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La rivoluzione scientifica e la nascita della scienza moderna [ di Carlo Ciullini ]

La “Rivoluzione Scientifica” che si attua nel corso del passaggio dal XVI° al XVII° secolo è, a sommi capi, delineata nei propri limiti temporali da due date: il 1543, anno di pubblicazione del “De Revolutionibus” di Copernico, e il 1687, quando videro la luce i “Principia mathematica”, fondamento della teoria fisica newtoniana.
E' in questo lasso di tempo che sorge quella che può ben definirsi la “Scienza Moderna”.
La metodologia di ricerca scientifica, che innovativamente rompe col passato, si basa sulla verità assertiva e sperimentale, con la conseguente fortificazione (e non drastica sostituzione) delle teorie precedenti.
Muta, oltre al metodo, anche la figura del “dotto”: al sapiente, versato a una conoscenza limitata a pochi eletti, e che si articola in un linguaggio comprensibile solo da un numero ristretto, si sostituisce l'uomo di scienze che, consapevole del suo nuovo ruolo di assertore del “sapere universale”, unisce idealmente il proprio sforzo intellettuale e di ricerca al lavoro degli altri scienziati, in una concertata collaborazione volta alla diffusione generale delle nuove conoscenze. Il sapere diventa, o perlomeno può diventare, alla portata di tutti e ciascuno, dal dotto all'artigiano al semplice dilettante, può esprimere un contributo personale al progresso scientifico del sapere.
Il grande cambiamento di quest'epoca è di fondamentale importanza: varia, infatti, la posizione dell'uomo in questo mondo.
L'essere umano, da fulcro e motore della realtà naturale, ne diventa una delle tante componenti, subendo un decentramento fisiologico in seno alla Natura e alle sue leggi: leggi che, partorite dalle menti geniali dei grandi scienziati di quel periodo (Copernico, Brahe, Keplero, Galileo, Newton) mutano gli equilibri monolitici e millenari su cui poggiava, sino ad allora, la concezione dell'uomo stesso, del mondo e dell'universo.
La Natura, la cui visione trovava radici nella filosofia aristotelica edulcorata dal credo cristiano (e quindi resa salda da un efficace compromesso), era ritenuta prima della “Rivoluzione Scientifica” un grande ordinamento divino, ordinamento volto teleologicamente a un fine proprio.
Con la Rivoluzione si determina invece una sostituzione epocale: ciò che esiste al mondo, in precedenza ritenuto avere una finalità e un intrinseco scopo, è adesso solo il naturale effetto di una causa, causa che da “finale” diventa “efficiente”.
Questo, tuttavia, non inficia l'ordine logico dell'universo: i fenomeni sono dettati, nei loro comportamenti, da relazioni ferree.
E il linguaggio attraverso il quale si manifesta l'espressione scientifica di tali leggi è quello matematico: nuovi simboli, nuovi lemmi, nuovi rapporti sostituiscono il lessico e i concetti sui quali poggiava sino allora la filosofia naturale, un lessico che era a carattere sopratutto teoretico, seppur prestato a campi scientifici o pseudo-tali.
Il mutamento di prospettiva del mondo, sostenuto da quei grandi uomini, si scontrò poi con un altro aspetto, oltre che con quello legato alla pura filosofia naturale: la dottrina cristiana infatti, radicata sulle Sacre Scritture e immune da qualsiasi critica e giudizio non conformi ai Testi, vide nelle nuove teorie scientifiche, così innovative ma anche letalmente distruttive dello “status quo” concettuale dell'universo, un sommo pericolo per il predominio delle componenti religiose anche in campo culturale.
Che fosse la Terra a muoversi, come affermavano Copernico e Galileo, e non il Sole, come aveva gridato Giosuè dalle pagine della Bibbia, picconava alla base l'usuale ottica sul mondo, immutata da secoli.
Dobbiamo riconoscenza a questi uomini coraggiosi, che seppero dare tono ed espressione alle proprie idee, idee cui non è esagerato unire l'aggettivo di “rivoluzionarie”: una Rivoluzione fatta non di scontri d'armi, ma di epiche lotte di pensiero, di relazioni assiomatiche, di precise regole e leggi, tutte poggianti su teorie di carattere concettuale, ma anche (e innanzitutto) sperimentale.
In conclusione, con la Scienza Moderna decade la visione del mondo sino ad allora perpetuatasi, una visione basata su congetture e presupposti eminentemente scolastico-aristotelici: fu davvero arduo staccarsi da tali teorie, visto l'autorità profonda di cui esse godettero presso gli ambiti più elevati delle istituzioni politico-religiose che ressero le nazioni in quei secoli.
Documento inserito il: 25/12/2014
  • TAG: rivoluzione scientifica, scienza moderna, nicolò copernico, de revolutionibus, natura

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