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Gli incrociatori trasformati. Qual'é stata l'utilità della trasformazione?

La trasformazione dell'incrociatore GARIBALDI in nave lanciamissili, di cui tutta la stampa si é largamente interessata, pone il problema della convenienza che può aver avuto ma Marina Militare a procedere in tal senso, in rapporto alla convenienza che possono aver avuto le altre marine. Essa ha seguito quelle effettuate dall'US Navy su diversi incrociatori convenzionali e quelle probabilmente effettuate damma Marina sovietica sugli ultimi quattro incrociatori della classe SVERDLOV ed ha preceduto quella che la Koninklijke Marine olandese sta effettuando sui due DE RUYTER (in realtà solo il DE ZEVEN PROVINCIEN verrà trasformato il lanciamissili).
Ciò potrebbe indurre a pensare che il presente sia un momento affatto particolare, nel quale le trasformazioni di unità convenzionali in lanciamissili rappresentino il sistema migliore per provvedere soddisfacentemente alle necessità di qualsiasi marina. In effetti così non é, perché ogni marina si trova in diverse condizioni politiche, strategiche ed economiche, ed inoltre dispone, per la trasformazione, di unità spesso differenti come età e concezione costruttiva. Ogni trasformazione, quindi, va vista nella sua giusta luce e non é confrontabile con altre effettuate in nazioni diverse, per due ordini di motivi: motivi strategico-politici e motivi economico-tecnici.
Nel 1955, data in cui si ebbero le prime trasformazioni di incrociatori convenzionali americani, gli Stati Uniti si trovavano nella necessità di restituire alla loro marina il prestigio che le era necessario per coprire in maniera funzionale il ruolo di prima marina del mondo. Infatti, esauriti i programmi di guerra, l'US Navy non si era successivamente arricchita di naviglio di un certo peso ed era rimasta all'incirca la livello del '46.
Negli anni anteriori al '55 erano stati costruiti e sperimentati battelli nucleari da cui sarebbero derivati i potentissimi ed insuperati "sottomarini POLARIS", ma bisognò attendere il '57 perché si verificasse l'inizio della svolta nelle costruzioni americane verso le navi lanciamissili.
Le nuove unità lanciamissili allora impostate, sarebbero entrate in servizio dopo un certo numero di anni, il che avrebbe prolungato vieppiù quella fase statica che era in atto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Perciò può parere logico che, appunto verso il '55, sia stata decisa la rapida trasformazione di incrociatori convenzionali in lanciamissili, per anticipare i tempi della ripresa in campo navale. Convertito un certo numero di incrociatori (ultimi, nel '58, USS ALBANY, USS COLUMBUS, USS CHICAGO), non si sono avute ulteriori trasformazioni, pur disponendo ancora di un buon numero di incrociatori e cacciatorpediniere convenzionali di costruzione recente. Ciò induce a pensare che le trasformazioni furono considerate, in America, come un ripiego temporaneo per far fronte alla stasi, cui sopra si accennava.
A sua volta, l'Unione Sovietica può essere stata indotta alla trasformazione per similitudine con quanto avveniva in America, in base agli stessi strani concetti competitivi che regolarono la politica navale, e quindi le costruzioni navali, di Italia e Francia negli anni 1925-1939. Se questi possono essere i motivi strategico-politici che hanno ispirato le trasformazioni compiute da Americani e Russi, dobbiamo osservare che non possono essere stati i medesimi a spingere la Marina Militare italiana (investita di tutt'altri compiti e che non ha funzione di leadership né mondiale, né mediterranea) a trasformare il GARIBALDI. Così anche per la Koninklijke Marine, dovremmo identificare i motivi delle trasformazioni con una generica necessità di mantenersi al corrente con la tecnica degli armamenti navali, stante la mancanza di motivi strategico-politici.
Restringendo ora il campo a considerazioni di ordine economico-tecnico, possiamo notare che le trasformazioni effettuate dall'US Navy e, probabilmente dalla Marina sovietica, non hanno assorbito, se non in minima parte, gli stanziamenti in favore di queste, mentre la trasformazione del GARIBALDI ha assorbito una notevole parte di ciò di cui la Marina Militare italiana disponeva.
Perciò, anche se in senso assoluto la trasformazione poteva convenire rispetto ad una costruzione ex novo, la Marina Militare non avrebbe avuto ugualmente la convenienza a trasformare perché, per essa, questa spesa a rappresentato forse l'investimento più massiccio ed importante del dopoguerra e, come risultato, ha dato una nave che potrà svolgere ormai pochi anni ancora il servizio di Squadra.
Da un punto di vista strettamente tecnico, poi, se facciamo un confronto tra il GARIBALDI da un lato e l'USS BOSTON , l'incrociatore classe SVERDLOV ed il DE RUYTER dall'altro, rileviamo dati interessanti. Anzitutto l'età: il GARIBALDI ha iniziato la sua attività come nave lanciamissili a circa 25 anni, il BOSTON a 12, il DE RUYTER a 10 e le unità sovietiche appena varate; le differenze sono notevoli. Per quanto riguarda i lavori richiesti dalle diverse trasformazioni, dobbiamo notare che, mentre il BOSTON ha cambiato solo circa il 20% dell'armamento ed il 45% circa delle sovrastrutture, il GARIBALDI ha variato il 100% dell'armamento, il 30% dell'apparato motore, il 100% delle sovrastrutture e circa il 20% dello scafo. Inoltre sul GARIBALDI si è dovuto provvedere all'installazione di gruppi elettrogeneratori resi necessari dai nuovi apparati elettronici imbarcati (donde la necessità di sbarcare due caldaie per ottenere spazio) e di provvedere completamente al condizionamento dell'aria, problemi che per il BOSTON erano già stati risolti dall'inizio in sede di progetto dell'unità. Inoltre il BOSTON , al momento della trasformazione, si trovava in condizioni migliori del GARIBALDI che invece risentiva dell'intensa attività cui era stato sottoposto durante la II G.M. (50.000 miglia percorse e diversi danneggiamenti) e delle tre precedenti trasformazioni più o meno importanti subite nel dopoguerra.
Per il DE RUYTER valgono in gran parte le considerazioni ora fatte per il BOSTON: attività di servizio poco intensa, neve di concezione più progredita, ricca di apparecchiature elettroniche, completamente condizionata, già armata con ottime artiglierie antiaeree automatiche, trasformazione limitata alla sostituzione di due torri da 152 mm e 1 da 57 mm, con una rampa binata per missili G/D TERRIER. A questo punto, però, non va dimenticato che, a differenza di tutti gli altri incrociatori trasformati, il GARIBALDI ha ricevuto l'installazione per il lancio di quattro missili IRBM POLARIS. Ciò lo rende indubbiamente del tutto originale, ma apre il problema del suo eventuale impiego che potrebbe essere tanto tattico - in funzione di scorta ai convogli - quanto strategico - trattandosi di nave adatta all'attacco con missili intercontinentali. A parte ogni considerazione sulla validità del GARIBALDI come scortatore (paiono però molto più validi i tipi DORIA che aggiungono alla componente antiaerea quella antisommergibile), se il GARIBALDI dovesse venir utilizzato in funzione strategica lo si dovrebbe considerare indisponibile per operazioni tattiche; ciò per le stesse buone ragioni per le quali la Regia Marina non rischiò le corazzate, durante l'ultimo conflitto, nella scorta dei numerosi convogli effettuati da e per l'Africa.

