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La Guerra dei Cento Anni e la definitiva unificazione della Francia

Per Guerra dei Cento Anni, si intende un conflitto durato dal 1337 al 1453, che vide contrapposte le monarchie di Francia e Inghilterra. La causa principale di questo conflitto fu la tendenza delle monarchie feudali dell’epoca all’ampliamento del proprio territorio, alfine di compiacere agli appetiti dei propri signori feudali. L’occasione che fornì il pretesto all’Inghilterra per dare inizio alle ostilità, fu la penetrazione nelle Fiandre del re di Francia. L’Inghilterra, essendo proprio difronte alle coste fiamminghe, si sentIgrave; direttamente minacciata da questa manovra, senza poi contare che un’eventuale occupazione francese delle Fiandre avrebbe causato dei gravissimi problemi per il commercio inglese, che aveva in quella regione il suo principale mercato per l’esportazione. La guerra dei Cento Anni si sviluppò in tre fasi successive: la prima fase ebbe inizio nel 1337 e si concluse con la Pace di Brétigny nel 1360. Durante quel periodo, l’esercito inglese ebbe il sopravvento su quello francese che venne sconfitto nelle due battaglie di Crecy e Poitiers. Questi successi erano dovuti ad una migliore organizzazione della monarchia Inglese, che potendo contare su entrate finanziarie sicure, potè organizzare un esercito mercenario permanente, reclutato principalmente fra i contadini liberi del Galles, abilissimi arcieri, tenaci e disciplinati. Furono proprio questi uomini a decidere le due battaglie, nel corso delle quali decimarono con i loro dardi la cavalleria feudale francese. A seguito delle condizioni di pace, la Francia perdette il Poitou, L’Alvernia e altri territori, tra i quali il porto di Calais, che rimase in mani inglesi fino al 1559. La guerra e le sconfitte patite dal proprio esercito, portarono alla diffusione di un notevole malessere tra la popolazione francese, già decimata dalla gravissima epidemia di peste, che nel 1350 devastò l’Europa. Particolare malcontento apportarono le malversazioni dei funzionari regi incaricati di riscuotere le imposte rese necessarie dalla situazione di guerra nella quale si trovava il Paese e le prepotenze dei nobili cavalieri sbandati a seguito della sconfitta militare: costoro si riunivano in compagnie e taglieggiavano le popolazioni civili indifese. Contro questi sopprusi, nel 1358 a Parigi scoppiò una rivolta popolare guidata da Etienne Marcel; ben più grave fu la sommossa contadina che si diffuse nella Francia Settentrionale e che prese il nome di jacquerie, derivante dal soprannome con il quale i nobili erano soliti apostrofare i contadini, Jacques Bonhomme, Giacomo lo stupido. La rivolta venne soffocata nel sangue e circa 20.000 contadini vennero massacrati nel corso della repressione, dopo che il loro capo, Guillame Caillet, era stato ucciso in un’imboscata. Poco più tardi venne domata anche la rivolta di Parigi, dove venne assassinato Etienne Marcel. Nel frattempo il re Giovanni il Buono morì in prigionia, ed il suo posto sul trono venne prese dal figlio Carlo. Sotto il nuovo sovrano Carlo V, che regno sulla Francia dal 1364 al 1380, vi fu una totale riorganizzazione della monarchia francese. Agli Stati Generali del 1369, egli riuscì ad ottenere di poter imporre le imposte sul sale e del focatico, ossia una nuova imposta che gravava su ogni casa o focolare domestico, per un tempo indeterminato. In questo modo la monarchia francese riuscì ad ottenere una solida base finanziaria, con la quale potè organizzare un buon esercito di mercenari. L’armata venne reclutata dal gran connestabile Bertrand du Guesclin, un ottimo soldato, che in tal modo rese il re indipendente dalle milizie dei suoi grandi vassalli. Alla testa di quell’esercito, il Guesclin ripulì le campagne francesi dalle compagnie di ventura, ristabilendo l’ordine. Nell’esercito francese venne quindi introdotta l’artiglieria e fu creata una marina da guerra. Seguendo un’abile politica dei piccoli passi, il gran connestabile affrontò gli Inglesi in piccoli scontri successivi, evitando di impegnarsi in grandi battaglie campali, riuscendo a ricacciarli dalle regioni conquistate. L’armistizio siglato nel 1396, segnò la fine della seconda fase della guerra, che vide la vittoria dell’esercito francese. Il regno di Carlo VI, durato dal 1380 al 1422, vide in Francia una nuova situazione di anarchia, dovuta alle cricche di corte, che approfittando dell’insanità mentale del sovrano lottavano fra loro per assicurarsi il potere. La fazione degli Armagnacchi deteneva il potere