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Evoluzionismo contro creazionismo [ di Yuri Leveratto ]

Oggigiorno non è di moda parlare di Dio. Molti preferiscono dire “la madre natura”, “l’energia del cosmo”, o “l’evoluzione”. Questi termini sono “di moda”. Ma spiegano realmente qual’è l’origine dell’universo, della vita sulla terra e di noi, esseri umani, esseri dotati di coscienza?
La teoria dell’evoluzione è, appunto, una teoria, non scientificamente provata e non dimostrata. Alla base di questa teoria, divulgata da Charles Darwin (1809-1882), c’è l’assurdo concetto della generazione spontanea.
Secondo questa teoria, che oggi viene mostrata come fosse vera in tutte le scuole e università, all’inizio ci fu una grande esplosione, il big bang, il “grande bang”, dalla quale si originarono le galassie, le stelle, il sole e la terra. Per un’incredibile sequenza di casualità si sarebbe originata la vita, dal nulla, dalla materia inerte, e quindi dall’essere unicellulare si sarebbero originati, sempre casualmente, tutti gli animali, fino ad arrivare all’essere umano, che, sarebbe “solo”, un animale più sviluppato, con più intelligenza degli altri.
Dal caos pertanto si sarebbe generato l’ordine, per mezzo della casualità. Ma per la seconda legge della termodinamica esiste una tendenza a passare dall’ordine al disordine, e non viceversa.
Ma cosa c’era prima del big bang? Se assumiamo che c’era della materia, ecco che facciamo un “atto di fede”. Si, fede!
Ma dal nulla non può crearsi la materia per casualità. E’ impossibile. Eppure gli scienziati evoluzionisti sostengono che dal nulla si originò un’immane esplosione, dalla quale a sua volta si “evolvero” le galassie, le stelle, e il nostro sistema solare. Fu il belga George Lemaitre che per primo, propose la teoria del big bang nel 1927. Secondo Lemaitre dall’esplosione iniziale si originarono i protoni, i neutroni e gli elettroni, ma non viene specificato cosa vi era prima dell’esplosione. Vi era forse il tempo, prima dell’esplosione? Non ci è dato saperlo.
E da dove si sarebbe originata la materia che si condensò in un singolo punto? Dal nulla non si può originare qualcosa casualmente. Inoltre, come avrebbe potuto esplodere una quantità di materia se ancora non vi erano gli atomi?
Non fu certo un esplosione atomica, quindi. Inoltre, c’è un’altra tesi a sfavore del big bang: nell’universo non vi è sufficente massa per far pensare che un’esplosione iniziale sia esistita. E’ il famoso problema della massa mancante. Ecco pertanto che la teoria del big bang si accetta come un “atto di fede”, in quanto non è dimostrata nè dimostrabile.
Vi è poi il problema dell’origine della vita. Dalla materia inerte non si può generare vita, in modo casuale. Sono stati fatti degli esperimenti per tentare di dimostrare che, unendo atomi di carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto e quindi aggiungendo scariche elettriche, si potrebbero generare alcune molecole elementari, ma fino ad ora non hanno dato alcun risultato. Sono stati prodotti, (con intervento umano) alcuni aminoacidi, ma non proteine. Ed inoltre il passaggio casuale dalla proteina alla cellula dotata di membrana è improponibile.
Secondo gli evoluzionisti, la vita sarebbe nata dagli elementi inerti prodotti dopo il big bang. Ma questa ipotesi è contraria alla legge della biogenesi di Pasteur, che sostiene che la vita può nascere solo dalla vita, e non dalla materia inerte. Alcuni evoluzionisti sostengono “per fede” che la generazione spontanea sia successa solo una volta, miliardi di anni fa. Ma nessuno di loro ha provato che essa sia avvenuta e nessuno ha spiegato perchè non possa avvenire altre volte.
Il famoso libro di Darwin, il cui titolo completo è: “Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita”, fu pubblicato nel 1859.
Il messaggio centrale del libro di Darwin, che a tutt’oggi non è ancora stato dimostrato scientificamente, è che in seguito a mutazioni casuali, alcuni animali si adattano meglio di altri all’ambiente circostante e, nel corso del tempo, si trasformano, originando nuove specie.
Ma la selezione naturale, ovvero la sopravvivenza del migliore, del più adattato, non produce nuove specie. C’è una grande differenza tra “adattamento”, “mutazione genetica” ed “evoluzione della specie in altre specie con patrimonio genetico diverso”. Fino ad oggi la mutazione genetica è l’unico meccanismo che alcuni scienziati evoluzionisti hanno proposto per arrivare al cambio evolutivo, in pratica per spiegare che dalla singola molecola si è giunti all’essere umano. Ma la mutazione genetica è un evento raro, e non è stato provato che produca nuovo patrimonio genetico.
Vediamo a tale proposito una citazione dello scienziato evoluzionista (non creazionista) Theodosius Dobzhansky: (1)

