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Le origini di Roma e l’età monarchica

del Prof. Giovanni Pellegrino


La nascita di Roma è avvolta nella legenda e nel mito elaborati dagli scrittori latini di età imperiale allo scopo di nobilitarne le oscure origini.
Secondo la leggenda dunque, Roma sarebbe stata fondata il 21 aprile del 753 a.C. da Romolo e Remo, discendenti del mitico Enea.
Egli dopo essere scampato alla distruzione di Troia, era approdato nel Lazio seguendo la volontà degli dei di dare vita ad una nuova grande città.
Dobbiamo dire che al difuori delle leggende fu una felice combinazione di elementi ambientali ed economici che portò alla nascita di Roma. Nell'VIII secolo a.C., ma forse anche sin dalla prima età del ferro intorno al 1000 a.C., delle comunità di latini si erano insediate sui colli che si trovavano sulla riva sinistra del Tevere.
Proprio qui il fiume, a pochi chilometri dalla foce, formava una profonda ansa proprio nel punto in cui l’isola Tiberina formava un’agevole guado.
Come è stato rilevato dagli scavi archeologici, sia sul colle Palatino, sia sui colli circostanti, nacquero piccoli villaggi di capanne abitati da pastori e agricoltori.
A tale riguardo dobbiamo dire che gli scavi archeologici hanno riportato alla luce resti di capanne a pianta rettangolare databili alla metà dell’VIII secolo a.C.
Poiché la valle era paludosa e malarica era naturale che quei popoli avessero scelto di insediarsi sulle cime dei colli.
Dobbiamo mettere in evidenza che la posizione era particolarmente favorevole dal punto di vista economico.
Anzitutto la foce del Tevere era uno dei pochissimi centri di estrazione del sale presenti nella penisola, ed infatti da qui partiva la cosiddetta via del sale che portava nelle regioni appenniniche interne la preziosa sostanza.
Il sale era infatti di fondamentale importanza per la preparazione e la conservazione degli alimenti e per l’allevamento.
Dobbiamo tenere presente che il fiume era navigabile e si era formato un vero e proprio porto abbastanza vicino al mare ma ben protetto dalle incursioni di pirati e predatori.
La facilità con cui il fiume poteva essere attraversato in quel punto aveva inoltre fatto sì che vi passassero i traffici commerciali tra le città etrusche situate a nord del Tevere e le colonie greche nelle regioni meridionali della penisola.
In definitiva l’asse commerciale nord sud passava proprio nella zona dove sarebbe stata fondata la futura città di Roma.
In questo crocevia tra nord e sud est ovest si sviluppò un attivo emporio commerciale nel quale si smistavano i prodotti agricoli e artigianali dell’interno.
La presenza di questo intenso traffico stimolò nuovi insediamenti e favorì l’evoluzione delle primitive comunità di pastori agricoltori, cosicché si venne a creare un’organizzazione sociale più complessa ed articolata.
In ultima analisi si verificò che la fusione di piccole comunità portò alla formazione di un vero e proprio nucleo urbano.
A loro volta gli etruschi, che nel VII secolo a.C. erano in piena espansione verso la Campania, misero presto gli occhi su questo nuovo centro urbano, così importante per le comunicazioni con le zone da poco conquistate dagli etruschi.
Per tale ragione essi lo sottoposero al proprio controllo ingrandendolo e fortificandolo nel VI secolo a.C.. In tal modo, Roma fu assoggettata al predominio etrusco.
Non si trattò tuttavia di una vera e propria occupazione, ma dell’esercizio da parte degli etruschi di una forte influenza su Roma, che determinò lo sviluppo urbanistico, economico e civile della vita romana sotto l’influenza della più progredita civiltà italica in quel periodo storico.
La prima forma di governo di Roma fu la monarchia, che durò due secoli e mezzo, dalla metà dell’VIII secolo al 509 a.C.
In questo periodo secondo la tradizione governarono sette re.
È poco probabile che solo sette re abbiano coperto un arco di tempo così ampio, quasi 250 anni, soprattutto in un’epoca in cui la durata media della vita era verosimilmente molto bassa. Inoltre dobbiamo dire che è certo che alcuni di tali re furono figure leggendarie.
