Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, approfondimenti: Gladiatores e agone sportivo armi ed armature dell’Impero Romano
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Gladiatores e agone sportivo armi ed armature dell’Impero Romano

Lo Stadio di Domiziano, l’area archeologica situata sotto Piazza Navona recuperata dopo anni di restauro e recentemente aperta al pubblico, presenta dal dal 25 settembre 2014 al 30 marzo 2015, la mostra a cura dell'Arch. Silvano Mattesini “Gladiatores e Agone Sportivo - Armi e Armature dell’Impero Romano”.


Promossa ed organizzata dallo Stadio di Domiziano, l’esposizione si pone come un ‘viaggio’ emozionante ed avvincente nella gladiatura, una delle più caratteristiche e affermate espressioni della cultura di Roma antica.

La collezione ricostruita dall’Arch. Silvano Mattesini (Associazione Archeos) è ora integrata nel sistema espositivo dell'area archeologica. Unica nel suo genere, la raccolta comprende corazze, elmi, spade, scudi, schinieri, cinture, cingula e maniche di protezione: circa 350 esemplari.

Ordinata in sei diverse sezioni, l’esposizione che sviluppa il filone dell’archeologia sperimentale ripercorre la storia dell’armamento gladiatorio dal IV secolo a.C. fino all’inizio del II secolo d.C., illustrandone le diverse tipologie e seguendone l’evoluzione.
Accanto alle armi e alle armature anche tutti gli accessori utilizzati nell’agone sportivo: dai guantoni alle lance, dalle loriche da auriga ai dischi da lancio, dagli strumenti musicali dell’epoca alle maschere tragiche.

Da non perdere lungo il percorso l’armamento da parata di un personaggio della gens Flavia; gli elmi da cerimonia della caserma gladiatoria di Pompei; gli elmi da Mirmillone e da Hoplomachus e la tipologia di armamento dell’esercito romano, tanto influenzato proprio dalle esperienze gladiatorie.

Al centro della scena, chiaramente, il gladiatore la cui figura subì nei secoli un grande cambiamento: da semplice guerriero catturato dai soldati romani in battaglia a vero e proprio professionista, famoso come una ‘celeb’ di oggi.
I giochi gladiatori divennero, infatti, un fenomeno così popolare e remunerativo che attrassero non solo uomini liberi ma anche donne, nobili romani, senatori e, anche, imperatori.
L’esposizione permette di scoprire, inoltre, le varie classi di gladiatori: dai Thraeces riconoscibili dalla loro spada ricurva agli Hoplomachi provvisti di alti schinieri; dai Sagittarii equipaggiati di archi e frecce agli Equites con lancia e spade; dai Retiarii muniti di rete e tridente ai Venatores in lotta contro le fiere; dai Provocatores armati alla maniera militare ai Mirmillones, la classe più comune di gladiatori.
E per dare ai visitatori un’idea precisa di come si svolgevano gli scontri reali, in grandi vetrine saranno rappresentate le “coppie” di combattimento, quelle che, secondo regole ben precise, si affrontavano tra di loro nell’arena: Thraex contro Mirmillone, Mirmillone contro Hoplomachus, Provocator contro Provocator…

Il ritorno dei gladiatori allo Stadio Domiziano ha un doppio significato: vuole ricordare che i gladiatori hanno combattuto non solo al Colosseo ma anche in questo stadio e che le regole gladiatorie furono codificate stabilmente proprio dall’Imperatore Domiziano dopo trecento anni di gestione privata” afferma Matteo Tamburella, Responsabile dello Stadio Domiziano.


