Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia contemporanea: Steno Lamonica intervista il Direttore di Rinascita, Ugo Gaudenzi
>> Storia Contemporanea > La Seconda Repubblica

Steno Lamonica intervista il Direttore di Rinascita, Ugo Gaudenzi [ di Ereticamente.net ]

Ugo Gaudenzi è il direttore di Rinascita, quotidiano controcorrente di Sinistra Nazionale. Con severo rigore ha coniugato la sua esistenza alla Coerenza, rarissima, che distingue l’Uomo Libero.
Giornalista professionista dal 1976, corrispondente dal medio oriente per l’Ansa e per altri quotidiani nazionali conduce una battaglia attraverso il quotidiano che dirige, di libertà d’informazione al di là dei condizionamenti di partiti, delle logiche mercantili e del potere lobbistico delle maggiori Tribune radio-televisive di informazione popolare che boicottano la pluralità di pensiero soprattutto di quello non allineato.
La nostra conversazione verterà su temi ‘caldi’ come USA, Palestina, Libertà di stampa, Stato Vaticano, Religione ed Economia.”


Intervista a cura di Steno Lamonica

A) Direttore, cosa commette la Democrazia contro la libertà di stampa? “RINASCITA” è l’unico quotidiano della Sinistra Nazionale ed il futuro è nero…

La “libertà di stampa”, semplicemente, in Italia non esiste. E’ soltanto un principio costituzionale formale. Nella sostanza la libertà vera è conculcata, censurata, soppressa. Le parlo da giornalista professionista “antico” che ha conosciuto sprazzi di libera espressione, sì, ma soltanto quando questi non turbano troppo i manovratori… Vuole qualche rapido esempio? Nell’agenzia di stampa nazionale italiana, dove tutto dovrebbe essere “libera informazione”, così non è mai stato. Ai tempi, quando Giulio Andreotti era ministro degli Esteri, ebbe la dabbenaggine di dichiarare, opportunisticamente, ad una Festa dell’Unità - allora organo del Pci e sponsorizzata dalla Ddr - che la Germania non sarebbe stata mai riunificata e che i due Stati – quello comunista e quello occidentale - erano ambedue legittimi. Redassi personalmente, di conseguenza, l’articolo. Apriti cielo. Il pezzo fu “sospeso”. Dal caposervizio, poi dal caporedattore, poi dal caporedattore centrale, quindi dal vicedirettore… Mi rifiutai di apporre “modifiche” ad una dichiarazione testuale. Il servizio uscì con tre ore di ritardo, in piena notte, edulcorato e senza la mia sigla. Tutte le altre maggiori agenzie internazionali – anche l’Efe spagnola… - riportarono il giorno dopo la versione abbastanza corretta dell’evento, tranne l’Ansa. C’erano in gioco i buoni rapporti tra membri della Comunità europea (la Germania, infatti, protestò) e, soprattutto, i dieci o dodici miliardi di lire che l’agenzia riceveva (e riceve) come contributi “indiretti” per la sua redazione esteri dalla Farnesina… Per non parlare delle tentate censure a me direttore di una testata politica nazionale al tempo delle invasioni Usa di Granada e di Panama che avevo trattato come si conveniva: “aggressioni”.

Per quanto riguarda “Rinascita” la censura alla libertà di stampa è ancora più tetragona e onnicomprensiva. Questo stesso giornale (si chiamava un tempo l’Umanità) godeva di buone, autosufficienti, entrate pubblicitarie. A picco appena mutato nome… E chiusura totale nelle rassegne stampa, nessun invito, più, nei “salotti” e nelle “tribune” radiotelevisive. Inviti a pioggia a tutti gli altri, invece, anche a giornali che definire clandestini è un omaggio. Siamo diventati dei “fantasmi”. Addirittura monsignor Vespa non ha mai nemmeno accennato alle richieste (cortesi) di rettifica quando dei signor nessuno parlavano di noi o – in un caso… - si spacciavano per noi. In quindici anni circa di vita soltanto una volta Giuliano Ferrara, ai tempi della vergognosa invasione e occupazione dell’Iraq da parte degli anglo-americani, aprì le porte del suo studio a Rinascita. L’intento era – ovviamente – demonizzare i “rosso-bruni”: ma devo dire che si comportò da galantuomo.

