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L’Europa post-romana

Come conseguenza della progressiva ger- manizzazione della maggior parte dell’Europa, Italia compresa, nel VII e VIII secolo si verificarono dei grandi mutamenti nella vita politica, economica e spirituale. La caduta dell’Impero Romano d’Occidente, comportò un’ibarbarimento di quella che era una delle civiltà più evolute del mondo conosciuto. Nonostante tutto alcuni tratti della tradizione socio-culturale del passato Impero sopravvissero fra le popolazioni dei Visigoti, dei Franchi, dei Longobardi e di altri popoli germanici che si stanziarono sui territori un tempo appartenuti all’Impero d’Occidente. Il merito di ciò fu della Chiesa; i barbari convertiti alla religione Cristiana, si sentirono infatti motivati ad integrarsi nell’unità spirituale e culturale occidentale ricostituita dalla Chiesa, che aveva ripreso alcuni degli elementi della tradizione romana quali la lingua latina, la cultura ed il diritto. In Spagna, I Visigoti convertiti al Cristianesimo si erano rapidamente integrati con le popolazioni iberiche latinizzate e avevano fondato un Regno che durò fino al 711, anno nel quale la Spagna cadde sotto il dominio degli Arabi. In Gallia il Regno dei Franchi divenne il più vasto e ben organizzato degli Stati romano-barbarici; nonostante le guerre di confine e le lotte di successione dinastica, il Regno dei Franchi risultò uno Stato solido, all’interno del quale istituzioni e cultura romana non si interruppero totalmente. Anche i Franchi si integrarono rapidamente con la popolazione gallo-romana; la Chiesa assunse all’interno del Regno quei compiti amministrativi che i regnanti non erano in grado di svolgere. L’Inghilterra venne invasa già dal 450 dalle tribù germaniche dei Sassoni, degli Angli e degli Juti, i quali distrussero ogni traccia della precedente civiltà romana; solo in Irlanda sopravvissero alcune comunità cristiane convertite da San Colombano. Nei secoli VI, VII, VIII e IX, l’Europa Centrale, la Germania, la media e la bassa valle del Danubio e la Russia, erano costantemente percorse da orde di popolazioni nomadi di germanici, slavi e asiatici: Bulgari, Avari, Cumani e Ungari.In queste regioni europee si sarebbero costituite delle società organizzate, solo nel X secolo dopo la conversione al Cristianesimo. Nel corso del VII secolo l’Italia era divisa praticamente in due Stati : la Románia, che comprendeva i territori appartenenti all’Impero Bizantino, e la Longobardía, ovvero il Regno Longobardo. Il primo comprendeva le isole venete, l’Esarcato, ovvero la città di Ravenna, sede del governatore bizantino in Italia, la Pentapoli, corrispondente alle attuali Marche, il Lazio, la costa campana, le regioni costiere dell’Italia meridionale, la Sicilia e la Sardegna. Il Regno longobardo estendeva la sua dominazione sull’Italia settentrionale, sulla Toscana, su parte dell’Umbria, degli Abruzzi e della Campania. L’Impero Bizantino a causa dei problemi religiosi interni e impegnato a difendere i propri confini orientali, perse sempre più interesse ai suoi domini italiani. In questo modo vi fu una crescita di prestigio del papato, che in mancanza dell’autorità imperiale si assunse il compito di difendere le popolazioni stremate dai continui conflitti e dalla miseria dilagante. Il territorio bizantino di Roma, godette di una sempre maggiore autonomia ed il papa ne divenne di fatto il vero sovrano.


Nell'immagine, affresco raffigurante San Colombano.

Documento inserito il: 22/12/2014
  • TAG: europa post romana, chiesa, cristianesimo, regno visigoto, franchi, longobardi, italia bizantina, esarcato bizantino

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