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La nascita dell'FBI americana ed il caso della ricca tribù Osage

di Francesco Caldari


Seppure il film di Martin Scorsese intitolato in Italia come l’originale americano Killers of the Flower Moon non abbia ricevuto premi Oscar nel recente marzo 2024, non vi è dubbio che la storia narrata risulti di interesse, anche storico.
Oltre gli aspetti di cronaca descritti negli eventi risalenti ad oramai un centinaio di anni fa e all’originalità riferita all’improvviso arricchimento di una tribù di nativi americani grazie alla scoperta del petrolio sui terreni da loro occupati, il film (che è tratto da un libro uscito nel 2018) narra di una delle prime indagini affidate al corpo di polizia federale statunitense che poi prenderà il nome e sarà universalmente riconosciuto come Federal Bureau of Investigation, o meglio ancora con la sua sigla FBI.
Nel 1908 l’invenzione del telefono, del telegrafo e della ferrovia unirono il vasto territorio degli Stati Uniti, divenuti grazie al prodotto interno lordo ed a vittorie militari una potenza mondiale. Ciò comportava una forte urbanizzazione nelle città (più di 100 avevano una popolazione superiore a 50.000 abitanti) e la conseguente crescita della criminalità, poiché ampio era il numero di lavoratori ed operai in povere condizioni, e forti le tensioni etniche in una nazione costruita con un elevato numero di immigrati. Nasceva in quel contesto sociale una generazione di delinquenti professionisti, da Al Capone a John Dillinger.
Nella politica non mancava la corruzione e le grandi imprese non facevano molto per migliorare la vita dei lavoratori.
In quell’anno il Modello T di Henry Ford uscì dalle catene di montaggio, rendendo le automobili economicamente accessibili, anche per i delinquenti che le acquistavano o le rubavano per rendere più agevoli le azioni criminali e la loro fuga. Proprio in una Ford crivellata di proiettili una ventina di anni dopo, la coppia di rapinatori Bonnie e Clyde trovò la sua fine.
Nonostante ciò, non esisteva un modo sistematico per far rispettare la legge in tutta l’America. Le comunità locali e gli stati avevano le proprie forze di polizia, ma in genere erano scarsamente addestrate, nominate su chiamata diretta e non per concorso, e sottopagate. A livello nazionale c’erano poche leggi penali federali e poche agenzie federali peraltro con personale scarso, come il Secret Service, istituito sin dal 1865 per combattere la contraffazione del dollaro.
Nel 1906 il presidente Roosevelt aveva nominato Charles Joseph Bonaparte, un lontano nipote del più famoso condottiero francese, attorney general, che in italiano possiamo provare a tradurre procuratore generale, un ufficio proprio di quasi tutti i paesi in cui ha messo radici il sistema legale inglese, responsabile della applicazione della legge di una nazione e consulente legale del Presidente. Bonaparte si rese conto di non avere la disponibilità di una squadra di investigatori, tranne un paio di special agent e pochi altri che svolgevano incarichi specifici. Si trattava di uomini ben addestrati, che non facevano capo però al procuratore generale ma al Secret Service. Questa situazione frustrò Bonaparte, che aveva poco controllo sulle indagini. Egli creò quindi la propria forza di investigatori, assumendone nove (che già aveva preso “in prestito” in precedenza) dal Secret Service, unendoli ad altri 25. Il 26 luglio 1908, Bonaparte ordinò ai procuratori del Dipartimento di Giustizia di sottoporre la maggior parte delle questioni investigative al capo di questo neoistituito nucleo, Stanley W. Finch, affinché venissero gestite da uno dei 34 agenti.
