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La situazione politica nella Germania del XII secolo

L’Imperatore Enrico V morì nel 1125 senza lasciare discendenti diretti. Lo scettro imperiale passo quindi a Lotario di Sassonia,che per mantenere il suo debolissimo potere, dovette continuamente bilanciarsi fra i due suoi più potenti vassalli: gli Hohenstaufen, duchi di Svevia e i Welf, signori di Baviera. I sostenitori delle due casate diedero vita a due partiti dinastici che in Italia assunsero i nomi di Guelfi e Ghibellini; i primi appoggiavano i Welf, mentre i secondi, il cui nome derivava dal castello di Weiblingen, sostenevano gli Hohenstaufen. Con l’appoggio di Lotario, i Welf occuparono il Ducato di Sassonia; la loro crescente potenza iniziò a preoccupare gli altri principi tedeschi, che alla morte di Lotario elessero come Imperatore Corrado III di Hohenstaufen, il quale regnò dal 1138 al 1152, durante il proprio governo riuscì a togliere ai Welf la Baviera ma non la Sassonia. Questa importante regione non poté essere conquistata a causa dell’indebolimento delle forze imperiali precedentemente impegnate nella Seconda Crociata (1147-1149), alla quale partecipò personalmente anche Corrado III. Nello stesso periodo era ripresa anche l’aggressione tedesca contro le popolazioni slave dell’Elba. Nel 1152, alla morte di Corrado III, il trono passò a suo nipote Federico I di Svevia, che in Italia venne soprannominato Barbarossa. La politica del nuovo imperatore era tutta tesa alla restaurazione dell’Autorità imperiale, imponendola nuovamente ai feudatari, ai Comuni e al Papato, rinforzandola soprattutto in Italia, nella quale era stata scossa in modo particolare dalla fioritura comunale. Ed era proprio in Italia, la cui economia in quel periodo era particolarmente florida, che egli sperava di procurarsi i mezzi per imporsi in Germania. I fatti le diedero però torto poiché, mentre Federico I Barbarossa esauriva le proprie forze in Italia, i suoi avversari aumentavano la propria potenza con la conquista dei paesi slavi; approfittando delle frequenti assenze dell’Imperatore, essi ne minavano l’autorità. Nonostante tutto, in un primo momento sembrò che i suoi ambiziosi piani dovessero attuarsi: nei territori posti sotto la sua diretta amministrazione, Svevia e Franconia, Federico I riuscì a reclutare un numero rilevante di nuove truppe tra i contadini liberi. Per governare i suoi possedimenti ricorse a uomini a lui devoti, i ministeriales. Per legarli maggiormente a se e al proprio casato, egli concesse loro dei piccoli feudi. Essi costituirono una nuova nobiltà fedele a colui che l’aveva innalzata a tale rango. Per poter meglio concretizzare i propri progetti di conquista in Italia, il Barbarossa con un’abile manovra diplomatica, restituì ai Welf il Ducato di Baviera. Al termine di questi preparativi, nel 1154 egli scese in Italia.


Nell'immagine, lo stemma degli Hohenstaufen

Documento inserito il: 22/12/2014
  • TAG: germania XII secolo, hohenstaufen, welf, guelfi, ghibellini, seconda crociata, federico barbarossa

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