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L'ultra sconfitta dell'Asse [ di Carlo Baccellieri ]

Autorevoli commentatori delle vicende della 2a Guerra Mondiale di parte italiana hanno affermato che l'Italia, non essendo in condizione di vincere la guerra, cioè non avendone le potenzialità necessarie, non l'ha potuta neppure perdere, con ciò intendendo dire che la sconfitta va attribuita interamente alla Germania nazista, che sola aveva i mezzi per ottenere una vittoria.
La Germania in realtà perse la guerra, non soltanto la sua guerra, ma anche quella dei suoi alleati, Italia e Giappone.
La sconfitta viene attribuita concordemente, in Italia ed all'estero, allo strapotere in uomini e, soprattutto, in mezzi dei quali poterono disporre gli Alleati, ritenendo che una coalizione così potente, come quella costituita da Inghilterra, Russia e Stati Uniti, fosse oggettivamente invincibile.
Tuttavia va ricordato che questa non fu la coalizione che affrontò l'Asse all'inizio della guerra che vedeva contro la Germania nazista solo la Gran Bretagna e la Francia. Alla metà del 1940, messa fuori causa la Francia con sorprendente facilità, la Gran Bretagna si trovò ad affrontare da sola la Germania, alla quale il 10 giugno di quell'anno si era affiancata l'Italia.
Gli Stati Uniti era lontani e neutrali, la Russia era oggettivamente alleata della Germania. Non possiamo dare torto a Mussolini, anche col senno del dopo, se a quell'epoca si convinse che la guerra fosse praticamente finita e si lanciò nell'avventura sicuro che in pochi mesi ci sarebbe stata la pace.
Naturalmente Mussolini non conosceva i piani di Hitler (che però li aveva espressi abbastanza dettagliatamente nel “Mein Kampf”, altrimenti sarebbe stato più prudente.
A complicare le cose alla fine del 1941 intervenne il Giappone consentendo a Roosevelt, che aveva vinto le elezioni promettendo la neutralità degli USA, di entrare in guerra senza mancare alla promessa.
Poi le cose andarono come andarono e dopo un iniziale predominio dell'Asse (ma diciamo più esattamente della Germania) ed in Estremo Oriente del Giappone, una serie ininterrotta di sconfitte del Tripartito portò alla definitiva vittoria degli Alleati.
Ma la vittoria fu dovuta unicamente alla superiorità degli Alleati ed alla potenza dell'America ed era sicuramente inevitabile questa vittoria?
La storia, come tutti sappiamo, non è fatta né di se né di ma. Tuttavia all'interno della storia vanno esaminati gli elementi che la determinarono per capire quali furono i fattori che decisero gli avvenimenti. Noi non possiamo sapere cosa sarebbe avvenuto se determinati accadimenti non si fossero verificati, possiamo però sapere quali accadimenti furono decisivi nel determinare il corso degli eventi. E se quegli accadimenti furono decisivi allora è altrettanto certo che in mancanza la storia avrebbe avuto un altro corso, anche se non possiamo dire quale.
La copiosa letteratura sulla Seconda Guerra Mondiale ha esaminato mille e mille volte tutte le battaglie, tutti gli scontri tra le opposte forze. Ha analizzato la strategia delle parti contrapposte, ha messo a confronto le capacità dei condottieri di eserciti, ha esaltato le capacità militari dei generali, ha esaltato le loro doti militari, le loro astuzie, le superiori intelligenze degli uni rispetto agli altri. Sappiamo tutto su Rommel, Montgomery, Eisenhower, Patton, Guderian, Rundested, Cuningam, Jamamoto, Nimitz, MacArtur etc. ect. Degli Italiani non si parla perché ritenuti del tutto ininfluenti. Però questa storia merita di essere interamente riscritta perché, in realtà, non ha tenuto conto di un fattore "decisivo" del quale si è venuti a conoscenza sin dal lontano 1974 quando il colonnello Federick W. Winterbotham, vice capo del SIS (Secret Information Service) della Gran Bretagna e organizzatore del servizio di decrittazione, svelò i segreti del suo ufficio. Questo elemento "decisivo", come è del resto abbastanza noto, fu il fattore Ultra.
E' risaputo come tutti i servizi segreti militari del mondo si siano sempre preoccupati della segretezza dei loro cifrari e della conoscenza di quelli avversari poiché il fattore sorpresa in guerra, e specialmente nelle guerre moderne, è fattore determinante della vittoria.
In questo quadro il servizio segreto britannico si preoccupò di scoprire i sistemi di cifratura dei possibili nemici e così già nel 1938 riuscì ad ottenere da un operaio polacco che lavorava in una fabbrica tedesca una ricostruzione approssimativa di una macchina per cifratura che i Tedeschi chiamavano Enigma. Si trattava di un modello in legno che somigliava ad una macchina da scrivere, ma che dava soltanto l'idea del congegno e non altro. Appreso che i Tedeschi costruivano migliaia di queste macchine il SIS ne comprese l'importanza ed il comandante Alstair Denniston, capo dei crittografi dell'Ammiragliato britannico, si recò personalmente in Polonia e qui, mediante abbondante elargizione di danaro, riuscì ad ottenere una copia esatta della macchina cifrante Enigma che alcuni altri operai polacchi, che lavoravano sotto falso nome nella fabbrica tedesca, riuscirono a portare fuori pezzo per pezzo per poi rimontarla con l'assistenza di alcuni ufficiali del servizio segreto polacco.