Il Congresso non sollevò obiezioni a questa nuova forza senza nome, cosicché l’anno successivo fu formalmente creato il Bureau of Investigation, che solo nel1935 assumerà la denominazione attuale. Durante i suoi primi 15 anni di vita, il Bureau non fu abbastanza forte da resistere all'influenza della politica clientelare su reclutamenti, promozioni e trasferimenti. I nuovi agenti ricevevano una formazione limitata e talvolta erano indisciplinati e mal gestiti. In questo caos, si stavano comunque gettando le basi per il futuro, con l’assunzione anche di eccellenti investigatori.
Il Bureau inizialmente indagava su casi di colletti bianchi e diritti civili, tra cui antitrust, frode fondiaria, frode bancaria, naturalizzazione e violazioni del copyright e schiavitù. Ma si occupava anche di questioni di sicurezza nazionale, incluse alcune attività anarchiche. Nel 1915, il Congresso aveva più che decuplicato il personale dell'Ufficio, dai 34 originali a circa 360 agenti speciali e personale di supporto.
Gli investigatori iniziarono ad occuparsi anche di questioni internazionali, tanto che al confine con il Messico furono aperti diversi uffici per indagare sul contrabbando. La guerra del 1914 portò al coinvolgimento degli USA nel conflitto, quando i sottomarini tedeschi iniziarono ad affondare le navi americane e i sabotatori piazzarono bombe contro il naviglio e presero di mira impianti di munizioni. Gli Stati Uniti entrarono in guerra il 6 aprile 1917, e di conseguenza furono approvate l'Espionage Act e il Sabotage Act, affidando la responsabilità al Bureau of Investigation, oramai divenuta la principale agenzia investigativa nazionale del paese.
Ed eccoci quindi nel Dopoguerra, nel maggio 1921, quando in una valle solitaria nel nord dell'Oklahoma fu scoperto il cadavere gravemente decomposto di Anna Brown, una nativa americana Osage. L’ispezione cadaverica consentì di verificare una ferita da arma da fuoco nella parte posteriore del cranio. Anna non aveva apparentemente nemici e il caso rimase irrisolto.
Gli Osage (nella loro lingua Ni-u-kon-ska) erano una tribù nativa americana originaria delle pianure centrali della America del Nord. Il loro territorio era situato nell'attuale stato del Missouri. Durante il processo di espansione verso ovest negli Stati Uniti, i membri della tribù furono costretti a trasferirsi in diverse fasi verso l'Oklahoma, che a quel tempo era noto come Territorio indiano, ovvero una terra ad uso dei nativi americani. Diversi territori indiani furono creati nel corso degli anni. Il trasferimento degli Osage fu il risultato di una serie di eventi storici, inclusi trattati, negoziati e pressioni da parte del governo degli Stati Uniti. Nel 1870 si ebbe quindi lo spostamento finale della tribù in Oklahoma, dove i nativi ricevettero terre in quello che sarebbe diventato il Territorio indiano conosciuto come Nazione Osage.
La particolarità era la presenza di riserve petrolifere nel sottosuolo.
Ciascuno dei 2.229 membri della tribù divenne incredibilmente ricco con l'Osage Act del 1906, grazie agli introiti derivanti dalla estrazione petrolifera - che avveniva a cura delle imprese statunitensi - e di conseguenza dalle royalties delle vendite. Gli introiti venivano infatti loro distribuiti in base ai diritti di sfruttamento delle riserve sulle loro terre.
Erano però i “bianchi” a gestire il portafoglio delle varie famiglie, poste in uno stato di “tutela”. Nella principale città della contea, Pawhuska, giunsero numerosi avventurieri, attirati dalla ricchezza. Molti “bianchi” si unirono in matrimonio con donne Osage.
Tornando alla vicenda di Anna Brown, due mesi dopo, anche la madre morì misteriosamente. Due anni più tardi, un suo parente, Henry Roan, fu ucciso a colpi di arma da fuoco. Nel marzo del 1923 la casa che era di Anna fu fatta esplodere, uccidendo sua sorella e suo cognato.
