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La Rivoluzione Inglese: lo scontro tra i partiti

Dopo la fuga del re, il Parlamento concentrò nelle proprie mani i poteri sovrani, dando inizio ad una trasformazione dello Stato. Le necessità belliche lo indussero ad approntare un sistema finanziario che fosse in grado di fornire al Governo i mezzi necessari per sostenere un conflitto. Vennero quindi abrogate tutte le vecchie imposte istituite dalla monarchia e fu introdotto un nuovo sistema preso a modello da quello olandese, fondato sulle imposte di consumo e sui prestiti. Le prime erano delle imposte indirette che colpivano principalmente gli oggetti di consumo di massa, ed assicurarono al Governo notevoli entrate, che portarono all’ottenimento di un bilancio statale stabile e continuativo. Ma oltre agli indubbi vantaggi, questo tipo di tassazione portò ad un rincaro del pane e della carne, creando notevoli disagi alle masse popolari, uscite molto provate dalla guerra appena conclusa, che aveva colpito l’industria ed il commercio, creando nel Paese una diffusa disoccupazione. Dei vantaggi dalla politica governativa, li trasse invece la borghesia mercantile:infatti la riscossione delle imposte veniva data in appalto e da ciò trassero i maggiori benefici i banchieri della city. Altri favolosi guadagni, le banche li ottennero con i prestiti al Governo, offerti ad un interesse che variava tra l’8 ed il 10%. Con questi guadagni, le banche acquistavano grandi proprietà terriere messe in vendita dal Governo, che le toglieva dal fondo terriero di proprietà statale. Qusto fondo si era particolarmente accresciuto dopo la requisizione delle terre appartenenti alla Chiesa Anglicana e a quei nobili che nel corso della guerra civile avevano sostenuto il re. Poichè il Governo aveva urgenza di denaro, queste proprietà vennero cedute a prezzi irrisori, in modo tale da facilitarne la vendita. In questo modo si arricchirono ulteriormente le classi più agiate, quali la nuova nobiltà e la già ricca borghesia mercantile. Durante questo periodo si verificarono numerosi episodi di corruzione all’interno del Parlamento: molti membri dell’assemblea, accettavano infatti somme di denaro dai sostenitori del re, in cambio di una riduzione delle pesanti multe loro comminate dal Parlamento. In questo modo molti appartenenti alla vecchia nobiltà feudale, poterono salvare il patrimonio familiare. In politica agraria vennero introdotte riforme di grande importanza storica, che portarono all’abolizione degli obblighi feudali che ancora gravavano sui terreni nobiliari. In questo modo tali terreni divennero una libera proprietà privata, che facilitò la diffusione dei nuovi rapporti di produzione capitalistici in Inghilterra. Purtroppo, la stessa cosa non venne fatta per i coltivatori, che rimasero soggetti agli obblighi feudali; questo facilitò in seguito la distruzione del ceto dei contadini inglesi da parte dei proprietari. Nel 1643, la maggioranza del Parlamento, di fede Presbiteriana, abrogò la costituzione anglicana della Chiesa d’Inghilterra, sostituendola con quella presbiteriana; questo comportò l’abolizione dei vescovati, mentre le singole comunità venivano affidate ai presbiteri, scelti nella maggioranza dei casi tra gli uomini più in vista per censo e posizione sociale di ogni comunità. L’intera Chiesa Presbiteriana veniva poi governata da un Sinodo, un consiglio centrale, che veniva eletto dalle varie comunità. Questa costituzione venne applicata in un modo intollerante, poichè i presbiteri perseguitarono i dissenzienti presenti nelle loro zone di competenza, colpendoli sia con multe piuttosto pesanti che con il carcere, provocando in tal modo un grande malcontento. Contro la politica presbiteriana si erano schierati i Puritani indipendenti, che propugnavano l’indipendenza di ogni singola comunità religiosa da qualsiasì autorità e quindi anche dal sinodo presbiteriano. Poichè essi avevano condotto con energia le propria lotta, ottenendo infine il successo, acquistarono un grande favore popolare. Tuttavia rappresentavano solo una minoranza nella totalità del Parlamento Inglese, nonostante fossero forti nell’esercito. Venne così a crearsi una contrapposizione tra il Parlamento e le forze armate; ma neppure l’esercito era molto compatto, poichè al suo interno si manifestava una tendenza ancor più radicale rispetto a quella degli Indipendenti: quella dei Livellatori, nome dato ad inizio secolo a gruppi di contadini che livellavano i fossati scavati dai proprietari