Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, medio evo: Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Ventunesima puntata
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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Ventunesima puntata

di Alberto Sigona


Gengis Khan e l’Impero Mongolo

Mentre nel mar Mediterraneo si combattevano le Crociate, in Asia andava affermandosi la potenza dei Mongoli. Famoso per la propria crudeltà senza pari nella storia dell'umanità, questo popolo, originario del nord della Cina, tra il XII e il XIII secolo cominciò a minacciare le popolazioni vicine. Agli inizi del Duecento il Gran Khan (capo) dei mongoli Temüjin Borjigin, passato alla storia come Gengis Khan (Signore Universale), dopo aver unificato i popoli della steppa asiatica, ovvero le tribù mongole e turche (che sino ad allora erano state divise e in costante conflitto tra loro), nel giro di poco tempo a suon di grandi conquiste avrebbe dato vita all'Impero mongolo, un gigantesco Dominio che sotto di lui si estenderà dalla zona settentrionale della Cina (che all’epoca era frammentata in diversi regni) fino alla Persia nord-orientale(1). Geniale, valoroso e spietato come nessun altro mai, è tuttora considerato, soprattutto per i suoi eccezionali successi militari, come uno dei più grandi conquistatori di tutti i tempi (insieme ad altre grandi personalità storiche come Alessandro Magno, Carlo Magno e Napoleone). Una delle innovazioni fondamentali di Gengis Khan fu la creazione di un esercito altamente disciplinato e mobile, basato su delle unità di cavalleria leggera, che permetteva ai Mongoli di spostarsi rapidamente e colpire con grande efficacia. Questo esercito, composto da guerrieri esperti nella guerriglia e nelle incursioni, fu il fulcro delle campagne espansionistiche. Dopo la morte di Gengis, avvenuta nel 1227, l'impero con i suoi successori (tra cui suo figlio Ogedei e nipoti come Kublai Khan) arriverà ad impadronirsi della maggior parte dell'Asia centrale, dell'intera Cina, della Russia meridionale, della Persia, del Medio Oriente e di parte dell'Europa orientale, dando vita, seppur per un tempo relativamente breve, al più vasto impero terrestre della storia umana, attestandosi come la massima potenza medievale in assoluto. Alla fine del XIV secolo l'impero si frammenterà in più khanati che spariranno gradualmente.

L'Impero mongolo (1206–1368) all'apice della sua estensione toccò più di 30 milioni di km², con una popolazione stimata intorno ai 100 milioni di persone, il 25,6% del totale mondiale. Nel periodo della sua esistenza, la “Pax mongolica” (un termine usato da molti storici per definire la condizione di relativa sicurezza che per molti decenni si trovò all'interno dell'Impero mongolo(2)) facilitò gli scambi culturali e i commerci tra Occidente, Medio Oriente ed Estremo Oriente. Per gli europei i prezzi delle mercanzie asiatiche calarono, e la loro conoscenza del mondo (grazie ai viaggiatori che si recarono nell'impero, come Marco Polo, Giovanni da Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck) migliorò enormemente. Gli Stati attuali i cui territori, totalmente o in parte, all'epoca erano inglobati nell'Impero sono: Afghanistan, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Birmania, Bosnia, Bulgaria, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Croazia, Georgia, India, Iran, Iraq, Kazakistan, Kuwait, Laos, Montenegro, Moldavia, Pakistan, Polonia, Rep. Ceca, Romania, Russia, Serbia, Siria, Slovacchia, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Ungheria, Uzbekistan e Vietnam.


Nell'immagine, Gengis Khan, il primo grande imperatore mongolo.


Note
(1) Per i nemici dei mongoli non c’era scampo: lo sterminio dei popoli conquistati e la distruzione completa delle loro città erano la norma. La proverbiale crudeltà delle orde mongole non era fine a se stessa, ma rientrava in una precisa strategia, volta ad agevolare la resa dei nemici e a impedire le ribellioni.
La poderosa espansione mongola fu resa possibile anche perché in Asia non c’erano potenze militari capaci di opporvisi efficacemente. Uno degli elementi che favorì l’espansione mongola fu la politica di tolleranza religiosa e l’integrazione di popolazioni sottomesse nell’amministrazione dell’impero. I Mongoli, pur essendo di religione sciamanica, permettevano ai popoli conquistati di mantenere la propria fede e incoraggiavano gli scambi culturali e commerciali. Questo rese l’Impero Mongolo un crocevia di civiltà, dove si mescolavano tradizioni, tecnologie e conoscenze provenienti da diverse parti del mondo.

(2) In proposito un politico turco del Seicento, Abdul Ghazi, molti secoli dopo dirà che "una vergine con un piatto d'oro poteva girare indisturbata da un angolo all'altro dell'impero".

Documento inserito il: 20/11/2024
  • TAG: Impero mongolo, Gengis Khan, pax mongolica

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