Enigma era una macchina molto complicata e, secondo i Tedeschi, era assolutamente impossibile decifrare i suoi messaggi poiché le lettere ed i numeri che venivano introdotti in essa, mediante la tastiera simile ad una macchina da scrivere, venivano poi moltiplicati, da un complesso sistema di cilindri, per milioni di possibili combinazioni. Per potere decifrare il messaggio occorreva conoscere la chiave di questa combinazione e questa conoscenza avrebbero dovuto averla soltanto il mittente ed il destinatario.
Ottenuta quindi la macchina cifrante si era soltanto alla metà dell'opera perché occorreva avere le chiavi per decrittare i messaggi: A questo pensò il SIS approntando una speciale unità operativa costituita dai migliori cervelli matematici britannici, tra cui molti docenti universitari, i quali, facendo uso anche della scienza elettronica, allora alle prima armi, riuscirono a costruire un complicato marchingegno, probabilmente simile ad un computer, che riusciva in un tempo, ragionevolmente breve, ad eseguire milioni di combinazioni matematiche fino a giungere a quella che aveva un senso logico e che corrispondeva alla decrittazione del messaggio. A questo marchingegno ed alla organizzazione che gli stava dietro diedero il nome di Ultra .
E' indicativo sapere che i primi messaggi trasmessi in via puramente sperimentale ed a scopo di esercitazione dalla Luftwaffe vennero immediatamente ed esattamente decifrati da Ultra.
A questo punto gli Inglesi avevano in mano uno strumento formidabile che avrebbe loro consentito di conoscere in anticipo le decisioni dell'avversario. Il problema se mai era: quanto sarebbe durato? E' concetto fondamentale nell'ambito dei servizi segreti che l'unico cifrario sicuro è quello che si usa una sola volta perché già alla seconda può essere letto se l'avversario è riuscito a decifrare il primo. Ed infatti gli Inglesi continuarono per tutta la guerra ad usare il sistema piuttosto empirico del "blocchetto" che consiste nel far riferimento a numeri e lettere contenute in un blocchetto a più fogli: ogni messaggio fa riferimento ad un foglio che poi viene eliminato per cui il successivo messaggio farà riferimento al foglio successivo che verrà a sua volta eliminato e così di seguito. I Tedeschi, sicuri della loro superiore intelligenza e dall'alto della prosopopea che li distingue (figuratevi poi al tempo del nazismo), consideravano Enigma, con i milioni di possibilità di combinazioni, assolutamente sicura. Male gliene incolse!
Per gli inglesi era di vitale importanza che l'esistenza di Ultra non venisse a conoscenza dei Tedeschi. A questo fine costituirono una unità centrale dislocata a Bletchley, nei pressi di Londra, costituita da personale specializzato, che provvedeva a decrittare i messaggi di Enigma per poi trasmetterli tramite radio ad onde corte riconvertiti evidentemente con il cifrario inglese (col sistema del codice del blocchetto) a speciali unità operative dislocate presso i principali comandi Alleati dette SLU (Special Liaison Units) ossia unità speciali di collegamento, costituite in numero ridottissimo e con personale altamente affidabile. La segretezza del sistema era garantita anche dal fatto che solo i comandanti in capo delle forze armate, i generali comandanti d'armata e gli ammiragli di squadra conoscevano l'esistenza di Ultra, oltre s'intende al primo ministro Winston Churchill, al quale il capo servizio portava ogni mattina, dentro un scatola rossa, gli ultimi messaggi di Enigma.
Una prima importante contributo di Ultra si ebbe nel mese di aprile del 1940 quando si decrittarono i messaggi tedeschi che denunciavano un vasto concentramento di soldati, panzer ed aerei ai confini di Francia in vista di quella che sarebbe stata la grande offensiva tedesca. Il comandante in capo francese generale Gamelin, puntualmente infornato, non ne tenne sufficientemente conto e fu la sconfitta.
Nel frattempo l'organizzazione Ultra si arricchiva e si perfezionava: in un aereo tedesco abbattuto i Norvegia gli Inglesi trovarono una macchina Enigma intatta con le relative chiavi operative e lo stesso utile materiale fu catturato in un carro armato che si era spinto troppo innanzi in Francia. Tutto ciò aiutava i cervelloni di Bletchley a perfezionare il loro sistema.
