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La Mesopotamia prima e dopo i persiani

del Prof. Giovanni Pellegrino


In questo articolo ci interesseremo delle vicende storiche riguardanti la Mesopotamia prima e dopo l’arrivo dei persiani.
Per quanto riguarda il periodo storico che precedette l’arrivo in Mesopotamia dei persiani dobbiamo dire che verso l’età del II millennio a.C. il sapiente ed equilibrato dominio babilonese fu scalzato prima dagli Ittiti e poi dagli Assiri.
Gli Assiri approfittarono della crisi seguita alla morte del grande re Hammurabi prima rendendosi autonomi da Babilonia e poi verso il 1146 a.C. occupando la città stessa.
Gli Assiri divennero a poco a poco padroni di un vastissimo impero conquistato grazie all’abilità nelle tecniche di guerra a un esercito dotato di armi in ferro e di cavalli nonché ad una ferocia che li rendevano invincibili agli occhi delle popolazioni locali.
Sotto il dominio degli Assiri caddero progressivamente tra il 1700 a.C. la Palestina la Siria e la Fenicia.
Gli Assiri verso il 670 a.C. conquistarono anche l’Egitto cosicché per la prima volta le due più antiche civiltà quella mesopotamica e quella egiziana si trovarono unificate sotto lo stesso dominio.
Tuttavia l’impero assiro non resse nel tempo perché difficilmente una regione tanto vasta e popoli così diversi potevano restare uniti in virtù di una dominazione militare per quanto ferrea come quella attuata dagli assiri.
Essi non esitarono a ricorrere a violenze e massacri pur di garantirsi l’obbedienza delle popolazioni dominate.
L’ultima fase di grandezza dell’impero assiro si realizzò sotto il regno del re Assurbanipal (668-631 a.C.).
Sotto il regno di questo grandissimo re l’impero assiro raggiunse l’apice della sua potenza al punto tale che la capitale Ninive raggiunse la bellezza e lo splendore di Babilonia.
Ma la ferocia che caratterizzò l’impero degli assiri ebbe notevoli conseguenze negative per gli Assiri stessi.
Infatti il clima di violenza e di terrore creato dagli Assiri finì col determinare una serie di violenti ribellioni.
Tali ribellioni culminarono nella distruzione di Ninive nel 612 a.C. ad opera dei babilonesi alleati con la popolazione iranica dei Medi.
La distruzione di Ninive segnò uno spartiacque nella storia della Mesopotamia dal momento che si chiuse dopo tale distruzione il periodo storico del dominio assiro.
Pertanto nacque il nuovo impero che ancora una volta aveva come centro la città di Babilonia che tornò al suo antico splendore.
Cominciò in tal modo il cosiddetto periodo neo babilonese che ebbe momenti di rinnovata grandezza sotto il regno di Nabucodonosor.
Sotto il regno di tale grandissimo sovrano venne conquistata la Palestina e vennero toccati i confini dell’Egitto.
Tuttavia la rivincita dei babilonesi durò molto poco neppure un secolo dal momento che nel 539 a.C. un nuovo popolo si impadronì della Mesopotamia.
Tale popolo, ovvero i Persiani, mise fine al II impero babilonese.
I persiani erano destinati a giocare un ruolo di fondamentale importanza nella storia del mondo antico.
Ma chi erano i persiani?
Essi erano una popolazione di stirpe indoeuropea che fin dal II millennio a.C. abitava gli altopiani dell’area corrispondente all’attuale Iran. Dobbiamo dire che oltre ai persiani vivevano in quella regione anche i medi che come abbiamo detto in precedenza combatterono insieme ai babilonesi contro l’impero assiro.
Riteniamo opportuno dire qualcosa intorno alla società che caratterizzò l’antica Persia.
La fase dominante persiana era formata da un ristretto nucleo di famiglie aristocratiche di grandi proprietari terrieri.
Tali famiglie aristocratiche rivestivano una grande importanza perché fornivano le forze principali dell’esercito persiano.
In Persia il potere era detenuto dal re.
Dobbiamo dire che tra le grandi famiglie del regno si affermò progressivamente quella degli Achemenidi.
Tale famiglia nel corso del VII-VI secolo a.C. conquistò il predominio su tutta la regione unificandola in un solo regno comprendente anche i medi.
