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La cristianizzazione del tempo nel Medioevo

del Prof. Giovanni Pellegrino


In epoca medievale si giunse a una totale cristianizzazione del tempo. Per dirla in altro modo, si passò dal tempo pagano al tempo cristiano.
Infatti, con l’affermazione del cristianesimo anche il modo di concepire e misurare il tempo, a partire da quello della vita quotidiana, per arrivare alla storia umana nel suo insieme, andò incontro a graduali e profonde trasformazioni.
Dobbiamo dire che, in un calendario risalente alla metà del V secolo, quando l’impero romano d’occidente non era ancora crollato, ricorrono già alcune feste cristiane, quali il Natale e la Pasqua. Ma in questo stesso calendario, continuano a essere registrate anche ricorrenze come i giochi del circo, o le date di nascita degli imperatori.
Tuttavia, man mano che ci addentriamo nel Medioevo, le feste pagane sono progressivamente rimosse dal calendario e sostituite con un articolato sistema di celebrazioni cristiane legate agli eventi chiave della vita di Gesù, oppure al culto degli apostoli e dei martiri.
In molti casi, la Chiesa non stravolse il sistema di feste preesistente, ma cercò di adattarlo. Per esempio, nella tradizione romana il 24 marzo era consacrato a un rito chiamato semplicemente “Sangue”. In quel giorno i sacerdoti della Grande Madre, una divinità di origine orientale, si flagellavano a sangue in onore della dea. Ebbene proprio in quella data, la Chiesa fissò la festa della istituzione dell’eucarestia per ricordare il giorno in cui Gesù aveva offerto il suo corpo e il suo sangue, nel corso dell’ultima cena. In pratica, al sangue dei sacerdoti pagani si sostituiva il sangue con cui il Cristo aveva salvato l’umanità.
Altre volte l’intervento della Chiesa sul calendario assumeva piuttosto l’aspetto di un trasloco. Per esempio, questo avvenne coi Saturnali, che i romani celebravano a metà dicembre. In occasione di tale festa i romani si abbandonavano a ogni tipo di baldoria, ed erano consentite molte libertà e trasgressioni. Inoltre, i romani in occasione di questa festa si scambiavano regali.
Quando però la Chiesa fissò il 25 dicembre la nascita di Gesù, i Saturnali vennero a trovarsi pericolosamente vicini a una delle feste cristiane più importanti e per questo motivo furono spostati al febbraio-marzo e divennero gli antenati, del moderno carnevale.
L’usanza di scambiarsi regali nei Saturnali fu invece assorbita dalla nuova festa cristiana, tanto che rimane ancora oggi una caratteristica di fondamentale importanza del Natale.
Al Cristianesimo si deve anche la definitiva affermazione della settimana come nuova forma di scansione del tempo.
In realtà, l’uso di un periodo ciclico di sette giorni, era già presente nelle civiltà mesopotamiche.
Tale uso si era anche diffuso nel mondo greco e romano, nei quali ogni giorno era legato a uno dei pianeti conosciuti a quel tempo.
Dobbiamo precisare che, in quel periodo storico, i corpi celesti conosciuti erano: Sole Luna Marte Mercurio Giove Venere Saturno.
Tuttavia fino all’epoca di Costantino (all’inizio del IV secolo d.C.), nel calendario romano erano prevalsi altri modi di scandire il tempo. Tali scansioni temporali erano legate a ricorrenze fisse. Per fare un esempio concreto citiamo le Calende, che coincidevano sempre con il primo giorno del mese.
Esistevano poi nel calendario romano altre scansioni temporali legate a ricorrenze fisse, come le none e le idi.
Ma la Chiesa non si limitò ad assumere solo il controllo del tempo riguardante la storia umana nel suo insieme, ma assunse anche il controllo del tempo quotidiano, quello del lavoro, dello svago, del pranzo, della cena, del sonno e della veglia.
Il compito della chiesa fu certamente facilitato dal fatto che, la visione del mondo e della vita della grandissima maggioranza degli uomini e delle donne del Medioevo, era condizionata in modo praticamente totalizzante, dalla dottrina e dalla morale cristiana.
Per quanto riguarda il controllo del tempo quotidiano da parte della Chiesa, nel corso dell’Alto Medioevo, in particolare in Italia, si diffuse sempre più un edificio del tutto sconosciuto nel mondo greco e romano, ovvero il campanile. Esso veniva eretto vicino alle chiese e alle cappelle, che venivano edificate dovunque sul territorio e rivestì un'importanza eccezionale nel Medioevo.
Con i suoi colpi battuti a ore regolari, la torre campanaria scandiva i ritmi della giornata, richiamava i fedeli alle celebrazioni liturgiche, nonché segnava l’inizio e la fine del lavoro.
