazioni di lavoro ai nuovi dominatori. I sudditi dovevano inoltre consegnare agli Atzechi delle vittime,quasi esclusivamente giovani uomini o ragazze vergini da sacrificare ai loro dei. Per queste ragioni gli Atzechi erano odiati dalle popolazioni ad essi sottoposte, e le loro forze erano appena sufficienti a domare le rivolte che scoppiavano sempre più frequentemente. Queste condizioni, agevolarono di molto la conquista del paese da parte di Fernando Cortes, che nel 1519, con un piccolo esercito formato da 400 soldati spagnoli, 12 dei quali a cavallo (animale sconosciuto agli indigeni e per questo particolarmente temuto), e 200 mercenari indios. Questo piccolo nucleo disponeva però di 13 cannoni, pistole e archibugi, armi sconosciute agli indigeni. L'insurrezione delle tribù assoggettate venne sapientemente sfruttata da Cortes che, con l'aiuto degli stessi indigeni, ricorrendo all'inganno, riusci in poco tempo a sottomettere l'intero Messico.
La stessa sorte toccò successivamente al Perù, che a quel tempo comprendeva anche l'attuale Ecuador e parte della Bolivia. Le popolazioni Peruane avevano raggiunto un grado di civiltà superiore a quello delle popolazioni messicane ed erano state sottomesse da circa un secolo dagli Incas. Anche qui la conquista spagnola fu facilitata dall'ostilità delle tribù sottomesse nei confronti dei loro dominatori e dalle discordie interne tra gli eredi al trono Incas. Francisco Pizarro e Diego Almagro, con un esercito poco numeroso ma dotato di armi da fuoco conquistarono in breve tempo l'immenso Paese, nel quale vennero poi commesse, tra il 1532 ed il 1535 delle orrende stragi tra la popolazione indigena. Negli stessi anni vennero anche portate a termine le conquiste del Cile, della Colombia ed ebbe inizio la conquista dell'Argentina.


Nell'immagine, l'imponente mole della Piramide del Sole, al quale gli Atzechi facevano quotidianamente sacrifici umani.
Documento inserito il: 25/12/2014
  • TAG: america precolombiana, conquista europea, indios, attività, conquistadores, atzechi, incas

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