Tale unificazione fu solo l’inizio della potenza persiana.
Infatti con il re Ciro detto “il Grande” (559-530 a.C.) e con il figlio di questi Cambise II (530-522 a.C.) i persiani iniziarono una inarrestabile espansione.
Essi conquistarono la Libia l’Anatolia tutta la Mesopotamia con Babilonia e l’Egitto un ulteriore espansione dei persiani avvenne con Dario il “re dei re (522-486 a.C.) che arrivò ad ovest fino ai confini detenzionali della Grecia e al mar Nero e ad est sino al fiume Indo.
In tal modo i persiani conquistarono un immenso impero che si estendeva dall’Egitto al sub continente indiano lambendo anche l’Europa.
La forza dei persiani era in primo luogo rappresentata dall’eterico.
L’esercito persiano era un potente esercito costituito da un nucleo di nobili cavalieri persiani e dalle fanterie fornite dalle province assoggettate. Tale esercito consentiva di mantenere il controllo all’interno e di affermare la potenza imperiale all’esterno.
I persiani erano in grado di schierare fino a mezzo milione di uomini una cifra assolutamente straordinaria per quei tempi.
A essa si univa però anche una sostanziale tolleranza nei confronti delle popolazioni assoggettate.
Per fare un esempio Ciro conquistata Babilonia restituì la libertà agli ebrei che vi erano stati deportati da Nabucodonosor nel 586 a.C. Inoltre grande fu l’abilità con cui Dario seppe organizzare l’immenso impero che si estendeva per oltre tre milioni di chilometri quadrati e comprendeva i popoli e le nazionalità più diverse.
Il potere era centralizzato secondo il modello degli antichi imperi orientali.
Il sovrano governava attraverso i satrati membri dell’aristocrazia ai quali era affidato il controllo delle venti province o satrapie dell’impero. Il satrapo aveva il compito di far rispettare la legge e di riscuotere i tributi che ogni provincia doveva inviare alle due capitali Susa e Persepoli. L’operato dei satrapi era controllato da un corpo di funzionari speciali soprannominati “le orecchie del re” che ispezionavano le province riferendo al sovrano.
La monarchia persiana mise in atto un’opera di integrazione economica e culturale delle varie aree dell’impero integrazione facilitata anche dall’utilizzo della moneta.
Ma il più potente fattore di comunicazione e di integrazione fu lo straordinario sistema stradale che si sviluppava per molte migliaia di chilometri e sul quale si muoveva un efficiente rapido servizio postale dotato di presidi e di stazioni di posta per il cambio dei cavalli.
Su quelle strade viaggiavano non solo le truppe i funzionari la posta imperiale ma anche le carovane commerciali.
Tali carovane portavano nell’area mediterranea nuove specie di vegetali di origine iranica e dall’estremo oriente portavano nell’area mediterranea il sesamo il nocciolo il riso.
La tolleranza dimostrata dai persiani nei confronti delle regioni dei popoli sottomessi nasceva anche dal fatto che a differenza che in altre civiltà antiche la religione aveva in Persia una funzione politica.
Infatti il potere politico non si reggeva di un dio un tempio una casta sacerdotale.
Questo non vuol dire che i persiani non avessero una religione ufficiale.
Tale religione esisteva ed era basata sull’insegnamento di Zaratustra un leggendario profeta vissuto probabilmente tra l’VIII e il VII secolo a.C. Zaratustra predicava la fede in una sola divinità Ahura Mazda il dio del bene in eterna battaglia col suo grande nemico Ahriman lo spirito del male.
Compito degli uomini secondo tale religione è vivere secondo il bene (cioè con generosità verità e giustizia) contrastando le forze del male.
Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che la religione dei persiani era caratterizzata da un dualismo ontologico in quanto esisteva un principio del bene e un principio del male.


Nell'immagine, il palazzo Tachara a Persepoli, attuale Iran.

Documento inserito il: 21/08/2023
  • TAG: persiani, assiri, babilonesi, satrapo, zaratustra, acheminidi, impero persiano

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