Ora stiamo vivendo sulla nostra pelle un altro tipo di assedio: economico-finanziario. Si sa. Non c’è settore in Italia che non sia finanziato in qualche modo dallo Stato: abbiamo contato oltre 38 mila settori produttivi economici nazionali beneficiari di “provvidenze ed elargizioni”. Gli stessi “autorevoli giornali” si sono fatti d’oro così e hanno monopolizzato immagine al consumo, vendite, pubblicità. E allora che ti fanno “i regolatori” al potere per lanciare un po’ di fumo senza arrosto alla (loro) “pubblica opinione”? Non solamente hanno continuato da cinque anni a questa parte a tagliare del 10 per cento l’anno i contributi, ma poi, non appena gli uomini della Goldman & Sachs hanno occupato il governo di Roma, hanno provveduto a “sospendere” i pagamenti spettanti per il 2010. E mica a tutti, però… in particolare a una ventina di quotidiani – tra cui, vedi caso, Rinascita – privi di “santi nel Palazzo” e, per di più, composti da cooperative di giornalisti che autogestiscono tutto, dalla produzione alla vendita… E’ sempre così. Prima si tenta di esorcizzare il “nemico” con il silenzio. Poi tentando di “acquistarlo” (sì: ci hanno tentato varie volte negli ultimi tempi…), quindi con assedii (che loro definiscono “tecnici”) come quello in atto.

Ma noi, dalla nostra, abbiamo però una dote che loro non hanno. Abbiamo un ideale, un desiderio di rivoltare questa pseudo-democrazia, un desiderio di libertà. E siamo temprati anche per i momenti più neri. E poi godiamo, soprattutto, di un consenso, di una solidarietà diffusa, dal basso, che ci sostiene e rafforza.



B) “RINASCITA” difende lo Stato della Palestina e chiama “entità” lo Stato di Israele. Si sta facendo potentissimi nemici, lo sa?...

Personalmente sono stato a Beirut per tre anni, fino alle stragi di Sabra e Shatyla. Oltre a conoscere la storia del Vicino Oriente, ho quindi anche visto con i miei occhi la vergognosa continua rapina di una terra altrui al popolo che vi abitava. Difendiamo l’identità ancestrale di una terra che si è sempre chiamata “Palestina”, la terra dei filistei, dei palestinesi, e che è stata regalata a Jalta, da Stalin, Roosevelt e Churchill, ad un’etnia aliena, una “comunità” che su quella terra poteva soltanto vantare una “promessa” del suo dio.


C) Destra, Sinistra, Centro sono fedelissimi servitori dello Stato Pontificio. Quante sibaritiche reverenze! Con pochissime eccezioni. E’così difficile far pagare ai preti l’ICI? E’così impossibile scoprire la scomparsa di Emanuela Orlandi?

Contesto ad un gruppo di pressione alieno lo stesso uso del termine “pontificio”. Pontefici erano e restano soltanto gli antichi “costruttori di ponti”. Ponti spirituali e ponti materiali. Erano la guida sacra di un popolo consapevole della sua memoria, forte del suo presente, edificatore del futuro. Rivendico alla “sinistra nazionale” italiana ed europea, dalla Repubblica Romana alla Comune di Parigi, agli atti dei sindacalisti rivoluzionari, a quelli del Carnaro e di Sansepolcro, una costante opposizione alla manomorta di qualsiasi “credo” ultraterreno. La libertà di espressione è un diritto di tutti, la “libertà di predazione” è un delitto. E nei corridoi del Vaticano, è la stessa edulcorata e volgarizzata storia che lo insegna, di crimini se ne sono visti tanti.


D) La cancellazione –attuate con mezzi infami all’inizio- delle Religioni Autoctone attuate dall’apolide Cristianità nei confronti delle etnie europee prima, mondiali poi, causò l’infarto della autentica cultura europea. Secondo Lei, c’è un legame tra Mondialismo, seminatore di miseria, e Cristianesimo?

La religiosità fa parte dell’essenza stessa di ogni uomo. I credi, le “religioni” totalitarie, massimaliste, illibertarie, tanto più se frutto sincretico di “promesse divine” riversate ad altri “popoli eletti”, si trasformano in metastasi che corrodono etica e virtù delle nazioni libere. Paolo di Tarso fu il proto-corruttore dei costumi e delle culture nazionali mediterranee ed europee, nel nome, appunto, di un “mundialismo” ferocemente livellatore. E sono conseguenza di quel suo fanatismo sia la decadenza della nostra società originaria e sia le sopravvenute limitazioni al libero pensiero con le artefatte predestinazioni dei calvinisti e con i dogmi “rivelati”dei loro avversari “cattolici”.


