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Il restauro degli stalli del coro ligneo del tempietto longobardo di Cividale (UD) [ di ]

UN PROGETTO CONDIVISO

IL CANTIERE-LABORATORIO APRE AL PUBBLICO
CON VISITE GUIDATE


E’ partito, con il primo lotto, un complesso intervento di restauro che riguarda uno dei gioielli di Cividale del Friuli, Città Unesco dal 2011: il Tempietto longobardo. Nel contempo un’iniziativa inedita: il laboratorio di restauro apre al pubblico con una serie di visite guidate.

Un progetto estremamente condiviso quello del restauro degli stalli trecenteschi del coro ligneo del Tempietto longobardo di Cividale, uno dei più preziosi arredi liturgici medievali conservati in Friuli Venezia Giulia, il cui ultimo intervento conservativo risale ad oltre un secolo fa.
Condiviso nelle modalità dalle Istituzioni - Soprintendenza, Segretariato regionale, Polo museale e Comune - e condiviso, nella possibilità di fruizione, anche con i cittadini e i visitatori tutti.
Partita nel corso dell’estate 2016, la complessa operazione ha previsto innanzitutto l’allestimento del cantiere di restauro in un luogo vicino al Tempietto, messo a disposizione dall’Amministrazione comunale per tutta la durata dell’intervento: la Chiesa di San Giovanni, situata, come il Tempietto, nel complesso monastico di Santa Maria in Valle. Per facilitare le operazioni di spostamento all’interno del cantiere, sono stati costruiti idonei supporti mobili in grado di accogliere le parti costitutive degli stalli.

Di seguito è iniziata la parte più delicata dell’intervento, ovvero lo smontaggio della volta trabeata a carena e delle singole sezioni degli scanni.
Gli stalli, dalla loro costruzione e collocazione, non avevano mai abbandonato l’aula del Tempietto. Lo smontaggio integrale è stata sicuramente un’operazione impegnativa, ma foriera dei risultati meno attesi, come il ritrovamento delle policromie superstiti negli intagli.
Con lo spostamento nel Cantiere-laboratorio è iniziato il minuzioso lavoro di restauro, pulitura e risanamento del legno, realizzato a mano, centimetro dopo centimetro, costantemente sostenuto dall’impiego di strumentazioni e tecnologie che, come ad esempio l’utilizzo in fase preliminare del rilievo geometrico laser in 3D, permettono di orientare la metodologia di restauro applicata dai restauratori.
Già visibile grazie ad un sistema di schermatura trasparente, dal prossimo 20 marzo il Cantiere-Laboratorio aprirà eccezionalmente al pubblico con una serie di visite guidate: i preziosi manufatti potranno essere osservati da vicino ed i visitatori potranno essere messi a conoscenza delle modalità che definiscono l’elaborato processo di pulitura e risanamento a cui saranno sottoposti.

Di grande importanza nel processo di recupero e restauro anche l’utilizzo nel sistema di illuminazione della tecnologia LED con lampade adeguatamente filtrate per rimuovere radiazioni infrarosso e raggi ultravioletti affinché la luce non danneggi i materiali che potrebbero risultare sensibili a determinate lunghezze d’onda.
Il sistema, fornito gratuitamente dalla “Ditta Reggiani Spa Illuminazione” in qualità di sostenitore dell’intervento, risulta, infatti, quello più adatto, in ogni fase di lavoro, a difendere e valorizzare i beni culturali e anche a permetterne la piena fruizione da parte del pubblico.

Il Progetto di restauro è stato interamente finanziato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, ai sensi e per gli effetti del D.L. n.91 del 8 agosto 2013, convertito in legge il 7 ottobre 2013. I fondi sono stati assegnati al Segretariato regionale del FVG che, per il tramite della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del FVG, ha progettato il primo lotto di intervento comprendente, in via generale, una prima fase diagnostica, i test preliminari di pulitura, l’allestimento del laboratorio-cantiere, la predisposizione delle strutture lignee ausiliarie per supportare provvisoriamente gli stalli, le operazioni di movimentazione e trasporto ed, infine, l’intervento di pulitura.
Nella programmazione ordinaria 2017 è stata, invece, richiesta la somma necessaria a ultimare l’intervento, con un secondo lotto dedicato alla parte estetica e alla realizzazione di un sistema agile e veloce di montaggio/smontaggio degli stalli, imprescindibile in un territorio considerato a rischio sismico.

