Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, medio evo: Marco Polo un agente del Papa. Il suo Cipango è l'America
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Marco Polo un agente del Papa. Il suo Cipango è l'America [ di Ruggero Marino ]

La missione di Marco Polo sembra presentare il medesimo copione riproposto da Colombo secoli dopo. Le informazioni contenute ne "Il Milione" potrebbero aver influenzato il navigatore che, nella descrizione del misterioso Cipango dei Polo, trovò forse ispirazione.


Marco Polo, un altro italiano, un altro viaggiatore, un altro mistero. Anche di lui si conosce molto poco. Le congetture superano la verità. Al punto che, anche per Marco Polo si è detto che potrebbe non essere esistito. Un nome che rimanda all’autore del secondo Vangelo, che fu il primo vescovo della mitica Alessandria, con la biblioteca fonte del sapere. Dove fondò la prima chiesa cristiana. Fra i suoi attributi c’è, guarda caso, un libro. Cosa vuole significare? La tradizione lo chiama con il nome che porta ai nostri giorni, ma negli “Atti degli apostoli” è chiamato anche “Giovanni soprannominato Marco”. Quanti richiami ai Giovanni, a cominciare da papa Cybo, nei meandri della storia più segreta come in quella di Colombo! Polo, da nord a sud, fa riferimento ad una geografia ancora da completare, fra i due punti glaciali ed estremi del mondo. Qualcuno aggiunge che il veneziano non possa avere raggiunto la Cina, visto che non fa mai menzione della muraglia cinese, un’opera ciclopica, che non poteva passare inosservata. Coincidenze, suggestioni, supposizioni…
Alcuni punti fermi, tuttavia, restano. E’ certo che i Polo hanno avuto come punto di riferimento il pontefice, la cristianità, Gerusalemme. Marco faceva parte di un’ambasceria  inviata dal papa Gregorio X a Kubilay Khan. Portava con sé l’olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme da offrire all’imperatore dell’oriente. Nel corso delle sue peregrinazioni senza fine (“dimorò in que’ paesi bene trentasei anni”, afferma la versione toscana del “Milione”), prima di inoltrarsi oltre i confini del meraviglioso, soggiornò a San Giovanni d’ Acri nell’odierna Siria, l’avamposto dei cavalieri crociati, nel cuore dell’impero musulmano. Con la custodia dei Templari, quella degli Ospitalieri e quella dei cavalieri teutonici. E’ ad Acri che la spedizione subisce uno stop, in seguito alla vacanza sulla cattedra di Pietro, sempre ad Acri il consiglio di attendere, prima di proseguire, è del legato pontificio, Tedaldo Visconti da Piacenza. Colui che diventerà di lì a poco proprio papa Gregorio X. Fra Piacenza e Acri la presenza templare è particolarmente influente e da Piacenza vengono i Pallestrello (Pallestrelli, Perestrello) , la cui figlia, la nobile Felipa, sarà, in un matrimonio che si spiega solo alla luce di una storia diversa, la prima e forse unica moglie di Cristoforo Colombo. Conosciuta nell’ambiente dei cavalieri di Cristo portoghesi, diretta emanazione dell’Ordine del Tempio, mai sparito in quelle regioni estreme affacciate sull’Atlantico.
"Nel palazzo patriarcale di Acri, i due, accompagnati da Marco si prosternarono al bacio del piede del successore dell’Apostolo e ne ricevettero la benedizione. Il papa fece stracciare le lettere giustificative che aveva firmato da legato e ne dettò di tutt’altro tenore; tra l’altro, chiedeva a Kubilay di rinfocolare le buone intenzioni di Aboga (il khan di Persia, n.d.a.), di dargli disposizioni favorevoli ai cattolici, in pratica di incoraggiarlo nell’alleanza antimusulmana a difesa del regno d’Oltremare e a protezione del pellegrinaggio ai Luoghi Santi. All’olio delle lampade di Gerusalemme aggiunse “molti splendidi doni, di cristallo e d’ogni genere

di Ruggero Marino


Il testo integrale del saggio di Ruggero Marino, è leggibile nel sito di Pietro Ratto citato a fondo scheda.

Documento inserito il: 23/12/2014

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