Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, approfondimenti: Il Museo dei Patti Federali di Schwyz (CH)
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Il Museo dei Patti Federali di Schwyz (CH)

Il Patto del 1° agosto del 1291 tra le comunità valligiane di Svitto, Uri e Nidvaldo è un documento straordinario che ebbe una grande importanza nella storia nazionale svizzera.
La sua funzione nel medioevo fu però completamente diversa da quella nello stato nazionale svizzero ei secoli XIX e XX.
Il Museo dei Patti Federali, rinnovato nel 1999, raccoglie la biografia del documento e fornisce di volta in volta il contesto storico.
Nel Museo dei Patti Federali di Svitto, i visitatori ricevono le risposte a molte domande concernenti questo oggetto culturale di prim'ordine.
- Il patto del 1291 è veramente il documento fondatore della Confederazione?
- Cosa significa il patto del 1291 per la storia svizzera?
- Come interpretare "confederati", "alleanze", "giuramenti", "battaglie" ed "eroi"?
I visitatori possono partecipare in modo interattivo alle dispute storiche e scientifiche intorno al patto del 1291.
Una postazione con computer rende possibile l'analisi minuziosa del testo originale e presenta in modo comprensibile i risultati più importanti della ricerca dell'antica storia della Confederazione.
Questa storia mutevole è inoltre visualizzata con documenti originali dell'Archivio di Stato di Svitto, nonchè con una raccolta straordinaria di vessilli.
Le pitture murali della prima metà del secolo XX, d'importanza nazionale, di Heinrich Danioth, Maurice Barraud e Walter Clénin, nonchè documenti sonorizzati e cinematografici, rispecchiano l'idea che si faceva il popolo svizzero della genesi della Confederazione prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Orario di apertura
Dal 1° maggio al 31 ottobre
da martedì a venerdì 09,00-11,30 e 13,30-17,00;
sabato e domenica 09,00-17,00;

Dal 1° novembre al 30 aprile
da martedì a venerdì 09,00-11,30 e 13,30-17,00;
sabato e domenica 13,30-17,00;
Chiuso il lunedì.

A Pasqua e a Pentecoste, il museo è aperto da sabato a lunedì continuativamente.
Per i gruppi la visita del museo è sempre possibile su preavviso anche fuori dalle ore d'apertura.

Entrata
Adulti CHF 4,00
Studenti e apprendisti CHF 4,50
Bambini e giovani fino a 16 anni entrata libera
Gruppi di almeno 10 persone in visita non guidata CHF 2,50
Gruppi scolastici in visita non guidata, con accompagnatore compreso, durante le ore d'apertura entrata libera
Supplemento per gruppi e per classi fuori dall'orario d'apertura CHF 30,00
Militari in uniforme entrata libera

Visite guidate
entrata compresa/su preavviso
Visita guidata
fino a 15 persone CHF 90,00
per ogni persona in più CHF 6,00
Visita guidata riguardante temi specializzati
fino a 15 persone CHF 120,00
per ogni persona in più CHF 8,00
gruppi scolastici CHF 50,00

Museo dei Patti Federali
Bahnhofstrasse, 20
CH-6341 Schwyz
Postfach 2201
Tel. 0041.8192064
Fax. 0041.8192069
E-Mail bbm.jd@sz.ch



