Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, approfondimenti: 'La Tregua di Natale'. Lettere dal fronte
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'La Tregua di Natale'. Lettere dal fronte

"Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell’oscurità. A quell’ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l’altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce. Non si poteva confondere quell’accento, con il suo timbro roco. Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto, ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea un saluto mai sentito in questa guerra: 'Soldato inglese, soldato inglese, Buon Natale! Buon Natale!'."


Prefazione di Alan Cleaver
Introduzione di Antonio Besana
Traduzione di Alberto Del Bono

Edizioni Lindau, Torino 2014
Pagine 186
Prezzo 14,00 Euro


Prima guerra mondiale, vigilia di Natale 1914.
Senza che nulla fosse stato concordato, i soldati degli opposti schieramenti cessano il fuoco. Si accendono candele, si cantano inni di Natale. Comincia un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinge fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano.
La 'tregua di Natale' fu un atto straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza.
Oggi, a distanza di cento anni e in clima di Avvento, quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione ci commuove e ci interroga:

Un mondo pacifico e solidale è possibile?


Quella che si presenta come una grande storia di Natale, forse uno dei più toccanti eventi natalizi per gli uomini del nostro tempo, è costituita da molte piccole storie che devono essere conservate e narrate di nuovo, oggi. Questi fatti meritano di essere ricordati, o meglio celebrati, come un inno alla speranza. E non c’è modo migliore di farlo che ascoltarne il racconto dalle parole di coloro che, cento anni fa, ne furono protagonisti.

Il volume si presenta come una raccolta di lettere inviate dalle trincee britanniche alle famiglie e agli amici, nelle quali i soldati raccontano degli incredibili eventi dei quali furono testimoni, un bellissimo momento sullo sfondo di una guerra orribile. Le lettere scritte nel 1914, pubblicate dai giornali dell’epoca, trovate e trascritte negli ultimi anni da volontari, rivelano una particolare serie di eventi che si potrebbe definire quasi magica, a tratti bizzarra.

Grazie a una tregua spontanea e non ufficiale, i soldati degli opposti schieramenti si parlarono, si strinsero la mano, si abbracciarono, fu celebrata una messa. La mattina di Natale seppellirono i caduti delle due parti e ci fu una funzione funebre. I soldati fumarono e cantarono insieme, talvolta si scambiarono auguri e doni, capi di vestiario e bottoni delle divise, cibo, tabacco, fotografie degli amici e delle famiglie e ricordi del tempo di pace.

Gli eventi che si sono verificati sul fronte occidentale il 24 dicembre 1914 continuano a stupire e ispirare: la tregua di Natale è un evento ancora poco conosciuto in Italia, ma che rivela la forza sorprendente dell'animo umano capace di trovare speranza e pace nei momenti più terribili e disperati. La speranza più grande è che queste lettere possano ispirare le generazioni future e ricordarci che la pace può essere una scelta più ardua rispetto alla guerra, ma è sempre la scelta migliore.


Dal libro

Che straordinario effetto ha sul mondo il Natale! Pace e buona volontà tra gli uomini, si può capire in tempo di pace, ma tra uomini che per cinque mesi non hanno fatto altro che spararsi e uccidersi è una cosa incredibile. Se non avessi visto con i miei occhi l’effetto del Natale su queste due linee di trincee, non ci avrei mai creduto. I cecchini tedeschi ieri non hanno mai smesso di sparare, per tutto il giorno. E di solito è così. Il fatto è che quando è scesa la notte tutto è cessato. I tedeschi cantavano e gridavano, e noi cantavamo e gridavamo. Ci urlavamo «Buon Natale!» da una parte all’altra. Hanno acceso grandi fuochi lungo tutta la linea, e potevamo vederci chiaramente. Solo poche ore prima dovevamo stare ben attenti a tenere la testa bassa, al di sotto dei parapetti, e adesso ci stavamo seduti sopra, lanciando sigarette e tabacco ai nostri nemici, che passeggiavano sul campo. In alcune zone stavamo a sole 100 iarde da loro, e abbiamo parlato per tutta la notte. Hanno anche proposto di giocare a pallone. Al mio ritorno ti parlerò ancora dell’incredibile trasformazione che è avvenuta all’alba del giorno di Natale. Oggi non è stato sparato un colpo, e la brina è ancora intonsa sul terreno ghiacciato. Un bel cambiamento, dopo la pioggia.

