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Battaglione Alpini Val Tanaro

Allo scoppio della Grande Guerra, il battaglione alpini Val Tanaro, si trovava a Udine a disposizione del comando Zona Carnia, e con la 201a compagnia distaccata a Bevorchians. Il 15 giugno 1915 si mise in marcia per forca Griffon, dove passò alle dipendenze del comando del settore Fella. Inizialmente i suoi reparti vennero impiegati nel riattamento di mulattiere, nella collocazione di punti di corrispondenza ed in azioni di pattugliamento. Il 25 luglio il Val Tanaro venne trasferito a forca Pradolina, dove si pose alle dipendenze del comando del settore But-Degano, presidiando con la 201a compagnia le trincee situate fra Cuel Mat e forca Predolina, mentre con i reparti rimanenti presidiava la seconda linea difensiva. Il 6 agosto un nuovo trasferimento: il comando e la 204a compagnia raggiunsero Ladusset, mentre la 201a andò a sostare a Cereschiatis. Il periodo che seguì, fu caratterizzato da azioni di fuoco da parte della nostra artiglieria e da brillanti azioni condotte da pattuglie, che portarono alla cattura di prigionieri. Ai primi di novembre, a causa del forte abbassamento delle temperature e per la caduta delle prime nevicate, le operazioni belliche vennero sospese. Nei primi giorni del gennaio 1916, il battaglione Val Tanaro scese per un breve periodo di riposo a Moggio. Il giorno 25 dello stesso mese, la 204a compagnia venne inviata a Sella Prevala, mentre un plotone della 201a raggiunse il Monte Cregnedul. Per uno scorcio di febbraio, il battaglione venne trasferito nella conca di Plezzo, nella quale le nostre truppe stavano conducendo una vittoriosa offensiva tesa a conquistare i principali pilastri della difesa nemica nel settore: Monte Rombon e Monte Cukla. Il 23 febbraio il Val Tanaro era nuovamente a Moggio, ed il 26 dello stesso mese raggiunse per ferrovia Cividale e successivamente Suzid, un piccolo villaggio nei dintorni di Caporetto. Il giorno 29 il battaglione raggiunse quota 1583 del Monte Cukla, dove ripiazzò il battaglione alpini Val d’Ellero. Le sue due compagnie si alternarono in turni di presidio in linea e riposo, mentre si verificarono abbondanti nevicate. Nel mese di marzo, gli alpini scavarono diversi camminamenti che li portarono a ridosso delle linee austriache, che consentivano loro di disturbare il nemico con lanci di bombe a mono e fuoco di fucileria. Tra l’11 ed il 13 di aprile, il Val Tanaro ricevette il cambio dal battaglione alpini San Dalmazzo e le sue compagnie si radunarono a Serpenizza, per trasferirsi poco dopo a Drezenca, a disposizione del comando dei gruppi alpini A e B. Anche in quella località la sosta fu breve: ai primi di maggio, il Val Tanaro ricevette l’ordine di trasferirsi a Kosec e successivamente, nella notte tra il 9 ed il 10 maggio iniziò una marcia di avvicinamento alle balze di Monte Rosso e alla colletta del Monte Nero. Fu proprio sul Monte Rosso che il battaglione Val Tanaro diede inizio ad una lunga serie di scontri vittoriosi, ricchi di episodi eroici. Subito dopo il suo arrivo, il battaglione venne fatto oggetto di un frequente tiro da parte dell’artiglieria nemica, che produsse numerose perdite e molti danni alle posizioni difensive, in particolare sul trincerone degli alpini di Monte Rosso, sulla sua linea di vetta e sulla colletta di Monte Nero. Nel pomeriggio del 16 aprile il tiro nemico raddoppiò d’intensità seguito da un violentissimo fuoco di fucileria. A questa azione fece seguito un tentativo d’avanzata da parte del nemico, subito bloccato dagli alpini e da un grande assalto rovesciatosi su due postazioni situate sulla parte scoscesa del trincerone, la più danneggiata dal bombardamento precedente, nel corso del quale gli austriaci