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La razionalità e la storiografia nell’antica Grecia

Prof. Giovanni Pellegrino


In un discorso riportato dallo storico Tucidide, Pericle afferma che “Atene è una scuola per tutta la Grecia”, e noi potremmo ripeterlo della civiltà greca, che ha posto le basi di tutta la cultura occidentale.
Basti pensare alla filosofia, alla storia, all’educazione, all’architettura, che sono un frutto della cultura greca o ne hanno subito il decisivo influsso.
Ma altrettanto si può dire per la matematica (nelle nostre scuole studiamo la geometria di Euclide) o per la medicina.
Ancora oggi i medici prima di iniziare la professione pronunciano il giuramento di Ippocrate, che li impegna a fare sempre il bene dei pazienti e a tutelarne la riservatezza.
Inoltre quando oggi andiamo a teatro compiamo un’azione che fu inventata in Grecia, con l'importante differenza che per i Greci il teatro non è un’occasione di svago e di divertimento sia pure nobile, ma un momento importantissimo della vita collettiva dei cittadini delle poleis.
Infatti nelle tragedie e nelle commedie la città greca metteva in scena sé stessa, i suoi valori, ed i suoi problemi. Di conseguenza tutti gli spettatori quando assistevano agli spettacoli teatrali erano coinvolti in questa riflessione.
Inoltre il nostro stesso vocabolario comprende molte parole di origine greca.
Il linguista Tullio de Mauro afferma che su 250.000 parole italiane circa 8.000 cioè una su 30 derivano dal greco.
La prima e forse più importante di queste parole è senza dubbio la parola “logica”, che non indica solo una disciplina scientifica che si occupa dei ragionamenti corretti e conseguenti cioè appunto “logici”, ma tale parola indica molto di più: deriva infatti dal termine greco logos che significa “parola”, “discorso” e insieme “pensiero”, “ragionamento”.
L’intreccio di questi due significati dello stesso temine è indicativo per i greci, che pensavano infatti che il parlare delle cose in ogni campo, debba fondarsi sull’uso della ragione e del pensiero, poiché linguaggio e pensiero sono i caratteri distintivi dell’essere umano.
Possiamo dire allora che l’elemento caratteristico della cultura greca e la sua più grande eredità, è l’utilizzo della razionalità in ogni settore delle attività umane.
Faremmo ora qualche esempio.
Il frutto forse più alto della razionalità greca è rappresentato dalla filosofia che significa letteralmente “amore per il sapere”.
La filosofia è il tentativo di rispondere alle grandi domande che l’essere umano si pone riguardo la realtà che lo circonda circa il rapporto tra sé e questa realtà.
Quali sono i principi che governano la vita dell’universo e degli esseri umani?
Come possiamo conoscere le cose, come possiamo distinguere tra bene e male?
La filosofia si sviluppò nelle poleis perché era un ambiente aperto al dialogo e alla discussione e pertanto offriva le condizioni necessarie allo sviluppo del pensiero.
Soprattutto le offriva Atene dove confluivano intellettuali artisti e pensatori da tutta la Grecia.
Basterà qui ricordare i nomi di grandi filosofi come Socrate Platone e Aristotele che come sappiamo fu il precettore di Alessandro Magno.
Aristotele fondò una scuola chiamata Liceo per indagare tutti i settori del sapere dalla fisica alla politica dalla biologia alla morale dalla medicina alla letteratura.
Aristotele costruì così un insieme di riflessioni e di teorie sulle quali si è fondata tutta la ricerca scientifica e filosofica fino all’età moderna.
Un altro esempio importante riguarda l’educazione con questa parola noi intendiamo la formazione complessiva della persona che va al di là della sua istruzione cioè dell’insieme di conoscenze che ha ricevuto a scuola e proprio questa idea ampia di educazione e di formazione che ci viene dai greci i quali chiamavano l’educazione paideia.
Salvo il caso di Sparta dove era gestita direttamente dallo Stato nelle altre poleis l’educazione era invece privata.
Spesso era uno schiavo il pedagogo a occuparsi dell’istruzione dei bambini.
In età ellenistica il greco pedagogo significa infatti colui che conduce il fanciullo.