E) Gli USA, per quanto tempo saranno i -non richiesti- Poliziotti del Mondo? Alcuni vedono il declino ma noi li vediamo sempre li, mai a casa loro.

I segnali di crisi sono di fronte agli occhi di tutti. E sono loro stessi a fiutare e mormorare, oggi, che… la storia non è finita (con loro e la loro liberaldemocrazia). Ma è un momento epocale. Non accetteranno di certo con tranquillità il ridimensionamento e tanto meno la cesura del loro imperium coloniale “cartaginese”. Per sopravvivere, ora sono occupati a predare le materie prime di ogni nazione soggetta. Inventando rivoluzioni colorate o primaverili che, però, hanno innescato effetti boomerang. Prima di crollare tenteranno di tutto, e già lo si vede. Purtroppo è la nostra Europa occidentale l’ultima loro ridotta. E lo spettro di un colpo di coda nucleare si aggira dietro l’angolo.


F) “RINASCITA”, quotidiano di Sinistra Nazionale. Può dirci i punti salienti di questo sottotitolo?

E’ in quelle due parole. La “sinistra” non può essere che quella “nazionale”, italiana e desiderosa di una più grande patria, l’Europa, da Dublino a Vladivostok. Di qui anche il nostro estremo interesse alla rinascita della Russia di Putin come grande potenza partecipe alla lotta per l’indipendenza europea e unica potenza che offre il suo sostegno all’altra parte dell’Europa succube del dominio dei banksters.

In tempi di artificiosa “globalizzazione”, l’unica alternativa è, infatti quella di costruire grandi blocchi continentali identitari e socialisti. Nei quattro angoli del mondo. Il panarabismo socialista, il bolivarismo venezuelano e il giustizialismo argentino, sono alleati naturali dei popoli che anelano alla libertà nazionale e alla giustizia sociale.



H) Il Paganesimo –radice d’Europa, altro che il Cristianesimo- può essere una delle armi per restituire la libertà all’Europa e coeficente spirituale per edificare il Mito Europa? In molte Nazioni esso sta risorgendo con estrema vitalità.

Non credo. La debolezza della religio antica – panteistica o pagana, comunque espressione delle virtù e del carattere dei suoi popoli – proprio rispetto al totalitario e monopolistico cristianesimo fu rappresentata dal suo estremo rispetto per ogni energia vitale – umana e divina allo stesso tempo - capace di influire nell’esistenza di un’etnia, di un popolo. In termini moderni si può constatare come quella religio fosse di per sé “pluralista”, mentre il monoteismo orientale è fonte di pensiero unico e totalitario. Se però non immagino uno spazio di azione di rinascita “politica” per la religiosità antica, ne sottolineo la rilevanza personale, intima, per ogni uomo libero impegnato in una battaglia di liberazione nazionale contro il mondialismo.


I) La figura e la meccanica della Banca: per noi è la tana del dominio cosmico del Dio Denaro. I Banchieri stanno edificando ,temo definitivamente ,il loro sigillo di completo controllo universale. Concorda?

La Dea Moneta aveva il suo luogo sacro, a Roma, nei pressi del Tempio di Giove capitolino. Non credo sia corretto trasferire alla moneta in sé, ad un semplice mezzo di scambio, le vergogne di chi utilizza uno strumento “neutrale” per ricavarne profitto e plusvalore a colpi di usura. Peraltro il regime economicistico e mercantile oggi dominante nel pianeta è, almeno così sembra, sull’orlo del collasso, dell’implosione. Certo, non mancheranno colpi di coda. Prima di crollare, un tale sistema di controllo dell’uomo, di predazione delle ricchezze materiali e di pensiero di ogni singolo cittadino, di ogni singola famiglia, di ogni singola nazione, tenterà ogni soluzione. Anche la più atroce. Non a caso l’impero “cartaginese” – intendo quello anglo-americano, atlantico – è già stato l’unico a “testare” su una nazione la bomba atomica.


