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I fondamenti della civiltà occidentale [ di Yuri Leveratto ]

Spesso si sente dire che la civiltà occidentale è in declino, che l’Europa e gli Stati Uniti d’America sono sulla via del tramonto e che altre civiltà e altre culture presto domineranno il mondo. Il declino demografico degli stati occidentali, fa pensare che in un futuro prossimo altri popoli prenderanno il sopravvento e imporranno la loro cultura nella parte di mondo che viene denominata “Occidente”. Di solito i sostenitori di questa tesi affermano anche che in Occidente non ci sono valori, e che altre culture invece tendono a una più pura visione del mondo.
Sono proprio invece i valori della nostra società occidentale che a volte sono usati da gruppi di persone intolleranti e fanatiche per infiltrarsi e cercare di imporre la loro cultura all’interno del nostro mondo occidentale (mi riferisco per esempio al tentativo di fare accettare la sharia in alcuni quartieri di Londra, o anche al divieto di trasfusioni a minori in caso di pericolo di vita da parte di Testimoni di Geova).
Il relativismo culturale, il concetto secondo il quale ogni cultura deve essere messa sullo stesso piano e non può essere giudicata, sta dimostrando tutti i suoi limiti. Ecco così che la libertà di espressione, la democrazia e la tolleranza verso il diverso, stanno per essere usati deliberatamente dai “diversi”, contro il concetto stesso di civiltà occidentale.
Ma quali sono i valori che distinguono la nostra civiltà?
Molti storici concordano sul fatto che la nostra civiltà derivi dagli antichi Greci. Come sappiamo fu Clistene, nel 508 a.C., che introdusse la prima forma di democrazia, (dal greco “potere al popolo”), portando avanti l’opera di Solone.
La filosofìa greca fu, con Platone e Socrate, la prima che si pose il problema in modo critico della ricerca della verità e del fatto se il bene e il male siano relativi.
E’ proprio questa “tendenza alla critica”, che ha contraddistinto la nostra cultura nel corso dei secoli.
Aristotele approfondendo la metafìsica, è stato uno dei primi filosofi che si è posto domande fondamentali sull’esistenza di Dio o l’immortalità dell’anima.
Anche la repubblica romana (509 a.C.-27 a.C.), viene considerata all’origine della civiltà occidentale, specialmente quando, nel 367 a.C. furono promulgate le leggi Liciniae Sextiae, che davano più potere ai plebei, permettendo loro di accedere al consolato.
Altri storici fanno coincidere la nascita di Gesù con il consolidamento della civiltà occidentale, per vari motivi. Innanzitutto per il messaggio di pace e tolleranza di Cristo, “ama il prossimo tuo come te stesso”, in parziale contraddizione con l’Antico Testamento, ma anche per la celebre frase "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" che implicitamente ammette la separazione tra Stato e Chiesa, quindi giustifica la laicità dello Stato, un concetto basilare in Occidente. Anche l'accettazione della religione cristiana da parte dell'imperatore Costantino, nel 313 d.C. è stata una data fondamentale della nostra Storia, per le implicazioni sociali e culturali che nel bene e nel male, ne derivarono.
La civiltà occidentale, dopo la caduta dell’impero romano, si è chiusa in sè stessa e solo con l’epoca delle grandi scoperte geografiche inaugurate da Cristoforo Colombo nel 1492, ha iniziato una espansione territoriale che ha portato gli Europei a dominare gran parte del pianeta. Tutto ciò senza dimenticare che questa espansione ha causato vari genocidi, come per esempio quello degli indigeni d’America, che però nella sua gran parte è stato causato più dai virus portati inconsapevolmente dagli Europei che da guerre portate a termine deliberatamente.
Nel XVII secolo il filosofo Baruch Spinoza è stato uno dei primi a proporre il cosidetto paneteismo, ossia il concetto che Dio sia immanente nell’universo ma allo stesso tempo lo trascenda. La sua critica alla concezione tradizionale di Dio ha portato allo sviluppo della corrente illuminista, propugnatrice dello scetticismo religioso e quindi anche opposta al “diritto divino dei re”. Ma un’ulteriore spinta verso il secolo dei lumi fu data dal razionalismo di Gottfried Wilhelm von Leibniz che sosteneva che tutta la conoscenza può essere raggiunta attraverso la ragione.
Il secolo XVIII è molto importante per capire i fondamenti della civiltà occidentale.
L’Illumismo, inteso come quel movimiento che ha liberato l’uomo dalla gabbia delle culture, prese piede nella Francia dominata dall’assolutismo monarchico e dal clero cattolico.
Il pensiero illuminista, guidato in Francia dai filosofi Voltaire, D’Alembert, Diderot e Montesquieu, ha superato il mito del buon selvaggio, ossia l’idea che gli indigeni siano buoni e conoscano il male solo quando vengono in contatto con il progresso. Dimostrando invece che ogni uomo ha insito nella sua anima il concetto di bene e male, gli illuministi sono andati oltre, tentando di stabilire dei principi generali, che liberino l’uomo dal suo relativismo culturale, affermando l’universalità dell’etica.
Ecco cosa fu per Emmanuel Kant l’Illuminismo, tratto dal suo libro “Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo”:

