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Gli ultimi anni di Federico I Barbarossa

La lotta contro i Comuni italiani aveva impedito a Federico I di potersi occupare con più continuità delle questioni interne della Germania; in patria si andava facendo sempre più minacciosa la potenza di Enrico il Leone della casa Welf, signore della Baviera e della Sassonia, che in precedenza si era rifiutato di fornire truppe all'Imperatore in occasione della sua discesa in Italia, esponendolo in tal modo alla sconfitta di Legnano. Tornato in Germania, Federico I convocò una dieta nel corso della quale mise al bando Enrico e lo privò di tutti i suoi possedimenti: la Baviera venne ceduta alla nobile famiglia dei Wittelsbach, che ne detennero il possesso fino al 1918, mentre il Ducato di Sassonia venne diviso tra alcuni feudatari di minore importanza. Operando in questo modo, egli accelerò la frammentazione feudale dell'impero, indebolendo ulteriormente la già traballante autorità imperiale. Rovinosa in questo senso fu anche la sua politica nei confronti delle città: mentre nel resto dell'Europa i sovrani mantenevano ottimi rapporti con le città, che con i commerci e la propria vitalità rappresentavano la loro fonte primaria di sostentamento, Federico I le combatteva duramente, rafforzando in tal modo la feudalità, che era la principale nemica dell'autorità centrale. Inoltre il Barbarossa dissipò le residue forze imperiali partecipando personalmente alla Terza Crociata, bandita in seguito alla caduta di Gerusalemme, avvenuta nel 1187 ad opera del Saladino. Emiro di Mossul, questi aveva fondato un vasto Stato comprendente la Mesopotamia, la Siria e l'Egitto. Oltre a Federico I, a questa crociata parteciparono in prima persona il re di Francia Filippo II Augusto e il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone. Questi ultimi giunsero in Palestina per mare e occuparono la piazzaforte costiera di San Giovanni d'Acri ristabilendovi il dominio cristiano; in seguito litigarono fra loro e ritornarono in patria sempre via mare. Federico I preferì invece intraprendere il viaggio via terra, attraversando l'Asia Minore, che già era stato fatale alla spedizione militare di Corrado III. Quasi tutto l'esercito imperiale andò perduto e lo stesso Barbarossa morì annegato nel 1190 durante l'attraversamento di un fiume; la pesante corazza che indossava nell'occasione fece da zavorra trascinando l'imperatore sott'acqua. Federico I aveva sempre sognato di restaurare l'autorità imperiale e a questo progetto aveva lavorato per buona parte della sua vita. Al momento della sua morte fu chiaro quanto l'idea di un grande impero di tipo feudale fosse in contrasto con l'evolversi del processo storico. In Italia i Comuni ed il Papato avevano conservato e anche rafforzato la propria autonomia, mentre in Germania l'autorità imperiale risultava sempre più debole.


Nell'immagine lo stemma di famiglia dei Wittelsbach, ai quali Federico I cedette la Baviera

Documento inserito il: 22/12/2014
  • TAG: federico barbarossa, wittelsbach, ducato sassonia, terza crociata

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