J) Lei ha sempre affermato, con coerenza, di non essere di Destra. Neppure il Duce lo era, anzi lanciò contro di essa parole di fuoco, memorabili. Eppure molti che vanno a Predappio ad onorare la Sua salma inneggiano alla Destra che lo stesso Duce indicava come nemico principale. C’è confusione…

Nutro un profondo rispetto per Benito Mussolini, per le sue idee e realizzazioni socialiste, sociali. Per la sua geopolitica di liberazione nazionale, euro mediterranea, per l’universalità del suo messaggio – mutuato dal risorgimento e dal socialismo autentico – di riscatto dei popoli poveri, delle nazioni proletarie, contro le plutocrazie. Un rispetto che non è automaticamente estensibile al “fascismo” tutto intero. Purtroppo i compromessi pesarono sulla storia del regime. Le integrazioni con elementi e movimenti alieni, pure. D’altra parte non ci sarebbe stato un 8 settembre senza un 25 luglio. Il neofascismo, per esempio, è stato un erede diretto di quell’agglomerato tra fronti contrapposti, fra reazionari di destra e nazionalisti di sinistra e questi ultimi, una minoranza, hanno spesso rifuggito quella casa (non)comune; il predominio atlantico sull’Europa dell’ovest e su un’Italia sconfitta aveva infatti permesso a uomini di destra di farsi portavoce di un nazionalismo-fantoccio, fatto di sudditanza agli anglo-americani. Ma il tempo ha giocato contro costoro. La “destra” è un residuato bellico… meglio: un residuato della guerra fredda. La “destra” è un gurkha dell’Occidente. Peraltro come la stessa pseudo-sinistra istituzionale. Quella post-comunista e radical-chic. Messa al potere dell’Italietta del dopoguerra fa anche questa a gara nella sudditanza all’imperialismo della grande finanza di Wall Street e della City e nella partecipazione subalterna al suo braccio armato: la Nato e le “coalizioni” militari democratiche chiamate a imporre “l’ordine mondiale” nei quattro angoli del pianeta. Il compito di un popolo europeo già culla del diritto delle genti dovrebbe essere quello di contribuire al progresso degli altri popoli, preservandone patrimonii culturali, economici, identitari. Non certo quello di conculcarne la libertà.


L) Direttore, un’ultima domanda. La Magistratura Italiana la convince? Il “DIRITTO ROMANO” è attualmente rispettato come cemento della libertà di espressione?

Occorrerebbe un trattato, per risponderLe. Sarò sintetico. Il “diritto romano” in quanto tale è stato messo da secoli, qui in Italia, nella naftalina. Compare qua e là. Si studia, come un reperto archeologico, nelle lezioni di “storia” e di “Istituzioni” nelle facoltà di Giurisprudenza. In realtà già la riforma di Giustiniano lo aveva squassato e svilito. Nell’Occidente europeo furono poi i “codex” dei Longobardi e dei Franchi e renderlo una poltiglia indecifrabile. Sia da Oriente che da Occidente, tali “riforme” portarono ad un trasferimento – degenerativo – del valore base del Diritto romano. Nell’antichità le forme e la sostanza del diritto, infatti discendevano da un minimo comun denominatore fondamentale: l’equità, l’aequitas. Quel diritto universale, di base, “orizzontale”, tangibile, comune, fu sostituito dal concetto di “giustizia”: un’astrazione. La giustizia, grazie a quei “riformatori”, non era più espressione di uno stato sostanziale, ma di una decisione dall’alto, “deliberata”. Nel nome di chi – imperatore o vescovo – rappresentava la volontà di un Dio e delle sue divisioni tra ciò che era il “bene” e ciò che era il “male”. Un “dio” pervasivo, totalitario. Un dio – cristiano e non solo cattolico - che, grazie ai suoi adepti, nell’alto medioevo riuscì persino ad infilarsi nei letti degli esseri umani suoi soggetti e a decretare con norme e precetti l’unione di un uomo con una donna. In fondo in Italia viviamo ancora sotto questa degenerazione fideistica del diritto. Un po’ meno nei Paesi anglosassoni, nei quali il “diritto comune” si adegua alla realtà delle cose, dei fatti. Magari in ritardo, ma si adegua. Lì è rimasta una crasi tra diritto comune germanico e antico diritto romano.
Documento inserito il: 28/11/2014

Note legali: il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità di quanto pubblicato è esclusivamente dei singoli Autori.

Sito curato e gestito da Paolo Gerolla
Progettazione piattaforma web: ik1yde

www.tuttostoria.net ( 2005 - 2023 )
privacy-policy