Stante la carenza di risultati da parte degli investigatori locali, la comunità spaventata ingaggiò detective privati, finché l'Osage Tribal Council denunciò i fatti alle autorità federali e gli agenti dell'FBI furono assegnati al caso.
Nel frattempo, J. Edgar Hoover – un vero e proprio innovatore - era divenuto direttore del Bureau, incarico che manterrà sino al 1972. I misteriosi omicidi in territorio Osage furono il suo primo vero incarico come direttore dell’agenzia. Inizialmente, molte voci appuntarono i sospetti su William Hale, noto come il "Re delle colline Osage". Hale, un allevatore locale, filantropo, vicesceriffo della contea, ricorreva alla corruzione, all'intimidazione, alla menzogna e al furto per guadagnare denaro e potere.
La relazione di Hale con la famiglia di Anna Brown era nota. Egli aveva ricevuto 25.000 dollari di allora come premio di assicurazione sulla vita di Henry Roan.
Ernest Burkhart, un nipote volitivo, aveva sposato Mollie, la sorella di Anna. Se Anna, sua madre e due sorelle fossero morte in quest'ordine, Burkhart avrebbe ereditato i "diritti", consentendo a Hale di farli propri, con un introito di mezzo milione di dollari all'anno.
I sospetti erano un conto, risolvere il caso mediante la acquisizione di prove era tutt'altra questione. Gli abitanti del villaggio rimasero in silenzio. Hale ne intimidì o ne comprò molti, costruendo inoltre indizi fasulli per depistare gli agenti dell'FBI.
Sorse quindi la necessità di un approccio investigativo di tipo “creativo”. La squadra guidata da Tom White, un ex Texas Ranger, pensò bene di operare con agenti “sotto copertura”: uno si finse venditore di assicurazioni, un altro acquirente di bestiame, un terzo cercatore di petrolio ed il quarto erborista. Così operando, acquisirono la fiducia degli Osage e svilupparono le investigazioni sino a che alla fine qualcuno parlò. I sodali di Hale confessarono e ciò fu sufficiente per portarlo a processo.
Nel 1929, Hale fu giudicato colpevole davanti ad una Corte federale, che lo vide affiancato all’assassino da lui prezzolato di Henry Roan, e fu condannato al carcere a vita, ma nel 1947 ottenne la libertà vigilata, andando a lavorare in un ranch nel Montana, dopo aver scontato neanche 20 anni di pena. Morì il 15 agosto del 1962 in Arizona. Anche suo nipote Ernest fu condannato all'ergastolo per responsabilità nell'omicidio delle sorelle di sua moglie Mollie, ma ottenne la libertà vigilata, fu nuovamente condannato al carcere per una rapina nel 1941 e fece ancora domanda di libertà vigilata, che gli fu – abbastanza incredibilmente – concessa nel 1966, per essere poi graziato dal Governatore dell'Oklahoma. Tornò quindi nella sua ex casa nella contea di Osage, vivendo con suo fratello Byron (che pure era uno degli scagnozzi di Hale), rimanendo con lui fino a quando definitivamente si trasferì a Cleveland, in Oklahoma, dove è morto novantaquattrenne il 1° dicembre 1986.
Il numero complessivo degli omicidi nella ricca Nazione Osage è ancora oggetto di dibattito tra gli storici che si sono occupati delle varie vicende criminali che hanno interessato quella terra, delle quali quella narrata dal film di Scorzese è solo un episodio. C’è chi ne ha contati sino a cento.


Nell'immagine, Il presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge con quattro nativi americani Osage nel 1924.


BIBLIOGRAFIA

David Grann, Gli assassini della Terra Rossa: Killers of the Flower Moon, Corbaccio, 2023;
AA.VV., The FBI, A Centennial History, 1908-2008, U.S. Department of Justice Federal Bureau of Investigation, 2006;

FILMOGRAFIA

Killers of the Flower Moon, diretto da Martin Scorzese, 2023
Documento inserito il: 13/03/2024
  • TAG: Killers of the Flower Moon, Federal Bureau of Investigation, FBI, Osage

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