Una fase monarchica nella vita della Roma arcaica certamente vi fu. Di conseguenza questi personaggi con i compiti attribuiti loro dalla tradizione rappresentano diverse fasi dell’evoluzione della città.
A Romolo, il leggendario fondatore della città, viene attribuita l’originaria fusione di romani e sabini, ed il primo tentativo di fissare precisi ordinamenti sociali e politici.
Per la fusione tra i diversi villaggi si trovò traccia nella leggenda del rapimento delle donne sabine.
A Romolo viene attribuita anche la fondazione del Senato, l’assemblea dei capi nobili, il cui nucleo originario secondo la tradizione era costituito da cento membri.
Il secondo re di Roma secondo la tradizione fu Numa Pompilio.
Egli avrebbe gettato le basi dell’ordinamento religioso romano creando un insieme di divinità comuni per i vari gruppi che avevano dato vita ai primi insediamenti.
Sotto Tullo Ostilio si sarebbe verificato il famoso scontro tra tre fratelli romani gli Orazi e tre fratelli albani i Curiazi.
L’episodio in questione ricorda l’inizio di una fase di rafforzamento dei confini e di espansione territoriale tramite la guerra vittoriosa contro Alba Longa, la cui popolazione venne poi trasferita a Roma.
Anco Marzio sul finire del VII secolo a.C. portò Roma ad affacciarsi direttamente sul mare nell’attuale città di Ostia, che rappresentava la porta d’ingresso ai traffici commerciali sul Tirreno.
È molto probabile che in questa fase della storia di Roma sia stata costruito il ponte Sublicio, il primo ponte stabile sul Tevere.
La costruzione di tale ponte è segno di una crescente partecipazione di Roma agli scambi commerciali.
Con Tarquinio Prisco cominciò il periodo della monarchia etrusca, che diede un vigoroso impulso alle opere pubbliche quali bonifiche, creazione del Foro, costruzione del primo sistema fognario. Inoltre, durante il suo regno si verificò un forte impulso all’organizzazione politica della città.
Secondo la tradizione, il successore di Tarquinio Prisco sarebbe stato Servio Tullio, al quale si fa risalire la costruzione di una cinta di mura dette appunto “serviane”, ed un’importante riforma delle istituzioni.
L’ultimo re, Tarquinio il Superbo, è descritto dalla storiografia posteriore come autoritario violento e crudele, in linea con il modello del tiranno greco. Si tratta con ogni probabilità di una figura leggendaria, le cui caratteristiche negative servirono a far meglio evidenziare la grande svolta rappresentata dal passaggio alla repubblica che avvenne nel 509 a.C.
In quell'anno, le famiglie nobili romane cacciarono il re e crearono una nuova forma di governo.
Aldilà della inestricabile compresenza di elementi leggendari e verità storiche, possiamo fare due considerazioni circa questa fase della vita di Roma.
La prima è che nel corso dell’età monarchica Roma conobbe una grande espansione territoriale ed un’eccezionale sistemazione urbanistica che la resero la città più estesa, meglio organizzata e probabilmente più popolosa dell’Italia centrale.
La seconda considerazione è che Roma venne formandosi attraverso la mescolanza di gruppi umani eterogenei come i latini, i sabini, e gli etruschi.
Essa fu un luogo di incontro tra genti di varia provenienza e fra diverse culture alcune molto progredite, come quella delle città greche nelle coste campane e quelle etrusche.
A differenza delle poleis greche organizzate intorno a un ceppo etnico unitario, Roma si presentò sin dall’inizio come una città aperta, in grado di assorbire sempre nuovi gruppi all’interno della comunità civica.
Dobbiamo mettere in evidenza che questa sarà una caratteristica costante e originale della storia romana.


Nell'immagine, la Lupa Capitolina.

Documento inserito il: 30/12/2023
  • TAG: Roma, Etruschi, Sabini, monarchia, repubblica, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo,

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