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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Quattordicesima puntata

I Vichinghi

di Alberto Sigona


Fra le popolazioni che imperversarono in Europa durante l'Alto Medioevo non possiamo non citare i Vichinghi, popoli originari della Scandinavia destinati a lasciare un segno indelebile nella storia. Tuttora circondati da un alone di mistero, su di loro disponiamo di poche, frammentarie, approssimative, inaffidabili ed a volte contraddittorie testimonianze storiche (in buona parte contaminate dal mito), e ricostruire esattamente la loro epopea è a dir poco un'impresa ardua che lambisce l'impossibile. Per quanto ne sappiamo, essi, spinti probabilmente dalla volontà di accumulare ricchezze e gloria militare - valori di primaria importanza nella società nordica - ma anche da una notevole crescita demografica e dalla ricerca di terre coltivabili (può darsi che sui loro spostamenti abbia influito anche un clima particolarmente rigido presente nei loro territori d'origine), tra il 793 d.C. ed il 1066 (anno del fallito tentativo di Re Harald III di Norvegia d'impossessarsi dell'Inghilterra), a bordo di navi ad alto livello tecnologico (per i canoni dell’epoca), fecero numerose incursioni sulle coste d'Europa, facendo scorrere fiumi di sangue, terrorizzando i popoli che avevano la sfortuna d'imbattervisi. I Vichinghi però non miravano esclusivamente ai saccheggi (sebbene le devastazioni e le razzie abbiano avuto un ruolo primario nella loro storia...) ma arrivavano spesso ad impadronirsi di nuovi territori, fondandovi anche vari empori commerciali. Nell’arco di circa due secoli e mezzo furono protagonisti di viaggi e conquiste straordinarie, trasferendosi in massa in diversi parti d'Europa(1), dedicandosi anche all'esplorazione marittima dell'Atlantico Settentrionale, colonizzando ad esempio l'Islanda, per poi arrivare a stabilirsi per diversi anni persino in Groenlandia e nell'isola di Terranova. Ma fra le Nazioni che dovettero subire l'impetuoso impatto vichingo vi furono soprattutto quelle contigue alla Scandinavia, in primis la Gran Bretagna, che fu ampiamente assoggettata: ricordiamo fra gli altri il Regno di Jorvik (o York), nello Yorkshire e dintorni (876-954), ed il Regno di Canuto “il Grande” (1016-1035; in questo periodo iniziò anche una capillare cristianizzazione vichinga), che sarebbe arrivato a controllare sostanzialmente l'intera Inghilterra (l'isola in quel periodo rimase inglobata in un vasto impero marittimo che includeva anche la Danimarca, la Norvegia e le isole a Nord della Scozia)(2). Oltre all'Inghilterra, tanti altri Paesi furono oggetto delle loro particolari “attenzioni”, come la Francia (lì i vichinghi vi si stanziarono attorno al 911, quando fu siglato un accordo tra il sovrano norvegese Rollone e il re Carlo III di Francia, che consentiva ai popoli scandinavi, in cambio di un giuramento di vassallaggio, di stanziarsi in quella parte di costa ancora oggi chiamata Normandia), la Spagna, e persino parte dell'Italia (che però, a quanto pare, fu interessata solo marginalmente, e più che altro fu oggetto di azioni piratesche). Ad oriente i vichinghi si sarebbero spinti sino a Bisanzio (a partire dall'anno 839 si registra la presenza di mercenari al servizio dei bizantini) e addirittura nell'odierna Russia (all'epoca in maggioranza slava), probabilmente creandovi dei regni: è proprio a loro che forse si deve il nome di Russia, poiché in dialetto antico “rus” era il termine che li identificava. Tuttavia la fondazione della Russia è priva di documentazioni storiche attendibili, e molti studiosi credono che la leggenda si confondi con la realtà.
I vichinghi spesso in sostituzione delle loro azioni guerriere richiedevano un pagamento in denaro o in natura, a fronte del quale rinunciavano ad attacchi e saccheggi e mantenevano la pace. Conosciuti per essere stati i primi scopritori del Nord America (tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo?), la loro scoperta non ebbe ripercussioni in ambito europeo (infatti ai tempi di Cristoforo Colombo era stata completamente dimenticata), in quanto vi sostarono per poco tempo e forse non avevano né la volontà né le risorse economiche, tanto meno mezzi tecnici e politici, necessari a portare a termine l'espansione. La loro epoca si sarebbe conclusa tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo, quando ormai erano stati assimilati dalle popolazioni autoctone, integrandosi con varie etnie.


Nell'immagine il modello di un Drakkar, tipica nave vichinga.
Note

(1) L’8 giugno del 793 i monaci dell’abbazia di Lindisfarne, un’isola sulla costa orientale dell’Inghilterra, assistettero terrorizzati alle loro razzie. Questo saccheggio segnò l’inizio dell’epopea vichinga in Europa.

(2) L’Inghilterra sarebbe stata riconquistata dagli anglosassoni nel 1042, con Edoardo il Confessore, a cui sarebbe seguito nel 1066 l’ultimo Re anglosassone d’Inghilterra, Aroldo II. Aroldo II regnò per meno di un anno, durante il quale avrebbe difeso l’Inghilterra da un’altra invasione vichinga, stavolta capeggiata dal re Harald III di Norvegia. Il 14 ottobre del 1066, con la Battaglia di Hastings, i Normanni sconfissero definitivamente gli anglosassoni, uccidendo re Aroldo II. La corona d’Inghilterra passò quindi a Guglielmo I il Conquistatore, Duca di Normandia, in un certo senso un discendente dei vichinghi.

Documento inserito il: 08/09/2024
  • TAG: vichinghi, drakkar, battaglia di Hastings, Harald III,

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