Il processo di mutazione è l’unica fonte della variabilità genetica e quindi dell’evoluzione…i mutanti che si originano dimostrano però, con rare eccezioni, una involuzione, ossia un peggior adattamento all’ambiente circostante.

Dobzhansky ha passato la propria vita a studiare dei moscerini della frutta, (Drosophila melanogaster), provocando su di essi delle mutazioni genetiche con alcune radiazioni ionizzanti. Alla fine ha ottenuto solamente altri moscerini della frutta, non nuove specie con nuovo e diverso patrimonio genetico, ma gli stessi insetti, e per di più sterili.
Gli assiomi che l’evoluzionista accetta “per fede” sono sette, e nessuno è dimostrato scientificamente:
1-Dalla materia inerte si origina la vita. Generazione spontanea.
2-La generazione spontanea è successa solo una volta.
3-Virus, batteri, piante e animali hanno una radice comune.
4-Dai protozoi si sono originati i metazoi.
5-Vari specie di invertebrati sono inter-relazionate.
6-Dagli invertebrati si sono generati i vertebrati.
7-Tra i vertebrati, dai pesci si sono generati gli anfibi, dagli anfibi i rettili, e dai rettili gli uccelli e i mammiferi.
Di solito si parla della settima, e si ignorano le altre sei, nessuna di esse dimostrata.

Se il settimo punto fosse vero, dovremmo aver rinvenuto un numero enorme di fossili di animali intermedi tra tutte le specie che hanno vissuto sulla terra.
Ma questi fossili, questi “anelli mancanti”, non sono mai stati trovati. In pratica non si è mai trovato un solo fossile che prova il settimo punto. Sono invece stati trovati fossili di animali che hanno subito delle mutazioni, e che si sono adattati a particolari nicchie ambientali, ma all’interno delle specie in esame.
L’archaeopterix, che a lungo è stato mostrato come un rettile-uccello, e quindi come come l’anello mancante tra i due gruppi di animali, altro non era che un uccello, adattato ad una particolare nicchia ambientale.
Ma sono gli stessi scienziati evoluzionisti che affermano che i fossili dei supposti animali di transizione non sono mai stati trovati. Lo stesso Darwin dimostrava di essere confuso in una lettera ad un suo amico scritta nel 1863 (2):

Quando entriamo nei dettagli non possiamo provare che una sola specie è cambiata, inoltre non possiamo provare che i supposti cambi diano dei benefici, che starebbe alla base della teoria. Non possiamo neppure spiegare perchè alcune specie sarebbero càmbiate in altre e altre no.

