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Convegno a Milano: Sokol, Penna e Pugnale. La Legione Cecoslovacca [ di ]

Milano, 6 aprile 2017
nella “Sala dei Comandanti” del Centro Documentale dell'Esercito, in via Vincenzo Monti, 59, si terrà il convegno

Sokol, Penna e Pugnale. La Legione Cecoslovacca


PROGRAMMA

ore 9,30
Benvenuto e saluti delle Autorità
Presentazione della giornata di studi

Moderatore:
Prof. Gastone Breccia, docente università di Pavia

relatori:
Prof. Gianluca Pastori, docente dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Il congresso di Roma sulle nazionalità apprese dell’Austria-Ungheria

Dott. Sergio Tazzer, giornalista e Presidente CedoS Grande Guerra
La Legione cecoslovacca

Dott. Jozef Špànik, Consigliere presso l’ambasciata della Repubblica Ceca
Masaryk e l’idea della Cecoslovacchia

Col. a. ter. (par.) Cristiano Maria Dechigi , Capo dell'ufficio Storico - V reparto affari Generali - dello Stato Maggiore dell'esercito
Legionari, soldati in Italia e nella nuova Cecoslovacchia

Ten. Col. (R) Vincenzo Ciaraffa, scrittore e ricercatore
Lombardia e legionari, una storia da approfondire

ore 12,30
Chiusura lavori e saluti finali


Il 21 aprile 1918 a Roma il presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando, il ministro della Guerra Vittorio Italo Zupelli, ed il colonnello Milan Rastislav Štefánik, in rappresentanza del Consiglio nazionale cecoslovacco, firmarono la convenzione che dava vita in Italia alla Legione Cecoslovacca, che ricevette solennemente la bandiera di guerra all’Altare della Patria il 24 maggio successivo.
Si trattava di volontari, gran parte prigionieri di guerra del campo della Certosa di Padula, inviati per l’addestramento a Foligno ed in altri centri dell’Umbria.
Per disposizione dello Stato Maggiore, ai legionari vennero riconosciuti due simboli di valore dell’esercito: il cappello alpino ed il pugnale degli arditi. Sul cappello, al posto dell’aquila, i legionari cucirono il falco, il sokol, lo stesso che dava il nome alla storica associazione sportiva, culturale e politica fondata a Praga da Myroslav Tirš e Jindřich Fügner. I legionari in Italia vestivano l’uniforme italiana e portavano mostrine biancorosse, i colori nazionali cecoslovacchi, senza stellette.
Furono inviati al fronte, dove combatterono in valore soprattutto a Fossalta di Piave ed al Doss Alto, consci che – qualora catturati – rischiavano il capestro (o la fucilazione dove la corda mancava). Ciò accadde in molti casi: a Conegliano, a Collalto, ad Oderzo, a Piavon, a San Stino di Livenza, a San Donà di Piave, ad Arco, a Riva del Garda. Banditi per l’Austria- Ungheria, eroi per il movimento di indipendenza nazionale dei cechi e degli slovacchi.
Alla fine del conflitto, al comando del generale Luigi Piccione, ritornarono nella patria finalmente libera ed indipendente – la Cecoslovacchia nata il 28 ottobre 1918 – per difenderne i confini, a sud dagli ungheresi, a nord dai polacchi. Štefánik, ministro della Guerra della nuova repubblica, ritornando in patria a bordo di un aereo italiano, morì nel Caproni precipitato in fase di atterraggio nei pressi di Bratislava.
Documento inserito il: 10/02/2017
  • TAG: prima guerra mondiale, legione cecoslovacca, convegno, cedos, fronte italiano

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