nella Francia meridionale, mentre quella dei Borgognoni nel Nord del Paese. Gli Inglesi pensarono di trarre profitto da quella situazione e strinsero degli accordi segreti con i Borgognoni: nel 1415 essi ripresero la guerra contro la Francia, che entrò così nella sua terza e conclusiva fase, che terminò nel 1453. Il tradimento dei Borgognoni costò ai francesi la disastrosa sconfitta di Agincourt: questa vittoria consentì agli Inglesi di dilagare nel Nord della Francia, ponendo sotto assedio la città di Orleans nel 1428. La caduta della città avrebbe consentito loro di invadere la Francia meridionale: fu in quel drammatico momento che a salvare il Paese intervenne Jeanne d’Arc, una giovane contadina, che incoraggiata da voci soprannaturali si convinse a recarsi dal re Carlo VII per chiederle il comando dell’esercito. Dopo le prime iniziali negative risposte, il re decise di accontentare Jenne d’Arc, sotto il cui comando, l’esercito francese riuscì a liberare Orleans dall’assedio. In seguito essa riportò Carlo VII a Reims, l’antica sede dei re di Francia, nella cui cattedrale egli venne incoronato e riconosciuto dal popolo come legittimo sovrano. Poco tempo dopo, nel corso di uno scontro con i Borgognoni, Jeanne d’Arc venne cattura da questi e venduta agli Inglesi, che la fecero processare e condannare al rogo come eretica: la sententenza venne eseguita a Rouen nel 1431. Il suo sacrificio completò l’opera di riorganizzazione in atto nell’esercito francese e da ogni parte accorrevano volontari desiderosi di combattere per la liberazione della Francia, permettendo a Carlo VII di fare rientro a Parigi. Negli anni successivi, approfittando delle controversie scoppiate fra i nobili inglesi, vennero liberate anche le ultimi regioni francesi ancora occupate. La pace del 1453 lasciò alla monarchia inglese solo il porto di Calais. La Guerra dei Cento Anni aveva causato alla Francia gravissime devastazioni e un gran numero di morti, al punto che la popolazione totale si era ridotta di un terzo. Essa ebbe però termine con la completa liberazione di regioni che per secoli erano state sotto il dominio Inglese quali la Normandia, la Guienna e l’Aquitania. Grande fu anche l’entusiasmo popolare, la cui coscienza nazionale uscì rafforzata dal conflitto. La grande fudalità che non fu in grado di difendere il paese ed in più di un’occasione si macchiò di tradimento, ne uscì screditata. Per contro ne uscì notevolmente rafforzata la monarchia, che dimostrò di essere il vero centro di organizzazione delle forze nazionali, disponendo ormai di un proprio esercito, costituito grazie alle notevoli entrate garantite dalle imposte e non dovendo quindi più dipendere dalle milizie feudali. Non essendo più stati convonvocati dal 1369 gli Stati Generali, i poteri del re si erano estesi notevolmente e la Francia si accingeva a divenire uno Stato nazionale accentrato attorno ad una monarchia assoluta, assumendo quindi una forma politica più evoluta rispetto alla vetusta organizzazione feudale. Il re Luigi XI , che governò la Francia dal 1461 al 1483, fu senza dubbio uno degli uomini più eminenti della sua epoca: ottimo politico e diplomatico, spese le sue migliori energie nell’opera di abbattimento della grande feudalità. Essa si unì contro di lui in una unione denominata Lega del bene pubblico, al cui vertice era il duca di Borgogna Carlo il Temerario: il re non risparmiò nè intrighi, nè denaro per riuscire a disgregare la coalizione avversaria, riuscendo infine ad aizzare contro il duca Carlo i Cantoni svizzeri. Nel 1477, nel corso della battaglia di Nancy, le fanterie svizzere sconfissero la cavalleria feudale del duca che rimase ucciso nel corso del combattimento. Dopo la sua morte, la Borgogna divenne possedimento del re di Francia, mentre la figlia di Carlo il Temerario finì in sposa all’Imperatore d’Austria Massimiliano d’Asburgo, recandogli in dote le Fiandre. Con gli stessi metodi, Luigi XI sgominò gli Armagnacchi: egli compì la sua opera facendo arrestare e giustiziare numerosi nobili tra i più indipendenti e riottosi, completando così l’unificazione definitiva della Francia. L’ultimo territorio ancora semindipendente, la Bretagna, venne annessa al regno dopo la sua morte, grazie ad un matrimonio. Alla fine del XV secolo, la Francia era il regno più unito, vasto e potente d’Europa.


Nell'immagine, la battaglia di Agincourt. Questa vittoria consentì agli Inglesi di dilagare nel Nord della Francia e di porre l'assedio alla città di Orleans.

Documento inserito il: 22/12/2014

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