Il secondo contributo importante si ebbe il 23 maggio 1940 quando, decrittando un messaggio di von Brauchitsc all'OKH (alto comando esercito), gli Inglesi appresero gli ordini di movimento alle armate di von Rundstedt secondo il quale il Gruppo di armate A ed il gruppo di armate B dovevano convergere verso il mare in modo da attuare il movimento a falce previsto dal Piano tedesco per accerchiare e distruggere la forza di spedizione britannica (BEF). "Fu questo il segnale che convinse sia Gort sia Churchill che era arrivato il momento di andare via dalla Francia". Essi si rendevano conto che se il corpo di spedizione britannico fosse stato distrutto e catturato sarebbe rimasto ben poco per opporsi all'invasione della Gran Bretagna. Gli Inglesi furono tempestivi, grazie ad Ultra, ad eseguire la ritirata strategica che consenti loro di riportare in patria circa 338 226 soldati di cui circa 100.000 francesi. Ma qui va ricordato, per la verità storica, che fu Hitler, (il quale si trovava presso OKH in Francia) ad ordinare a von Brauchitsc di arrestare i suoi carri armati perché, dopo aver sconfitto l'esercito britannico in campo, non voleva annientarlo, ritenendo che questa magnanimità potesse agevolare una soluzione politica del conflitto con la Gran Bretagna Soluzione che egli desiderava ardentemente poiché aveva in mente il proposito di attaccare l'Unione Sovietica, suo vero obiettivo.
Il contributo che Ultra diede alla battaglia d'Inghilterra fu ancora più grande ed in questo caso decisivo. Dopo la vittoria sulla Francia Hitler era convinto che la Gran Bretagna avrebbe accettato le sue profferte di pace che, date le circostanze, potevano pure considerarsi generose avendo egli assicurato la sopravvivenza dell'Impero britannico in cambio del via libera in Europa. Ma quando, nel luglio del 1940, si rese conto che la Gran Bretagna non intendeva accettare la pace, affrettò i preparativi per l'invasione a cui venne dato il nome di " See lowen" (Leone marino). Poiché non era immaginabile uno sbarco in forze se prima non veniva annullata la forza aerea britannica, Royal Air Force, quest'incarico venne affidato a Goering, il quale anzi si era vantato che la Luftwaffe avrebbe distrutto tutta l'aviazione inglese e avrebbe da sola costretto alla resa la Gran Bretagna, senza necessità di un'invasione dal mare.
L'ordine era stato impartito alla varie forze armate, esercito, marina ed aviazione tedesche, per iscritto e quindi nessun messaggio era pervenuto ad Ultra, ma Goering ritrasmise via radio l'ordine accompagnandolo da un suo sermone ai comandanti della varie flotte aeree cosicché gli Inglesi, tramite Ultra, vennero a sapere per filo e per segno i piani tedeschi.
Goering fu particolarmente prolifico di messaggi radio ed altrettanto lo furono le singole squadriglie per cui il comando della Raf fu in breve in grado di conoscere l'ordine di combattimento delle varie flotte della Luftwaffe, l'esatta forza e composizione delle squadriglie, la precisa ubicazione degli aeroporti e delle infrastrutture.
Una quantità di informazioni riguardavano anche le modalità della progettata invasione prevista sia dal mare che dall'aria, gli atterraggi dei trasporti aerei, i lanci di paracadusti ed ogni altra cosa, così che gli Inglesi parallelamente poterono adottare a terra le contro misure.Ultra aveva lavorato bene!
L'operazione avrebbe dovuto cominciare l'11 ma per le condizioni metereologiche avverse venne rimandata. Cominciò in grande stile il 14. Il segnale di Ultra fu preciso indicava le formazioni (Luftflotten 2,3,5), gli obiettivi, gli orari. Il messaggio precisava che gli attacchi dovevano essere sincronizzati in modo da tenere sotto pressione le difese contraeree. Ma gli Inglesi, preavvertiti, preparano gli agguati. Ultra aveva fatto il suo dovere, il radar fece il resto. Grazie al preavviso di Ultra ed al rilevamento radar le formazioni tedesche vennero intercettate quando ancora gli aerei erano sul mare e fu la strage per la Luftwaffe.
Si andò avanti così con i Tedeschi che impartivano gli ordini di attacco via radio e con gli Inglesi che li decifravano alla grande: forze d'attacco, orari di partenza, obiettivi, tattiche di combattimento, tutto era conosciuto, per gli Inglesi non c'erano segreti. Così il comandante della Caccia della RAF, generale Dowding, potè predisporre le difese, spostare gli aerei dove erano necessari, evitare gli aereoporti più esposti, intercettare i velivoli tedeschi prima che arrivassero sull'obiettivo. Fu anche in grado di dosare le sue forze evitando che venisse distrutta la linea dei caccia britannici, obiettivo che Goering si era prefisso, ma che non potè conseguire grazie ad Ultra oltreché al radar.
Trascorso un mese dall'inizio dell'operazione Adler, constatato che la RAF era ancora vitale (ma i Tedeschi non sapevano che in realtà era allo stremo) e con l'approssimarsi dell'inverno Hitler, il giorno 17 di settembre, annullò l'operazione See Lowen.
Così finì la Battaglia d'Inghilterra, onore e vanto dell'aviazione britannica, ma quanto di questo merito va attribuito ad Ultra non è stato sufficientemente considerato.
Finiva l'operazione Adler ma continuavano i bombardamenti su Londra e sull'Inghilterra meridionale. Il giorno 14 novembre Ultra intercettava un ordine della Luftvaffe secondo il quale una massa imponente di aerei si apprestava a bombardare la cittadina di Coventry. Poiché c'era un sufficiente preavviso fu chiesto a Churchill se bisognava fare evacuare la popolazione civile. Churchill stimò, con l'approvazione dei suoi consiglieri, che se avesse fatto evacuare Coventry i Tedeschi avrebbero capito che gli Inglesi ricevevano in anticipo i loro messaggi, il che avrebbe compromesso il segreto di Ultra. Churchill diede quindi l'ordine di non diramare alcun avviso alla popolazione civile, ma soltanto dispose che si approntassero i mezzi antincendio. Fu così che migliaia di persone, che potevano essere salvate, persero la vita in quella spaventosa incursione.
