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I sommergibili sovietici (parte 2)

di Ermanno Martino

LE NUOVE COSTRUZIONI
Dopo l'entrata in servizio dei primi sommergibili di costruzione nazionale classe D e L, la Marina sovietica provvide, con la classe P, anche alla copertura del settore battelli oceanici. I P, tre unità completate nel 1936-1937, avevano, rispetto ai loro predecessori, un armamento cannoniero più sviluppato (II-100 mm e I-45 mm), mentre il numero dei tubi lanciasiluri (VI-533 mm) aveva la medesima consistenza di quello della classe L.
I P, tuttavia, non si dimostrarono unità molto indovinate. Infatti, al fine di guadagnare qualche nodo in superficie, il pescaggio era stato diminuito in maniera piuttosto marcata, col risultato che le eliche, trovandosi troppo vicine al pelo dell'acqua, affioravano anche con un mare non propriamente agitato. Oltre a questo, i motori diesel e quelli elettrici subivano il bloccaggio dei giunti, malgrado l'adozione di opportuni ammortizzatori. I P, ad ogni modo, furono un vero insuccesso e anche il loro impiego bellico fu piuttosto limitato.
Quasi contemporaneamente ai P, comparve anche un altro tipo di sommergibile, la classe M, che più che altro era stata concepita per la difesa costiera.
Questo tipo di battello, infatti, era di dimensioni e dislocamento piuttosto limitati, col risultato che veniva costruito in sezioni nei cantieri Gorki sul Volga e poi trasportato nei cantieri di Leningrado, dell'Estremo Oriente e del Mar Nero, che procedevano alla necessaria opera di assemblaggio. Da notare anche, sempre a proposito degli M, , che su di essi venne impiegata, per la prima volta nell'URSS, la tecnica della saldatura, prima limitata alle sovrastrutture e allo scafo leggero, poi estesa anche a quello resistente.
Gli M comparvero in tre versioni: classi Vi e VI bis con scafo composto di quattro sezioni; classe XII con scafo composto di sei sezioni; classe XV con scafo composto di sette sezioni. Questi vari tipi di battelli entrati in servizio tra il 1933 e il 1944, presentavano pure notevoli differenze estetiche, anche perché con le serie XII e XV si era ovviato a quei difetti, specie in fatto di tenuta di mare, che si erano riscontrati con le prime serie.
Ovviamente, lo stato di guerra della nazione non favorì certamente lo sviluppo "in toto" del programma costruttivo originale degli M, in quanto parecchio del materiale necessario per la loro costruzione dovette essere destinato ad altre e più urgenti esigenze. Tuttavia, a dispetto dei soli tre M della serie XV completati durante il periodo bellico, la Marina sovietica proseguì nella costruzione di questo tipo di sommergibile anche dopo la fine della II G.M.. Un'altra trentina di unità, infatti, vennero completate e diverse di esse cedute a Marine alleate (una all'Egitto, sei alla Polonia, tre alla Cina Comunista).
Verso il 1935, ovvero quasi contemporaneamente all'apparizione dei primi battelli M, fece la sua comparsa un nuovo tipo di sommergibile da media crociera, il tipo S. Questo tipo di battello derivava nettamente dalla classe tedesca 1A (U 25, U 26) progettata nel 1932 quasi come una replica integrale del sommergibile turco GUR.
Quest'ultimo battello, infatti, era stato costruito in Spagna, su piani tedeschi, nei cantieri Echevarrieta y Larrinaga di Cadice nel 1930/1932, cantieri ai quali i Tedeschi si erano dovuti rivolgere per sfuggire alle ancora vigenti disposizioni circa il loro riarmo navale.
Gli S, che potevano giovarsi di forme di scafo ben affinate e che imbarcavano motori diesel più potenti di quelli dei loro predecessori, raggiunsero in superficie la rispettabile velocità di 19,5 nodi. Non contenti però di quanto ottenuto, i Sovietici pensarono di migliorare ancora le qualità idrodinamiche di questi battelli incamiciando il pezzo anteriore da 100 mm. Tuttavia, poiché questa soluzione ostacolava il funzionamento di questo cannone, dopo alcuni esperimenti venne definitivamente abbandonata.
Durante il secondo conflitto mondiale, gli S furono intensamente impiegati in tutti gli scacchieri in cui operò la Flotta sovietica (Mar Nero, Estremo Oriente, Baltico e Artico) dando ottima prova. Sempre a proposito degli S, è anche interessante notare che nel dopoguerra quattro di essi vennero ceduti alla Marina cino-comunista. Secondo il Flottes de Combat 1970, questi ultimi battelli avrebbero assunto i numeri distintivi 400, 401, 402, 403.
