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Da Costantino alla vittoria del Cristianesimo

La tetrarchia ideata da Diocleziano raggiunse il suo scopo di rendere più sicure le frontiere dell’Impero, ma non riuscì ad eliminare le lotte per la successione al trono. Alla morte di Costanzo Cloro, uno dei due cesari, avvenuta nel 306 d.C., le legioni di stanza in Britannia proclamarono nuovo Imperatore d’Occidente suo figlio Costantino, contravvenendo in questo modo alla scelta del padre che aveva scelto come suo successore Massenzio. In seguito a ciò sorsero infiniti contrasti che terminarono solo nel 312, quando Costantino sconfisse Massenzio alle porte di Roma nella battaglia del ponte Milvio, divenendo a tutti gli effetti l’Imperatore d’Occidente. Come primo atto di governo abolì la tetrarchia e operò diverse riforme nel settore amministrativo, militare e monetario. La sua fama fu legata soprattutto al rapporto che egli ebbe con il Cristianesimo. Convinto che quella dottrina costituisse una forma di potenza della quale si dovesse tener conto, favorì la sua crescita in maniera tale, che il Cristianesimo divenne in breve tempo la più importante religione dell’Impero. Secondo la tradizione, mentre Costantino si preparava ad affrontare la campagna contro Massenzio ebbe una visione: le apparve una croce che recava inciso il motto in hoc signo vinces che tradotto significa in questo segno vincerai. In un sogno successivo consigliò l’Imperatore di far fabbricare un labaro recante al suo interno in monogramma del Cristo. Pur non attribuendo valore storico a questa tradizione, questa manifestazione apertamente cristiana all’interno di un esercito formato in maggioranza da pagani, dimostra l’interesse che l’Imperatore provava nei confronti della nuova religione, che stava riscuotendo sempre più consensi anche all’interno dell’aristocrazia e che disponeva di un’organizzazione gerarchica che avrebbe potuto esserle utile. Costantino iniziò quindi un dialogo con le gerachie ecclesiastiche che, nel 313 a Milano, con l’appoggio dell’Imperatore d’Oriente Licinio, portò alla pubblicazione di un editto di tolleranza, nel quale si concedeva ai Cristiani il diritto di esercitare liberamente il proprio culto in tutti i territori dell’Impero, ordinando inoltre che venissero restituiti alla Chiesa tutti i beni che le erano stati confiscati. Costantino cercò in diverse occasioni di tutelare l’unità della Chiesa quando al suo interno scoppiavano dissidi dovuti ad una diversa interpretazione della dottrina di Gesù. La più grave di queste controversie ebbe origine per un’ opera di un prete di Alesandria d’Egitto, Ario, che rifiutava di credere alla divinità di Cristo. Questa sua teoria venne bollata dalla Chiesa come un’eresia. Per discutere dell’argomento, Costantino convocò e presiedette personalmente un concilio ecumenico nel quale erano presenti tutti i vescovi e che si tenne nel 325 a Nicea, nella provincia della Bitinia in Asia Minore. Al termine del concilio la dottrina ariana venne condannata e bandita; nella stessa occasione venne composto anche ilcredo, noto anche come simbolo di Niceache divenne la professione di fede per tutti Cristiani. L’editto di Milano venne seguito da altri decreti imperiali con i quali veniva concessa ai sacerdoti Cristiani l’esenzione dalle tasse, come già accadeva per i sacerdoti pagani; veniva istituito per le chiese il diritto d’asilo ed inoltre veniva loro permesso di accettare lasciti e donazioni. Un’altra disposizione prevedeva severe punizioni per quel padrone che per qualsiasi motivo avesse ucciso uno schiavo; un’altro decreto vietava la separazione di famiglie composte da schiavi in caso di cambiamento di proprietà. Mentre nell’Impero d’Occidente Costantino appoggiava ormai apertamente il Cristianesimo, nell'Impero d’Oriente Licinio sosteneva nello stesso modo il paganesimo e aveva lanciato una nuova serie di persecuzioni contro la Chiesa. Questa situazione sfociò in uno scontro aperto tra i due Imperatori, che culminò con la vittoria di Costantino. Licinio, sconfitto, venne dapprima esiliato ed in seguito condannato a morte. In tale modo, Costantino rimase l’unico imperatore. All’epoca di Costantino l’Impero si trovava in una situazione caotica: la debole difesa dei confini aveva permesso alle tribù barbariche di insediarsi all’interno delle frontiere; le popolazioni delle province e di Roma stessa si trovavano in una situazione di estrema povertà a causa delle eccessive tasse imposte da Diocleziano e neccessarie al mantenimento dell’esercito e dell’apparato burocratico statale. Dilagante era anche il brigantaggio a cui era dedita una grande massa di disperati. In tutto questo disordine, si inziò a guardare alla Chiesa come all’unica organizzazione in grado di assicurare una certa protezione; in diverse occasioni infatti, i vescovi avevano difeso i più deboli dalle prepotenze esercitate dai governatori. Soprattutto il vescovo di Roma, iniziò ad acquistare importanza e prestigio sostituendosi più volte all’autorità statale, in particolar modo dopo che Costantino aveva trasferito la capitale dell’Impero da Roma a Bisanzio. Questa città era stata scelta per la sua particolare posizione strategica. Inaugurata nel 330, Costantino la ingrandì e la arricchì di numerosi edifici pubblici e, in onore dell’Imperatore, cambiò il proprio nome in Costantinopoli. Egli morì nel 337 dopo aver ricevuto il battesimo sul letto di morte; la sua figura venne esaltata dai Cristiani e divinizzata dai pagani. Dopo la sua morte l’Impero perse per un certo periodo la propria unità, che però riacquistò sotto il suo successore Giuliano che regnò del 361 al 378 e che venne soprannominato l’Apostata per il suo tentativo di ripristinare la religione pagana. Verso la fine del IV secolo l’Imperatore Teodosio, che governò dal 378 al 395, con l’editto di Tessalonica, nel 380 proclamò il Cristianesimo religione ufficiale dell’Impero. Già dopo l’editto di Milano, i Cristiani pensarono a costruire luoghi di culto fuori dalle catacombe, dove fino ad allora svolgevano le proprie cerimonie religiose. Vennero edificate le prime chiese, costruzioni dotate di vasti locali e adatte alle riunioni in comune. Per la loro costruzione venne presa a modello la basilica, un grande edificio a pianta rettangolare nel quale veniva amministrata la giustizia. Inizialmente le chiese vennero costruite in luoghi dove si era consumato il martirio di un santo. Al tempo di Costantino vennero erette le basiliche di San Pietro, San Paolo e San Giovanni; in epoca successiva quella di Santa Maria Maggiore.


Nell'immagine, l'imperatore Costantino. Sotto il suo regno venne emanato l'editto di tolleranza, che consentiva ai cristiani di praticare liberamente il proprio credo.
Documento inserito il: 20/12/2014

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