Ma le guerre si vincono con la necessaria durezza d'animo, non con i pietismi ed i piagnistei.
Nel frattempo, in Africa Settentrionale, gli Italiani, agli ordini del generale Rodolfo Graziani, venivano duramente sconfitti dagli Inglesi senza bisogno di Ultra. I nostri generali erano talmente inetti ed incapaci ed il nostro esercito era così male addestrato che non c'era bisogno di aiuti particolari per ottenere contro di esso delle facili vittorie. Cosicché Mussolini, che aveva rifiutato qualche mese prima i carri armati che Hitler gli voleva dare, ora, nel gennaio del 1941, fu costtrettto a chiedere aiuto all'alleato il quale, vista la necessità di puntellare una situazione che era divenuta drammatica, destinò al settore del Mediterraneo il X corpo aereo tedesco in Sicilia e due divisioni, la 5a motorizzata e la 15a corazzata al comando del generale Erwin Rommel, giunte a destinazione tra aprile e maggio e che avrebbero formato l'Afrika Korps. Puntualmente Ultra comunicò, date, consistenza delle forze, ordine di battaglia.
Gli Inglesi avevano indebolito il loro schieramento poiché, con una decisione politica di Churchill, avevano distaccato un grosso contingente in Grecia per sostenere quel paese nella lotta contro l'aggressione italiana e contro quella prossima tedesca che, ancora una volta, Ultra aveva preannunciato. Per questo motivo i comandanti dell'esercito del Medio Oriente, Wavell e O.Connor, preavvisati da Ultra dell'arrivo dei Tedeschi, si prepararono alla ritirata stimando di non avere forze sufficienti per contrastare Rommel.
Nello stesso periodo le forze armate italiane cominciarono ad impiegare le macchine cifranti Enigma fornite dai tedeschi sia per comunicare con l'alleato sia per le comunicazioni proprie. A fine marzo di quell'anno la flotta italiana, su espressa richiesta tedesca, decise una grande operazione navale contro i convogli britannici che rifornivano la Grecia e prese il mare con una considerevole forza (una corazzata, 6 incrociatori pesanti, 2 leggeri, 14 cacciatorpediniere) per intercettare i convogli a nord ed a sud dell'isola di Creta, peraltro nella convinzione che la flotta britannica fosse ferma nelle basi di Gibilterra ed Alessandria. Supermarina (Comando supremo della marina italiana) chiese alla Luftvaffe la protezione aerea comunicando ovviamente il piano dell'operazione nei minimi particolari. Poiché queste comunicazioni passavano attraverso Enigma gli Inglesi appresero, con il dovuto anticipo, tutti i piani dell'operazione e tesero alle nostre navi un agguato mortale mettendo in campo una forza ancora più rilevante: 3 corazzate, una portaerei, 4 incrociatori pesanti, 13 cacciatorpediniere. Gli Inglesi sapevano tutto, ma per evitare che gli italiani s'insospettissero sulle decrittazioni inviarono un ricognitore la dove sapevano che c'erano le navi italiane per simulare una scoperta casuale. L'ammiraglio Jachino, comandante della flotta in mare, abboccò regolarmente e riportò il fatto nella sua relazione. In questa battaglia, nella quale peraltro mancò del tutto la protezione aerea, al primo scontro venne colpita da un siluro d'aereo la Corazzata Vittorio Veneto e più gravemente l'incrociatore Pola che fu subito immobilizzato. In un successivo agguato notturno perdemmo gli incrociatori Zara e Fiume ed i cacciatorpediniere Alfieri e Carducci che furono centrati a breve distanza da una micidiale scarica dei grossi calibri delle navi inglesi ed affondarono in quattro minuti. Poco dopo gli Inglesi affondavano anche il Pola. In quella battaglia oltre 1.500 marinai italiani persero la vita. Tutto questo grazie all'efficienza tedesca! Un nostro ufficiale di marina, naufrago del Pola e catturato dagli Inglesi, venne portato su di una delle navi britanniche e potè leggere, affisso in bella vista nel quadrato ufficiali, l'ordine di battaglia che descriveva per filo e per segno il piano delle navi italiane. Pensò subito al tradimento da parte di qualche alto ufficiale della nostra marina. Il sospetto era giustificato, ma la realtà era un'altra.
Purtroppo questo era solo l'inizio. Successivamente, e per tutta la durata della guerra, i convogli che dall'Italia portavano in l'Africa Settentrionale i rifornimenti di uomini e materiali, venivano intercettati dagli Inglesi che tendevano a botta sicura i loro micidiali agguati con i sommergibili, gli aerei e le navi di superficie: una strage dovuta molto più ad Ultra che alla bravura dei nostri nemici di allora.