CONCLUSIONE
Le trasformazioni effettuate da Russi e Americani si giustificano col soddisfacimento di precise necessità di ordine strategico-politico, esistenti all'epoca in cui esse avvennero; inoltre non incisero granché sui mezzi disponibili delle due marine considerate, e richiesero lavori relativamente modesti. Perciò, anche se quelle trasformazioni non dettero come risultato unità che si possano definire ottime, e destinate ancora a lunga vita, si può affermare che esse, allora, rappresentarono atti complessivamente validi che ben si inquadrano nell'economia generale della politica dei due paesi. Per contro, meno convenienti appaiono le trasformazioni operate in Olanda e Italia, non pressate da urgenti motivi politico-strategici. In particolare, per quanto riguarda la trasformazione del GARIBALDI che più si stacca dalle altre, avendo dato una nave capace di lanciare missili intercontinentali, dobbiamo concludere che essa é stata più utile alla NATO nel suo complesso, che all'Italia in particolare. Infatti, il merito del GARIBALDI é quello di aver brillantemente dimostrato agli alleati atlantici, la possibilità di rimpiazzare vantaggiosamente le basi terrestri di missili a medio raggio, , laddove non sia possibile costruire sottomarini lanciamissili. Per la sola Marina Militare italiana, però, la trasformazione sarebbe stata forse conveniente (ferma restando la pregiudiziale di fondo sulle trasformazioni) se effettuata in un momento in cui fossero esistite le due seguenti condizioni:
1) L'aver la Marina Militare già raggiunto il minimo di 200.000 tonnellate di naviglio specializzato per la scorta che, per gli incrociatori, si identifica con i tipi DORIA;
2) l'essersi chiarificato l'orizzonte politico italiano e atlantico con conseguente decisione sull'uso dei missili intercontinentali da parte dell'Italia.

Nell'immagine l'incrociatore Giuseppe Garibaldi, l'esempio italiano di incrociatore convenzionale trasformato in lanciamissili.


Articolo tratto dal n° 20 dei mesi agosto-settembre 1964, della rivista Interconair Aviazione e Marina Documento inserito il: 01/10/2017
  • TAG: incrociatori, lanciamissili, de zeven provincien, incrociatore garibaldi, uss boston, sverdlov, classe albany

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