Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, approfondimenti: Il piacere della lettura. All’ombra di Marcel Proust e di John Ruskin
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Il piacere della lettura. All’ombra di Marcel Proust e di John Ruskin [ di ]

Recensione di Davide Arecco


Pasquale Petrucci non è solo uno dei più grandi studiosi italiani di bibliografia, ma anche di cultura libraria e letteraria. Già il suo precedente studio – l’imponente e dottissimo La competenza bibliografica. La scienza della trasmissione del testo, pubblicato, da Il Mulino di Bologna, nel 2023 – si segnalava come un luminoso faro per la ricerca, sviluppando (e combinando) l’approccio alla bibliografia di Auerbach, la linguistica di Chomsky ed il riesame epistemologico della scienza moderna di Kuhn, sino a delineare in forma sistemistica, utilizzando gli strumenti della semiotica e della logica combinatoria, una vera e propria grammatica dell’investigazione letteraria, analizzando i processi di passaggio dalla forma manoscritta del testo alla sua edizione a stampa. Un capolavoro di analisi e al contempo di metodologia.
Questa nuova fatica dell’Autore è un saggio di luminosa bellezza critica, sorretto da un stile molto elegante e da una scrittura rivolta ad indagare e ripercorrere letture proustiane. L’opera trae la sua origine anche dai libri che, in Francia ed altrove, hanno riscoperto e celebrato il centenario della morte di Marcel Proust (1871-1922), e raccoglie altresì la presenza letteraria di John Ruskin (1819-1900) – alfiere del decadentismo anglo-britannico, storico dell’architettura gotica e prosatore tra i più sublimi dell’Ottocento (si rileggano le sue Mattinate fiorentine, riedite, a Milano, da Rizzoli, nel 1991) – in quell’autentica ed intramontabile opera-cattedrale, ad ogni lettura e rilettura densa e di spunti e di stimoli, che è naturalmente, di Proust, la Recherche. Petrucci ritrova nel grande scrittore francese il richiamo, perennemente vivo, dell’opera pittorica, faro del suo immaginario narrativo, ed in Ruskin la solennità dell’arte medievale ed una mai sopita monumentalità veneziana (le Stones of Venice stampate per la prima volta fra il 1851 e il 1853).
Petrucci raffigura in questo suo eccellente libro più universi letterari dai mille rimandi, ne indaga e origine e significati, sotto le insegne di una sempre indispensabile intertestualità. Il suo è uno studio sulla scrittura e sulla lettura, congiuntamente, alla ricerca di Proust e, a ritroso, verso Ruskin. Le arti decorative (Gallerie del Louvre, pitture che esaltano la bellezza) sono investigate nella prima parte del volume, centrata sulla Parigi del secondo Ottocento, all’ombra della Terza Repubblica e sino alle grandi Esposizioni universali: mélanges di intermittente modernità, fra musica, mecenatismo e salotti letterari. La Francia della Belle Epoque - detto altrimenti - rivissuta e ripensata. La seconda parte dell’opera di Petrucci è, sin dal titolo, “dalla parte di Proust” (giocando qui, chiaramente, sul libro capolavoro con protagonista Swann), ritrovando, nel romanziere parigino, una scrittura dalla pronunciata valenza artistico-pittorica, nonché un’architettura letteraria dai pochissimi eguali. Di Proust, Petrucci incontra nella sua brillante analisi – davvero a trecentosessanta gradi – i personaggi e le loro ombre (pp. 201 e segg.): un teatro della memoria, che si spinge giustamente sino a istituire un parallelo con l’itinerario di Huysmans, l’autore di A rebours e Là-bas, che resta, con Baudelaire e Gautier, il maggiore antesignano dell’estetismo europeo. La terza parte del libro muove, infine, “in direzione di Ruskin” e della sua “religione della bellezza”, di Notre Dame, di Turner, di Dante Gabriel Rossetti e dei preraffaelliti. Petrucci ritrova in Ruskin la presenza di Tiziano e Veronese, in una pittura che è sacra e profana insieme. Altrettanto interessante è l’epilogo del libro – un libro, tra l’altro, che è magnifico anche sul piano del corredo iconografico-illustrativo – rivolto a tracciare un profilo nuovo del “buon lettore”, la cui coscienza, una coscienza “estesa” ed amplificata, ha la sua dimora proprio nella lettura.
Il libro di Petrucci, di profondità davvero inesauribile, è di quelli da leggere assolutamente: l’analisi proustiana dell’anima e del tempo, la storia del mondo attraverso i tre libri di Ruskin (delle azioni delle nazioni, delle loro parole e dell’arte, con l’ultima a troneggiare) e numerosi altri collegamenti concorrono a comporre un grande quadro della letteratura anglo-francese tra XIX e XX secolo.


Autore: Pasquale Petrucci
Bologna, Il Mulino, 2024
Pagine: 351
Prezzo: € 35,00
ISBN 978-88-15-39098-1
Documento inserito il: 09/12/2024
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