Mi sia consentito un breve inciso per ricordare Demetrio Crucitti, un giovane concittadino di vent'anni, contadino, soldato di cavalleria, perito nell'affondamento del piroscafo "Conte Rosso" adibito a trasporto truppe per la Libia. Insieme a lui persero la vita altri 1296 ragazzi, quasi tutti sui 20 anni. La nave s'inabissò in 8 minuti alle ore 20, 50 del 24 maggio 1941.
Un comandante di una nave mercantile militarizzata ed adibita ai rifornimenti per l'A.S. ha raccontato che egli aveva evitato per tutta la guerra l'affondamento, pur avendo condotto a termine una infinità di missioni di trasporto verso la Libia, perché aveva seguito, disobbedendo agli ordini, sempre una rotta diversa da quella che il comando marina gli assegnava. Anche lui parlava di tradimento. Ora sappiamo che la rotta che egli seguiva non poteva essere conosciuta da Ultra. e per questo fu salvo
. Per avere un'idea dell'ecatombe di navi italiane colate a picco nel Mediterraneo nei tre anni di guerra basti considerare che da parte dei soli sommergibili britannici basati a Malta vennero affondate 92 navi da trasporto italiane e 32 tedesche, 6 torpediniere italiane e 1 tedesca, 7 sommergibili italiani (3 in quattro giorni) e 2 tedeschi, due navi ausiliarie, un incrociatore, 3 caccia sommergibili tedeschi. A questo elenco vanno aggiunte le navi perse ad opera di sommergibili basati a Gibilterra ed Alessandria o per attacco aereo o da navi di superficie. Un elenco terrificante dovuto in gran parte alle informazioni carpite tramite Ultra.
Antonino Trizzino scrisse un libro di grande successo "Navi e poltrone" nel quale sosteneva la tesi del tradimento nelle alte sfere della Marina italiana. Ci fu anche un processo per diffamazione. La tesi di Trizzino appariva probabile, invece dietro quell'ecatombe c'era soprattutto la supponenza e la inefficienza dei Tedeschi che non sospettarono mai di Ultra.
Anche nell'operazione aereotrasportata per la conquista dell'isola di Creta il generale britannico Bernard Freyberg, comandante dei Neozelandesi (quello che poi esigerà la distruzione del Monastero di Monte Cassino) venne messo al corrente dei piani d'invasione in quanto il comandante dei paracatutisti tedeschi, generale Kurt Student, fu molto meticoloso nell'informare a mezzo dei segnali radio tutte le unità partecipanti all'operazione. Student comunicava e Ultra leggeva.
"Probabilmente Freyberg era in possesso dei piani più dettagliati di un'operazione nemica che siano mai stati a disposizione di un comandante", commenta Winterbotham. Ebbe così modo di approntare le difese, porre ostacoli sui campi d'aviazione, minare i ponti, preparare le difese contraeree. Quando arrivarono gli aerei e gli alianti che trasportavano i paracadutisti tedeschi gli Inglesi li aspettavano ed aprirono un fuoco micidiale: fu una strage tanto che Hitler non volle più in seguito impiegare i paracadutisti in operazioni di aviolancio perché si convinse che erano troppo "costose".
In Africa Settentrionale Rommel preparava un'offensiva tendente, prima ad espugnare la piazzaforte di Tobruk, che rappresentava una spina nel fianco dell'armata italo-tedesca, e poi a puntare verso Alessandria ed il Cairo. L'offensiva venne accuratamente preparata per i primi di novembre del 1941, ma gli Inglesi, sempre preavvertiti da Ultra, prepararono a loro volta una loro offensiva con obiettivo Tripoli. Tanto per cominciare nella notte tra il 9 ed il 10 novembre vennero affondati nel canale di Sicilia 7 piroscafi italiani che trasportavano i rifornimenti per l'imminente battaglia. Successivamente e 24 ore prima che avesse inizio l'offensiva di Rommel, gli Inglesi attaccarono in forze e, anticipando le truppe dell'Asse, diedero inizio all'operazione a cui avevano assegnato il nome "Crusaider". La battaglia ebbe alterne vicende, ma alla fine Rommel fu costretto a ritirarsi.
L'anno successivo Rommel condusse la grande offensiva vittoriosa con l'occupazione di Tobruk e l'inseguimento degli Inglesi fino ad El Alamein, località ad 80 chilometri da Alessandria. Gli Inglesi della base navale erano preoccupati, qualcuno già cominciava a bruciare documenti e a fare i bagagli. Rommel si rese subito conto che occorreva battere il ferro finché era caldo e prima che il nemico ricevesse i rinforzi, preparò un'offensiva per i primi di luglio. Ma, come al solito, il comandante inglese, generale Auchileck, sapeva perfettamente come e quando Rommel avrebbe attaccato, quali erano i punti deboli e fu in grado di sferrare i suoi rapidi colpi dove Rommel meno se lo aspettava. Rommel accusò, come al solito, gli Italiani perché non gli avevano fatto giungere per tempo i necessari rifornimenti e perché qualcuno aveva parlato. Come invece oggi sappiamo anche in quell'occasione Ultra fu fattore decisivo della vittoria inglese.
