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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Trentasettesima puntata

di Alberto Sigona


L’epopea di Napoleone Bonaparte


Se Napoleone era un tiranno, i sovrani che gli facevano guerra erano molto più tiranni e incapaci di lui. Di fronte a loro egli era un genio, un progressista, un uomo che aveva fatto camminare il mondo in avanti, mentre essi non avevano altra volontà che quella di farlo tornare indietro”.
Carlo Zaghi


Durante le vittoriose campagne militari attuate nel bel mezzo della Rivoluzione francese, emerge un intraprendente generale, Napoleone Bonaparte. Questi, dopo aver bruciato le tappe della carriera militare e politica, nel novembre 1799 prende il potere con un “colpo di Stato”, instaurando ben presto una sorta di Monarchia de facto (col Titolo di Primo Console).


L'apogeo dell'Impero

Dopo ulteriori campagne militari vittoriose, nel 1804 il Senato lo proclama Imperatore. Concentrando su di sé ogni autorità, grazie ad una serie di spedizioni belliche trionfali (in primis condotte contro austriaci e prussiani) trasforma velocemente la Francia in un grande Impero (noto come Primo Impero Francese) comprendente - includendo gli Stati “satellite” - buona parte d'Europa, inclusa l’Italia(1), lo Stato della Chiesa (annesso nel 1809), la Spagna, la Svizzera(2), il Belgio, l'Olanda(3), ed una porzione dell'attuale Polonia (con la creazione del Granducato di Varsavia). Ma forse la “Nazione” più importante ad essere annessa fu la Germania(4), all'epoca corrispondente a numerosi Stati del Sacro Romano Impero (noto anche come Primo Reich)(5), un'entità più astratta che reale, che Napoleone riuscì ad estinguere ufficialmente dopo tanti secoli di vita. L'unica grande Nazione europea che riuscì a resistere alle mire espansionistiche di Bonaparte fu la Gran Bretagna, grazie alla sua storica ed inviolabile superiorità marittima (contro gli inglesi Napoleone si limitò ad adottare l'arma dell'embargo, proibendo alle sue navi di arrivare nel continente, negando così ogni scambio commerciale, nel tentativo di danneggiarne l'economia). Negli anni dell’Impero il potere di Napoleone (che distribuì quasi tutti i territori conquistati tra i suoi familiari, creando una rete di Sovrani dipendenti da lui) assunse il carattere di una dittatura personale, alla quale erano soggetti gli altri poteri (il legislativo e il giudiziario) e il cui perno erano le autorità amministrative e in particolare i prefetti a capo dei dipartimenti. Egli, esportando in parte gli ideali di rinnovamento sociale che s'ispiravano alla Rivoluzione Francese, presentò le sue conquiste come una “liberazione”, un'opera di riforma che, esportando la civiltà moderna, doveva sottrarre le varie Nazioni inglobate nel suo Impero alle tenebre del passato. Considerato tuttora una sorta di anticipatore dello Stato moderno, Bonaparte in sostanza arrivò a considerarsi l'araldo di un nuovo mondo avanzato, immaginando persino uno Stato Europeo unificato con eguali leggi ed una stessa moneta, idee visionarie che anticipavano di 150 anni la creazione dell'attuale Unione Europea. Quello di Napoleone era un sogno irrealizzabile, ma ad ogni modo è innegabile che durante la sua guida, assecondando le aspirazioni di coloro che lo vedevano come un riformatore “illuminato”, si dedicò ad ammodernare sotto vari aspetti i Paesi conquistati - compresa l'Italia, che prima della sua venuta versava in condizioni di endemica arretratezza - mediante riforme per l'epoca molto avanzate, concernenti l'amministrazione statale, l'ambito economico, il settore fiscale, il contesto scolastico, ecc... Si registrarono altresì importanti riforme assistenziali in ambito sociale: e per questo molti storici lo ritengono un precursore del Welfare State. Ad essere migliorato notevolmente fu anche l'ambito giudiziario: Napoleone qui si dimostrò un grande legislatore, dando vita ad esempio ad un moderno Codice Civile e ad un innovativo Codice Penale, favorendo la libertà delle persone e la loro eguaglianza giuridica (penalizzando però le donne). Furono inoltre modernizzate considerevolmente le infrastrutture (costruendo nuove strade, ponti, porti...). Ovviamente non mancarono i lati oscuri e retrogradi della sua gestione - colma di cinismo e di eccessi - basata sul dispotismo, sulla censura, sulla persecuzione dei dissidenti, su vari intrallazzi politici e scandali di diverso genere (compresi i brogli elettorali), sui reclutamenti di massa, e naturalmente su numerose aggressioni belliche brutali che causavano periodicamente morte e disperazione fra i popoli.


