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Wanted Cinema presenta FIUME O MORTE! [ di ]

Regia e sceneggiatura: Igor Bezinović
Fotografia: Gregor Božič
Montaggio: Hrvoslava Brkušić
Suono: Andrea Blasetig, Ana Jurčić
Musiche originali: Giovanni Maier, Hrvoje Nikšić
Produzione: Erica Barbiani, Videomante, Restart, Nosorogi
Documentario, Italia, Croazia, Slovenia, 2025 (112’)


ABSTRACT
Nel 1919 il poeta italiano, dandy e predicatore di guerra Gabriele D’Annunzio occupa la città di Fiume. Oggi i cittadini della ex Fiume, attualmente Rijeka, raccontano, ricostruiscono e reinterpretano la bizzarra storia dei 16 mesi di occupazione della loro città in un viaggio cinematografico brutale ma fieramente punk.


SINOSSI
Le voci degli abitanti della Fiume contemporanea ci conducono attraverso uno degli eventi storici più interessanti e meno esplorati del Novecento: i sedici mesi dell’occupazione di Fiume da parte del poeta Gabriele d’Annunzio e dei suoi legionari.
Fiume o morte! è una docufiction che ricostruisce le vicende del dominio di Gabriele D'Annunzio su Fiume. Originario di Fiume, il regista ha voluto esplorare e riscoprire le parti meno conosciute della storia della città di oltre un secolo fa, mostrando quei contrasti (meno conosciuti della visione del mondo dannunziana) tra il regime rigido e corporativista e alcune delle idee avanguardiste, libertine e anarchiche che proclamava.


LA STORIA IN SCENA
All'indomani della Grande Guerra, le idee politiche del Vate sembravano poter plasmare una nuova Reggenza, ma contribuirono invece a modellare il movimento fascista con bandiere nere, saluti romani e teste di aquile. Componendo in modo originale straordinarie immagini d’archivio dell’epoca e reenactment che vedono come protagonisti gli attuali abitanti della città, il regista fiumano Igor Bezinović fa rivivere nello spazio pubblico della moderna Rijeka un periodo in cui la cittadina croata ha vissuto una trasformazione inaspettata.


LO STILE DEL FILM
Il film documenta con accuratezza e una buona dose di ironia una grande rappresentazione popolare degli abitanti di Rijeka, la ex Fiume, che riportano in scena una pagina oscura della propria storia in una sorta di esorcismo collettivo.
Dalla grande entrata di D'Annunzio in un'auto decappottabile rossa fino ai sanguinosi scontri sulle strade di Fiume, vediamo figure storiche e momenti cruciali della politica mondiale in dialogo con prospettive e punti di vista contemporanei.
“Fiume o morte!” è un film sul tema del nazionalismo, del militarismo e della leadership. È un lungometraggio documentario che attinge a elementi finzionali per raccontare quanto la memoria sia inaffidabile, la realtà una costruzione sociale e il presente una chiave fondamentale per comprendere il futuro.


NOTE DI REGIA
Ho iniziato a immaginare “Fiume o morte!” nel 2015, il che significa che questa idea mi accompagna da quasi dieci anni. Ho 41 anni e ho cominciato a lavorarci quando ne avevo 31. Oggi, i miei pensieri, le mie emozioni e le mie esperienze hanno preso forma in un film di 112 minuti, che non vedo l’ora di presentare al mondo.
Realizzando questo film, volevo conoscere meglio il passato della mia città natale, Rijeka/Fiume, ma anche comprendere il suo stato attuale da una nuova prospettiva. Durante questo percorso, ho incontrato centinaia di concittadini che hanno voluto partecipare al film, sia davanti che dietro la macchina da presa. Ho conosciuto autisti, politici, netturbini, archivisti, portieri, cuochi, musicisti, professori, traduttori e camerieri, ognuno con idee su come avrebbe dovuto essere questo film. Ho anche dialogato con storici di vario tipo, da quelli che vedevano D’Annunzio come una versione più folle di Mussolini a quelli che lo consideravano il Che Guevara italiano.
Oltre a incontrare nuove persone, ho letto migliaia di pagine su D’Annunzio a Fiume e, facendo ciò, non ho solo raccolto fatti, ma ho anche formato le mie idee politiche.
Un’idea, tuttavia, è rimasta chiara fin dall’inizio: un sentimento espresso in un pamphlet politico pubblicato a Fiume nel 1922, poco dopo la partenza di D’Annunzio: “Viva Fiume libera e indipendente da qualsiasi tipo di soccorritori, liberatori e protettori!”
Ho realizzato questo film insieme ai miei concittadini e per i miei concittadini, costruendo una narrazione cronologica che, spero, potremo raccontare alle nuove generazioni. Spero anche che il nostro film aiuti il pubblico fuori da Rijeka a riflettere su quanto conoscono la storia della propria città natale e su come queste storie vengono ricordate e tramandate.
In un saggio meno noto del 1960, Pier Paolo Pasolini definì l’occupazione di Fiume da parte di D’Annunzio una “pagliacciata narcisistica”: D’Annunzio vedeva Fiume come un terreno di gioco personale, un luogo dove poteva sperimentare e mettere in pratica ogni suo capriccio. Con questo film ho voluto mantenere l’idea di D’Annunzio di Rijeka/Fiume come un terreno di gioco, ma questa volta sono i cittadini di Rijeka a giocare.


