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L'invasione turca dei Balcani

La Penisola Balcanica venne progressivamente occupata dai Turchi Ottomani tra il XIV ed il XV secolo. Il termine Ottomani derivava dal nome del Khan Othoman (1288-1326), che organizzò per primo lo Stato turco in Asia Minore. Esso era formato da popolazioni nomadi al cui interno era venuta a crearsi un'aristocrazia guerriera, dedita alla guerra e alla razzia. Nei paesi conquistati, gli abitanti venivano sottoposti ad uno sfruttamento feudale dal quale traevano profitto i capi militari turchi, che formavano un'oligarchia di ricchi proprietari terrieri, pur conservando un gran numero di schiavi utilizzati per i servizi domestici. I primi due Khan ottomani, Osman e Orchan, completarono la conquista dell'Asia Minore, ed organizzarono il primo vero esercito permanente costituito da corpi di fanteria, che assunsero il nome di Giannizzeri, e da reparti di cavalleria denominati Spahi; le truppe di riserva erano prevalentemente costituite da bande irregolari che venivano messe a disposizione dalle varie tribù turche. Dai popoli sottomessi, i Turchi appresero la religione musulmana e le tecniche militari: molti Greci erano infatti passati nelle file dell'esercito e della marina turca, rinnegando il proprio paese e la loro religione. Nonostante ciò, i Turchi non persero i propri feroci sistemi primitivi, rappresentando quindi un vero flagello per i diversi popoli che dovettero affrontarli. Sotto la guida del loro terzo sultano, Murad I, che regnò dal 1359 al 1389, i Turchi diedero inizio alla conquista dei Balcani. Nel 1361, venne conquistata la città di Adrianopoli, che per molto tempo restò la nuova capitale dell'Impero Ottomano. Vista l'impotenza dimostrata dall'Impero Bizantino, Bulgaria e Serbia tentarono di opporsi all'avanzata turca, ma vennero più volte sconfitti, per poi venire definitivamente annientati nella battaglia che si svolse nei campi del Kosovo nel 1389. Questa sconfitta pose fine all'indipendenza Serba; quattro anni più tardi, nel 1393, venne sottomessa anche la Bulgaria. Per arginare il pericolo turco, venne costituito un grande esercito composto da cavalieri polacchi, boemi, ungheresi, tedeschi e francesi, ma anch'esso venne distrutto nella battaglia di Nicopoli, sul Danubio, nel 1396. Questo disastro, sembrò segnare la sorte dell'Impero Bizantino, che però, grazie ad una fortunata coincidenza, riuscì a sopravvivere per un altro mezzo secolo: ad arrestare l'avanzata turca furono i Mongoli condotti da Tamerlano, il cui vero nome era Timur detto Lenk, lo zoppo. Avanzando dalle steppe asiatiche, egli sottomise l'Asia Centrale ed il Vicino Oriente sconfiggendo nel 1402 l'esercito turco nei pressi di Ankara. Al momento della sua morte, avvenuta nel 1405, l'impero si sfaldò, ma nello stesso tempo anche nell'Impero turco iniziarono una serie di lotte intestine per la successione al trono.L'espansione ottomana riprese sotto il regno del sultano Murad II, che guidò i turchi dal 1421 al 1451. Fu sotto di lui che nell'esercito turco vennero introdotte le prime artiglierie. Nel 1430 egli conquistò Salonicco: in questo modo, all'Impero Bizantino non restavano che Costantinopoli e una sottile striscia di territorio circostante. Vista la gravità della situazione, il governo bizantino si appellò ai regnanti occidentali, dichiarandosi disposto ad accettare un'unione con i cattolici, deliberata dal Concilio di Firenze del 1439: questa unione venne però respinta dalla popolazione locale, memore delle tragedie provocate dalle Crociate e dall'Impero Latino. Nonostante ciò, i regnanti europei riuscirono a mettere insieme un esercito composto polacchi, ungheresi, boemi, tedeschi e francesi, che venne però duramente sconfitto dai Turchi nella battaglia di Varna, in territorio bulgaro, nel 1444. Questa sconfitta segnò anche la fine definitiva dell'Impero Bizantino: il 29 maggio del 1453, la città capitolò dopo un lungo assedio condotto dall'esercito del sultano Maometto II. Ai 200.000 uomini che componevano l'armata turca, l'Imperatore Costantino XI fu in grado di opporre solo 10.000 mercenari, nella maggior parte genovesi. Quasi tutti i difensori e lo stesso imperatore caddero in battaglia, ed i Turchi, occupata la città, dettero inizio ad un vero e proprio massacro della popolazione e dei difensori prigionieri. Il nome della città venne cambiato in Istambul, che divenne la nuova capitale dell'Impero Ottomano. L'invasione dei Balcani da parte dei turchi, fu sicuramente la più grave disgrazia che mai si abbattè sull'Europa: i popoli balcanici sottomessi, videro arrestarsi il proprio sviluppo storico in misura tale, che ancora oggi non hanno completamente superato l'arretratezza dovuta a quel lungo periodo di oppressione, durato fin quasi all'inizio della Prima Guerra Mondiale. Dai Balcani i Turchi minacciavano direttamente l'Europa centrale, dove riuscirono ad occupare una buona parte dell'Ungheria. Nel Mar Mediterraneo, il loro impero si estese progressivamente a tutto il Nord Africa, arrecando gravissimi danni al commercio, in particolare a quello svolto dagli italiani, sulle cui coste gravava il pericolo rappresentato dalle frequenti scorrerie dei corsari barbareschi. Infine, lo sbarramento opposto dai Turchi sul Bosforo, impedì un normale svolgimento della navigazione e del commercio col Mar Nero, contribuendo all'isolamento della Russia dal contesto della civiltà europea.


Nell'immagine, il sultano Ottomano Murad I, che diede inizio ad una più ampia espansione dell'Impero nei Balcani.

Documento inserito il: 22/12/2014

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