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Il Pozzo di Giacobbe presenta 'Militia Christi' di Adolf Harnack [ di ]

Il pozzo di Giacobbe per la collana "Il Pellicano" presenta nell'unica edizione italiana il libro di Adolf Harnack "Militia Christi"
La religione cristiana e il ceto militare nei primi tre secoli
Edizione italiana a cura di Sergio Tanzarella
(Titolo originale "Militia Christi: Die christliche Religion und der Soldatenstand in den ersten drei Jahrhunderten", 169 pagine, prezzo 14,90 Euro, 2017)


«Siate forti nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’intera armatura di Dio, affinché possiate resistere agli attacchi astuti del diavolo; […] posizionatevi, i vostri fianchi cinti con la verità, vestiti con la corazza della giustizia e calzati i piedi con l’armamento del Vangelo della pace; soprattutto però armati con lo scudo della fede con il quale potete spegnere tutti i dardi infuocati del malvagio. E prendete l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito che è la Parola di Dio».
Lettera di Paolo agli Efesini
A 13 anni dalla prima edizione, Sergio Tanzarella ripropone la sua curatela – l’unica presente in italiano – di Militia Christi, opera solo apparentemente minore di Adolf Harnack, pubblicata nel 1905. Si tratta in realtà di una vera e propria pietra miliare dell’analisi storica attinente al rapporto tra cristianesimo antico ed esercito, dove si cerca di rispondere a diversi interrogativi, per esempio: come caratteristiche quali disciplina, ubbidienza, organizzazione, addestramento a combattere siano passate dalla mera spiritualizzazione all’emulazione fino alla supina assimilazione; o quanto il cristianesimo abbia finito per disciplinare i battezzati alla stregua di soldati di Cristo orientandone la fede verso una guerra santa.

Il teologo tedesco accenna al nodo irrisolto della violenza di Dio, espressa dal Dio crudele dell’Antico Testamento in contrasto con quello buono dei Vangeli, ma sceglie di centrare il suo studio strettamente sul rapporto tra religione cristiana e professione militare. Paolo di Tarso è il primo a compiere un paragone tra cristiani e soldati e a considerare la vita cristiana come costante battaglia contro la carne e il sangue e contro le forze dei demoni. Ed è alla luce delle Lettere dell’Apostolo che la Patristica successiva sviluppa la questione. Scrittori come Clemente Romano, Clemente Alessandrino, Giustino, Origene, Tertulliano, Eusebio, Cipriano ricorrono, nell’interpretazione biblica, a un possente e vivido allegorismo, che molto attinge dal mondo militare, rivelandolo polo dialettico-speculativo fertilissimo e attendibile. I cristiani sono milites Christi; la condotta del cristiano si accosta appieno a quella del soldato, il cristiano anzi supera il soldato per disciplina perché sorretto dal sacramentum militiae, il giuramento di fedeltà a Cristo, che può condurlo fino alla sfida della morte; gli ideali marziali di ubbidienza e ordine, impermeabili a ogni individualismo, vengono presi a modello per la comunità cristiana; anche i cristiani hanno un esercito, seppure pacifico, formato da orfani, vedove e diseredati; alle vette di tale esercito stanno gli asceti, lontani dai corruttibili affari civili, che combattono con la preghiera, il digiuni, la meditazione, le opere buone, la devozione, la mitezza, la castità e l’astinenza; Cristo diventa imperator, i vescovi, i presbiteri e i diaconi sono duces e la Chiesa è Castra dei.

«Ma – scrive Harnack – anche la sola forma ha la propria logica e le sue necessitates consequentiae. All’inizio impercettibilmente, ma presto sempre più chiaramente, l’elemento bellicoso recepito come simbolo si concreta, e le “armi spirituali” della cavalleria diventano armi terrene. E anche là dove non si arriva fino a questo punto, subentra uno stato d’animo bellicoso che minaccia il modello della mitezza e della pace».