LO STADIO DI DOMIZIANO

Edificato nell’86 d.C. dall’Imperatore Domiziano (81-96 d.C.) nei pressi di Campo Marzio, lo stadio è stato il primo edificio in muratura creato nell’antica Roma per le gare di atletica.
Rivestito di stucco modanato con la facciata e i pilastri interni dell’ambulacro in travertino, e riccamente decorato da statue, lo stadio era lungo 275 metri e largo 106.
Costruzione derivata dal tipo greco, lo stadio accoglieva sulle sue gradinate sino a 30.000 spettatori (il Colosseo ne ospitava 50/60.000) che potevano assistere alle gare di corsa, lotta, pugilato, salto, lancio del disco e del giavellotto.
Essendo uno stadio e non un circo non presentava carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo.
Nello Stadio di Domiziano tutta l’arena centrale, in terra battuta, era lasciata libera per consentire lo svolgimento delle gare.
Alessandro Severo nel II secolo fece restaurare la struttura che rimase in funzione sino al V. A partire dall’VIII, su di essa sorsero oratori e, nel XIII, vi furono edificate case e torri.
Papa Innocenzo X, nel XVII secolo, volle trasformare il grande spazio in una piazza monumentale in stile barocco, Piazza Navona, realizzando, dove un tempo erano i gradoni, eleganti chiese e palazzi e lasciando libera tutta l’area centrale dove un tempo era situata la pista.


IL RECUPERO DELLO STADIO DI DOMIZIANO

Le rovine dello Stadio di Domiziano costituiscono uno dei monumenti più rappresentativi della Roma imperiale.
Situate a circa 4,5 metri dal piano stradale, in un’area compresa tra piazza Navona, piazza di Tor Sanguigna e via di Tor Sanguigna, sono venute alla luce in più riprese nel 1868, 1869, 1933-34, nel 1936-38 e nel 1949-50.
Le più cospicue, relative all’emiciclo, riemersero negli anni 1936-38, negli scavi eseguiti sotto la direzione di Antonio Maria Colini, in occasione dell’apertura di Corso Rinascimento.
Mai aperta al pubblico con continuità e chiusa per anni dopo il crollo del lucernaio e di blocchi di intonaco, l’area è stata oggetto negli ultimi anni di un’importante operazione di recupero.
Artefice della rinascita del suggestivo sito archeologico la società privata MKT21 srl del Gruppo Markonet che, dopo aver vinto la gara bandita nel 2010 dalla Sovrintendenza Comunale ai Beni Culturali di Roma, è partita con un importante progetto di restauro e valorizzazione costato più di un milione e mezzo di euro.
Grazie agli interventi eseguiti è oggi possibile ridiscendere nel cuore antico di Roma e scoprire le imponenti strutture della curva nord.
Si possono così ammirare le arcate sui pilastri dell’ingresso, gli ordini superiori dei gradoni dove sedeva il pubblico durante le gare, i muri radiali in laterizio, i tanti frammenti marmorei e i camminamenti delle diverse stanze probabilmente destinate a negozi.
Nel corso dei lavori, si è provveduto anche ad ammodernare il lucernaio e a musealizzare il sito montando pannelli espositivi.
E’ stato anche realizzato un video che permette di rivivere le gare anticamente svolte nello stadio e che illustra la trasformazione dell’area nei secoli.
Sono stati, inoltre, creati un bookshop, una mediateca e un percorso per disabili.
La riapertura del sito ha dato il via ad un inedito esperimento: è la prima volta che un’area archeologica di Roma viene data in concessione ad una società privata che, nel caso specifico, la avrà in gestione per nove anni.


La mostra sarà aperta al pubblico nei seguenti orari:
da Lunedì a Giovedì e Domenica dalle 10 alle 19;
Venerdì dalle 10 alle 22;
Sabato dalle 10 alle 20.

Prezzo del biglietto: 8 euro intero, 6 euro ridotto.

Informazioni e prenotazioni:
Tel. +39 06.45686101
Cell +39 06.45686100
e-mail: ufficiostampa@stadiodomiziano.comDocumento inserito il: 03/11/2014
  • TAG: roma, stadio domiziano, gladiatores, agone sportivo, armi, armature, impero romano, associazione archeos, sistema espositivo, area archeologica, sei sezioni
  • http://www.stadiodomiziano.com

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