Breve storia del museo
Nel 1891 a Schwyz ebbe luogo la commemorazione del primo della Confederazione. In quest'occasione i consiglieri federali Karl Schenk e Emil Welti suggerirono la costruzione di un monumento nazionale.
Nel 1915, poco prima del 600esimo anniversario della battaglia di Morgarten, fu indetto un concorso per la costruzione di un grande monumento artistico a Schwyz. Nell'estate del 1909 furono presentati più di 100 progetti.
Fra questi fu scelto il progetto Granit, una figura singola alta 17 Metri dello scultore Richard Kissling.
La decisione fu aspramente criticata. Il monumento non doveva consistere di una sola figura colossale, ma doveva mostrare il lavoro pacifico della Svizzera nei campi culturali.
Alla fine venne approvato dalla giuria il progetto presentato dallo scultore Eduard Zimmermann e dall'architetto Nikolaus Hartmann, un enorme impianto con grandi scalinate, piazze e viali alberati, molto criticato nella Svizzera Francese e nel parlamento.
La Prima Guerra Mondiale pose fine alla continuazione dei lavori. Soltanto nel 1928 si delineò una rinascita dell'idea di un monumento nazionale, questa volta tenendo conto della necessità di Schwyz di un archivio e con l'idea principale di esporre i vecchi patti federali al pubblico.
A partire dal tardo medioevo l'archivio federale era ospitato in una antica torre gentilizia, costruita intorno al 1200. Malgrado parecchie ricostruzioni, la torre non era più in grado di soddisfare i bisogni di un archivio.
Tra il 1930 ed il 1933 si progettò un'ampia ricostruzione della torre per la sistemazione dell'archivio, ma fortunatamente si si abbandonò questa idea infelice e molto criticata.
Nello stesso periodo, l'architetto von Tscharner progettò la ricostruzione di Villa Friedberg (oggi palazzo Büeler) che venne realizzata secondo i piani di Lorenz e Vit Rey. Il suo possibile utilizzo come nuovo archivio dei patti federali doveva essere messo a confronto con i progetti di una nuova costruzione, commissionati nello stesso arco di tempo.
Al fine di facilitare la scelta tra nuova costruzione e utilizzo della villa Friedberg, si decise uno scambio d'idee per la costruzione di un archivio dei patti federali. I lavori vennero affidati agli architetti Nikolaus Hartmann (1880-1956) di St. Moritz, Prof. Otto Salvisberg (1882-1940) di Zürich e Alphonse Laverrière di Lausanne.
I progetti di una nuova costruzione proposti dai tre architetti non piacquero, e per questo motivo, nella primavera del 1933 venne bandito un concorso.
Entro il tempo stabilito vennero presentati 43 progetti e nell'ottobre dello stesso anno la giuria scelse il progetto realizzato dall'architetto Josef Beeler di Rothenthurm, cantone di Schwyz.
Beeler, nato a Bürglen nel 1906, dopo l'apprendistato come disegnatore per costruzioni, frequentò la Scuola d'Artigianato di Luzern e poi l'Accademia delle Belle Arti di Berlin. Dopo il successo ottenuto con la costruzione dell'archivio dei patti federali, aprì a Zürich un ufficio d'architettura. Fra le sue realizzazioni ci sono, ad esempio, i primi supermercati della Migros ed il centro congressi "Parco al Verde" di Rüschlikon. Josef Beeler è morto nel 1972.
La costruzione e l'inaugurazione dell'archivio dei patti federali, il 1° agosto 1936, avvenne sotto il segno della "difesa spirituale della patria". "In considerazione dei brutti venti che soffiavano in quel periodo sull'Europa, il popolo svizzero doveva trovare forza morale e sicurezza nel patto federale del 1291 con il suo significato storico.
La storia della vecchia Confederazione divenne un utile fattore di orientamento politico-ideologico in quegli anni di crisi e della successiva Seconda Guerra Mondiale. Per questo motivo la costruzione dell'archivio è diventata oggi di per sè un documento storico.
Successivamente il cantone di Schwyz in qualità di costruttore e proprietario dell'archivio dei patti federali, sistemò anche il proprio archivio cantonale nello stesso edificio.
Recentemente, tenendo conto della reale funzione, l'archivio cambiò il nome in "Museo dei Patti Federali"
I Confederati alla parete
L'archivio dei patti federali di Schwyz ha ricevuto nel corso della sua costruzione e negli anni successivi alcune opere d'arte importanti. Sulla facciata della parete d'ingresso si trova il dipinto più importante, eseguito da Heinrich Danioth (1896-1953), artista originario del cantone di Uri. Fortemente influenzato dalla tecnica del cubismo scelse come soggetto per il suo dipinto murale il giuramento federale a Brunnen.
Maurice Barraud (1889-1954) di Ginevra, nella sala d'ingresso pone di fronte al visitatore l'Eremita di Ranft, un'impressionante ritratto di Bruder Klaus.
Il "Giuramento del Grütli", opera dipinta da tra il 1943 ed il 1947 da Walter Clénin (1897-1988), domina la sala dei patti federali.
Hans Brandenberger (1912-) di Zurigo creò la scultura monumentale "Disposizione alla difesa", posizionata nel giardino. Venne creata per la "Landi" (esposizione nazionale) del 1939 e venne messa in posa a Schwyz nel 1941, in occasione del 650° anniversario, fusa in bronzo.
Il "Balzi", scultura rappresentante un ragazzino nella sala a volte, era stata realizzata dall'artista di Brunnen, Josef Bisa (1908-1976), originariamente come figura per una fontana. Dello stesso artista è anche il ritratto di Danioth posta nell'ingresso della sala a volte.
Josef Rickenbacher (1926-) originario di Steinen, è il creatore della "Via Crucis svizzera", posta nella sala a volte. Rappresenta, ricco di valore simbolico, il cammino della Svizzera e della sua gente attraverso la storia.
Nell'atrio d'ingresso, sulla parete dove si trova la finestra, sono visibili le bandiere di quartiere (bandiere di reggimento rispettivamente di battaglione) dei secoli XVII e XVIII. Le tre bandiere hanno in comune la croce bianca continua e le rappresentazioni della Madonna con il Bambino Gesù e quella di san Martino, patrono di Schwyz, sul retro.
Sopra l'entrata domina l'immenso "Vessillo Niderost" risalente al XVIII secolo, il vessillo del colonnello Karl Ignaz Niderost (1678-1736), comandante di un reggimento svizzero-spagnolo e dal 1735 di uno napoletano.
Documento inserito il: 11/11/2008
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