riuscirono a sopraffare i deifensori. Nel contempo, altri reparti nemici tentarono con l’aiuto di piccole scale, di superare i reticolati delimitanti le trincee italiane in un altro settore della linea difensiva. In questo caso gli alpini reagirono prontamente: i posti di guardia ancora efficienti vennero rinforzati ed il fuoco nemico fu subito controbattuto. Il 31 maggio, il comando del Val tanaro e la 204a compagnia si misero in marcia per raggiungere le posizioni sul Monte Pleca, dove il 2 giugno vennero raggiunti dal resto del battaglione; i sui reparti vennero qui impiegati in lavori di rafforzamento della linea difensiva sulla fronte Pleca-Spika. Nei mesi successivi i reparti vennero destinati al bivioPineta, colletta di Monte Nero, frane di Kozliak, colletta Sonza e colletta Piazzi. Ai primi di novembre quasi tutto il Val Tanaro si trovava sul Monte Rosso per il rafforzamento di quelle posizioni. Negli ultimi giorni del 1916 la 201a compagnia si trasferì al Monte Pleca, la 204a a Kozliak e la 205a venne inviata a rafforzare la compagine del battaglione, stabilendosi a Kosec. Durante le prime settimane del gennaio 1917, gli alpini del Val Tanaro risistemarono le strade che conducevano alle postazioni; verso fine mese, riunitosi a Kosec, il battaglione riprese il cammino verso altra zona operativa. Partito il 1° febbraio da San Pietro al Natisone, dopo una breve permanenza a Nimis, raggiunse Tricesimo, e da quella località, per ferrovia, Bassano Veneto, dove sostò fino al 13 marzo, quando le venne ordinato di raggiungere gli altopiani nella zona del Monte Ortigara. Il giorno 17, dopo vari trasferimenti raggiunse la linea valle Agnella-Busa dell’Orco. Qui giunti i reparti vennero impiegati in lavori di rafforzamento delle posizioni difensive. Il nemico nel frattempo, iniziò nascostamente lo scavo di un cunicolo nella neve, intervallato da buche in grado di raccogliere piccoli nuclei di assaltatori. Nella notte del 15 aprile, reparti austriaci vestiti con teli bianchi, per meglio confondersi con la neve circostante, sbucarono improvvisamente da un foro praticato nei pressi di una nostra postazione di mitragliatrici, cercando di giungervi velocemente, appoggiati in questa loro manovra da un violento fuoco di fucileria. La pronta reazione delle vedette alpine e della truppa prontamente accorsa, fece fallire questo tentativo. Dopo aver sventato un’ulteriore tentativo nemico, il 6 maggio il battaglione Val Tanaro, venne trasferito dalla linea di vigilanza a quella di resistenza, caposaldo italiano della Caldiera. Fin dagli inizi della primavera, il Comando Supremo, decise di riprendere l’offensiva interrotta nel 1916 a causa delle nevicate invernali, contro la formidabile testa di ponte avversaria che, dalla Valsugana, attraverso Monte Campigoletti, Monte Chiesa, Monte Forno, Monte Zingarella, Monte Mosciagh, lungo il ciglio sinistro della Val d’Assa, si dirigeva in direzione sud-est verso il Monte Cimone d’Arsiero. Il Val Tanaro, facente parte del I° raggruppamento alpini, l’8 giugno si trasferì a colletta di Campoluzzo dove divenne riserva della colonna destinata all’attacco, che avrebbe avuto come direttrice d’attacco la linea Monte Campigoletti-Roccioni Ponari-Monte Ortigara. Due giorni più tardi, la nostra artiglieria dette inizio ad un terribile fuoco di preparazione che si abbattè sulle retrovie, sui comandi e sui ripari delle fanterie nemiche. Il Monte Chiesa, il Monte Campigoletti ed il Monte Ortigara, vennero coperti da una fitta cortina creata dalle esplosioni dei proiettili; nel pomeriggio del 10 giugno, più di venti battaglioni alpini vennero mandati all’assalto. Mentre il battaglione alpini di riserva Valle Stura rincalzò il battaglione alpini Ceva, il Val Tanaro seguì sulla destra