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2013‐2014: Giubileo Eucaristico straordinario per Orvieto e Bolsena [ di Marco Sciarra ]

Vuole la tradizione che nel 1263 un prete boemo che nutriva dei dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia, durante la celebrazione della messa nella chiesa di Santa Cristina a Bolsena, abbia visto uscire del sangue dall’ostia che aveva in mano, macchiando il sottostante corporale di lino.
Papa Urbano IV volle che le reliquie del prodigio fossero subito portate ad Orvieto, dove aveva fissato la sua residenza, e solo un anno dopo, l’11 agosto 1264, con la promulgazione della Bolla «Transiturus de hoc mundo» istituì proprio ad Orvieto la solennità del «Corpus et Sanguis Domini», estendendo a tutta la cristianità una festa già celebrata nella sola diocesi di Liegi, di cui era stato arcidiacono.
Quell’evento fu straordinario per molti motivi, in primo luogo perché in quella occasione il papa concesse la remissione dei peccati a tutti coloro che si fossero recati ad Orvieto per far visita alle reliquie del miracolo di Bolsena, e poi perché diede finalmente lo sprone per realizzare il Duomo, essendo la vecchia cattedrale orvietana di Santa Maria Prisca praticamente inservibile (erano anni che vi pascolavano le pecore all’interno).
Su incarico diretto del papa, inoltre, San Tommaso d’Aquino, che allora si trovava ad Orvieto presso il convento di San Domenico, compose gli inni per la festa del Corpus Domini, tra cui il celeberrimo «Pange Lingua», le cui strofe finali, note come «Tantum Ergo» vengono ancora cantate ogni giorno in centinaia di chiese in tutto il mondo in occasione dell’adorazione eucaristica.
La attuale chiesa di San Domenico conserva ancora la cattedra di San Tommaso e il crocifisso ligneo che, secondo la tradizione, parlò al santo congratulandosi per aver composto quegli inni.
Nel 1337, poi, il vescovo orvietano Beltramo Monaldeschi commissionò all’orafo senese Ugolino di Vieri uno splendido reliquiario per custodire il Sacro Corporale e i resti dell’Ostia del miracolo eucaristico. Il corteo storico che apre ogni anno la solenne processione religiosa del Corpus Domini vuole riproporre lo sfarzo delle autorità trecentesche con cui la città accolse l’arrivo del reliquiario.
Il preziosissimo capolavoro di argento e smalti è ancora oggi conservato nella cappella che fu costruita tra il 1350 e il 1361 nel braccio sinistro della crociera del Duomo e che, tra il 1357 e il 1364, fu interamente decorata, sotto la guida di Ugolino di Prete Ilario, con le vicende del miracolo di Bolsena e di altri importanti prodigi eucaristici ed episodi della storia della Salvezza.
Originariamente il reliquiario era conservato all’interno del tabernacolo marmoreo che sovrasta l’altare maggiore, che fu dichiarato «privilegiato in perpetuo» da Papa Gregorio XIII nel 1577; tale privilegio, poi abolito dalla Chiesa, consisteva nel riconoscere una riduzione di 800 anni alla permanenza in Purgatorio delle anime per le quali venisse celebrata una messa su quell’altare.
Anche Bolsena ha le sue reliquie del miracolo: le Sacre Pietre macchiate del sangue, custodite nel reliquiario dell’orvietano Maurizio Ravelli. In 750 anni le reliquie orvietane e bolsenesi si sono riunite soltanto una volta: per il Corpus Domini del 2004, per volere dell’amatissimo vescovo emerito Giovanni Scanavino.
Per il biennio 2013‐2014, in cui ricorrono i 750 anni del miracolo di Bolsena e dell’istituzione del Corpus Domini, è stato concesso dal Santo Padre il Giubileo Eucaristico straordinario per il Duomo di Orvieto e per la Basilica di Santa Cristina di Bolsena.
Un’occasione unica per unire, alla possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria, l’opportunità di entrare nel vissuto e nelle tradizioni di due città di grande storia e di un territorio da vivere sia con l’anima che con tutti e cinque i sensi.

Documento inserito il: 22/12/2014
  • TAG: giubileo eucaristico, orvieto, bolsena, papa urbano IV, tommaso d aquino, pange lingua, tantum ergo

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