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Il Castello di Govone

Dalla sommità della collina, il Castello domina l’intero paese e l’ampia valle del Tanaro. La grandiosa costruzione in muratura è decorata con raffinata eleganza. l’edificio è costruito su due piani principali e su un terzo di minor altezza, tra loro collegati da eleganti scaloni e da scale di servizio. La facciata è ricca di decorazioni e sculture ed è affiancata da due avancorpi in mattoni rossi, rivolti a mezzogiorno. Lo scalone d’onore è formato da quattro rampe marmoree, fiancheggiate da parapetti a balaustra e decorate da possenti telamoni e bassorilievi provenienti da Venaria. L’intera costruzione è delimitata a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole, fontane ed alberi. Il Castello è citato in un atto di vendita del 989. Era certamente, a quel tempo, un castello medioevale con bastioni e torri angolari, tipiche delle fortezze del Monferrato. La costruzione attuale è opera dei Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo. Il castello, infatti, fu ricostruito per interessamento del Conte Roberto Solaro, Gran Priore del Gran Priorato dei Cavalieri di Malta e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione al Castello stesso. L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la preziosa testimonianza circa l’intervento dell’Architetto Benedetto Alfieri (1700-1767), discepolo di Filippo Juvarra (1678-1736) nell’esecuzione della facciata del Castello, ricavata dall’elegante progetto barocco del Guarini, ma nella quale, secondo N. Carboneri ...i tratti guarignani risultano in parte svigoriti da nuovi interessi decorativi. Nel 1792, con la morte del Conte Vittorio Amedeo Lodovico Solaro che non contava diretti discendenti, il Castello ed i beni passarono allo Stato. Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna, a favore dei figli Carlo Felice, Duca del Genovese, Giuseppe Benedetto Placido, Conte di Moriana. In seguito, dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese, subendo le conseguenze di un inevitabile abbandono. Nel 1810, per decreto napoleonico, fu messo all’asta e quindi acquistato, al fine di impedirne la completa demolizione, dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al Principe Carlo Felice, il quale riprese possesso del maniero. Nel 1819 Carlo Felice si occupò attivamente del restauro e del riammodernamento del castello, i cui lavori furono diretti dagli architetti Giuseppe Cardone e Michele Borda. Particolare attenzione venne dedicata alla decorazione del salone centrale, alla quale fu chiamato il pittore Luigi Vacca, che si avvalse della collaborazione di Fabrizio Sevesi, per dipingere le parti architettoniche e gli ornati sulle pareti e sulla volta. Gli affreschi ripropongono la vicenda mitologica di Niobe, riproduzione pittorica delle famose statue delle Niobidi, trasportate fra il 1770/1780 da Roma a Firenze e collocate nella Galleria degli Uffizi. Sempre al Vacca furono affidate le decorazioni delle sale di udienza degli appartamenti reali. Gli affreschi del piano terreno e del primo piano furono eseguiti da Carlo Pagani e Andrea Piazza. L’arredo ligneo del castello fu eseguito, a partire dal 1820, da una famosa equipe di intagliatori e scultori in legno operante per la corte, composta da Giovanni Battista Ferrero, Giuseppe Gianotti Francesco Novaro, Francesco Tanadei, con a capo Giuseppe Maria Bonzanigo. È di quell’epoca l’elegantissima porta di comunicazione tra la camera da letto della Regina ed il salottino, finemente decorata di ornamenti scolpiti e dorati da Francesco Novaro. Quattro sale conservano le pareti rivestite di raffinate tappezzerie cinesi. Terminati i lavori di ammodernamento, Carlo Felice stabilì, per circa 15 anni la sua residenza estiva a Govone, svolgendovi le funzioni regali, con il ricevimento di Sovrani, Capi di Stato, personaggi illustri. Alla sua morte, avvenuta nel 1831, il Castello passò alla vedova Maria Cristina, che, a sua volta, lo lasciò in eredità a Ferdinando di Savoia, Duca di Genova. Col testamento del 1855 il Duca Ferdinando di Savoia lasciava il Castello ai figli: il Principe Tomaso e la Principessa Margherita, che conservarono la proprietà del Castello fino al 1870, anno in cui fu venduto alla casa Bancaria Tedeschi di Torino. Nel 1895 fu acquistato dai signori Ovazza e Segre, che vendettero i terreni a piccoli proprietari. Nel 1897 l’Amministrazione Comunale acquistò il Castello, mettendone all’asta mobili ed oggetti in esso contenuti. L’antica aranciera del Castello comunemente chiamata Serra, fatta restaurare dall’Amministrazione Comunale, è stata adibita a salone per convegni, incontri e manifestazioni culturali. Nel 1997 il Castello è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità e, a seguito di accurati restauri, sta riacquistando il suo decoro nella splendida cornice del vasto parco.
Il castello è visitabile ogni domenica da maggio a ottobre.
Per informazioni e prenotazioni per gruppi telefonare al 0173.58103 oppure inviare una E-Mail a segreteria@comune.govone.cn.it
Documento inserito il: 29/07/2007

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