The Newcastle Daily Journal», lunedì 4 gennaio 1915


Boxing Day. Il tuo pacchetto di cioccolata mi ha raggiunto stasera in prima linea, e il contenuto e gli auguri che lo accompagnavano mi hanno davvero rincuorato. Dobbiamo passare sei giorni in trincea, e il clima è veramente invernale. Il giorno di Natale era freddo e grigio e ben diverso da come era stato fino ad allora. Oggi ha nevicato tutto il giorno. Gela spesso, soprattutto verso le 4 o le 5 del mattino. Alzarsi non è male, ma il freddo ghiaccia il fango tutto intorno. Ora ho un turno di quattro ore, devo posizionare le sentinelle e ogni tanto controllare che siano sveglie. Non si può dormire durante il turno, così tra un giro e l’altro gli tiro qualche [illeggibile]. Forse hai già saputo degli avvenimenti del giorno di Natale. È stata la cosa più incredibile del mondo, mescolarsi e intrattenere lunghe conversazioni con il nemico, e non un colpo da entrambe le parti. Mi sono fatto dare un elmetto tedesco, che tenterò di inviare a casa appena torniamo nelle retrovie. Nella mia buca ci dobbiamo stare in due, e se vedessi come devo arrotolarmi e incastrarmi tutte le volte moriresti dal ridere. È la prima volta che vorrei essere alto due piedi e sei pollici, anziché sei piedi e due pollici. Credo che tu abbia sentito le ultime notizie.

The Newcastle Daily Journal», mercoledì 6 gennaio 1915


Avevo cinquanta uomini nel mio plotone prima della battaglia, e alla fine erano rimasti in ventinove. La maggior parte degli altri erano feriti. Tre volte abbiamo dato l’assalto sotto una grandine di piombo. Ci hanno lasciato acquartierati per tre giorni, e poi ancora in trincea per altri quattro. Siamo arrivati il 25 dicembre, mentre voi festeggiavate il Natale io ero in trincea. Sono stati giorni molto diversi, abbiamo passato il Natale in pace invece di continuare a spararci a vicenda. In qualche modo è stato deciso un armistizio, e abbiamo parlato con i tedeschi a metà strada tra le trincee. Questo ha dato a tutti l’opportunità di seppellire i propri morti, che erano rimasti distesi sul campo dal momento dell’attacco. Era così strano parlare con i tedeschi, e qualcuno di loro parlava inglese. Li abbiamo sentiti cantare la notte di Natale, hanno davvero dei bravi cantanti tra le linee. Per il Boxing Day la cosa si è ripetuta, erano di nuovo fuori dalle trincee, e qualcuno di loro ha anche offerto ai nostri cioccolato e sigarette. I nostri quattro giorni sono finiti, e ce ne siamo andati senza che fosse sparato un colpo. Siamo acquartierati in una fattoria per una pausa di quattro giorni, e poi torneremo in trincea, a spararci a vicenda.

The Newcastle Daily Journal, martedì 12 gennaio 1915


Indice dell’opera

5 Prefazione di Alan Cleaver
11 Introduzione di Antonio Besana

LA TREGUA DI NATALE

25 Newcastle
43 Cumbria
53 Lancashire
57 Manchester
61 Lincolnshire
67 Nottinghamshire
69 Warwickshire
79 Staffordshire
85 Leicester
87 Norfolk
93 Northamptonshire
97 Bedfordshire
101 Buckinghamshire
103 Hertfordshire
113 Essex
121 Surrey
127 Kent
129 Hampshire
135 Devon
137 Scozia
157 Galles
159 Irlanda
163 Tregua?
173 Una lettera di origine sconosciuta
177 La lettera del soldato Heat
Documento inserito il: 10/12/2014

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