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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Diciottesima puntata

di Alberto Sigona


IL BASSO MEDIOEVO


La rinascita dell'anno Mille

La popolazione attorno all’anno 1000, dopo secoli di carestie, guerre, inclemenze climatiche ed epidemie, tornò ad aumentare. Di conseguenza si registrò un grande sviluppo agricolo, indotto da nuove tecniche di coltivazione (grazie in primis a delle invenzioni rivoluzionarie come l’aratro pesante a ruote, il collare a spalla, ed alla diffusione di attrezzi in ferro) e da innovativi sistemi di concimazione ed irrigazione. Un altro grande cambiamento in agricoltura fu l'adozione di una forma di avvicendamento triennale delle colture che consentiva uno sfruttamento più intensivo dei terreni (all'epoca, in assenza di concimi chimici, i campi dopo il raccolto venivano lasciati a riposo affinché recuperassero le sostanze nutritive). Furono inventati anche i mulini ad acqua, che si rivelarono una grande fonte d'energia per la produzione di beni di massa: oltre per la macinazione del grano, iniziarono ad essere utilizzati come frantoi per olive, per pompare acqua, per la follatura nella lavorazione dei tessuti, ecc.... Tali innovazioni favorirono a loro volta l'aumento del tenore di vita e lo sviluppo dei commerci internazionali (che ebbero un incremento anche grazie al declino della pirateria araba, che per decenni aveva reso pressoché impraticabili diverse rotte): l'uomo si spinse così verso rotte commerciali fino ad allora inesplorate. La città medievale, che nel frattempo tornò a ripopolarsi, divenne pian piano il regno dei mercanti e degli artigiani, che, come vedremo, col tempo avrebbero giocato un ruolo fondamentale nell'emancipazione della civiltà cittadina (specialmente in Italia). Fra le città italiane che in quel periodo iniziarono a risplendere ricordiamo quelle marinare di Genova, Amalfi, Pisa e soprattutto Venezia (destinata a secoli di grandezza, divenendo una delle maggiori potenze commerciali ed economiche europee, arrivando ad occupare gli attuali territori di Albania, Cipro, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia). Esse dovevano il loro splendore economico alla loro posizione geografica, che, in un'epoca priva di strade praticabili, in cui l'unico modo per compiere lunghi viaggi era via mare, le avrebbe favorite enormemente nei traffici commerciali internazionali (il commercio a distanza fu agevolato anche dal progresso della navigazione, indotto dall'evoluzione delle navi e da varie invenzioni come la bussola, uno strumento che si rivelerà ben presto indispensabile per l'individuazione esatta dei punti cardinali ai fini dell'orientamento(1)).


L'Età Comunale

L'incremento demografico dell'anno Mille portò alla formazione di nuovi centri urbani e alla rinascita di quelli esistenti. Col tempo la città tornò a essere, come nell'antichità, il centro propulsore della società civile. La nuova classe sociale emergente composta da artigiani e mercanti (ovvero la classe borghese, cioè coloro che, non essendo nobili, traevano la propria prosperità dall'esercizio di arti o mestieri) caratterizzò la nuova urbanizzazione. Fu grazie a queste figure (a cui vanno aggiunti i feudatari minori che cercavano di sottrarsi ai vincoli verso i grandi feudatari, e contadini inurbati in seguito all'eccedenza di manodopera nei campi), alle quali più tardi si sarebbe affiancata quella del banchiere, che la società andò incontro ad una emancipazione sociale ed economica senza precedenti. La proprietà terriera non era l’unica forma e fonte di ricchezza e finalmente un uomo poteva svincolarsi dal proprio status di nascita, non essendo più costretto a svolgere lo stesso mestiere dei padri. Per difendere i propri interessi, esprimendo l'emancipazione dalla soggezione feudale, alcuni gruppi di questi ceti emergenti (oltre alle figure già citate cominciarono timidamente a farsi largo in città anche nobili, giudici e notai) iniziarono ad unirsi in associazioni, e col tempo all’interno delle città sarebbero nati i cosiddetti Comuni, ovvero istituzioni politiche(2) che, assumendo la forma di vere e proprie “città-stato”, a partire dall'Italia settentrionale(3), dal XI secolo in poi sopperirono al vuoto di potere che negli ultimi decenni si era venuto a creare, sostituendosi pian piano alle figure dei vescovi e dei grandi feudatari (ponendo sotto il proprio controllo le campagne circostanti), fino a rendersi indipendenti persino dall’Imperatore (in Italia dal 1183, dopo la Pace di Costanza stipulata con Federico Barbarossa(4) che difatti sancì la fine della sottomissione, seppur formale, del Regno d'Italia medievale – che in effetti con l'avvento dei Comuni aveva già cessato di esistere(5) - all'Impero Germanico).
Le città progressivamente svilupparono un modello di governo municipale, con una divisione dei poteri volta a garantire diritti e doveri delle comunità, dandosi leggi e magistrati, amministrando la giustizia, coniando moneta, imponendo tributi, chiamando i cittadini alle armi... I primi magistrati dei Comuni furono i Consoli (da 2 a 20 a seconda delle città), inizialmente scelti fra gli appartenenti alle famiglie nobili venute a risiedere in città (generalmente per sottrarsi all'invadenza di feudatari troppo potenti), di solito investiti del supremo potere esecutivo, giudiziario e del comando militare in caso di guerra, nonché della responsabilità per l'ordine interno; duravano in carica un anno o poco più ed erano assistiti da Consigli Maggiori (o Minori) composti da un certo numero di cittadini (nel primo caso nell'ordine di una o anche più centinaia di partecipanti; nel secondo nell'ordine di una decina di membri, scelti in genere tra le famiglie più ricche e influenti della città) che in genere avevano il potere di legiferare. Consoli e membri dei Consigli venivano eletti da una sorta di parlamento, in genere denominato Arengo, un'assemblea generale (di solito formata solo dalla popolazione maschile che prestava servizio militare) dove sovente le cittadinanze si riunivano per deliberare su varie questioni d'importante interesse generale. In seguito alla figura del Console si sostituì quella del Podestà, un magistrato forestiero che offriva maggiori garanzie d’imparzialità all’amministrazione della giustizia. Un ruolo cardine nello sviluppo comunale lo ebbero le Arti(6) e le Corporazioni, associazioni che tutelavano gli interessi ed i diritti di tutti coloro che svolgevano la stessa attività, fornendo assistenza di vario genere ai propri affiliati (soprattutto aiuti finanziari) ed imponendo regole comuni come la determinazione dei salari, dei prezzi, degli orari di lavoro; col tempo però avrebbero allargato il proprio raggio d'azione sino a diventare i pilastri dell'organizzazione politica e sociale del Comune (occupandosi ad esempio della costruzione di opere pubbliche, della manutenzione di strade, dell'ordine pubblico, ecc...), arrivando in molti casi ad occupare posti di rilievo nella “governance” istituzionale(7).
Il processo che aveva portato gli abitanti delle città a rivendicare un'autonomia sempre maggiore si avviò anche nelle campagne e diede origine a una nuova forma di comunità agricola, definita “Comune rustico”. Innanzitutto i contadini aspiravano ad alleggerire il carico delle tasse e delle altre imposizioni signorili. Oltre gli aspetti economici le rivendicazioni riguardavano anche l'allargamento della libertà personale, con la richiesta di cancellare le giornate di lavoro gratuito sulle terre signorili e di ridurre gli affitti per la terra. Queste pressioni per una maggior libertà si accompagnavano alla richiesta di poter liberamente disporre della terra, affinché venisse riconosciuto il diritto di venderla, di acquistarla o lasciarla in eredità.
Durante il Basso Medioevo alcuni Comuni italiani, come Venezia, Milano e Firenze, furono protagonisti di una straordinaria espansione urbana (erano le metropoli del tempo) e divennero delle vere e proprie potenze mondiali, mentre Roma, un tempo “caput mundi”, ormai perdeva lo smalto degli anni fulgidi.
Intanto nascevano le prime scuole laiche(8) (fino ad allora la cultura quasi esclusivamente albergava in ambito ecclesiastico e nelle corti più rinomate) che assecondavano le necessità dei nuovi ceti borghesi di prepararsi alla conduzione degli affari ed alla vita pratica; poi col tempo queste si sarebbero trasformate in Università (la prima fu a Bologna verso il 1090), ovvero associazioni libere di studenti e professori dedite ad istruire ed a diffondere il sapere come non mai.