per la recinzione di terreni che spettavano ai contadini. Capo dei Livellatori era John Lilburne, favorevole ad un suffragio elettorale alargato dal quale dovevano essere esclusi i servitori ed i mendicanti; queste due tipologie di persone, rappresentavano circa la metà della popolazione inglese. Tuttavia le sue idee, ritenute per l’epoca sufficientemente democratiche, si diffusero in larga misura tra gli appartenenti all’esercito. Ma prima che si potesse arrivare ad uno scontro all’interno dell’esercito, scoppiò il conflitto tra le forze armate ed il Parlamento. Infatti, non ignorando che l’esercito fosse dominato dagli Indipendenti, il Parlamento decise di scioglierlo senza neppure pagare ai militari il soldo dovuto, fomentando in tal modo un forte malcontento tra gli ufficiali e la truppa. Venne costituito in seno all’esercito un Cosiglio del quale entrarono a far parte accanto agli alti ufficiali, anche alcuni soldati in rappresentanza delle dottrine dei Livellatori. Il macontento si trasformò in furore, quando il Consiglio venne a sapere delle trattative che il Parlamento stava conducendo con gli emissari di Carlo I, che miravano a riportare il re sul trono d’Inghilterra e dal fatto che i rappesentanti degli Indipendenti in Parlamento furono costretti ad abbandonare l’asseblea a causa delle minacce di morte ricevute da bande di criminali sobillate dala maggioranza parlamentare. Il 6 agosto 1647, il comando dell’esercito decise di intervenire facendo entrare le truppe a Londra. A seguito di questo evento, dal numero dei deputati vennero esclusi quelli che si erano mostrati più ostili nei confronti degli Indipendenti, altri lasciarono di propria volontà il Parlamento, ed altri ancora passarono dalla parte degli Indipendenti che raggiunsero così la maggioranza. Incoraggiato dagli scontri avvenuti all’interno della Camera dei Comuni, Carlo I riuscì a fuggire dalla prigione nella quale era detenuto, rifugiandosi sull’isola di Wight dove innalzò nuovamente le insegne regie. Grazie ad un accordo segreto, egli riuscì a far scendere in campo sotto il proprio comando l’esercito Scozzese, che penetrò in territorio inglese. In Irlanda i fedelissimi del re mettevano insieme un altro esercito e in Inghilterra, in molte città, si verificarono delle sollevazioni monarchiche. Anche una parte della flotta disertò ponendosi agli ordini del Principe di Galles, figlio di Carlo I. La nuova guerra civile, durò solo alcuni mesi: in agosto Oliver Cromwell sconfisse in maniera decisiva l’esercito Scozzese nei pressi di Preston. Nel contempo le sollevazioni monarchiche vennero facilmente domate e la flotta del Principe di Galles, venne dispersa ed inseguita dalle navi dell’ammiraglio Blake. All’inizio delle ostilità, mentre l’esercito lasciava Londra per andare incontro agli Scozzesi, in Parlamento si riformò la maggioranza Presbiteriana che riprese immediatamente i contatti con il re al fine di riconsegnarle il trono. Ma quando nel dicembre dello stesso anno, l’esercito vittorioso fece ritorno, il colonello Pride, in rappresentanza dello Stato Maggiore, si presentò all’assemblea parlamentare con una lista di 140 nomi. Tutti i maggiori esponenti della maggioranza presbiteriana, vennero cacciati dai propri seggi ed alcuni vennero anche arrestati. Ciò che restava del Parlamento, una settantina di deputati, divennero uno strumento nelle mani del Consiglio di Stato e di Cromwell. Per giudicare il re venne convocata un’Alta Corte di Giustizia, composta da ufficiali, giuristi e membri del Palamento e del Consiglio comunale di Londra. Questo organismo condannò Carlo I alla pena di morte per decapitazione come tiranno, traditore, omicida e nemico del Paese. La sentenza venne eseguita pubblicamente il 30 gennaio del 1649. Una settimana più tardi, la Camera dei Comuni approvò due leggi che abolivano di fatto la monarchia e la Camera dei Lords.Il Parlamento divenne il detentore del potere supremo dello Stato, essendo stato eletto dal popolo e fonte di ogni giusto potere. In questo modo, l’Inghilterra smetteva di essere una monarchia e diveniva una Repubblica.


Nell'immagine, ritratto di John Lilburne, capo del partito dei Livellatori.
Documento inserito il: 24/12/2014
  • TAG: rivoluzione inglese, scontro partiti, chiesa anglicana, guerra civile, presbiteriani, puritani, livellatori, john lilburne, re carlo I, camera dei comuni, oliver cromwell, battaglia preston, consiglio stato, alta corte giustizia, camera dei lords

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