Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, medio evo: Le messe-contro dei preti medievali
>> Medio Evo > In Europa

Le messe-contro dei preti medievali

Articolo di Katia Bernacci
immagine di Marino Olivieri ph


Il Medioevo non è stato esattamente come ce lo immaginiamo oggi, o meglio, come l’abbiamo idealizzato a seguito del periodo romantico, nel quale sono stati ripescati temi e soggetti del passato, che sono stati poi plasmati con spunti moderni. Da questa ricetta è emersa una cornice fiabesca, un po’ fané, dove il cavaliere, la fanciulla, gli animali fantastici, le costruzioni gotiche e mille altri elementi, si muovono, a cavallo tra mito, leggenda e modernità. Un antropologo dei nostri giorni, Massimo Centini, sostiene che non si può riuscire, con gli occhi e l’esperienza di oggi, a comprendere appieno le epoche storiche passate, figuriamoci il Medioevo, nome convenzionale che racchiude mille anni di storia, di eventi, di uomini, di dominazioni…
Certo è però che gli uomini del Medioevo avevano una caratteristica: vivevano ancora a contatto con la terra e con i ritmi della natura, cosa che noi moderni, avendo abbandonato in massa la campagna per le città già da lungo tempo, non abbiamo più. Inoltre all’epoca non avevano gli stimoli attuali: Internet, la Televisione, gli eventi, la palestra eccetera eccetera eccetera, ed erano costretti a divertimenti di altro genere, come riunirsi attorno al fuoco o nella stalla nelle lunghe serate invernali, ad ascoltare racconti incredibili. Per forza di cose (e per la scarsa cultura) le leggende dovevano sembrare veritiere e alcune realtà, come i preti cristiani, impersonavano a volte caratteristiche positive e spesso negative. Potrà sembrare una stranezza, ma non lo è se consideriamo che si riteneva che i preti avessero incredibili poteri magici; non parlavano forse direttamente con la divinità? Erano quindi molto simili agli antichi sciamani, o alle streghe!
In Francia, in particolare, si riteneva che avessero la capacità di gestire gli eventi atmosferici e i nuovi sacerdoti in arrivo nei paesi venivano messi alla prova. Gli si chiedeva anche di celebrare quella che si chiamava “la messa dello spirito santo”, una funzione particolare, durante la quale il Signore era costretto a concedere tutto quello che gli veniva richiesto. Naturalmente la Chiesa vietava duramente queste celebrazioni e i sacerdoti si rifiutavano anche solo di sentirne parlare, ma i frati cappuccini invece spesso concedevano al popolo di poter assistere al rito, che tra l’altro viene ancora celebrato oggi, in modo leggermente diverso, ma con la finalità di richiedere la guarigione per qualsiasi tipo di malanno. In Guascogna esisteva anche un altro genere di messa, che farebbe ancora oggi accapponare la pelle a molti: era la “Messa di San Sécaire”, che veniva celebrata di notte, alle undici, in luoghi lugubri e scuri, spesso in chiese sconsacrate, ormai dimora di bestie selvatiche e cespugli, lontane dai luoghi abitati. La sua caratteristica era che veniva eseguita da un prete e dalla sua ancella/amante ed era recitata completamente al contrario, mentre l’officiante teneva tra le mani un’ostia nera a tre punte e un calice d'acqua di pozzo dove un bambino era stato ucciso e dopo aver fatto il segno della croce per terra con il piede sinistro, faceva il nome di colui che sarebbe stato rovinato o portato alla morte da quella stessa celebrazione.
Leggende? Eppure se ne trova traccia in parecchi documenti storici e la saggista Michela Zucca, autrice del libro “Donne delinquenti”, ne parla con dovizia di particolari, facendo emergere una informazione essenziale: il fascino dell’occulto e del diavolo era già presente e non ne erano esenti né gli uomini di Chiesa né gli altri. Carlo Borromeo, vescovo di Milano, ricordato come santo per la sua continua lotta al Maligno venne interpellato per una strana vicenda che si svolgeva da mesi in Mesolcina, (Svizzera), sotto la diocesi di Milano. L’indagine portò alla luce fatti incresciosi, messe nere, donne e animali trovati morti nei dirupi; le persone scomparse di cui alle numerose denunce, facevano capo al prevosto di Rovereto, che venne visto (testimonieranno personaggi altolocati e senza macchia) vestito da prete mentre dispensava ostie nere. Carlo Borromeo sarà inflessibile, verranno bruciate le “streghe”, le donne che avevano assistito alla messa e lo stesso prevosto, che aveva cercato di spiegare che si trattava di un semplice rito richiesto dal popolo, senza ovviamente essere creduto.
Sicuramente erano anni difficili, dove le carestie e le epidemie mettevano di fronte ogni essere umano alla caducità della vita, e dove emergeva una continuità con i riti precedenti e con il paganesimo; un filo conduttore al quale non si sottraevano neppure i depositari del cristianesimo, quella stessa religione che aveva cercato di sostituire in ogni modo le credenze, le costruzioni, le storie del passato per creare un nuovo mondo, che così nuovo non era.


Nell'immagine la chiesa nella Valle Mesolina in Svizzera, nella quale parrebbe si siano tenute delle Messe di San Sécaire.


Per approfondire:

Massimo Centini “Stregoneria
Michela Zucca “Donne delinquenti
J.G. Frazer “Il ramo d’oro

Documento inserito il: 24/04/2024
  • TAG: medioevo, streghe, messa di San Sécaire, demoni, Mesolcina, paganesimo, cristianesimo, Carlo Borromeo

Articoli correlati a In Europa


Note legali: il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità di quanto pubblicato è esclusivamente dei singoli Autori.

Sito curato e gestito da Paolo Gerolla
Progettazione piattaforma web: ik1yde

www.tuttostoria.net ( 2005 - 2023 )
privacy-policy