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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Ventitreesima puntata

di Alberto Sigona


L'epoca delle Signorie cittadine

Nei paragrafi precedenti ci siamo occupati dell'Epoca Comunale, che contraddistinse i primi secoli del Basso Medioevo, specie in Italia. L'istituzione comunale entrò in crisi tra la fine del XII e l'inizio del XIV secolo. All'origine di questa crisi si collocano i contrasti sociali che finirono col logorare progressivamente la tenuta delle antiche magistrature comunali. Fra le lotte più note, che contribuirono a velocizzare la morte del Comune medievale, vi fu quella fra Guelfi (sostenitori del Papa) e Ghibellini (sostenitori dell’Imperatore). Nel corso del Trecento nella maggior parte delle città italiane il potere passò dalle istituzioni comunali nelle mani dei Signori (spesso erano gli stessi organismi comunali, esasperati dalle lotte interne, ad affidarvisi spontaneamente), che si preoccuparono di riportare ordine in seno al Comune, dando vita alla Signoria cittadina (da non confondere con la Signoria feudale che riguardava il potere del Signore sui feudi di campagna). Sviluppatasi a partire dal conferimento di cariche podestarili o popolari ai capi delle famiglie preminenti, con potere quasi assoluto e durata spesso vitalizia (ricordiamo che in Epoca Comunale il potere era affidato a magistrati eletti che rimanevano in carica per un breve periodo determinato), essa in tal modo rispondeva all'esigenza di un governo stabile e forte che ponesse termine all'endemica instabilità istituzionale ed ai violenti conflitti politici e sociali. Col tempo i signori più forti e ricchi riuscirono a ottenere la facoltà di designare il proprio successore, dando così inizio a vere dinastie signorili. Un importante momento di rafforzamento di tali Signorie avverrà con la legittimazione da parte dell'Imperatore (o di altri poteri sovrani, come il Papa), che arriverà a concedere, spesso dietro forti compensi da parte dei Signori, svariati Titoli, come quelli di Vicario imperiale o di Duca.(1) La Signoria (vedi nota a piè di pagina)(2) rappresentò un momento fondamentale di transizione verso la formazione dello Stato moderno. Iniziava, infatti, il processo di specializzazione e di accentramento delle varie funzioni del potere: diplomazia, amministrazione burocratica, prelievo fiscale, ecc.... In Italia l'evoluzione dello Stato signorile porterà più tardi alla formazione dello Stato regionale (per esempio Milano con la Lombardia, Venezia con il Veneto, Firenze con quasi tutta la Toscana)(3). Tale formazione territoriale determinò la nascita di una pluralità di centri di produzione economica, artistica e culturale ma creò una dannosa frammentazione del territorio italiano esponendolo così a future invasioni straniere.


Le mutazioni culturali

Frattanto in ambito culturale il latino (lingua dei dotti) fu pian piano affiancato e sostituito dalle lingue volgari, ovvero parlate dal volgo, che assursero lentamente a dignità letteraria (il processo di maturazione del volgare raggiungerà l'apice nel Rinascimento; il latino sopravviverà come lingua internazionale per i letterati e gli scienziati fino al 1800 circa, quindi verrà soppiantato in questo ruolo dal francese e dal tedesco e, in epoca più recente, dall'inglese), in primis grazie alla Divina Commedia - ritenuta da alcuni il più grande capolavoro della letteratura di tutti i tempi - ultimata nel 1321 da Dante Alighieri(4), scritta interamente in dialetto fiorentino. Inoltre alla poesia andrà pian piano ad affiancarsi la prosa, anche grazie all’emergere di tanti letterati di una certa caratura - come Francesco Petrarca (1304-1374)(5) - che avrebbero posto le basi per la nascita della moderna corrente letteraria Umanesimo (che trasse ispirazione dai classici greci), fautrice di una ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico (sviluppando uno spirito critico che si sganciava dai canoni medievali) in luogo di quella chiave teocentrica che sin lì l'aveva fatta da padrone (e che aveva influenzato persino Dante), per quello che all'epoca rappresentò un'emancipazione radicale, un vero spartiacque con la cultura del passato. Sempre in quel periodo fece un salto di qualità gigantesco anche la Pittura, che grazie a Giotto di Bondone (1267-1337) assurse a vera e propria arte nobile. Giotto, infatti, fu il primo a rivestire di una corporeità realistica la rappresentazione pittorica delle figure umane andando oltre lo ieratismo bizantino e mostrando i sentimenti realisticamente espressi negli atteggiamenti e nei lineamenti del volto. Inoltre egli introdusse lo spazio in pittura servendosi di una prospettiva non ancora evoluta ma efficace. Emblema dell'arte basso medievale, i dipinti gotici rimanevano prevalentemente di argomento religioso(6) ed inizieranno a sfociare nel profano solamente in epoca Rinascimentale.