Il declino e la fine

Napoleone, dopo tante battaglie e guerre vinte in maniera leggendaria(6)(è ritenuto dalla maggior parte degli storici il più grande stratega della storia), verrà però piegato nel 1812 da una disastrosa campagna in territorio russo(7)(vedi nota a piè di pagina): come scriverà Victor Hugo tempo dopo, “per la prima volta l'aquila abbassava la testa”. Dopo questa debacle, infatti, molti Stati europei (russi, austriaci, prussiani...) si riorganizzarono coalizzandosi tra loro, sconfiggendolo a Lipsia (in cui la superiorità numerica delle forze nemiche risultò determinante) nell'ottobre del '13 (conosciuta anche come la “Battaglia delle nazioni”, la Battaglia di Lipsia fu la più grande battaglia mai vista in Europa fino all'avvento della Prima guerra mondiale). Nel marzo 1814 gli eserciti alleati occuparono Parigi e Napoleone, dopo esser stato dichiarato decaduto dal Senato, fu costretto ad abdicare (in Francia salirà al trono Luigi XVIII, il fratello minore del Re Luigi XVI ghigliottinato durante la Rivoluzione francese). Quindi, dopo aver tentato il suicidio, andrà in esilio nell’isola d’Elba (come avevano deciso i suoi nemici). Da qui però fuggirà alcuni mesi dopo, tornando a Parigi tra l'entusiasmo inatteso della popolazione (compresi coloro che, avversi al governo regio o delusi da esso, speravano in una svolta liberale: Luigi, infatti, stava lentamente smantellando tutte le conquiste della Rivoluzione Francese mantenute da Napoleone). Gli eserciti inviatigli contro dal nuovo Re, invece di fermarlo, si unirono a lui. Napoleone pertanto riprese il potere e tornò a guidare l’esercito per poco più di 100 giorni, sino alla sconfitta definitiva (il 18 giugno del 1815) di Waterloo (in Belgio) ad opera di inglesi e prussiani. (8)
Napoleone, dopo aver pensato di imbarcarsi per l’America, si consegnò agli Inglesi, e da questi verrà nuovamente esiliato, stavolta a Sant'Elena (una piccola isola dell'oceano Atlantico, ancora oggi possedimento britannico, così remota e sperduta da rendere impossibile ogni tentativo di fuga), dove morirà di cancro 6 anni dopo (il 5 maggio 1821).
Le potenze che batterono il mitico Bonaparte avviarono subito trattative per ricostituire l’ordine europeo. Il nuovo assetto del vecchio continente fu ratificato in un Congresso, a Vienna, che assicurerà un secolo di relativa pace.


Nell'immagine, Napoleone Bonaparte.


Note:

(1) A partire dal 1796 la Campagna d'Italia segnò per Napoleone l'inizio della sua straordinaria ascesa militare. Qui dimostrò per la prima volta le sue grandi capacità di stratega e di condottiero raggiungendo, nonostante la limitatezza dei suoi mezzi, una serie di brillanti vittorie che posero le premesse per il dominio francese sulla Penisola.

(2) Nel 1291, per difendere meglio la loro libertà contro qualsiasi attacco esterno, i rappresentanti dei 3 cantoni di Uri, Schwyz e Unterwalden prestarono un giuramento perpetuo di alleanza che segnò l'atto di nascita della Svizzera.

(3) Il Belgio e l'Olanda furono sottomessi dalla Francia durante la Rivoluzione, nel 1795, cioè prima che iniziasse l'epopea di Napoleone, che quindi li “ereditò”, inglobandoli nel suo Impero.

(4) In Germania, dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero, dovuta all'annessione da parte francese di alcuni Stati tedeschi presenti al suo interno, sarà istituita la Confederazione del Reno (che prevedeva 16 Stati posti sotto la tutela francese). La Confederazione comprendeva sia gli Stati tedeschi conquistati da Napoleone (come il Granducato di Baden) sia altri Stati tedeschi che decisero di unirsi alla Francia per diverse ragioni: per avere protezione contro le potenze nemiche come Austria e Prussia; per rafforzare la loro posizione politica, approfittando dell'influenza francese per ottenere i vantaggi economici e militari promessi da Napoleone; per ottenere quella stabilità perduta dopo la sconfitta del S.R.I.

(5) L'Impero austriaco (1804-1867) ebbe origine a seguito delle guerre napoleoniche, le quali avevano portato al collasso definitivo del Sacro Romano Impero, che si sarebbe sciolto ufficialmente nel 1806 (Francesco II d'Asburgo-Lorena abdicò liberando tutti gli Stati e funzionari imperiali dai loro giuramenti e obblighi verso l'impero). L'allora imperatore Francesco II, dopo aver perso la guerra contro Napoleone, non intendeva essere spogliato del prestigioso titolo di Imperatore (anche se del tutto formale, poiché, dopo la “Guerra dei trent'anni”, non gli consentiva alcuna autorità sui principi del Sacro Romano Impero), e perciò decise di autoproclamarsi Imperatore d'Austria (Titolo che riuniva tutti i domini personali di Francesco II: Austria, Boemia ed Ungheria). C'è da dire che da circa un secolo, pur facendone parte teoricamente, in pratica l'Austria e la Prussia non erano intesi come parte costituente del Sacro Romano Impero in quanto erano divenute a tutti gli effetti delle Nazioni con pieni poteri. In particolare l'Austria aveva saldamente il controllo delle istituzioni imperiali, sulle quali esercitava la propria funzione sovrastatale.