A metà agosto del 1942 Rommel comunicò ad Hitler il suo piano per attaccare l'8a armata britannica, che nel frattempo era ora comandata da un nuovo generale, Montgomery. Il generale tedesco spiegò per filo e per segno via radio a Hitler che, come al solito, voleva dare la sua approvazione, le sue intenzioni, la consistenza delle truppe, la loro composizione, la quantità di carri armati, cannoni, la consistenza dei rifornimenti e delle munizioni. Qualcuno disse, con espressione quanto mai volgare, “elencò anche i peli del sedere”. Tutte le unità erano state puntualmente indicate, tutte le direttrici di attacco, tutte le mosse e contro mosse. Purtroppo per lui questa miniera d'informazioni, d'inestimabile valore, venne pari pari in possesso dei suoi avversari i quali conoscevano anche la data dell'attacco Ciò diede modo a Montgomery di preparasi con tutta calma a respingere l'attacco. Questo cominciò, come previsto, il 31 agosto e proseguì puntualmente secondo quanto stabilito da Rommel ed avrebbe potuto dargli la vittoria se l'elemento sorpresa avesse funzionato. Ma Montgomery l'attendeva ai varchi e fu la fine. Il 2 settembre la battaglia, ormai inutile, ebbe termine. Ancora una volta Rommel non aveva dubbi: la colpa era degli Italiani.
Da Ultra gli Inglesi appresero che venivano inviati in A.S. i paracadutisti della Folgore, quindi arguirono che si era rinunciato all'invasione di Malta. Spostarono di conseguenza in Egitto quello che a Malta non serviva più.
I messaggi Ultra si susseguivano con il ritmo di sempre ed informavano che l'armata italo-tedesca era in precarie condizioni a causa dell'eterno problema dei rifornimenti: le truppe apparivano stanche dopo le battaglie e la grande cavalcata dell'estate.
Sulla base di queste informazioni Churchil ordinò a Montgomery un'offensiva per distruggere definitivamente l'avversario o comunque a spingerlo verso ovest in attesa che gli sbarchi aglo-americani nell'Africa del Nord francese lo colpissero alle spalle.
Montgomery si preparò al compitino con diligenza ammucchiando aerei, carri armati, cannoni, soldati, badando bene che le sue forze fossero sempre almeno il doppio di quelle dei suoi avversari. Egli non sarebbe stato pronto se non quando avesse avuto un'assoluta superiorità in uomini e materiali. Il rapporto di forze in quella battaglia fu il seguente: forze britanniche 605 caccia e 315 bombardieri contro 347 caccia e 243 bombardieri dell'Asse; 194.000 soldati britannici contro 100.000 dell'Asse ; 1.114 carri armati contro 500 degli italo-tedeschi di cui più della metà erano italiani (i vulnerabilissimi M13/40) ; 908 cannoni conto 299. Ma l'8a Armata godeva anche di un vantaggio qualitativo per l'arrivo dei nuovi tanks americani Grant e Sherman nonchè dei nuovi cannoni automatici. Le forze erano impari ma in una battaglia difensiva e con la protezione degli estesi campi minati che erano stati posati, la sorte non era decisa in partenza . Purtoppo per Rommel Montgomery sapeva tutto del suo avversario, forze, dislocazione dei reparti, mosse e contromosse: era come se in una partita a carte uno dei contendenti conoscesse tutte le carte dell'altro. La battaglia ebbe inizio il 24 ottobre mentre Rommel si trovava in licenza di convalescenza in Germania (aveva il dono di azzeccare il momento in cui doveva assentarsi, la stessa cosa gli capiterà in Normandia) e da principio la linea dell'Asse tenne. Ma Monty aveva il grande vantaggio di poter indirizzare le sue truppe ed i suoi mezzi dove l'avversario presentava delle incrinature. Rommel rientrò in tutta fretta la sera del 25, ma la battaglia era ormai persa. Il due di novembre diede l'ordine di ritarata ma Hitler lo annullò: non un passo indietro bisognava morire sul posto. Poi, il 4 novembre, melius res perpensa, autorizzò il ripiegamento. Tuttavia per le divisione italiane, tutte appiedate, la ritirata fu praticamente impossibile. In quella battaglia si consumarono i resti del 20° Reggimento fanteria, Divisione Brescia, il reggimento che aveva sede nella nostra città.
Per la sua ritirata Rommel aveva urgente bisogno di rifornimenti, specialmente carburante, e tempestava Kesserling in Italia per sollecitarli. In considerazione della situazione disperata in cui versavano le forze dell'Asse si cercò di fare tutto il possibile per inviare in Africa questi rifornimenti. Avveniva però che ogni volta che uno o più piroscafi iniziavano il viaggio dai porti italiani Kesselrig comunicava a Rommel la data di partenza, il tipo di materiale imbarcato, il luogo di destinazione e la rotta Il messaggio veniva puntualmente intercettato da Ultra e da Malta partivano sommergibili ed gli aerei in caccia a colpo sicuro. Queste informazioni dovevano servire a Rommel affinché si facesse un'idea del giorno e del luogo in cui poteva servirsi dei rifornimenti, ma sicuramente erano esuberanti, facevano parte di quella puntigliosa mentalità di ricerca della precisione che caratterizza i Tedeschi ma che nell'occasione fu causa di sciagure e di lutti.