il battaglione alpini Bicocca, del quale costituiva la riserva, giungendo e sostando in località Crocetta. Con l’intensificarsi delle operazioni, la 201a e la 204a compagnia del battaglione vennero inviate verso la Pozza dell’Ortigara, seguite poco dopo dalla 205a. Per le tre compagnie del Val Tanaro, ebbero qui inizio una serie di veloci movimenti e di spostamenti: la 201a venne inviata in rincalzo al battaglione alpini Vestone ai Roccioni Ponari, seguita a breve dal resto del battaglione, che ricevettero l’ordine di prendere contatto con il Vestone e, nel caso fosse stato possibile anche con il Bicocca. La marcia di avvicinamento, venne però interrotta dal fuoco dell’artiglieria nemica, che causò gravissime perdite alle compagnie del battaglione. Con il calare dell’oscurità, la marcia venne ripresa e la 204a compagnia riuscì a entare in contatto con la 201a e successivamente con i battaglioni Vestone e Bicocca, che nel frattempo erano riusciti a superare due linee di reticolati nemici. Contemporaneamente, anche i battaglioni Bassano, Monte Baldo, Monte Clapier e Val d’Ellero, che nella confusione dello scontro si erano frammischiati, avevano sfondato il fronte nemico affermandosi tra quota 2101 e il passo dell’Agnella, mentre il gruppo Stringa era giunto sotto la cima dell’Ortigara. Il giorno 11 le compagnie del battaglione, favorite dalla nebbia che gravava nella zona, vennero impiegate nella costruzione di ripari e nel rafforzamento delle difese. Verso sera il nemico tentò una nuova potente puntata offensiva contro la sinistra dello schieramento degli alpini, venendo nuovamente respinto.Durante la notte del 14, il Val Tanaro si accampò nuovamente nei pressi di colletta di Campoluzzo dove rimase fino al 18, dirigendosi verso la posizione di Pozza dell’Ortigara, entrando a far parte della colonna destinata all’attacco del costone Ponari-Ortigara. Nella mattinata del 19, riprese l’offensiva italiana: dopo un bombardamento tambureggiate di preparazione, da quota 2101 partirono per l’assalto i battaglioni alpini Monte Saccarello, Val d’Arroscia, Mondovì Ceva, Monte Mercantour, mentre dai Ponari partì l’attacco del Val Tanaro. L6rsquo;assalto avvenne in modo concentrico partendo da nord, da quota 2101 verso il costone risalente a quota 2105; dal centro della Pozza dell’Agnelizza punta verso quota 2105, mentre da sud passando per i solchi dei Ponari, puntava nuovamente alla vetta. Con slancio irrefrenabile i battaglioni si lanciarono contro il nemico, conquistando la vetta dell’Ortigara in meno di un’ora. Il Val Tanaro, raggiunta la vetta dei Ponari, ricevette l’ordine di dirigersi verso la destra, dove venne coinvolto nei combattimenti per la conquista delle quote 2101 e 2105. Occupò quindi la linea temporaneamente lasciata da altri reparti in seguito al micidiale fuoco delle mitragliatrici nemiche rafforzandola. Il 21 giugno venne rilevato dal Val d’Arroscia: scese quindi nel valloncino della Baita, giungendo il giorno seguente a Busa Fonda di Moline, dove procedette al riordinamento dei suoi reparti stremati dalle continue azioni e decimati dal fuoco nemico. Il giorno 25, gli austro-ungarici, con l’utilizzo di nuovi battaglioni d6Rsquo;assalto dotati di lanciafiamme e con l’impiego dei gas asfissianti, dopo un pesante bombambardamento di preparazione, riuscirono ad accerchiare i battaglioni alpini Verona, Val d’Arroscia, Bicocca ed il battaglione bersaglieri che difendevano la vetta dell’Ortigara. Il Val Tanaro a seguito di questi fatti, venne inviato alla Crocetta, seguendo poi il battaglione Ceva ai Ponari. Unitamente alla 1a comapgnia di quel battaglione, costituì la seconda ondata di attacco verso quota 2105, essendo la prima costituita dai battaglioni alpini Val Stura, Monte Baldo e