Diverse sono le figure professionali coinvolte in questo complesso intervento: la Direzione dei lavori è affidata ad Elisabetta Francescutti, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza, le funzioni di direttore tecnico sono svolte dal restauratore Angelo Pizzolongo del Polo museale del Friuli Venezia Giulia mentre responsabile unico del procedimento è Rossella Scopas Sommer, funzionario storico dell’arte del Segretariato regionale per il Friuli Venezia Giulia.
Esecutrice dei lavori è la Ditta “Tecnica e restauro del legno” di Giuseppe Murtas, la cui perizia nel restauro di manufatti lignei è conosciuta e apprezzata in tutto il Triveneto, grazie a importanti interventi come il restauro degli stalli lignei di Marco Cozzi della chiesa dei Santi Giuseppe e Pantaleone di Spilimbergo, quelli di San Daniele, Bressa di Campoformido, oltre ai numerosissimi soffitti lignei decorati della città di Udine e provincia e manufatti storico artisti come l'altare ligneo seicentesco della chiesa di San Nicolò di Forgaria nel Friuli, quello della pieve di Madonna di Rosa di Camino al Tagliamento. Ha collaborato con la Soprintendenza del Friuli al recupero strutturale del Polittico di Aquileia di Pellegrino da San Daniele e alla ricostruzione della capsa dell'altare di Paluzza di Antonio Tironi.

“Il caso esemplare di questo intervento di restauro – afferma il Soprintendente Corrado Azzollini - dimostra ancora una volta che, quando fra gli enti pubblici chiamati ad operare insieme si instaura un clima di accordo e di condivisione degli obiettivi, i risultati per il territorio non tardano ad arrivare. Qui si è riusciti a trasformare il potenziale disagio di un restauro in corso nella possibilità, davvero unica, offerta ai visitatori per ammirare ancor meglio le opere d’arte. Dobbiamo esserne tutti orgogliosi.”

“La costante e significativa crescita delle presenze turistiche in Città – afferma il Sindaco Stefano Balloch - indica che il percorso da tempo intrapreso nella direzione della valorizzazione del preziosissimo patrimonio storico e artistico di Cividale è quello giusto e che gli investimenti attuati in ambito culturale hanno contribuito a consolidare un ruolo di sempre maggiore rilievo nel panorama delle città d’arte e di cultura nella nostra Regione, ma anche oltre i confini di questa.
Il 2017 sarà un anno ancora molto importante, che vedrà svilupparsi, e in alcuni casi arrivare a compimento, progetti culturali di grande rilevanza.
Tra questi, particolarmente importante sarà l’avvio di una nuova stagione per il Monastero di Santa Maria in Valle e per il suo gioiello, il Tempietto Longobardo.
Gli straordinari interventi di restauro, particolarmente delicati e impegnativi, riporteranno all’originale splendore gli stalli del coro ligneo del Tempietto.
Determinante l’impegno e l’intervento delle istituzioni, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Ministero dell’economia e delle finanze, al Segretariato regionale del FVG, alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del FVG, che hanno reso concreto l’ambizioso progetto di restauro di questo bene straordinario”.


Aperto per restauro: visite guidate al cantiere

L’eccezionalità dell’intera operazione ha sicuramente il suo fulcro nella realizzazione di un laboratorio-cantiere visibile al pubblico attraverso una schermatura trasparente che permette di osservare in ogni momento le operazioni in corso senza intralciare le lavorazioni.
Grazie ad un accordo di valorizzazione sottoscritto con il Comune di Cividale del Friuli, dalla seconda metà del mese di marzo 2017 e sulla base di un calendario prestabilito, sarà, inoltre, possibile visitare il cantiere al suo interno, superando anche le barriere invisibili.
Gruppi di 15 persone potranno accedere alla zona perimetrata e, accompagnati dal personale tecnico scientifico della Soprintendenza e dal restauratore Giuseppe Murtas, conoscere tutti i segreti del prezioso manufatto, ammirarne la policromia e gli intagli, vedere da vicino lo scranno della Badessa della Torre, scoprire gli animali fantastici che lo ornano.
La prenotazione delle visite, che saranno gratuite e avranno una durata di circa 45 minuti, è obbligatoria.

Il calendario delle visite:
20 marzo; 3 aprile; 21 aprile; 5 maggio; 15 maggio; 5 giugno; 19 giugno

Orari e modalità di prenotazione saranno presto consultabili sul sito della Soprintendenza citato a fondo pagina.
Documento inserito il: 03/03/2017

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