Nell'immagine, l'Italia delle Signorie.


Note:
(1) Gli storici di oggi ritengono che nella maggior parte dei casi il transito verso la Signoria sia stato un processo lento e complesso. Da notare che neppure nel sistema comunale precedente tutti i cittadini partecipavano al potere: esistevano infatti famiglie più ricche e potenti e i loro membri assumevano più spesso incarichi pubblici. D’altra parte, spesso il Signore non esercitava un controllo assoluto: per deliberare sulle questioni più rilevanti doveva ottenere l’approvazione dei consigli della città che includevano molti cittadini e che continuarono a esistere anche dopo il cambiamento di regime.

(2) Alcune Signorie nel nord Italia furono realizzate da principi feudali, che riuscirono a includere all'interno della loro dominazione territoriale anche importanti Comuni, che per la loro scarsa forza economica e politica non gli si erano contrapposti efficacemente. Furono di questo tipo le signorie dei marchesi di Monferrato e dei conti di Savoia.
In Italia l'avvento delle Signorie portò fra l'altro al tramonto definitivo dei micro-regni altomedievali in cui era suddivisa la Penisola, come ad esempio il Marchesato di Toscana (alias Marca di Tuscia), circoscrizione amministrativa del Regno d'Italia. Inizialmente noto come Ducato di Lucca, fu costituito nel 574 in seguito all'occupazione longobarda della Tuscia, conobbe poi un'evoluzione storica nel periodo post-carolingio, con la formazione appunto della Marca di Tuscia. Nei secoli XIII e XIV, quando le autonomie dei comunali ebbero raggiunto l'apice (ricordiamo che fra i Comuni più importanti si distinsero Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa e Siena), il Marchesato di Toscana risultò essere obsoleto e decadde definitivamente con la nascita delle prime Signorie.

(3)Grazie a conquiste militari molte Signorie estesero a loro autorità su più città divenendo, a partire dalla fine del Trecento, veri e propri Stati Regionali. Tra le più importanti “signorie sovralocali” si possono menzionare quelle dei De' Medici, Gonzaga, Sforza, Visconti, Da Montefeltro, Estensi, Della Scala e Malatesta, che ebbero, in momenti diversi, notevole importanza.

(4) L'Alighieri (1265-1321) ebbe fra i meriti principali l'aver reso il volgare - che prima del suo "avvento" era quasi esclusivamente destinato ad uso orale - una lingua illustre (e fruibile non solo ai "dottori") e l'aver fatto compiere un balzo gigantesco alla letteratura italiana ed europea, che con lui assurse ad uno straordinario prestigio. Con le sue opere, Divina Commedia in primis, costruì un vero e proprio ponte fra la cultura medievale e la cultura moderna, traghettando la letteratura verso lidi decisamente più aulici.

(5) Il Petrarca è il primo intellettuale moderno in quanto fa degli studi di letteratura una professione esclusiva della propria vita. Di fatto questa sua condizione, eccezionale per l'epoca, segna il tramonto dell'intellettuale comune, legato da vincoli politici a una patria municipale o impegnato professionalmente in qualche settore della vita pratica (se non era nobile era mercante, giudice, notaio, ecc.) e perciò dilettante della letteratura, vissuta più che altro come hobby. Petrarca viceversa prospetta il nuovo modello del professionista delle lettere, dell'intellettuale cortigiano che per la fama di cui gode vive del mecenatismo di Corte.

(6) La maggior parte della pittura medievale aveva un carattere rituale e pubblico, commissionata da istituzioni religiose e, occasionalmente, politiche, per comunicare messaggi stereotipati che si dovevano adattare a convenzioni molto precise.

Documento inserito il: 28/11/2024
  • TAG: Comuni, Signoria, Impero, Medioevo

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