IL REGISTA
Igor Bezinović è nato a Rijeka, che oggi fa parte della Croazia, ma che all'epoca apparteneva alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, e prima ancora in parte al Regno d’Italia e in parte al Regno di Jugoslavia, prima ancora allo Stato Libero di Fiume, e prima ancora alla Reggenza Italiana del Carnaro, e ancora prima all’Impero Austro-Ungarico.
Tra i suoi film The Blockade (Premio Oktavijan per il miglior documentario croato nel 2012), Veruda (Premio Oktavijan per il miglior documentario croato nel 2015) e A Brief Excursion (Premio Big Golden Arena per il miglior lungometraggio croato nel 2017), oltre a numerosi cortometraggi di ogni genere e forma. Le sue opere sono state presentate a livello internazionale. Maggiori informazioni su: www.igorbezinovic.net


APPROFONDIMENTO STORICO

Quando la Storia diventa un gioco di specchi: “Fiume o morte!” di Igor Bezinović
a cura di Mariana E. Califano

Immaginate di raccontare una delle pagine più controverse della storia italiana a chi non ne sa nulla. Meglio ancora: immaginate di farlo proprio nel luogo dove tutto è accaduto, ma dove oggi quella storia sembra essere scivolata via come acqua sul marmo. È questa la sfida che Igor Bezinović raccoglie con il suo sorprendente “Fiume o morte!”, una docu-fiction che riesce nell’impresa di farci ri-pensare all’avventura dannunziana con occhi nuovi e mente aperta.
Non aspettatevi costumi d’epoca sfarzosi o attori in pose drammatiche: Bezinović sceglie una strada del tutto diversa. Mette in scena la storia dell’Impresa di Fiume attraverso i volti e le voci degli abitanti di oggi, lasciandoli parlare nel loro dialetto fiumano, creando un effetto straniante che funziona alla perfezione. È come se passato e presente dialogassero di continuo creando alcuni cortocircuiti illuminanti e a tratti esilaranti.
La vera magia del film sta proprio qui: nel modo in cui trasforma quello che poteva essere l’ennesimo polveroso documentario storico in qualcosa di vivo e pulsante. E non pensiate che questo significhi sacrificare il rigore storico sull’altare dell’intrattenimento. Grazie alla consulenza dello storico Federico Carlo Simonelli, esperto di D’Annunzio e ricercatore al Vittoriale, ogni dettaglio è accuratamente verificato, eppure è come se la storia venisse raccontata al bar, tra un caffè, una risata e una divagazione filosofica.
Uno degli aspetti più affascinanti emerge quando il film esplora il modo in cui gli attuali abitanti di Fiume vedano (o meglio, non vedano) la figura di D’Annunzio. È qui che si apre uno scenario quasi surreale: mentre in Italia il Vate continua a essere celebrato come un gigante della cultura, a Fiume il suo nome suscita per lo più alzate di spalle e sguardi perplessi. È come se due universi paralleli si incontrassero, rivelando quanto la memoria storica possa essere selettiva e influenzata dalle narrazioni nazionali.
Bezinović fa qualcosa di ancora più intelligente: invece di cedere alla tentazione di una messa in scena patinata (come ha fatto, per esempio, Joe Wright con la sua serie “M - Il figlio del secolo”), mantiene un approccio quasi spartano che però risulta molto efficace. È come se ci dicesse: “Guardate la storia per quello che è, senza filtri e senza abbellimenti”.
Particolarmente brillante è l’analisi della “macchina comunicativa” dannunziana. Attraverso documenti fotografici dell’epoca, il film ci mostra come molte delle strategie del “poeta soldato” abbiano anticipato quelle del fascismo. Un tema che risuona in modo inquietante oggi, mentre assistiamo a tentativi di riscrittura della storia da parte di diverse forze politiche europee.
“Fiume o morte!” è come una di quelle conversazioni brillanti che ti capita di fare con qualcuno che sa rendere la storia più avvincente di qualsiasi fiction. È un film che ti fa ridere e pensare, che ti diverte e ti inquieta, che ti fa vedere il passato con occhi nuovi e ti fa riflettere sul presente. È la dimostrazione che si può fare un documentario storico che non annoia mai, che rispetta i fatti ma sa anche come renderli avvincenti.
In un’epoca in cui troppo spesso la storia viene banalizzata o strumentalizzata, questo film ci ricorda che c’è un modo per raccontarla che è insieme rigoroso e coinvolgente, serio e giocoso, profondo e accessibile. Ed è proprio questo equilibrio magistrale a rendere “Fiume o morte!” un’opera che merita di essere vista e discussa.


Wanted Cinema è una etichetta di distribuzione fondata nel 2014, che nel giro di pochi anni è diventata un punto di riferimento nel mercato cinematografico italiano, proponendosi con una linea editoriale molto chiara: un cinema di ricerca e "ricercato", per un pubblico che si aspetta non soltanto divertimento, ma anche pensiero, stimolo, dibattito, sorpresa, approfondimento. Un catalogo di oltre 150 titoli, tra film e documentari, vincitori nei principali festival nazionali e internazionali: premi del pubblico, della critica e con ottimi riscontri al Box Office. Il catalogo Wanted è consultabile al seguente link: https://www.wantedcinema.eu/it/discover Documento inserito il: 01/02/2025
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