Ecco così che quelli che intendevano essere soltanto dei topoi letterari, avvicinando funestamente due ambiti antitetici, avvalorano il concetto di guerra santa e al contempo giocano un ruolo non secondario nella definitiva cooptazione del potere spirituale da parte di quello temporale, avvenuta con Costantino. L’imperatore che, convertendosi, suggella il combattimento sotto il definitivo segno di Cristo.
Sull’uso e abuso dell’ideologia e simbologia militaresche anche oltre i primi tre secoli, si sofferma Sergio Tanzarella nella densa prefazione, raccontando di pratiche quali le benedizioni della bandiera e delle armi, delle preghiere del fante e del marinaio, di cappellani militari in divisa (o tuta mimetica), di “croci al merito militare” ottenute in campo di battaglia, di omaggi all’eucaristia e al Papa attraverso sfilate di soldatesche – retorica della “religione civile” –, dei monumenti ai “caduti” edificati in ogni dove; tutti emblemi di una fede cristiana che non disdegna le armi bensì ne ammette il ricorso.

«Non ho dubbi – sostiene Tanzarella – che in questa militarizzazione del cristianesimo siamo di fronte ad una ennesima sacralizzazione della violenza in grado di esercitare a pieno le proprie capacità di contagio mimetico, […] la prova del permanere di questo contagio violento abilmente mimetizzato è nell’affermarsi di una spiritualità cristiana bellicosa e aggressiva e nel rifiuto allarmato della nonviolenza evangelica come ispirazione della prassi cristiana».


Adolf Harnack (1851-1930) è stato uno maggiori teologi e storici delle religioni, in particolare dei primi testi dell’epoca cristiana. Nato e cresciuto in Estonia, a Dorpat – dove, il padre, teologo, a sua volta, insegnava all’università –, Harnack terminò i suoi studi a Lipsia, diventando docente del locale ateneo nel 1874.
Sin dai suoi primi anni di ricerca, Harnack maturò una prospettiva critica inedita verso verso la storia dei dogmi che suscitò interesse e scalpore. La sua fu una speculazione “postdogmatica” del tutto nuova, imperniata sulla semplicità del cristianesimo delle origini che prescindeva da qualunque chiesa, teso piuttosto al valore interiore, privato e individuale del regno di Dio, così come insegnato direttamente da Gesù. Era stata l’ellenizzazione a esprimere i sacramenti e a favorire la nascita dell’organizzazione ecclesiastico-giuridica, elementi, questi, estranei e inessenziali alla fede e come tali contestabili dagli stessi cristiani. Le sue opere, tradotte in diverse lingue, costituiscono ancora oggi dei punti fermi nell’ambito degli studi del cristianesimo antico. Oltre a Militia Christi. La religione cristiana e il ceto militare nei primi tre secoli sono disponibili in italiano L’essenza del cristianesimo, Missione e propagazione del cristianesimo nei primi tre secoli, Il cristianesimo e la società, Storia del dogma (compendio), Marcione o il Vangelo del Dio Straniero.
Quando morì per malattia, Harnack era titolare di quattro cattedre di Storia della Chiesa presso le Università di Lipsia, Giessen, Marburgo e Berlino.


Sergio Tanzarella (1959), insegna Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, dove dirige l’Istituto di Storia del Cristianesimo, ed è professore invitato presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Tra le sue pubblicazioni: La purificazione della memoria. Il compito della storia tra oblio e revisionismi (2001), Gli anni difficili. Lorenzo Milani, Tommaso Fiore e le “Esperienze pastorali” (Il Pozzo di Giacobbe, collana “Oi Christianoi”, 2008). È tra i 150 autori chiamati dalla Treccani a compilare i volumi Cristiani d’Italia (2011) e Costantino I (2013). Con Stanisław Adamiak ha scritto Costantino e le sfide del cristianesimo. Tracce su una difficile ricerca (Il Pozzo di Giacobbe, collana “Oi Christianoi”, 2013). è coautore, con Luca Kocci e Valerio Gigante, de La Grande Menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla prima guerra mondiale (Dissensi 2015). Per la nuova collana “Il Pellicano” delle edizioni Il Pozzo di Giacobbe ha curato, insieme agli Amici di Tolstoj, la prima edizione italiana degli scritti di Lev Tolstoj Sulla pazzia del nostro tempo e del mezzo per rinsavire.
Documento inserito il: 21/02/2017

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