Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia antica: La religione la famiglia nell’antica Grecia
>> Storia Antica > Le grandi Civiltà

La religione la famiglia nell’antica Grecia

del Prof. Giovanni Pellegrino


In tale articolo prenderemo in considerazione l’importanza della religione e nella famiglia nell’antica Grecia.
Come tutti sanno i greci non diedero mai vita a uno stato unitario a differenza di quanto accadde per l’antica Roma. Lo spazio greco esteso da un capo all’altro del Mediterraneo rimase sempre diviso in una miriade di poleis.
Inoltre tali poleis furono per di più costantemente impegnate in guerre e guerricciole tra loro.
Eppure i greci mantennero sempre viva la coscienza e la consapevolezza di una identità comune dell’appartenenza a una stessa “grecità”.
Un primo fondamentale fattore di unificazione del mondo greco era la lingua. Infatti i diversi dialetti parlati dalle genti greche confluirono proprio progressivamente in una lingua comune detta “koinè” ovvero lingua comune.
L’accomunanza linguistica rappresentava un fattore di identità così forte da spingere i greci a definire barbari tutti quelli che non parlavano la loro lingua e che per tale ragione erano incomprensibili alle loro orecchie.
I greci manifestarono sempre la loro ferma convinzione di essere superiori a tutte le popolazioni da esse definite barbare.
Ma la lingua non era il solo fattore di unificazione esistente nel mondo greco.
Dobbiamo infatti mettere in evidenza che esisteva un secondo forte elemento di unità e di identità culturale nell’universo greco.
Tale elemento di unità era la religione in generale ed in particolare la religione olimpica caratterizzata dal culto delle dodici divinità principali che abitavano la vetta del sacro monte Olimpo.
Tuttavia dobbiamo dire che il numero di tali divinità olimpiche non era dovunque fisso. A differenza delle religioni che conosciamo (vedasi il Cristianesimo l’Ebraismo o l’Islam) quella greca era una religione antropomorfa e politeistica.
Per religione antropomorfa gli storici delle religioni intendono quelle religioni nelle quali la divinità o le divinità presentano i migliori sentimenti e i peggiori sentimenti propri degli esseri umani.
Nella religione olimpica gli dei avevano fattezze e sentimenti simili a quelli degli uomini. Inoltre la religione olimpica era una religione politeista poiché comprendeva molte divinità.
Inoltre tale religione non era una religione rivelata come ad esempio il Cristianesimo e le altre religioni monoteiste.
Infatti nella religione olimpica non vi erano testi sacri in cui la divinità avesse rivelato agli uomini le verità in cui credere e né gli dei olimpici chiedevano agli uomini di divenire migliori.
Tra l’altro non esisteva un clero cioè un insieme di sacerdoti specializzati nell’interpretare i testi divini o nell’amministrare i riti.
Di conseguenza qualsiasi cittadino poteva compiere da solo gli atti del culto purché nel rispetto delle regole stabilite.
Anche i riti collettivi della città venivano officiati da comuni cittadini o da funzionari incaricati a tale scopo.
Dobbiamo dire che sacerdoti veri e propri esistevano solo nei santuari centri di culto comune a più poleis.
Tali santuari erano ritenuti sacri ed inviolabili tanto che apposite leghe tra città dette anfizionie proteggevano i santuari e i loro tesori.
Inoltre la religione in Grecia aveva un carattere essenzialmente rituale e pubblico.
Infatti prima di compiere qualsiasi impresa piccola o grande (dallo sposarsi al dichiarare guerra) i greci erano soliti compiere dei riti per ottenere il favore degli dei.
Per fare degli esempi ci si purificava in acque limpide o si eseguivano i sacrifici immolando uno o più animali.
Inoltre si rispettavano determinati divieti e ci si recava a consultare gli oracoli.
Gli oracoli erano luoghi nei quali l’indovino aiutato da una divinità interpretava la volontà divina.
Queste erano pratiche che avevano valore soprattutto in quanto pubbliche visibili in quanto non riguardavano tanto l’individuo quanto la collettività.
Il Pantheon greco cioè l’insieme delle divinità olimpiche riguardava ogni settore dell’attività umana dalla guerra al commercio dalle arti all’amore.
Nella vita pubblica gli dei olimpici rivestivano un ruolo di grande importanza.
