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La guerra di successione austriaca

L’imperatore Carlo VI d’Asburgo non veva avuto figli maschi ma solo un’unica figlia femmina, Maria Teresa, ala quale egli desiderava trasmettere il trono. Per questo motivo abolì la legge salica e promulgò , a favore della figlia un atto di successione che venne chiamato Prammatica Sanzione, che il vecchio Carlo VI prima della propria morte, ebbe cura di far approvare dai vari Stati Europei. Ma nonostante questa precauzione, alla morte del sovrano si fecero avanti per reclamare il diritto alla successione diversi pretendenti, molti dei quali erano tra coloro che diedero il proprio consenso al documento che vedeva Maria Teresa come legittima imperatrice d’Austria. L’eredità austriaca era in effetti molto appetibile e ciascuno pensava di approfittare dell’occasione per fare i propri interessi ed estendere i propri possedimenti. Il principe elettore di Baviera, il re di Polonia, il re di Francia, Carlo Emanuele di Savoia, che sperava di poter estendere il proprio dominio verso la Lombardia, Federico II di Prussia, che sperava di strappare provincie all’Impero austriaco e il re di Spagna, accamparono pretesti vari per venir meno agli impegni presi in precedenza ed impedire in tal modo l’ascesa al trono di Maria Teresa. Ad aprire le ostilità fu Federico II di Prussia che invase la Slesia occupandola rapidamente. Contemporaneamente un esercito franco-bavarese penetrava in Boemia. In forte difficoltà, Maria Teresa venne salvata dall’aiuto della nobiltà ungherese, dall’Inghilterra, che preoccupata della supremazia francese nel continente iniziò ad inviare all’imperatrice copiosi sussidi e da Carlo Emanuele di Savoia, che diffidando degli alleati preferì schierarsi al fianco di Maria Teresa. In questo modo la guerra assunse un andamento diverso: in Italia, le truppe franco-Spagnole, dapprima vittoriose, vennero ripetutamente sconfitte: alla battaglia dell’Assietta i francesi vennero sconfitti dalle truppe piemontesi. In questo frangente, le truppe austriache occuparono Genova, dalla quale, a cusa della loro brutalità vennero successivamente cacciate da una rivolta popolare. Avendo alcuni soldati austriaci bastonato dei gruppi di popolani per costringerli a trascinare un mortaio, vennero fatti segno ad una sassaiola ad opera di un ragazzo che divenne poi famoso per quel suo gesto: Giovanni Battista Perasso detto Balilla. Il lancio di quei sassi fu infatti il segnale che diede il via alla rivolta antiaustriaca di Genova e che culminò con la cacciata degli opressori dalla città. Nel 1748, venne siglata la pace di Aquisgrana, che pose fine al conflitto. Maria Teresa venne riconosciuta come legittima imperatrice d’Austria, ma dovette cedere la Slesia a Federico II di Prussia, i distretti di Vigevano, Voghera e dell’Alto Novarese al re di Savoia, che in tal modo astendeva i suoi domini fino al confine del Ticino. Il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla venne invece assegnato al figlio del re di Spagna, Don Filippo di Borbone.


Nell’immagine, ritratto dell’Imperatrice d’Austria Maria Teresa. Documento inserito il: 25/12/2014
  • TAG: guerra successione austriaca, maria teresa asburgo, prammatica sanzione, battaglia assietta, pace aquisgrana 1748, mutamenti territoriali

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