Gli Inglesi per non scoprire Ultra usavano il trucchetto di mandare un aereo in ricognizione dove sapevano che si trovava il convoglio per simulare un avvistamento. Avvenne però che in un giorno di nebbia, in cui nessun avvistamento poteva esserci, il convoglio venne ugualmente affondato dalla RAF e questo mise in allarme Kesselring. Ma l'Abwher, il servizio segrreto tedesco, non sospettò di nulla. Gli Inglesi mandarono un finto messaggio, con un codice che sapevano che sarebbe stato decrittato, ad un inesistente agente di Napoli ringraziandolo per l'informazione e gli raddoppiavano la ricompensa. Il messaggio, captato dai Tedeschi, costituì la prova che la fuga di notizie avveniva in Italia. A conclusione l'Ammiraglio comandante il porto di Napoli, del tutto incolpevole, venne destituito e messo sotto inchiesta.
Contemporaneamente Ultra continuava ad informare Montgomery circa le mosse di Rommel ma l'inglese non ne seppe approfittare e fu così che, sia pure con grandi difficoltà, riuscì a riportare fino in Tunisia i resti del suo Afrika Korps, nonostante l'assenza i rifornimenti, visto che anche l'ultimo convoglio venne affondato.
Sarebbe troppo lungo continuare per filo e per segno a descrivere i successi di Ultra, basti dire che in tutte le successive operazioni gli Alleati furono in grado di conoscere i piani dei loro antagonisti.
Così per l'operazione Thorch, così per la campagna di Tunisia, così per la battaglia dei convogli in Atlantico. L'affondamento della Bismark, tanto per fare un esempio, non fu dovuto alla sagacia ed all'abilità manovriera dei comandanti in mare della Royal Navy bensì ad un messaggio radio regolarmente captato da Ultra.
Tra l'altro gli Inglesi erano riusciti nel corso dell'anno 1941 a catturare un sommergibile tedesco che aveva a bordo una macchina Enigma nuova di zecca, ultimo modello, con tutte le chiavi di lettura necessarie al suo funzionamento. Questo agevolò notevolmente il lavoro di decrittazione e per i sommergibili tedeschi in agguato, i branchi di lupi, non ci fu più scampo. Gli Inglesi presero di mira le vacche da latte, i sommergili e le navi ausiliarie incaricati di rifornire di carburante gli Uboote in missione di guerra, cosa abbastanza facile perché tramite Ultra conoscevano perfettamente le zone di appuntamento. Anche qui fu una strage che permise alla Gran Bretagna di ricevere i convogli dagli USA, vitali perla sua sopravvivenza.
Analoga consapevolezza ebbero gli Alleati circa la situazione in Sicilia: Come al solito conobbero l'entità delle forze italo-tedesche, loro dislocazione, armamento etc. Altro che mafia! Non c'era certo bisogno delle sconclusionaggini che potevano riferire quattro mafiosi ignoranti quando si avevano a disposizione i rapporti precisi e circostanziati del OKW. Così poterono scegliere il luogo di sbarco dove meno se lo aspettavano i Tedeschi (che ormai comandavano in Sicilia), così Patton potè fare la sua veloce cavalcata attraverso la Sicilia occidentale sapendo che da quella parte non avrebbe incontrato una apprezzabile resistenza ed entrare quindi a Messina qualche ora prima di Montgomery.
Così a Salerno, così ad Anzio, anche se non sempre i generali Alleati seppero approfittare di quel tesoro di notizie che Ultra forniva loro. Così a Cassino dove lo sfondamento della linea tedesca fu possibile perché tramite Ultra gli Alleati vennero a sapere che sui monti Aurunci, sulla destra dello schieramento, non c'erano truppe scelte, come la 2a divisione paracadutisti che li teneva inchiodati, ma pochi territoriali, per cui fu sufficiente mandare quattro straccioni marocchini per sfondare la linea tedesca. Kesselring dichiarò che l'attacco era stata una completa sorpresa.
E così continuò per tutta la guerra.
L'operazione Overlord, l'invasione della Francia, si giovò largamente di Ultra. Gli Alleati, venuti a sapere che i Tedeschi si aspettavano l'invasione al Pas de Calais inventarono un'armata fantasma agli ordini del ( finto) generale Patton installata nel Kent di fronte al Pas de Calais ed ingannarono i Tedeschi che mantennero le riserve strategiche, costituite da ben quattro divisioni corazzate, molto lontane dai luoghi di sbarco effettivo.
Quando Ultra non trasmetteva si avevano le batoste. Così avvenne nella battaglia delle Ardenne dove i Tedeschi avevano emanato tutti gli ordini per iscritto e che quindi rimasero segreti. Ma dopo la sorpresa iniziale Ultra cominciò a produrre informazioni essenziali.
In Italia la linea Gotica era ben presidiata ed il terreno montuoso presentava solo pochi valichi attraverso i quali si poteva sviluppare l'attacco. Ultra fornì, come al solito, l'esatta disposizione delle truppe tedesche, la loro composizione, il punto di congiunzione tra la 10a e la 14a armata tedesca, i passi più fortificati e quelli meno. Ciò permise a Clark di attaccare nel punto più debole ed a sfondare finalmente la linea.