Invece in età ellenistica nacquero scuole che fornivano un percorso completo di formazione chiamato “enciklios paideia ovvero “formazione generale” da cui deriva la nostra parola “enciclopedia”.
Questo sistema verrà poi adottato dai romani e sopravviverà sino all’età medievale.
Il curriculum degli studi iniziava con l’istruzione primaria o elementare (dai 7 ai 14 anni) dove i fanciulli imparavano a leggere scrivere e fare di conto.
Seguiva dai 14 ai 18 anni la scuola secondaria dove si insegnavano grammatica geometria aritmetica astronomia e musica.
Infine seguiva la scuola superiore dedicata alla filosofia e alla retorica ovvero l’arte di costruire discorsi efficaci e convincenti.
Anche la storia è una eredità dei greci.
Infatti i padri della scienza storica cioè della storiografia sono Erodoto Di Alicarnasso in Asia Minore nato intorno al 484 a.C. e l’ateniese Tucidide nato verso il 460 a.C.
In precedenza il racconto del passato era affidato al mito.
I racconti mitici erano tramandati di bocca in bocca di generazione in generazione.
Tali racconti mitici avevano per oggetto le imprese di dei ed eroi ed inoltre costituivano la “storia” dei popoli e delle città.
Con Erodoto e con Tucidide il passato uscì dalla narrazione mitica e si posero le basi di tutta la storiografia occidentale.
Proprio a Erodoto e Tucidide deve essere attribuita la fondazione della storia in quanto scienza cioè come disciplina che ha per obiettivo l’accertamento dei fatti storici e la loro spiegazione.
Diremo ora qualcosa riguardo Erodoto e Tucidide.
Erodoto è autore delle Storie in cui narra le guerre tra greci e persiani inserendole però nel più ampio contesto del rapporto tra Europa e Asia. Benché egli celebri la vittoria dei greci sui persiani il suo punto di vista non esprime senso di superiorità nei confronti dei “barbari”.
Per tale ragione Erodoto viene accusato di essere “amico dei barbari”.
Il suo relativismo culturale cioè l’atteggiamento per cui si guarda agli altri perciò che sono per capire non per giudicare è uno dei meriti più importanti dello storico greco.
A sua volta Tucidide scrisse la “Guerra del Peloponneso” in cui ricostruì le vicende di tale guerra alla quale partecipò di persona.
In tale opera Tucidide ha fornito una eccezionale lezione di metodo storico tutt’ora attuale.
Secondo Tucidide la storia dev’essere scritta seguendo un metodo rigorosamente razionale.
Per lo storico greco il compito dello storico è accertare la verità dei fatti.
Fra tutti gli eventi accaduti lo storico deve indagare quelli fondamentali per capire come e perché essi hanno seguito un cero corso.
Ma lo storico non deve fermarsi qui dal momento che deve individuare le cause di un fenomeno distinguendo le cause immediate da quelle profonde analizzarne le conseguenze e collegarle fra loro.
Per fare tutto ciò in modo oggettivo deve vagliare le sue fonti confrontarle con altre e infine interpretarle.
Ma esiste un altro insegnamento di fondamentale importanza di Tucidide.
Un altro insegnamento fondamentale dello storico greco è che la storia non ci dà alcuna garanzia che gli stessi errori non saranno nuovamente commessi.
Tuttavia la storia dandoci la possibilità di comprendere il passato ci permette anche di capire il presente e ci fornisce un’esperienza in grado perfino di progettare il futuro.
E questo perché solo attraverso la storia possiamo comprendere le forze che guidano le azioni degli esseri umani.
Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che Tucidide sottolinea il valore di una ricerca storica che abbia come fine la ricerca della verità e non il compiacimento dei lettori.
Tucidide è consapevole che il vero storiografo non deve dare nessuna importanza al compiacimento dei lettori perché molto spesso avere come obiettivo tale compiacimento significava allontanarsi dalla ricerca della verità storica.


Nell'immagine, il teatro greco di Siracusa.

Documento inserito il: 21/12/2023
  • TAG: Antica Grecia, Erodoto, Tucidide, Socrate, Platone, Aristotele, Pericle

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