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Il modello oligarchico spartano della polis

del Prof. Giovanni Pellegrino


La vicenda storica di Sparta incomincia nel 12-11 secolo a.C. con l’arrivo nel Peloponneso dei dori, una bellicosa popolazione guerriera proveniente da nord.
Attraverso lotte sanguinose con le popolazioni indigene, i dori occuparono i villaggi della laconia una fertile regione intorno al fiume Eurosa, dividendosi le terre migliori e sottomettendo le popolazioni.
Nell'VIII e VII secolo a.C. i discendenti dei dori, gli spartiati, assoggettarono la Messenia la regione a ovest della laconia.
Occorsero ben due guerre per sconfiggere i messeni, acquisirne la terra e ridurli in schiavitù.
Da questi esordi, tutti nel segno della guerra, deriveranno alcune caratteristiche fondamentali di Sparta.
In primo luogo la sua organizzazione sociale basata su una gerarchia molto rigida.
In secondo luogo le sue istituzioni finalizzate innanzitutto ad affermare la forza, ed in terzo luogo la sua cultura, dominata da un’idea della disciplina e da una forte chiusura nei confronti del mondo esterno. In fine, la sua educazione volta alla formazione di una élite di cittadini-soldati.
La società spartana era suddivisa in tre categorie rigorosamente distinte: gli spartiati, i perieci e gli iloti.
Gli spartiati erano i discendenti degli antichi dori e costituivano una ristretta élite di guerrieri. Ciascuno di essi era proprietario di un appezzamento di terreno che faceva coltivare dagli iloti in modo da potersi dedicare a tempo pieno all’attività militare.
I perieci vivevano in piccoli villaggi intorno alla città e si occupavano prevalentemente di artigianato e commercio, attività proibite agli spartiati. Svolgevano dunque un ruolo importante per la città alla quale dovevano anche garantire truppe di obliti in caso di guerra. Erano uomini liberi e potevano essere anche benestanti ma non godevano di alcun diritto politico.
Il fondo della scala sociale era occupato dagli iloti, in gran parte discendenti delle popolazioni della Messenia assoggettate.
Privi di ogni diritto vivevano in una condizione di semi schiavitù, ma a differenza degli schiavi, essi appartenevano allo stato e non al padrone ed inoltre non potevano essere né comprati e né venduti. Erano costretti a lavorare la terra degli spartiati consegnando loro la metà del raccolto.
Mentre i perieci erano docili e fedeli, gli iloti non smisero mai di ribellarsi per riconquistare la loro libertà. Essendo assai numerosi costituirono sempre una spina nel fianco di Sparta, tanto che ogni anno, i governanti della città all’atto di entrare in carica dichiaravano loro guerra.
Dobbiamo dire che gli iloti superavano probabilmente gli spartiati e i perieci sommati.
L’organizzazione politica di Sparta prevedeva seguenti magistrature ed istituzioni.
In primo luogo due re appartenenti a due famiglie che affermavano di essere discendenti da Eracle l’eroe al quale il mito attribuiva la fondazione di Sparta.
I due re avevano compiti militari (comando dell’esercito) e religiosi (sacerdozio di Zeus).
In secondo luogo vi erano i cinque efori eletti fra tutti i cittadini.
Gli efori duravano in carica un anno e avevano poteri molto estesi compreso quello di giudicare gli stessi re.
Accanto agli efori il più importante organo di governo era la gerusia un consiglio degli anziani composto di 28 spartiati sopra i 60 anni più i due re.
La gerusia preparava le leggi d’approvare in assemblea e giudicava i reati più gravi.
In terzo luogo vi era l’assemblea chiamata spearta apella comprendente tutti gli spartiati con più di 30 anni.
L’apella eleggeva gli efori e i membri della gerusia decideva sulla pace e sulla guerra ma non poteva discutere le proposte di legge solo approvarle e respingerle.
Un ruolo piuttosto limitato tanto che la gerusia poteva sciogliere l’assemblea in caso di votazione sfavorevole non gradita.
Gli spartiati chiamavano sé stessi “uguali”. Uguali erano in effetti i loro diritti e doveri.
Uguale o assai poco differenziava la loro condizione economica dato che lo stato assegnava a ciascuno un terreno di identica estensione ed erano proibite attività come l’artigianato e il commercio che avrebbero potuto determinare differenze di reddito.
Uguali infine erano gli stili di vita e l’educazione rigidamente determinati dallo stato.
Il sistema educativo era uno delle istituzioni più caratteristiche e originali di Sparta. Era esclusivamente finalizzato alla formazione di guerrieri abili e coraggiosi e di cittadini votati alla disciplina e all’ordine.
Fino a sette anni i fanciulli spartiati vivevano in famiglia. Poi dagli 8 ai 30 anni venivano affidati allo stato ed entravano in una sorta di grande caserma ricevendo una formazione soprattutto di carattere fisico e psicologico.
Tale formazione era volta a favorire doti di forza e di resistenza ma anche a suscitare atteggiamenti di obbedienza e di competitività.
Dobbiamo anche dire che alla nascita venivano eliminati i neonati gracili e deformi.
Particolare era la condizione della donna a Sparta città che puntava tutto sulle attività militari e di conseguenza aveva necessità che la ristretta oligarchia dominante si riproducesse forte e robusta.
La donna spartana era pertanto incoraggiata dallo stato a svolgere attività fisiche e le era consentito di unirsi a più uomini per aumentare le nascite. Anche nella cura della casa la donna aveva un ruolo più autonomo essendo il marito sempre impegnato nel servizio militare.
Anche la gestione degli iloti, sempre problematica, rientrava tra i suoi compiti.
Dall’insieme di queste funzioni sociali derivò alla donna spartana una indipendenza che non aveva la donna ateniese. Infatti la donna spartana poteva disporre di beni propri. In ogni caso la donna spartana godeva di una condizione di maggiore parità con l’uomo dal momento che entrambi erano vincolati alle dure regole del servizio allo stato.
Dobbiamo dire che nell’antica Grecia, Sparta era il modello più ammirato di polis proprio per il suo sistema sociale e politico. Infatti, quell’insieme di cittadini austeri e coraggiosi uniti da un forte spirito comunitario che non ammetteva litigi o personalismi, esercitò un grande fascino sui contemporanei ma anche nei secoli a venire.
Ma la forza di Sparta era anche la sua debolezza.
L’equilibrio di sparta si reggeva sulla capacità di tenere sottomesse all’interno popolazioni numericamente superiori e di affermare la propria potenza militare allo esterno. Da tutto questo derivò una società militarizzata e chiusa che considerava il mondo intorno a sé solo come una minaccia. Di conseguenza gli spartiati venivano dissuasi dal recarsi fuori città per timore che venissero corrotti.
Inoltre gli stranieri presenti a Sparta venivano periodicamente espulsi.
Infine, il rifiuto di qualsiasi influenza esterna, l’onnipresenza dello stato e il dominio dei lavori collettivi, mortificavano la creatività individuale togliendo linfa alla vita culturale che fu molto più povera di quella di Atene nonché di molte altre città greche.
Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che a Sparta veniva considerato un pericolo chiunque non si adeguava ai rigidi principi vigenti in città.

Nell'immagine, il monumento dedicato a Leonida nell'attuale città di Sparta.

Documento inserito il: 08/09/2023
  • TAG: dori, spartani, spartiati, iloti, perieci, messeni

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