da un battaglione del 10° reggimento fanteria. Non potendo i fanti del 10° avanzare ulteriormente a causa del fuoco nemico, il Val tanaro lo rincalzò progressivamente con piccole squadre. Poco tempodopo, respinto dagli austriaci ripiegò sul valloncino della Baita, dove il battaglione Val Tanaro si arresta, si riorganizza e ritorna ad occupare le posizioni precedenti. Il giorno 26 si portò a colletta Campoluzzo, ed il 30 andò ad occupare la linea di resistenza quota 1912-selletta Campoluzzo.Durante la seconda metà dell’anno, il battaglione venne imiegato soprattutto in lavori di rafforzamento delle posizioni e nel pattugliamento del territorio, cambiando spesso destinazione. Il 19 luglio rilevato dal battaglione Bassanosi diresse prima a Osteria alla Barricata e quindi a Tezze; venne poi destinato al settore Astico, per raggiungere il quale partì il giorno 26 da Primolano alla volta di Thiene, proseguendo poi per Cogollo, dove operò alle dipendenze del 7° gruppo alpini. Infine, tra il giorno 11 ed il 14 ottobre andòa sostituire sulla linea Monte Caviogio-Redentore-Cason Brusà-Roccioni, il battaglione Ceva. Agli inizi del 1918, dopo una sosta di un mese e mezzo a Maglio di Caltrano, il 5 marzo passò alle dipendenze dell’11° gruppo alpini ed il giorno 11 dello stesso mese diede il cambio al III battaglione del 38° reggimento fanteria e ad una parte del battaglione alpini Val Cenischia nalla seconda linea difensiva Monte Solarolo-quota 1672-val Calcino. Restò nella zona solo qualche giorno, dopodichè, il giorno 27 venne inviato sulle pendici est del Monte Valderoa a sostituire il battaglione alpini Monte Pasubio. Il 16 aprile il Val Tanaro si riunì a Paderno d’Asolo, passando poi quasi tutto il mese di maggio tra Liedolo e valle Scura; il 29 venne trasportato a Ponte di Legno. Da questa località il 10 giugno raggiunse le posizioni di seconda linea della conca di Montozzo-Cima Sorti-Taiadisso, dove venne impiegato nella costruzione di una teleferica. Il 18 giugno riprese la propria marcia per Premadio, dove andò a costituire la riserva della 75a divisione, distaccando le proprie compagnie a San Niccolò, Pradaccio, Sughet e Lago Negro. Verso la fine di ottobre, il Val Tanaro si diresse su Vobarno, dove giunse il 30 ottobre. Il 2 novembre, mentre si trovava a Storo, ricevette l’ordine di raggiungere il ponte di Publega, in Val Chiese, per mettersi a disposizione della III Brigata bersaglieri. Appena giunto, ebbe inizio l’attacco ai forti nemici di Lardaro. Tra i paesi di Creto e Por, il plotone d’assalto del battaglione, superò in velocità il 18° reggimento bersaglieri, e incurante del fuoco nemico proveniente dal forte austriaco di Lardaro giunse per primo in paese e a Roncone, portando lo scompiglio tra i reparti nemici che stavano retrocedendo al di là di Tione. Verso sera tutto il battaglione giunse nella località, oltrepassandola di circa un chilometro e collocando i propri reparti verso la Val Rendena. Il mattino del 4 novembre si formò una colonna composta dai battaglioni Val Maira, Val Tanaro, due compagnie di mitragliatrici e alcuni pezzi d’ artiglieria, che preceduta da un reparto celere, puntò su Madonna di Campiglio, in Val di Sole. Il reparto avanzato giunse oltre il campo Carlo Magno nel momento della cessazione delle ostilità, fermandosi la sera a Malè, mentre il resto della colonna sostò per il pernottamento tra Fodojaz e Madonna di Campiglio, dopo aver catturato numerosi prigionieri e molto materiale bellico e logistico.


Nell'immagine, il tenete del Battaglione Alpini Val Tanaro Guido Poli, caduto nel giugno 1917 sul Monte Ortigara e decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria.
Documento inserito il: 28/12/2014

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