Anche in Estremo oriente le cose andarono allo stesso modo poiché gli Inglesi avevano messo al corrente gli Americani del sistema di decrittazione da loro adottato che serviva egregiamente anche nei confronti dei Giapponesi i quali avevano acquistato ed adottato Enigma. I messaggi che gli Americani ricevevano dalle forze armate giapponesi erano dello stesso tenore di quelli che ricevevano gli Inglesi dai Tedeschi: dislocazione delle forze, loro composizione, stato dei rifornimenti, date e tempi delle operazioni. La battaglia delle Midway, che rappresentò il punto di svolta della guerra nel Pacifico, fu combattuta e vinta dagli Americani con l'ausilio di Ultra: altro che grande strategia di Nimitz! Questi aveva saputo con tre settimane di anticipo il piano giapponese evitando così la trappola di inviare la sua flotta a Nord. Fu lui invece ad approntare un agguato ai giapponesi, L'abbattimento dell'aereo sul quale viaggiava il Grande Ammiraglio Yamamoto, comandante in capo della flotta giapponese, avvenne grazie ad informazioni Ultra. Gli Americani erano venuti a conoscenza del giorno, dell'ora e della rotta che l'aereo avrebbe condotto l'ammiraglio ad ispezionare una base su di un'isola: fu un gioco da ragazzi abbattere un trasporto militare pressoché indifeso!
I vertici militari americani hanno riconosciuto che le informazioni che avevano ricevuto durante la guerra per mezzo di Ultra erano state d'inestimabile valore.
Così Ultra continuò a fornire informazioni preziose, sempre più complete, anche nell'ultima fase della guerra durante l'avanzata in Germania. In particolare l'audace strategia di Patton era facilitata, se non determinata, dalle informazioni Ultra che gli consentivano di scegliere il punto dove le difese tedesche erano meno solide ed incunearvi le veloci puntate offensive dei suoi carri armati.
Secondo l'apprezzamento di Winterbotham “Ultra abbreviò la guerra fornendo a tutti i comandanti Alleati i particolari dei punti deboli e delle diminuite risorse del nemico in modo che potessero avanzare in Germania con la massima rapidità consentita dai rischi naturali. Questo era della massima importanza in vista dell'avanzata delle armate russe. Senza Ultra avremmo potuto benissimo incontrare i Russi sul Reno anziché sull'Elba” .
Allo stesso modo Ultra continuò ad avere un ruolo preminente in Estremo Oriente nella strategia di MacArtur e di Nimitz fino a quando le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki non misero fine alla guerra.
Da questo escursus sintetico, ma non breve a cagione della vastità del tema, appare evidente, anche agli occhi del quilibet, digiuno di cose militari, che il ruolo esercitato da Ultra nel 2° conflitto mondiale fu assolutamente determinante e pose le forze del Tripartito in condizione di assoluta inferiorità e rese loro impossibile qualsiasi possibilità di vittoria.
In guerra l'effetto sorpresa è tutto e questo effetto fu quasi sempre vanificato dagli Alleati nei confronti dei loro avversari. Grazie ad Ultra poterono predisporre inganni e trappole micidiali poterono congegnare agguati per mare, per cielo e per terra, poterono approntare i piani di attacco andando a colpire dove il nemico era più debole: in queste condizioni le possibilità di vittoria delle forze del Tripartito erano pari a zero.
Certo, senza la determinazione di Churchil, senza il potenziale industriale degli Usa, senza gli errori di Hitler (in primis l'attacco alla Russia), senza la caparbia resistenza dei Russi nel difendere la loro terra, senza la potenza militare degli Alleati, Ultra avrebbe potuto fare ben poco, ma senza Ultra le cose sarebbero andate in modo sicuramente diverso, anche se non possiamo sapere in che modo sarebbero andate.
Sta di fatto che la storia militare della 2a Guerra Mondiale deve essere riscritta di sana pianta: i grandi strateghi Alleati dovranno essere fortemente ridimensionati, anche se si potrà riconoscere loro un buon uso delle informazioni ricevute.
Deve essere proprio vero che quando Dio vuole perdere qualcuno lo acceca, altrimenti non si potrebbe spiegare come i Tedeschi, i Giapponesi e magari pure gli Italiani, non sospettarono mai che gli Inglesi leggevano integralmente i loro messaggi. In definitiva i Tedeschi dovevano sapere che alcune macchine già nel 1940 erano cadute in mano del nemico (su di un panzer in Francia e su di un aereo abbattuto in Norvegia) ed un'altra era stata catturata su di un sommergibile nel 1941. Come non sospettare che il nemico avesse approntato un perfetto sistema di decrittazione? Solo la spocchia, la supponenza, l'alterigia dei Tedeschi, e dei nazisti in particolare, convinti di appartenere ad una razza superiore che nessuno avrebbe potuto mettere nel sacco, può spiegare tanta leggerezza. Tanta miopia, tanta dabbenaggine.
Così la Germania riuscì a perdere, non solo per sé, ma anche per i suoi alleati, la guerra che aveva promesso di vincere.


Nell'immagine, "Enigma", macchina per cifrare (e decifrare) elettro-meccanica, al servizio delle forze armate tedesche.
Documento inserito il: 07/01/2015
  • TAG: seconda guerra mondiale, asse, alleati, intelligence, ultra, decrittazione codici, enigma, sis britannico

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