(6) In primis si ricorda la Battaglia di Austerliz (1805) combattuta contro gli austriaci ed i russi uniti in una coalizione. La battaglia di Austerlitz rappresenta il più grande successo raggiunto da Napoleone nella sua carriera militare e ha assunto una statura quasi mitica nell'epopea napoleonica. Grazie alla precisa esecuzione dell'audace ma ingegnoso piano dell'imperatore, i francesi conseguirono una vittoria schiacciante, e la battaglia è spesso celebrata come il capolavoro di Napoleone per l'abilità di cui egli diede prova e, per i risultati raggiunti, è stata paragonata alla Battaglia di Canne, il famoso trionfo di Annibale. La cruciale vittoria ad Austerlitz permise a Napoleone di creare la Confederazione del Reno; di conseguenza il Sacro Romano Impero cessò di esistere nel 1806 con l'abdicazione di Francesco II dal trono imperiale.

(7) Nella catastrofica ritirata che annienta l'armata napoleonica, dei 600.000 uomini partiti all'inizio della campagna solo 5.000 si salveranno. Il principale colpevole della disfatta fu il “Generale Inverno”, lo stesso che un giorno avrebbe annientato la “crociata” nazista. Ma a giocare un ruolo decisivo fu altresì la tattica dei nemici di evitare a Mosca, cioè nella ipotetica battaglia decisiva (che giungeva dopo la sconfitta russa di Borodino), uno scontro aperto. I soldati, infatti, anziché affrontare il nemico, pensarono bene di arretrare, distruggendo e bruciando durante la ritirata tutto quanto si lasciavano dietro e che sarebbe potuto servire ai francesi per approvvigionarsi. Napoleone, infatti, aveva previsto di rifornirsi di ciò che offriva la terra e le case della popolazione, senza fare i conti con la politica russa di fare terra bruciata al proprio passaggio. Ma ecco cosa scrive Umberto Eco - abbiamo estrapolato uno stralcio del suo compendio in “Storia della civiltà europea” - a proposito della Campagna di Russia: “I Russi, dopo i primi scontri sfavorevoli, abbandonano l’idea di affrontare il nemico in battaglie risolutive e iniziano una lenta ritirata: gran parte del Paese cade in mano ai Francesi, ma questi vengono insidiosamente attirati nell’incontrollabile vastità del territorio russo, alle porte della temibile stagione invernale. Con la ritirata dell’esercito russo, infatti, Napoleone vede aprirsi la via di Mosca, ma sa bene che la guerra non ha ancora determinato niente di risolutivo, né sul piano diplomatico né su quello militare. Il 14 settembre 1812 i Francesi entrano in una Mosca spettrale, abbandonata dai suoi abitanti, e in quella stessa notte divampa un incendio che distrugge quasi totalmente la città – costruita in gran parte in legno – aggravando le condizioni e le prospettive dell’armata di Napoleone. Dopo il rifiuto dello Zar a trattare la pace e l’imminente arrivo dell’inverno, Napoleone decide di abbandonare Mosca, ma, quando ciò accade – quasi a fine ottobre –, è già troppo tardi: incalzata dal nemico in un territorio ostile e sottoposta ai rigori crescenti del freddo russo, la grande armata francese si ritira tra sofferenze e perdite umane sempre maggiori. Il passaggio della Beresina (26-28 novembre 1812), avvenuto in una grande confusione, con il nemico ai fianchi, simboleggia il dramma di questa tragica impresa militare, in cui periscono non meno di 550 mila uomini e in cui si consuma irreparabilmente la fortuna di Napoleone”.

(8) In molti vi chiederete come mai le potenze nemiche non tentarono di conquistare la Francia? Le ragioni furono molteplici, ma su tutte prevalse il desiderio di stabilità. Perciò le potenze alleate optarono per una soluzione diplomatica e politica piuttosto che per un'occupazione militare, cercando di garantire una pace duratura in Europa dopo anni di conflitto. Le potenze europee erano più interessate a stabilizzare l'Europa piuttosto che a distruggere ulteriormente la Francia, visto che un'invasione avrebbe potuto portare a un conflitto prolungato e a ulteriori instabilità.
Documento inserito il: 28/03/2025
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