Qualunque atto pubblico (le decisioni dell’assemblea i trattati di pace le dichiarazioni di guerra i giudizi dei tribunali le feste popolari) avvenivano sotto la protezione di un dio.
Ma la stessa cosa avveniva per i principali momenti della vita domestica.
Zeus proteggeva la casa dagli animali feroci e dai predoni mentre il focolare che non doveva spegnersi era affidato a Ezia.
A loro volta le porte dell’abitazione erano sorvegliate da Apollo o da Hermes, per il parto ci si rivolgeva ad Artemide mentre il matrimonio era soprattutto sotto la protezione di Hera moglie legittima di Zeus.
Infine agli dei domestici venivano presentati coloro che entravano a far parte della famiglia: la sposa i figli neonati e gli schiavi destinati a vivere in casa.
Non esiste nella lingua greca antica una parola che designi la famiglia come noi riteniamo oggi cioè come un gruppo sociale costituito da legami di parentela e consanguineità.
Infatti la cellula di base della società greca non era la famiglia in senso stretto ma “oikos” parola che significa casa.
L’oikos comprendeva anche le persone che l’abitavano sia liberi sia schiavi nonché le attività che vi si svolgevano e i beni di proprietà del gruppo familiare.
La casa (o meglio quella parte della casa riservata alle donne era lo spazio specifico della donna che nell’antica Grecia era giuridicamente libera ma priva di diritti politici.
La parte della casa riservata alle donne prendeva il nome di gineceo.
Lì le donne svolgevano le funzioni domestiche la società che assegnava loro: filare tessere organizzare il lavoro delle schiave allevare i figli.
Nell’antica Grecia rare erano le uscite in pubblico delle donne sempre in caso di festività religiose e sempre in compagnia di un’ancella.
Alle donne era vietata la partecipazione ai banchetti.
La principale funzione assegnata alla donna era la procreazione perché era questa a garantire la continuità della famiglia e in senso lato della comunità dei cittadini.
Il capofamiglia era il signore della famiglia stessa ed esercitava la sua autorità assoluta su cose e persone compresi moglie figli e schiavi.
In ultima analisi dobbiamo dire che la personalità pubblica della donna era nell’ antica Grecia mediata dalla figura maschile: il padre il marito il fratello o in mancanza di questi il parente più prossimo.
Tra l’altro in Grecia il matrimonio aveva un carattere evidentemente sociale le cui motivazioni fondamentali erano di natura economica o di prestigio o esplicitamente legate alla necessità di avere eredi legittimi o di mantenere unità e la continuità della casata.
A decidere i matrimoni erano i maschi di casa.
Fatta la scelta e stabilita la dote fornita dal padre della sposa il matrimonio veniva stipulato in modo privato ma alla presenza di testimoni come avveniva in qualsiasi contratto d’affari.
Di conseguenza in Grecia non ci si sposava quasi mai per amore per attrazione o per libera scelta.
Il divorzio era ammesso quasi sempre su iniziativa del marito: dal punto di vista legale anche le donne potevano chiederlo ma al prezzo di esporsi al giudizio negativo dell’opinione pubblica.
Se un marito voleva liberarsi della moglie non occorrevano particolari motivazioni dal momento che poteva rimandarla alla casa paterna in qualsiasi momento.
Tuttavia se faceva ciò il marito doveva restituire la dote al padre della sposa.
Quindi come si vede la condizione della donna nell’antica Grecia non era senza dubbio felice tanto che neppure il mondo della casa costituiva per la donna greca uno spazio felice.
Per fare un esempio concreto del fatto che nemmeno il mondo della casa costituiva per la donna uno spazio felice ed esclusivo chiudiamo tale articolo evidenziando che la legislazione ateniese consentiva al marito di avere delle concubine e di ospitarle nella propria dimora.
Al contrario l’adulterio femminile era punito con pene molto severe.
Come si vede in Grecia esistevano due pesi e due misure per quanto riguarda l’adulterio maschile e femminile.


Nell'immagine, Zeus, il padre degli dei dell'Antica Grecia.

Documento inserito il: 08/08/2023
  • TAG: dei, religione, cristianesimo, antica grecia

Articoli correlati a Le grandi Civiltà


Note legali: il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità di quanto pubblicato è esclusivamente dei singoli Autori.

Sito curato e gestito da Paolo Gerolla
Progettazione piattaforma web: ik1yde

www.tuttostoria.net ( 2005 - 2023 )
privacy-policy