Nell'immagine, l'Italia nell'anno 1000.


Note:


(1) In tempi remoti la navigazione si basava sull'osservazione di punti di riferimento quali il Sole, la Luna e le stelle, per determinare le coordinate geografiche della posizione dell'osservatore (navigazione astronomica).

(2) Al chiuso e ormai statico mondo feudale, basato sui valori della proprietà terriera e della guerra e su un'economia di tipo curtense, si va così contrapponendo il dinamismo della città, con la sua forza operosa, con il suo desiderio di lavoro e di guadagno e con l’aspirazione a esercitare direttamente tutte quelle funzioni amministrative e politiche che erano state fino a quel momento una prerogativa del vescovo o del feudatario. I Comuni nascono come fieri difensori della propria libertà, essi però non garantiscono a tutti i cittadini un'uguaglianza giuridica, in quanto lasciano sussistere profonde differenze di classe.

(3) In seguito si sarebbero diffusi anche nel resto d'Europa, con modalità e tempi differenti (fra cui Germania, Spagna, Francia, Fiandre e Inghilterra). In Italia i principali erano: Torino, Chieri, Asti, Alba, Savigliano, Tortona, Pesaro, Alessandria, Vercelli, Novara, Pavia, Lodi, Como, Bergamo, Brescia, Cremona, Crema, Milano, Mantova, Verona, Vicenza, Treviso, Padova, Bobbio, Piacenza, Parma, Prato, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Firenze, Pisa, Siena, Lucca, Ancona, Perugia, Orvieto, Celano.

(4) I predecessori di Federico Barbarossa adottarono per un certo periodo un atteggiamento di indifferenza nei confronti delle questioni dell'Italia settentrionale. Federico Barbarossa, invece, ripudiò la politica dei suoi predecessori tentando di ristabilire il potere imperiale sui comuni del Nord Italia. Ma mal gliene incolse nella Battaglia di Legnano.

(5) Per quasi tutto il Basso Medioevo i sovrani di Germania (dell'Impero) continuarono a essere eletti Re d'Italia. Formalmente il Regno d'Italia decadde solamente con la dissolvimento del Sacro Romano Impero G. e venne sostituito per alcuni anni dal Regno d'Italia di Napoleone (il quale si era già fatto incoronare nel 1805 considerando ormai collassato l'Impero).

(6)Le più importanti Arti (chiamate Arti Maggiori) erano quelle Tessili, ma anche quelle dei mercanti, banchieri, professionisti (medici, avvocati..)

(7)Con l'avvento prima delle Signorie e poi dell'Assolutismo le corporazioni perderanno ogni ruolo politico, mantenendo però quello economico.

(8) Le scuole laiche preparavano soprattutto alla conduzione degli affari della nascente borghesia (mercanti in primis).


Documento inserito il: 03/10/2024
  • TAG: basso medio evo, comuni, corporazioni

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