In altri casi si sono divulgate tesi ambigue a supporto del settimo punto, come per esempio che le balene si siano evolute da mammiferi terrestri che tornarono a vivere nel mare. Si è divulgato che l’antenato comune delle balene sarebbe il pakicetus, ma di questo animale sono stati trovati solo alcuni denti, frammenti di mascella e il teschio di un esemplare adulto, e non le parti lombari e femorali che avrebbero potuto provare lo stato transizionale. Inoltre secondo altri studi i resti del pakicetus trovati sarebbero più giovani di alcune balene normali, percui la tesi della presunta antichità di questo animale cadrebbe.
Nel corso del ventesimo secolo si sono sviluppate molte critiche alla teoria dell’evoluzione, in quanto si è individuato che alla base di questa teoria vi sono alcuni assiomi, non dimostrati scientificamente e quindi essa non è altro che un sistema basato sulla “fede”, allo stesso modo di come lo è il “creazionismo biblico”. Parallelamente però si è sviluppata un’altra teoria, sostenuta da scienziati, chiamata “teoria del disegno intelligente” (3). In pratica, secondo questa teoria, la realtà dell’universo visibile e della vita è spiegabile solo con un intervento inteligente, una “causa prima”. Questi scienziati non definiscono “Dio” la causa prima, ma si riferiscono ad essa senza entrare nei temi teologici o religiosi. Questa teoria non deve essere confusa con l’evoluzionismo teista o “darwinismo cristiano” al quale accennerò più avanti.
La persona che inizialmente diffuse la teoria del “disegno intelligente” è Philip E. Johnson, con il suo libro del 1987 “Darwin sotto processo”. Vi sono altri sostenitori del “disegno inteligente”, come Michael Behe, William Dembski, Jonathan Wells, e Stephen Meyer. In pratica queste persone hanno avanzato delle forti critiche al modello evoluzionista, e hanno dimostrato che esso non è scientifico, ossia non risponde ai criteri di scientificità, come per esempio quelli di una dimostrazione matematica.
Secondo la teoria del disegno intelligente pertanto la realtà naturale che possiamo studiare sarebbe solo ammissibile attraverso l’intervento di un “progettista intelligente”. La maggioranza di loro anche se non si possono definire creazionisti biblici, sono credenti in Dio, e nel Dio del Cristianesimo.
Alcuni cristiani, inoltre, hanno adattato il loro credo iniziale, basato sulla Bibbia, all’evoluzionismo, sviluppando una teoria particolare detta “evoluzionismo teista”, o “darwinismo cristiano”. Secondo questa teoria la creazione non sarebbe uscita dalle mani di Dio interamente compiuta, ma in stato di via verso la sua perfezione ultima. Questo divenire comporta assieme alla comparsa di certi esseri la scomparsa di altri, con le costruzioni della natura, anche le distruzioni. Dio avrebbe creato alcuni esseri iniziali, avrebbe fatto scoccare la scintilla della vita, e da questi esseri iniziali si sarebbero poi sviluppate tutte le creature viventi. In pratica l’evoluzionismo teista è stato inventato per poter “accettare” l’evoluzione ai credenti nella Bibbia, o per adattare il credo evoluzionista nella Bibbia. Infatti secondo la “Genesi” Dio ha creato tutto l’universo, la terra, le piante e gli animali in sei giorni (Genesi 1), mentre secondo il teismo evoluzionista Dio avrebbe creato solo alcuni esseri primordiali, dai quali dopo miliardi di anni si sarebbe evoluto l’uomo. Il teismo evoluzionista è quindi in forte contrasto con la Genesi, che secondo questa teoria dovrebbe essere letta in chiave allegorica.
Vari creazionisti biblici hanno opposto dure critiche alle tesi dei “darwinisti cristiani”. Per esempio Thomas F. Heinze, nel suo libro “Risposte ai miei amici evoluzionisti” ha sostenuto l’interpretazione letterale della Bibbia, e ha contrastato il fatto che Dio abbia avuto bisogno dell’evoluzione per creare l’uomo. Heinze ha fatto notare che in molti passi della Bibbia è scritto chiaramente che Dio ha creato tutti gli esseri viventi e l’uomo, e non ha creato solo alcuni esseri dai quali poi si sarebbero evoluti gli altri. Ha fatto notare che anche nei Vangeli è scritto che Dio ha creato l’uomo (Vangelo di Matteo 19, 4; Vangelo di Marco 10, 6). Un altro creazionista biblico che ha contrastato fortemente le tesi del teismo evoluzionista è il biologo Jobe Martin. Nel suo libro “L’evoluzione di un creazionista”, si oppone nei dettagli le tesi degli evoluzionisti e dei darwinisti cristiani, e spiega alcuni punti controversi della paleontologia da un punto di vista biblico.


Note:
1-On the methods of evolutionary biology and antropology American scientist, 1957 pag.385.
2-Frances Darwin, The life and letters of Charles Darwin (NY Appleton & Co, 1898 Vol.11 pag 210 (Darwin’s letter to G. Benham, may 22, 1863)
3-Science and Policy: Intelligent Design and Peer Review, American Association for the Advancement of Science, 2007
Documento inserito il: 29/09/2015
  • TAG: creazione, teoria darwiniana, big bang, darwinisti cristiani, evoluzione specie, evoluzionismo, creazionismo

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