Dobbiamo mettere in evidenza che le cosiddette ore canoniche nelle quali i monaci erano tenuti a riunirsi in preghiera (la terza, cioè le nove del mattino; la sesta cioè mezzogiorno; la nona che coincideva con le tre del pomeriggio etc.), finivano così per regolare e controllare l’esistenza dell’intera società.
La prova della diffusione universale di questa scansione temporale, si ricava facilmente dalle diverse lingue esistenti in Europa: così, se il termine spagnolo “siesta” ricorda quella dell’ora canonica corrispondente al nostro mezzogiorno, una parola inglese come "Afternoon”, pomeriggio, significa letteralmente dopo la nona. Tale parola della lingua inglese indica dunque propriamente, la parte della giornata successiva alle tre pomeridiane.
Un altro segno della cristianizzazione del tempo nel Medioevo, era il fatto che oltre alla Bibbia, i libri più diffusi nel Medioevo furono senz’altro i cosiddetti Libri del Leone, destinati alla preghiera personale quotidiana.
Il contenuto di questi libri era ordinato in diverse sezioni: si cominciava dal calendario e si proseguiva con varie preghiere, suddivise nelle otto ore canoniche della giornata, per finire con i salmi e le preghiere ai santi.
Tuttavia, il segno più vistoso della cristianizzazione del tempo avvenuta nell’Europa medievale è però un altro e riguarda addirittura l’intero arco della storia umana.
Intorno al 525 d.C. l’allora pontefice Giovanni I, affidò al monaco Dionigi il Piccolo, il compito di redigere una tabella per calcolare la data precisa della festività di Pasqua. Nell’assolvere questo compito, Dionigi il Piccolo propose anche di calcolare gli anni a partire dalla nascita di Cristo, da lui fissata il 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma (che per noi così è avvenuta tradizionalmente nel 753 a.C.).
Non esiste nessun dubbio che, l’innovazione proposta da Dionigi, aveva un fortissimo ed evidentissimo valore simbolico: la nascita di Gesù Cristo, diventava il vero e proprio spartiacque della storia umana. Per dirla in un altro modo, la nascita del Cristo diventava, grazie all’innovazione di Dionigi, l’evento centrale che divideva definitivamente la storia umana in un “prima” e un dopo Cristo.
Per altro, la nuova scansione del tempo si affermò con molta gradualità nell’uso corrente. Infatti, il primo documento pubblico che impiegava la datazione introdotta da Dionigi, risale al IX secolo ed ancora più tempo ci volle perché se ne diffondesse l’uso, nelle espressioni “a.C.” e “d.C.”, a noi così familiari.
Dobbiamo dire che l’espressione “d.C.”, venne sostituita nella tradizione anglosassone dalla sigla A D, cioè “Anno Domini”.
Tuttavia, nonostante lo strepitoso successo della sua innovazione, il calcolo di Dionigi era scorretto, dal momento che Gesù non era nato nell’anno 1 d.C. Infatti, incrociando le informazioni che vengono dai testi sacri e quelle fornite dagli storici romani (per esempio, la data di morte di Erode il Grande, che i Vangeli danno come vivente al momento della nascita di Cristo e che invece era morto quattro anni prima). Oggi la data di nascita di Cristo, viene fissata di solito intorno al sei-quattro a.C.
Concludiamo questo articolo mettendo in evidenza che, la cristianizzazione del tempo alla fine dell’ Alto Medioevo può considerarsi oramai completa.
Un antico romano che fosse vissuto dopo la caduta dell’impero d’ occidente, avrebbe certamente faticato ad orientarsi. Egli infatti si sarebbe trovato difronte a un calendario del tutto nuovo, a feste e celebrazioni mai sentite, nonché a una scansione della giornata, del mese dell’anno e addirittura dell’intera storia umana, che obbediva a ritmi tutti legati e dipendenti dalla nuova religione.
Tale nuova scansione del tempo era sotto il controllo della istituzione più forte emersa dal tramonto del mondo antico, ovvero la Chiesa.


Nell'immagine, Dionigi il piccolo, al quale si deve l'istituzione della data di nascita di Cristo, il 25 dicembre.


Bibliografia:

Il tempo sacro dell'uomo, La “Legenda aurea”di Iacopo da Varazze, Jacques Le Goff, editore Laterza, 2017;
Esperienze religiose nel Medioevo, André Vauchez, Collana: Sacro/santo, 7, Pubblicazione: Maggio 2003;
La cristianizzazione dell'Italia nel Medioevo, di Marina Montesano, Editore: Laterza, Collana: Quadrante Laterza, Data di Pubblicazione: 2 maggio 1997;
Un lungo Medioevo, Traduzione di Mariachiara Giovannini, Collana: Storia e civiltà, Anno: 2006 novembre.

Documento inserito il: 19/11/2024
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