"L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo."

Dal punto di vista della visione storica l’Illuminismo condannò il fanatismo e l’oscurantismo religioso del medioevo, indicando ancora una volta nel razionalismo e nell’uguaglianza tra le persone la chiave per il vero progresso materiale. Da questa visione della Storia emergono pertanto i concetti di uguaglianza, tolleranza, fratellanza e libertà di espressione, di scelta, di pensiero, di religione, di impresa.
Ecco quindi il superamento e la critica alla religione cristiana, l’affermarsi della Massoneria e con essa il Deismo, e la spinta alla soppressione della Compagnia del Gesù.
Tutto ciò ha portato alla critica del “Diritto divino dei re”, e indirettamente ha causato i due eventi fondamentali della civiltà occidentale, la Rivoluzione Americana (1776) e la Rivoluzione Francese (1789).
Alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776), seguì la Costituzione degli Stati Uniti d’America (ratificata nel 1789), e la Dichiarazione dei Diritti (Bill of Rights), il primo documento ufficiale che attesta diritti fondamentali dell’uomo, ancora oggi in vigore, come la libertà di parola, stampa e culto, oltre al diritto di riunirsi pacificamente.
Il 1789, oltre ad essere l’anno nel quale entrò in vigore la Costituzione degli USA, fu anche l’anno della Rivoluzione Francese e l’anno della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Ecco pertanto che i due documenti fondamentali della nostra civiltà sono stati emanati da due stati appena nati, due repubbliche, gli Stati Uniti d’America e la Francia.
A questo punto i critici della civiltà occidentale potrebbero argomentare che anche se è vero che i diritti umani sono stati sanciti inizialmente negli USA e in Francia, negli anni immediatamente successivi si è incrementato il colonialismo in Africa e Asia, la schiavitù è stata abolita solo dopo decenni, e nel secolo XX gli USA hanno dominato il pianeta a suon di guerre indotte e di un’economia imperialista. Tutto ciò è vero, ma è anche vero che non si può giudicare la Storia a priori. Quello che è successo, mi riferisco ai crimini che alcuni Paesi occidentali hanno perpetrato, è deprecabile, ma ciò non toglie che nelle società occidentali vi siano dei valori che le contraddistinguono.
Questi valori sono stati ancora una volta sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, firmata a Parigi nel 1948. Particolare rilevanza ha avuto il diritto alla vita e alla libertà (di pensiero, di parola, di stampa, di religione, di movimiento, di impresa).
Questi sono i valori principali della civiltà occidentale, ed è bene che i giovani li studino, rendendosi conto che in alcuni paesi non facenti parte dell’Occidente, questa Dichiarazione non è stata firmata.
L’Occidente non ha imposto questi valori negli stati del mondo che non hanno ratificato la Dichiarazione del 1948, ma deve essere chiaro che nessuno deve approfittare della tolleranza, della libertà di culto o di espressione, con lo scopo di diffondere odio o di tentare d’imporre le proprie leggi o precetti nella società occidentale.
Documento inserito il: 28/12/2014
  • TAG: fondamenti civiltà occidentale, calo demografico, illuminismo, diritto divino reale, rivoluzione francese, indipendenza americana, dichiarazione diritti, declino occidente

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