I Sovietici, sempre nel periodo degli anni trenta, cominciarono a perfezionare la tattica relativa all'impiego dei loro sommergibili: impiego che venne poi generalmente codificato anche nei primi anni della II G.M.. Questo sistema di attacco consisteva nell'operare coi cannoni di bordo contro le navi mercantili isolate, per ovviare alla difficoltà che la poca profondità delle acque, dove appunto si svolgeva il traffico marittimo costiero, necessariamente portava all'impiego estensivo del siluro. Da notare anche che i siluri di cui all'inizio delle ostilità disponeva la Marina sovietica, non erano certamente degli ordigni sofisticati: si trattava, infatti, di siluri ad aria con una velocità massima di 40 nodi e con una portata di 5-6.000 m.
La costruzione, avvenuta nel 1936/1938, dei grandi sommergibili della classe K, non prevedeva certo l'impiego di queste unità in acque ristrette, anche se le condizioni operative in Baltico e nei pressi della costa norvegese ricalcavano quasi integralmente quanto sopra enunciato.
I K avevano delle vere e proprie caratteristiche di incrociatore sommergibile, pur non raggiungendo i valori del francese SURCOUF del 1932 e di alcuni tipi di sommergibili nipponici. Un loro contraltare lo si può avere piuttosto nei sommergibili italiani classe AMMIRAGLIO CAGNI, completati nel 1941, che erano stati appunto progettati per la lotta a grande distanza dalle basi contro il traffico mercantile avversario. E ciò lo si può anche desumere dal ridotto calibro dei loro tubi lanciasiluri (450 mm), calibro giudicato sufficiente contro navi mercantili, a dispetto del loro elevato numero (XIV tubi) e dell'alto quantitativo di ordigni imbarcati (36).
I K, appunto rispetto ai CAGNI, avevano un armamento cannoniero pressoché equivalente, minor numero di tubi, anche se di maggior calibro, ma imbarcavano anche 20 mine ad ancora del tipo 08, armi queste ultime che sui battelli italiani non trovavano posto. Da notare che il lancio di queste mine avveniva dai K con le medesime procedure messe in atto sui tipi L.
Ad ogni modo, anche in ordine alla concezione strategica che sovraintendeva alla costruzione e all'impiego della loro flotta subacquea, i Sovietici si accorsero che, per i loro scopi, strettamente connessi alla difesa costiera, necessitavano battelli più piccoli e con quelle caratteristiche di maneggevolezza appunto necessarie per operare in acque poco profonde.
Questo concetto informatore era già comparso ai primi degli anni trenta, data a cui si si può far risalire la ricostruzione della flotta subacquea sovietica, con la messa in servizio di alcuni esemplari della classe SHCH. Questi battelli, con un dislocamento in superficie di 577 ton., erano armati con VI tubi lanciasiluri da 533 mm e con I-II pezzi da 45 mm. Gli SHCH possono dividersi in tre sottoclassi, le ultime due delle quali eliminarono quasi integralmente tutti quei difetti che si erano riscontrati alla data di completamento delle prime unità di questo tipo (scarsa velocità, scarsa autonomia, formazione di gas detonanti per difetti di ventilazione, ecc.).
Sempre a proposito dei sommergibili Sovietici che operarono durante la II G.M., non bisogna dimenticare anche alcuni battelli incorporati o ceduti. E' questo appunto il caso dei battelli estroni KALEV e LEMBIT (costruiti nel 1936 nei cantieri britannici Vickers di Barrow in Furness) e di quelli lettoni RONIS e SPIDOLA (costruiti nel 1925/1927 nei cantieri Normand di Le Havre). I primi due vennero incorporati nella Marina sovietica: il KALEV venne affondato a Reval il 28 agosto 1941 per sottrarlo alla cattura da parte dei Tedeschi, mentre il LEMBIT sopravvisse alla guerra. Il RONIS e lo SPIDOLA non fecero mai parte ufficialmente della Flotta sovietica, anche se entrambi vennero affondati a Libau il 23 giugno 1941, sempre per evitare loro la cattura da parte germanica.
Quattro sommergibili inglesi, invece, furono temporaneamente ceduti alla Marina sovietica nel 1944. Il primo, ribattezzato V 1, era l'ex SUNFISH, appartenente al primo gruppo della classe S, che venne affondato per errore nel Mare del Nord da un aereo LIBERATOR della RAF. Gli altri tre, appartenenti alla classe V, prestarono servizio nella Marina sovietica dal 1944 al 1949, data in cui vennero restituiti alla Royal Navy che li vendette per la demolizione.


Articolo tratto dal n°68 del giugno 1970, della rivista Interconair Aviazione e Marina
Documento inserito il: 25/02/2017
  • TAG: sommergibili sovietici, flotta sovietica, sommergibile

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